Salone del Mobile di Milano 2021: informazioni, biglietti e numeri dell’evento

Dal 5 al 10 settembre 2021 il Salone del Mobile di Milano accoglie i suoi visitatori, riparte da questo grande evento nazionale, dopo le lunghe soste dovute al Covid 19,  il settore delle fiere in Italia e i primi dati sembrano confermare l’ipotesi di un’Italia in forte ripresa.

Salone del Mobile di Milano 2021: banco di prova per la ripresa dell’economia

In Italia il settore del design è sempre stato essenziale per l’economia e il Salone del Mobile di Milano è un banco di prova per capire la probabile evoluzione economia del Bel Paese, proprio per questo la data del 5 settembre era molto attesa e il taglio del nastro da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato un importante segno delle aspettative che si nutrono su questo evento. Proprio il Presidente Mattarella ha sottolineato che da qui riparte l’economia del Paese, una sorta di prova generale visto che si tratta da sempre di un evento simbolo per l’industria italiana perché in grado di attirare milioni di visitatori, tra giornalisti, lavoratori del settore e appassionati, provenienti non solo dall’Italia, ma da tutto il mondo.

Salone del Mobile di Milano 2021: i numeri di una grande esposizione

Quest’anno l’allestimento della Fiera è stato curato dall’architetto Stefano Boeri, accompagnato da Andrea Caputo, Maria Cristina Didero, Anniina Koivu, Lukas Wegwerth, Marco Ferrari, Elisa Pasqual e Giorgio Donà. A loro si affianca Annalisa Rosso che cura la piattaforma del Salone del Mobile: uno strumento innovativo il cui obiettivo è far dialogare gli spazi virtuali con quelli reali in modo da offrire un’esperienza totale. L’area di esposizione è di 210.000 metri quadrati ed è organizzata in modo da favorire la permanenza in sede nel pieno rispetto delle normative Anti-Covid. Ci sono spazi di esposizione, ma anche dedicati al conferenze, networking e incontri. Ci saranno oltre 423 brand, 50 designer indipendenti e oltre 170 progetti realizzati da 48 scuole di design internazionali.

Si tratta di un appuntamento sicuramente atteso, non solo perché nel 2020 non è stato possibile allestire il Salone del Mobile di Milano, ma anche perché trattasi del primo evento nazionale importante del dopo Covid e si celebra il sessantesimo dalla nascita della manifestazione.

Dal 5 al 10 settembre 2021 c’è la fiera eco-sostenibile

L’obiettivo di questa importante edizione 2021 è rendere l’evento una vera banca del design in cui immergersi nella creatività e nel saper fare dell’industria dell’arredo e del design rendendo il Salone del Mobile di Milano un appuntamento importante non solo per stakeholder e per aziende specializzate nel settore, ma anche per il grande pubblico cioè per chi semplicemente ama il mondo del design e dell’arredo. L’obiettivo sembra essere stato centrato, perché ad oggi, 7 settembre nel mezzo della Fiera del Mobile di Milano già si contano migliaia di visitatori e nella sola giornata di apertura dell’evento sono stati contati 30.000 visitatori.

Il Salone del Mobile di Milano 2021 si caratterizza anche per una filosofia eco-sostenibile, infatti gli allestimenti utilizzati sono tutti riutilizzabili e smontabili in questo modo non vi saranno sprechi e sarà ridotto l’impatto ambientale della fiera stessa. E’ stato calcolato che da questa piccola attenzione deriveranno immissioni di CO2 in meno di 1,2 milioni di chilogrammi. D’altronde la sostenibilità ambientale è il filo conduttore anche di molte aziende che hanno deciso di esporre presso l’evento fieristico. Per l’esposizione di arredi e oggetti di design particolarmente attenti all’ambiente e all’economia circolare.

Orari e come arrivare al Salone del Mobile Milano 2021

Per chi vuole visitare il Salone del Mobile di Milano è bene ricordare che l’evento si svolge a Rho Fiera, località raggiungibile utilizzando la linea della metropolitana M1, oppure per chi arriva in auto è possibile percorrere l’ A4 con uscita Fiera Milano. Infine, per chi vive fuori città è possibile raggiungere la Fiera attraverso l’Autostrada E 35. Chi arriva in aeroporto da Malpensa e Linate sono disponibili bus e navette per la Fiera. Gli spazi di Rho Fiera sono dotati inoltre di ampi parcheggi per visitatori ed espositori. L’ingresso al Salone del Mobile Milano è aperto dalle ore 10:00 alle ore 19:00 per i visitatori, mentre per gli espositori dalle ore 9:30 alle ore 19:30. Naturalmente c’è l’orario continuato. Attenzione al giorno di chiusura, cioè il 10 settembre perché gli orari saranno ridotti e la fiera chiuderà i battenti alle ore 16:00.

L’ingresso presso il Salone del Mobile di Milano costa 15 euro e i biglietti possono essere acquistati esclusivamente sul sito online del Salone. Al momento dell’acquisto è necessario indicare anche il giorno in cui si vuole visitare il Salone, inoltre si può effettuare un solo acquisto per ogni ordine, il biglietto è personale e non cedibile.  Scopri tutti gli eventi e le info sul sito https://www.salonemilano.it/it ed è possibile chiedere info all’indirizzo e-mail visitatori.saloni@fieramilano.it.

Infine, è bene ricordare che per poter visitare il Salone del Mobile di Milano 2021 è necessario esibire il Green Pass.

Le imprese italiane all’Italian Luxury Interiors di Miami

Il Made in Italy piace tanto, sempre di più, oltreoceano, dove non ha bisogno di presentazioni.
E non si tratta solo di food e fashion, che comunque rimangono tra i settori di traino per il nostro export negli Stati Uniti, ma, questa volta, è il turno dell’arredo e del design di alta classe.

A questo proposito, le aziende del settore che desiderano far conoscere negli States la qualità della loro tradizione artigianale, possono inviare la propria candidatura per partecipare all’Italian Luxury Interiors di Miami, in programma in autunno, e precisamente il 3 e 4 ottobre 2017.
Chi volesse partecipare non ha tempo da perdere, perché le candidature si chiudono il 28 luglio.

E’ decisamente un’occasione da non perdere, poiché è considerato il più importante evento del Nord America dedicato all’arredo e al design. Organizzato all’interno dell’International Contemporary Furniture Fair, lo spazio dedicato al Made in Italy ospiterà la produzione d’eccellenza di tante piccole imprese italiane del settore.

Inviare la propria candidatura, per volare direttamente a Miami, occorre inviare il modulo di adesione all’indirizzo email: arredamento.artigianato@ice.it.

Le imprese che desiderano partecipare avranno il supporto di Confartigianato e dell’Agenzia ICE, insieme per far decollare le esportazioni non solo delle grandi aziende, ma anche delle piccole e medie imprese, colonna portante dell’economia italiana.

Vera MORETTI

Design italiano sempre più all’avanguardia in Europa e nel mondo

Il design, oltre alla moda e al food, sta diventando sempre più un potente marchio di fabbrica del Made in Italy. Questo fenomeno è stato analizzato dal rapporto Design Economy realizzato da Fondazione Symbola e presentato al Salone del Mobile di Milano da Domenico Sturabotti ed Ermete Realacci, rispettivamente direttore e presidente di Symbola, alla presenza del presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini.

L’Italia mantiene nel settore un ruolo di leadership, grazie al numero delle imprese attive, che sono 29 mila, meno delle 34 mila francesi ma più delle 23 mila tedesche. Seguono poi Inghilterra con 21 mila e la Spagna con 5 mila.
Inoltre, l’Italia è seconda tra le grandi economie europee con 4,4 miliardi di fatturato, superata solo dalla Gran Bretagna (8,8 miliardi), ma davanti a Germania (3,6), Francia (1,9) e Spagna (1,0).
Da podio anche la specializzazione del Paese: l’Italia è seconda, sempre dietro il Regno Unito (0,17%), per incidenza del fatturato del design sul totale dell’economia: 0,15%, quasi il doppio della media dell’Unione europea (0,09%), molto più della Germania (0,06%) e di Francia e Spagna (0,05%).

In Europa, quasi un addetto nel design su cinque (17,4%) è italiano; in numeri assoluti si tratta di 47.274 occupati nel settore sui 272.268 dell’UE. Se osserviamo il valore aggiunto per addetto negli anni 2013-14, la sola Spagna (+23,8%, che parte però da livelli molto più bassi dell’Italia) evidenzia performance migliori del nostro Paese (+7,8%), mentre sono negative sia la media dei risultati dell’Unione europea (-1,0%) che il risultato di Regno Unito (-5,2%), Germania (-11,7%) e Francia (-13,7%).

Ermete Realacci ha voluto commentare questi dati: “Il design non è legato solo all’estetica ma anche alla capacità di risolvere problemi complicati, che vale oro nella complessità contemporanea: dall’ideazione di nuovi prodotti all’individuazione di nuovi mercati, fino alla ricerca di nuovi significati. Ieri come oggi il design è l’infrastruttura immateriale del made in Italy, e non è un caso se le imprese di design prosperano lì dove ci sono le Pmi che fanno il made in Italy. Come dimostra autorevolmente il Salone del Mobile, che alla sua 56esima edizione si conferma la più importante fiera del settore a livello internazionale contribuendo all’attrattività del nostro Paese nel mondo. Il design oggi assume e veicola nei prodotti anche i dettami dell’economia circolare: efficienza, minore impiego di materia ed energia, riciclabilità. Non a caso il settore italiano del legno-arredo è primo in Europa per efficienza energetica, riduzione delle emissioni e investimenti in ricerca e sviluppo”.

Emanuele Orsini ha aggiunto: “L’Italia ha beneficiato del fortunato incontro tra il mondo artistico e creativo e il mondo manifatturiero-produttivo fortemente radicato nel territorio e fatto di eccellenza e imprenditori votati all’innovazione, che hanno saputo tradurre in realtà concreta ciò che, senza il necessario talento, poteva essere solo. Il clima culturale ha favorito le contaminazioni internazionali, eventi come il Salone del Mobile di Milano promuovono e lanciano idee e prodotti unici nel loro genere, offrono opportunità ai giovani talenti. A parte qualche piccola battuta d’arresto il settore è in crescita, ora occorre fare sistema e favorire una strategia a livello nazionale che consenta alle nostre aziende di competere sempre più nei mercati europei e internazionali”.

Ovviamente, il Legno Arredo merita una citazione a parte, poiché si dimostra essere all’avanguardia non solo per il design, ma anche per la sostenibilità ambientale.
Le aziende italiane, infatti, utilizzano 30 tonnellate equivalenti di petrolio per ogni milione di euro prodotto, contro una media Ue di 68. Ma anche per quanto riguarda le emissioni: con 39 tonnellate di CO2 equivalente per milione di euro, contro le 50 dei Tedeschi, le 52 dei Francesi, le 93 dei Britannici e le 124 degli Spagnoli.

Risultati per i quali vanno ringraziati soprattutto gli investimenti delle imprese in ricerca e sviluppo: ben 67 milioni di euro nel 2014. Più di quanti ne abbiano fatti nel medesimo anno Regno Unito e Germania, rispettivamente a quota 48,4 e 39 milioni, oppure Spagna e Polonia, ferme a 18 e 12,3 milioni.

Vera MORETTI

Il design italiano nel mondo

La Camera di commercio di Milano, in collaborazione con Promos, azienda speciale per le Attività Internazionali, ha stilato la mappa “Il design italiano nel mondo – Italian design in the world”, che individua i maggiori mercati, quelli emergenti e le imprese che operano nel settore del design (clicca qui per scaricarla).

Un export da 20,7 miliardi in un anno. È il valore raggiunto dall’Italia nel campo del design nel 2015 tra arredamento, illuminazione, articoli in porcellana e ceramica e gioielleria, +6,6% rispetto all’anno precedente. In particolare sono aumentate le esportazioni di mobili per cucine (+10%), di arredo domestico, parti di mobili e sedie (+9%) e di gioielleria (+8%).

I 3 maggiori partner italiani sono Francia (13%), Svizzera (9,3%), Germania (9,2%). Quelli emergenti Messico (+46,3%), Cina (+35%) e Arabia Saudita (+22,3%). Ma tra le prime 20 destinazioni del design italiano compaiono anche Stati Uniti, Canada, Giappone e Australia.

E se la Francia è il principale partner per quasi tutti i prodotti, i mobili d’ufficio vanno anche in Arabia Saudita, le cucine negli Stati Uniti e in Russia, i materassi in Germania e Polonia, l’arredo domestico negli Stati Uniti, le poltrone, i divani e le parti di mobili nel Regno Unito, le apparecchiature per l’illuminazione, i prodotti in porcellana e vetro, le sedie e l’arredo esterno in Germania, la gioielleria, bigiotteria e le pietre preziose in Svizzera, Emirati Arabi Uniti e Hong Kong

Ai primi posti in Italia per imprese del design: nel manifatturiero Monza e Brianza (6,4%), Milano (5,1%) e Treviso (4,6%); nel commercio Roma (8,9%), Napoli (8,6%), Milano (5,3%); nella progettazione di design Milano (9,8%), Torino (6,9%), Roma (5,2%).

Variegata la geografia di destinazione del design italiano. Nei mobili d’ufficio tra le prime 20 destinazioni spiccano per crescita Australia (+164%), Giappone (+43,9%), Canada (+38,8%), nei mobili per cucine Singapore (+367,7%), Emirati Arabi Uniti (+55%), Israele (+50,4%), nei materassi Ungheria (+231,4%), Emirati Arabi Uniti (+87,9%), Austria (+38%), nell’arredo domestico Cina (+104,4%) Emirati Arabi Uniti (+46,2%), Australia (+45,7%), nelle sedie Emirati Arabi Uniti (+46,6%), Arabia Saudita (+71,1%) Corea del Sud (+56,9%), in poltrone e divani Corea del Sud (+106,7%), Hong Kong (+43,2%) e Cina (+41,6%), in parti e accessori per mobili Danimarca (+30,5%), Canada (+28,7%) e Spagna (+21,6%), in arredo esterno Emirati Arabi Uniti (+71%), Spagna (+28,7%) e Canada (+26,7%), in apparecchiature per l’illuminazione Slovacchia (+67,6%), Emirati Arabi Uniti (+32,5%) e Spagna (+26,7%), in prodotti in vetro Cina (+46%), Canada (+22,1%) e Arabia Saudita (+35,3%), in gioielleria e bigiotteria Repubblica domenicana (+59,4%), Messico (+53,5%) e Sud Africa (+37,5%), in articoli in porcellana e ceramica Bulgaria (+42,7%), Spagna (+18%) e Austria (+13,5%).

Bando per imprese e designer in Lombardia

Buone opportunità per i designer e i creativi, attraverso il progetto Design Competition Creatività, iniziativa promossa da Regione Lombardia, in collaborazione con Unioncamere Lombardia, ADI – Associazione per il Disegno Industriale e Fiera Milano.

Destinatari del progetto sono i giovani designer e le imprese operanti in settori diversi, accomunate da una visione design oriented e da una strategia di gestione che sfrutta il design come leva primaria per innovare e competere sul mercato.

Obiettivi del progetto:

  • fornire ai designer emergenti un percorso agevolato per acquisire visibilità all’interno del settore e, più in generale, per ottenere un riconoscimento pubblico abbattendo le barriere che nelle fasi iniziali della carriera possono ostacolarne l’ingresso nel mondo del lavoro;
  • tradurre idee innovative sviluppate da giovani designer in concrete idee di business e in prodotti ingegnerizzabili e commercializzabili, attraverso il coinvolgimento delle imprese di produzione del settore e con il supporto di designer professionisti nel ruolo di tutor;
  • creare una più ampia percezione del valore del design tra le imprese e sostenere l’innovazione design-driven all’interno delle imprese, fornendo loro idee di design che fungano da stimolo per lanciare nuovi prodotti sul mercato

L’iniziativa Design Competition Creatività prevede due bandi:

  • un bando dedicato ai giovani designer e mirato a selezionare nuove idee progettuali;
  • un bando per la ricerca di imprese interessate a realizzare il prototipo delle idee progettuali dei giovani designer.

Il tema del progetto è “Creatività”, declinato in tre ambiti di sviluppo: living, kids e outdoor. L’idea progettuale deve essere pensata per la produzione di un prototipo che possa essere riposto in un imballo della dimensione massima di un metro cubo.

Requisiti dei designer:

  • età inferiore ai 35 anni;
  • titolo di studio nell’ambito del design, architettura e ingegneria (almeno uno tra questi): diploma in corsi di durata quinquennale o in corsi professionalizzanti post-diploma di durata almeno triennale, laurea triennale o magistrale o dottorato di ricerca;
  • iscritti agli ultimi due anni della laurea magistrale;
  • residenti in Lombardia o frequentanti/aver frequentato e completato corsi di studio presso istituti o università lombarde;
  • non aver partecipato a più di una edizione di DECÒ/Design Competition;
  • aver firmato a proprio nome il design di massimo un prodotto commercializzato o in corso di commercializzazione.

Requisiti delle imprese (micro, piccole e medie imprese con codice di attività manifatturiero ATECO 2007, lettera C):

  • abbiano sede legale o operativa in Lombardia;
  • abbiano un sito web aziendale;
  • risultino attive e in regola con il pagamento del Diritto Camerale;
  • non si trovino al momento della presentazione della domanda di partecipazione al bando in stato di liquidazione o scioglimento e non siano sottoposte a procedure concorsuali.

Fasi principali del progetto:

  • Selezione di un massimo di 40 idee progettuali dei giovani designer da parte di un Comitato Tecnico di Valutazione;
  • Manifestazione di interesse da parte delle imprese interessate a realizzare i prototipi delle idee progettuali;
  • Abbinamento tra impresa e idea progettuale;
  • Collaborazione tra designer e impresa per la realizzazione del prototipo dell’idea progettuale, attraverso l’affiancamento di un designer professionista (tutor);
  • Realizzazione di un catalogo di progetto;
  • Esposizione dei prototipi realizzati in occasione della fiera Homi di settembre 2016

Risorse del progetto:

Il contributo a disposizione delle imprese per la realizzazione del prototipo è di massimo 10mila euro, per un ammontare complessivo di 400mila euro.

Termini e modalità di presentazione della domanda:

Le domande di candidatura di designer e imprese possono essere presentate entro il 18 febbraio 2016.

Per maggiori informazioni e per aderire al bando cliccare qui.

La rinascita del design italiano

Italia, Paese di poeti, santi, navigatori e di… design. Almeno questo è quanto emerge dallo studio Design Market Monitor, condotto dalla Fondazione Altagamma insieme a Bain&Company, secondo il quale il design made in Italy è risalito ai livelli pre-crisi.

Secondo lo studio Altagamma, il mercato mondiale del design nel 2014 ha totalizzato la bellezza di 90 miliardi di euro che salgono alla cifra astronomica di 360 miliardi se si considera anche il cosiddetto design unbranded. Ma c’è design e design, e quello che fa la differenza, il design alto di gamma, cuba quasi 30 miliardi sul totale (29 per la precisione), 8,3 dei quali sono appannaggio del design italiano. Vuoto per pieno, si parla di circa il 30%. Mica male.

Se poi si sale ancora di più, nell’altissimo di gamma, il cosiddetto pure design (valore totale 18 miliardi), l’Italia è regina incontrastata: siamo infatti i primi produttori ed esportatori, con una quota di mercato pari al 39%. All’interno di questa, l’Italia detiene il 35% del mercato dell’illuminazione e il 34% di quello del cosiddetto living&bedroom.

Secondo lo studio di Altagamma, anche nel settore del design le imprese italiane confermano la loro fortissima vocazione all’export, con il 67% della produzione destinata al di fuori dei confini nazionali. In aumento nel 2014 le esportazioni di prodotti di design italiano nei Paesi emergenti (+7%), negli Stati Uniti (+6%) e in Europa (+1%).

Per chiudere in bellezza con le cifre, lo studio di Altagamma rileva che gli operatori italiani del settore design sono 190 su 360 e totalizzano un fatturato medio di 45 milioni di euro a prezzi retail, contro i 120 degli operatori esteri.

Secondo il vicepresidente di Fondazione Altagamma, Armando Branchini, “le aziende italiane hanno un ruolo importantissimo che si sono costruite negli anni attraverso una straordinaria capacità di progettazione e industrializzazione del prodotto. Le sfida da ora in poi sono quelle della crescita dimensionale, di andare sempre di più verso il mercato finale, ed essere conosciuti dal consumatore finale ma anche conoscere il consumatore finale per capire che cosa ha bisogno nel settore dell’arredamento e del design”.

Arredo e design, l’Italia… emerge

Lo abbiamo detto tante volte, non perché siamo bravi ma perché i fatti e l’economia lo testimoniano numeri alla mano: le aziende che esportano e che sono forti all’estero, specialmente in un momento come questo, sono le uniche che possono sopportare i colpi della crisi. Un discorso che vale per buona parte delle filiere produttive italiane, non ultima la filiera del legno e dell’arredo.

Diversi sono i mercati mondiali sui quali i mobili e il design made in Italy vanno forte. Abbiamo parlato ieri della Cina, verso la quale gli occhi dei nostri imprenditori del legno guardano con interesse e.. golosità. Un altro dei principali sbocchi per l’industria del legno-arredo italiana è poi rappresentato dal mercato Usa, con un giro di affari di 700 milioni di euro all’anno. Per consolidare la presenza delle imprese del legno-arredo in questo mercato, il Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito del programma di Promozione Straordinaria del made in Italy negli Stati Uniti, ha promosso un Progetto di promozione della filiera legno-arredo made in Italy in Nord America che – grazie alla collaborazione di FederlegnoArredo – prevede il coinvolgimento di alcuni dei più prestigiosi studi di architettura americani, i principali player dell’architettura e dell’interior design a livello globale.

Il Ministero, attraverso FederlegnoArredo, organizza un concorso chiamato “Emerge Italy”, rivolto ai giovani progettisti dipendenti di studi nordamericani che seguono progetti internazionali, specialmente nelle aree del Golfo Persico, Russia, Cina, India, Singapore, Sudafrica e Messico. “Emerge Italy” avrà come tema l’ideazione di nuovi prodotti pensati per le aziende italiane dei settori illuminazione, ufficio, cucina, bagno, living, camera da letto e finiture d’interni. Alle aziende italiane, poi toccherà mettere in produzione questi progetti.

Con questa iniziativa – spiega Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredoaggiungiamo un nuovo importante tassello a un percorso che la federazione ha iniziato due anni fa e che punta a fare crescere la quota export dei nostri prodotti in un mercato sempre più attratto dall’italian style, soprattutto fra le giovani generazioni“.

Una commissione mista, composta da Ministero, FederlegnoArredo, IIDA (International Interior Design Association) e AIA (American Institute of Architect) premierà cinque prodotti. Gli studi di architettura e le associazioni che vedranno i propri architetti premiati ospiteranno con una formula di stage un gruppo di giovani progettisti italiani under 35 selezionati dal Ministero, da FederlegnoArredo e dal Politecnico di Milano, con lo scopo di rendere più fluidi i rapporti di reciprocità fra strutture americane e realtà italiane.

Ad aprile i vincitori del concorso, accompagnati dalle figure senior del rispettivi studi di architettura, saranno premiati durante l’edizione 2013 de ISaloni di Milano. A maggio, poi, il Ministero, con FederlegnoArredo e in collaborazione con ICE, parteciperà con uno stand organizzato alla fiera ICFF di New York, per promuovere i risultati del concorso e presentare gli oggetti realizzati. A giugno sarà poi la volta della fiera Neocon di Chicago, dove sarà organizzata una serie di eventi mirati per le aziende italiane. In occasione di MADE expo Milano, a ottobre 2013, infine, sarà organizzato l’evento di chiusura del progetto, che vedrà la partecipazione congiunta dei partner italiani ed americani.

Il progetto Emerge Italy – dice Giovanni De Ponti, direttore generale di FederlegnoArredo – rappresenta un aspetto fondamentale delle attività che la nostra federazione promuove tra le aziende associate sui mercati internazionali. Il Ministero ha dimostrato di credere nel nostro settore mettendo a disposizione risorse importanti in un momento sicuramente tra i più difficili. Sono certo che questa collaborazione andrà avanti e che le nostre aziende saranno seguite con sempre maggiore attenzione“.

Partner del Mise e di FederlegnoArredo per la creazione e la promozione del concorso negli Usa saranno le associazioni americane IIDA e AIA, entrambe dotate di una capillare presenza sul territorio. Il progetto verrà inoltre svolto con il supporto di ICE Agenzia e IACC Chicago (Italian American Chamber of Commerce of Chicago).

L’Italia dell’arredo mira alla Cina

Se è vero che le aziende italiane che sentono meno la crisi sono quelle più esposte sull’export, tra i mercati sui quali puntare la Cina rappresenta senz’altro uno di quelli più vivi nello scenario internazionale. Per questo, Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha deciso di sviluppare nuove strategie per dare la possibilità, alle imprese italiane, di essere più efficaci sul mercato cinese.

In questa ottica è stato avviato “La Cina arreda Italiano“, un progetto organizzato in collaborazione con FederlegnoArredo, Cosmit, Cna e Confartigianato, con l’obiettivo di incrementare il numero delle aziende italiane del settore arredo operanti nel continente asiatico.

Nonostante una crescita del 2,1%, nei primi nove mesi del 2013, registrata dall’export italiano del settore mobili, elettrodomestici e apparecchi di illuminazione, la quota di mercato dell’Italia sulle importazioni cinesi è ferma al 4,8%, preceduta da Germania (19,8%), Giappone (17,1%), Corea del Sud (8,7%) e Stati Uniti (5,8%).

Riccardo Monti, presidente dell’Ice, ha infatti affermato: “La Cina ha circa 80 città con oltre 5 milioni di abitanti. Oggi, come Sistema Italia dell’abitare, presidiamo a stento una decina di città. Il potenziale è dunque di proporzioni vastissime. Il Paese sta vivendo un processo di urbanizzazione rapidissima; parliamo di centinaia di milioni di persone che nei prossimi vent’anni andranno a vivere in città. Ed è in corso un programma di upgrading, di miglioramento del patrimonio abitativo. Le abitazioni, cioè, diventano più grandi e meglio arredate. La gente spende sempre di più per la casa e per la filiera italiana si tratta di un’opportunità enorme che dobbiamo cominciare a sfruttare”.

Per questo, è fondamentale studiare strategie di comunicazione che puntino a diffondere la cultura dell’abitare italiano, anche attraverso alcune attività che verranno svolte in Italia e in Cina, con il coinvolgimento di media, decision maker, Vip e distributori cinesi.

Ice punta a far convergere architetti, designer e costruttori verso il mercato del Sol Levante, ma anche di far coincidere il design italiano con il gusto cinese. Per arrivare ad avere maggiori sintonia con quanto richiesto dal mercato, sono previsti corsi di formazione ad hoc, in modo da poter focalizzare le energie sulla realizzazione di prodotti più adatti.

Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ha aggiunto: “Il mercato cinese è un mercato che potenzialmente può dare grosse soddisfazioni. La nostra federazione sta lavorando alacremente per fornire il proprio supporto alle imprese italiane. Nei progetti c’è l’apertura di un ufficio dedicato presso l’Ice di Shanghai e un grande evento fieristico per il prossimo anno. Mi auguro che la Cina possa presto arrivare in vetta alle graduatorie dei Paesi maggiormente utilizzatori del prodotto italiano, come lo sono già gli Usa, la Russia e la Germania”.

Vera MORETTI

La filiera dell’arredo? Ha la febbre…

di Davide PASSONI

Se il Salone del Mobile di Milano e il momento della celebrazione indiscussa e indiscutibile dell’estro, della creatività, dell’artigianalità e della tenacia del sapere fare italiano nel campo dell’arredo e del design di alta qualità, non dobbiamo però nascondere a noi stessi che la situazione nella quale versa il settore non è delle più favorevoli. Benvenuti nel club, direte voi… Certo, ma in queste situazioni la filosofia del “mal comune mezzo gaudio“, non è proprio da sposare.

Lo sa bene il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, che nei giorni scorsi ha presentato alla stampa i risultati del Termometro vendite dell’associazione, un’indagine alla quale hanno partecipato oltre 630 imprese scelte tra le più rappresentative all’interno della filiera del legno, compilando un questionario sulle aspettative per l’anno in corso. Risultati secondo i quali, sono parole dell’associazione, restano “drammaticamente negative” le prospettive per l’inizio del 2013: a gennaio il 60% delle imprese dichiarava ordinativi in flessione, in stagnazione per il 30%, in crescita solo per il 10%. Previsioni positive, invece, per le aziende vocate all’export, per il 64% delle quali continuerà a crescere.

Il quadro economico per le imprese associate a FederlegnoArredo resta dunque di “forte difficoltà” sul mercato nazionale; anche nell’ultimo quadrimestre del 2012 il risultato delle vendite in Italia rimane stabilmente negativo (-10% rispetto al 2011), migliorano di poco le vendite estere (+4%). Sempre secondo il Termometro vendite di FederlegnoArredo, i consumi interni nel settore legno e arredo caleranno dell’11,2% tra il 2012 e il 2013, mentre la previsione per il 2013 nel saldo della bilancia dei pagamenti è positiva per 8 miliardi di euro. Purtroppo, però, dal 2007 al 2013 si sono persi 15 miliardi e 322 milioni di euro in termini di fatturato alla produzione. Nello stesso periodo, nel macrosettore legno e arredo sono stati persi 67mila addetti e 14mila imprese.

Una spirale negativa alla quale FederlegnoArredo cerca di porre un freno soprattutto guardando oltre confine, dal momento che i consumi e la domanda interni sono più che depressi, sono praticamente sotto terra. Snaidero ha infatti ricordato che FederlegnoArredoha un ufficio a Chicago, due settimane fa ne ha aperto uno a Mosca e presto faremo altrettanto anche a Londra, Shanghai e Belgrado. Poiché molte imprese nel nostro settore sono medie o piccole, non tutte hanno la possibilità di avere una struttura aziendale interna di marketing. La federazione si sta spendendo per accompagnare le nostre aziende in giro per il mondo, con missioni all’estero cui partecipano ogni volta 15-20 imprese, e facendo venire in Italia gli acquirenti stranieri, come è avvenuto di recente con i buyer russi che abbiamo portato in Veneto e Lombardia“.

E per far ripartire i consumi in Italia? Snaidero ha una soluzione: “Inserire gli arredi fra le detrazioni Irpef del 50% previste per le ristrutturazioni edilizie“. Può essere un primo, piccolo passo per ridare ossigeno a un settore in apnea. Un passo al quale ne dovrebbero seguire altri, soprattutto dal mondo bancario, che purtroppo, però ancora non vediamo. Resta da sperare che il prossimo governo, quando si degnerà di prendere forma e operatività, abbia l’intelligenza e la sensibilità per cogliere i segnali e le proposte che arrivano da questo settore.

Arredo e design, non è tutto oro quello che luccica. Anzi…

di Davide PASSONI

Mancano poco più di due settimane alla partenza di quella follia collettiva che, per Milano, rappresenta il Salone del Mobile. Cinque giorni nei quali il capoluogo lombardo diventa la capitale mondiale di uno dei prodotti più belli, vincenti ed esportati della media e piccola impresa italiana: il mobile e il design. Cinque giorni nei quali l’ubriacatura di feste, eventi, presentazioni, viavai da fiera rischia di far perdere, per un po’, il contatto con una realtà, quella dell’arredo e del design, che per tante imprese artigiane non è per nulla rose e fiori.

Se infatti, ne siamo certi, tra gli stand della Fiera di Milano ci saranno decine di marchi e di realtà combattivi, innovativi e pronti ad aggredire il mercato con prodotti di altissima qualità, le cifre del settore in Italia sono tutt’altro che confortanti e le ha presentate nei giorni scorsi FederlegnoArredo: fatturato alla produzione quasi dimezzato negli ultimi 5 anni chiusura di oltre 10mila aziende del settore.

I principali distretti mobilieri italiani sono in sofferenza, dalla Brianza al Nordest alle Marche. Un calo di vendite e di fatturato le cui cause e dinamiche non sono dissimili da quelle che, in tutti questi mesi, abbiamo trovato analizzando la situazione di alcune delle più importanti filiere del made in Italy: calo della domanda interna, difficoltà di sostenere investimenti e sviluppo a causa della stretta al credito, strategie fiscali sul settore dell’arredo e della casa che non hanno fatto altro che deprimere ulteriormente i consumi.

Ecco, durante questa settimana cercheremo di capire dalla voce di chi opera nel settore quali sono le principali problematiche e, soprattutto, quali le possibili soluzioni per uscire da un’impasse che sta mettendo a rischio, tanto per cambiare, una delle eccellenze manifatturiere italiane.