Detrazione spese veterinarie, come si calcola?

Come si calcola la detrazione spese veterinarie? Questa la domanda che si è posta un contribuente a cui ha fornito risposta l’Agenzia delle Entrate.

Detrazioni spese veterinarie

L’Agenzia delle Entrate nel tempo sta cercando di migliorare il rapporto con i contribuenti attraverso una serie di indicazioni, risposte e delucidazioni a curiosità o dubbi frequenti. Nell’ultimo caso il contribuente ha chiesto: La detrazione delle spese per il veterinario e per l’acquisto di farmaci veterinari va calcolata per ogni animale domestico posseduto?

L’Agenzia delle Entrate ha fornito risposta al quesito attraverso la rubrica sul sito FiscoOggi.

L’articolo 15 comma 1, lett. c-bis – del Tuir prevede la possibilità per chi ha animali domestici, non animali da allevamento, di portare in detrazione dall’Irpef delle spese veterinarie sostenute per la loro cura. La detrazione può essere fatta valere su una spesa annua massima di 550 euro, con una franchigia di 129,11 euro. La detrazione è del 19%.

Detrazione spese veterinarie: si applicano al singolo animale?

Il contribuente si è chiesto se tali limiti sono riferibili agli animali domestici generalmente posseduti, oppure se per ogni singolo animale, ad esempio un cane e un gatto, è possibile portare in detrazione dall’Irpef le spese fino a 550 euro. La differenza, a seconda del trattamento fiscale, è notevole perché nel secondo caso i benefici fiscali si moltiplicano per ogni animale presente in casa.

Purtroppo l’Agenzia delle Entrate nella risposta è stata abbastanza chiara. Il limite visto è globale, cioè si tratta dell’ammontare massimo per le spese veterinarie che ogni soggetto può far valere indipendentemente dal numero di animali che sono presenti in casa.

A questo proposito occorre però sottolineare che tra le proposte presenti nella riforma fiscale vi è anche quella di ridurre l’Iva sulle prestazioni veterinarie, medicinali e sul cibo per animali. Inoltre vi è la proposta di azzerare l’Iva su piani vaccinali per gli amici a 4 zampe e microchippatura.

Leggi anche: Riduzione Iva per veterinario e pet food con la riforma fiscale

Infine, si ricorda che vi sono trattamenti fiscali e agevolazioni diverse nel caso in cui si tratti di cani guida.

Detrazione spese acquisto cane guida e mantenimento: novità e importi

Scontrino parlante farmacia: qual è il significato delle abbreviazioni?

Come si legge lo scontrino parlante della farmacia necessario per la detrazione delle spese sanitarie in fase di dichiarazione dei redditi? Chi acquista farmaci, ai fini della detrazione fiscale, deve accertarsi di documentarne le relative spese attraverso la fattura oppure lo scontrino cosiddetto “parlante”. In questi documenti si deve riportare:

Se manca il codice fiscale di chi provvede all’acquisto, non si può procedere con la detrazione fiscale della relativa spesa. E non è possibile sanare la mancanza del codice fiscale in un momento successivo all’emissione.

Quali spese sanitarie si possono effettuare in farmacia ed essere detratti fiscalmente?

Gli acquisti che si possono effettuare in farmacia e che sono ammessi alla detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi comprendono:

  • i farmaci, compresi quelli omeopatici;
  • le prestazioni galeniche, ovvero i preparati della farmacia. Il  documento di vendita oppure lo scontrino parlante deve riportarne la quantità;
  • i dispositivi medici, come siringhe, cerotti, test autodiagnostici, gel lubrificanti, provette e saturimetri. Il documento di vendita deve specificare la quantità dei prodotti comprati, la marcatura “CE” e il regolamento comunitario 2017/746 o 2017/745. In alternativa la direttiva comunitaria (90/385/CEE, 93/42/Cee o 98/79/Ce);
  • il ticket, se previsto, a favore di chi compra se la Regione contribuisce alla spesa sanitaria. Non è occorrente conservare la ricetta del dottore.

Spese sanitarie: qual è il significato delle abbreviazioni sugli scontrini della farmacia?

Ecco dunque che negli scontrini parlanti emessi dalla farmacia sono presenti delle abbreviazioni a seconda della tipologia di spesa. Per i medicinali di fascia “A”, con erogazione a carico del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), il contribuente non paga nulla o, in alternativa, paga semplicemente il ticket o una quota del prezzo nel caso in cui rifiuti la sostituzione con un farmaco generico. In tal caso, non occorre indicare la qualità e la natura dei farmaci acquistati. Nello scontrino si trovano normalmente le abbreviazioni “Tkt” e “Tick”.

Farmaci dispensati con spesa a carico del contribuenti e di fascia ‘C’: cosa sono e quali abbreviazioni si trovano sullo scontrino?

Nel caso di spese dispensate con costo a carico del contribuente (come farmaci, medicinali, etici, fascia “A”, classe “A”, generici, equivalenti), nello scontrino parlante si trova il numero di Aic. Si tratta di un codice identificativo dei medicinali ad uso umano riportante un numero attribuito dall’Agenzia Italiana del Farmaco all’atto dell’autorizzazione dell’immissione in commercio in Italia. Le abbreviazioni che si possono riscontrare sullo scontrino sono “F.co”, Fco”, “Med.”, “Med.le”, “Gen”, “Equiv.” e “Cl. A”. Per i medicinali di fascia “C”, che necessitano della prescrizione del medico, l’acquisto è a carico del cittadino che presenta in farmacia la ricetta bianca. Si tratta di farmaci, medicinali, fascia “C”, classe “C”, etici, generici ed equivalenti. Nello scontrino è presente il codice Aic. Le abbreviazioni che si possono trovare sono: “F.co”, Fco”, “Med.”, “Med.le”, “Gen”, “Equiv.” e “Cl. C”.

Codici sullo scontrino per i medicinali di libera vendita: quali sono?

Tre le tipologie di spesa per i medicinali di libera vendita:

  • medicinali di fascia “C” che non necessitano della prescrizione (“Sop”);
  • medicine di fascia “C bis”, indicati con “Otc” o medicine da banco o di automedicazione;
  • i medicinali equivalenti o generici, che non necessitano della prescrizione del medico.

La natura di queste spese riguarda i farmaci, i medicinali, la fascia “C bis”, i generici, gli equivalenti e l’automedicazione. Nello scontrino è riportato il codice Aic. Le sigle che possono trovarsi nello scontrino parlante sono: “F.co”, Fco”, “Med.”, “Med.le”, “Gen”, “Equiv.” “Otc” e “Automed”.

Medicine omeopatiche, veterinarie e preparazioni galeniche: cosa è riportato sullo scontrino fiscale?

Per le medicine omeopatiche acquistate in farmacia (farmaci, medicinali e omeopatici), sullo scontrino è presente il numero identificativo univoco. Le sigle che riporta lo scontrino, in questo caso, sono: “F.co”, Fco”, “Med.”, “Med.le” e “Omeo”. Le preparazioni geleniche sono considerate farmaci e medicinali. Sullo scontrino la qualità è descritta come “preparazione galenica”, “galenico”, “magistrale” e “officinale”. Le sigle che possono trovarsi sono: “F.co”, Fco”, “Med.”, “Med.le”, “Galen”, “Gal.”, “Magist.” e “Officin”. I medicinali veterinari devono avere tra le indicazioni il codice Aic. Si tratta di medicinali con natura corrispondente a “veterinaria”, “farmaco veterinario” e “medicinale veterinario”. I relativi codici che si possono trovare sullo scontrino sono: “F.co”, Fco”, “Med.”, “Med.le”, “Vet”, “Fco Vet.” e “Med Vet”.

Acquisti di farmaci on line: quali sono le informazioni necessarie?

Per i farmaci acquistati on line, solo dai siti autorizzati dal ministero della Salute, sono previste le stesse informazioni degli acquisti effettuati nelle farmacie. Tuttavia, non sono presenti ancora dei chiarimenti in merito alla possibilità il documento commerciale non fiscale al posto dello scontrino o della fattura.

Acquisto in farmacia di dispositivi medici di utilizzo comune, come mascherine, provette, apparecchi acustici: ecco le indicazioni

Per l’acquisto in farmacia di dispositivi medici di utilizzo comune si fa riferimento alla circolare numero 20 del 2021. Si tratta di bende, cerotti, siringhe, apparecchi acustici, mascherine chirurgiche, provette per feci o per urine, termometri e test di autodiagnosi. In questo caso, per la detrazione fiscale è sufficiente lo scontrino e la prova della marcatura “Ce”. La natura degli acquisti riguarda i dispositivi medici, i dispositivi diagnostici in vitro e gli impiantabili attivi con codice “Ad”. Il documento commerciale deve descrivere il prodotto, contenere la dicitura “marcatura Ce” e il numero del Regolamento o della direttiva Ue di riferimento. I codici che si potranno trovare sullo scontrino sono: Codice “Ad” o “PI” di trasmissione al sistema della Tessera sanitaria (“Ts”) oppure “D. Med”, “Disp. Med”, “Md”, “Diagn. Vitr. Ivd”, “DMm”, “Direttiva 93/42/Cee”, “Direttiva 98/79/Ce”, “Disp. Articolo 15, comma 2 del Dl 18-2020”, “Direttiva 90/385/Cee”, “Dlgs 46/97”.

Dispositivi medici per diagnosticare il Covid, test sierologici,  e tamponi rapidi: quali abbreviazioni sullo scontrino?

Per i dispositivi medici ai fini di diagnosticare il Covid come test sierologici e tamponi rapidi è sufficiente lo scontrino per la detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi, insieme alla marcatura “Ce” sul dispositivo se non fosse presente sullo scontrino. La natura dei dispositivi è medica e in vitro. Il prodotto acquistato deve riportare la descrizione in chiaro come ad esempio “Test diagnostico Covid-19”, insieme alla marcatura “Ce” e al numero della direttiva europea al quale si riferisce. I codici che si potranno trovare sullo scontrino sono: Codice “Ad” o “PI” di trasmissione al sistema della Tessera sanitaria (“Ts”) oppure “D. Med”, “Disp. Med”, “Md”, “Diagn. Vitr. Ivd”, “DMm”, “Direttiva 93/42/Cee”, “Direttiva 98/79/Ce”, “Disp. Articolo 15, comma 2 del Dl 18-2020”, “Direttiva 90/385/Cee”, “Dlgs 46/97”.

Altri dispositivi medici: quali diciture sullo scontrino?

Per gli altri dispositivi medici è necessario conservare la prova della natura del dispositivo e la marcatura “Ce”. Si tratta di dispositivi medici classificati in questo modo, dispositivi in vitro, dispositivi impiantabili attivi o su misura con codice “PI”. Il prodotto acquistato deve riportare la descrizione in chiaro, insieme alla marcatura “Ce” e al numero della direttiva europea al quale si riferisce. I codici che si potranno trovare sullo scontrino sono: Codice “Ad” o “PI” di trasmissione al sistema della Tessera sanitaria (“Ts”) oppure “D. Med”, “Disp. Med”, “Md”, “Diagn. Vitr. Ivd”, “DMm”, “Direttiva 93/42/Cee”, “Direttiva 98/79/Ce”, “Disp. Articolo 15, comma 2 del Dl 18-2020”, “Direttiva 90/385/Cee”, “Dlgs 46/97”.

Acquisti di servizi in farmacia relativi al noleggi di apparecchiature e refertazioni: quali sono le indicazioni?

L’acquisto in farmacia può riguardare anche i servizi come, ad esempio:

  • la messa a disposizione di operatori socio-sanitari;
  • il noleggio di apparecchiature medicali;
  • i test diagnostici;
  • le refertazioni.

In tutti questi casi, ai fini della detrazione fiscale, è necessaria la descrizione del tipo di servizio sanitario che viene messo a disposizione della farmacia. Sono ammesse le abbreviazioni sul documento commerciale a patto che risultino di facile comprensione.

Detrazione spese veterinarie 2022: aumentano gli importi

Sempre più italiani hanno in casa un animale domestico, secondo i dati del 2021, 4 italiani su 10 hanno almeno un animale domestico. A farla da padroni sono cani e gatti, ma non solo, infatti ci sono coniglietti, tartarughe, uccelli e tanti altri piccoli amici. Naturalmente gli animali in casa rappresentano anche un costo e non solo per il cibo, ma anche perché hanno bisogno di visite specialistiche dal veterinario. Ora è possibile portare in detrazione dall’Irpef, attraverso la dichiarazione dei redditi, anche le spese veterinarie. Vediamo i limiti e come ottenere le detrazioni per le spese veterinarie.

A quanto ammonta la detrazione per le spese veterinarie?

Gli italiani spendono in media dai 31 euro ai 100 euro al mese per la cura degli amici a quattro zampe o a due ali. Il numero delle adozioni durante il periodo di emergenza covid è notevolmente aumentato. Ora ad aiutare gli italiani a far fronte alle spese per gli amici animali, c’è l’aumento della detrazione da far valere sull’Irpef  per le spese affrontate per la loro cura. Non è il primo periodo di imposta per il quale è possibile usufruire della detrazione per le spese veterinarie sostenute, ma nel 2022 attraverso la legge di bilancio è stato aumentato l’importo per il quale si può ottenere. Nel 2021, con anno di riferimento 2020, era prevista la detrazione fino a un tetto massimo di 500 euro, mentre negli anni precedenti il tetto era ancora più basso e corrispondeva a 387 euro. Per il 2022, con periodo di imposta 2021, è possibile ottenere le detrazioni su un tetto massimo di spesa di 550 euro ( al netto della franchigia).

Come usufruire della detrazione per le spese veterinarie?

La detrazione per le spese veterinarie funziona in modo del tutto simile rispetto a quella prevista per le spese mediche. In primo luogo vi è una franchigia di 129,11 euro, quindi per spese inferiori a tale somma non si ottiene il vantaggio fiscale, mentre per le spese superiori la franchigia deve essere sottratta, ad esempio nel caso in cui la spesa sostenuta sia di 500 euro, alla stessa deve essere sottratta la somma di 129,11 euro, nel caso in esame si può quindi ottenere la detrazione sulla somma di 370,89 euro. La detrazione inoltre spetta al 19%. Questo vuol dire che nel caso che stiamo vedendo si potrà ottenere un risparmio di imposta di 70,46 €. Inoltre per spese superiori a 550 euro non si ottiene la detrazione.

Ricordiamo che a detrazione prevede una sottrazione degli importi dalla tassa da pagare e se la stessa è già stata versata dal sostituto di imposta vi è una restituzione.

Deve essere anche rammentato che le spese veterinarie, come le altre spese che si vogliono portare in detrazione, devono essere pagate con strumenti tracciabili, quindi bancomat, carta di credito, assegni e bonifici.

Per quali spese è possibile ottenere la detrazione per le spese veterinarie?

Possono essere portate in detrazione le spese sostenute per le cure di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per pratica sportiva. Legalmente detenuti vuol dire che il cane deve avere il microchip. Non si applica quindi tale detrazione agli animali detenuti a scopo di allevamento per fini di lucro anche perché in questo caso le spese veterinarie fanno parte dei costi aziendali.

Ricordiamo quali altre sono le detrazioni e le deduzioni che è possibile far valere al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi nei seguenti approfondimenti:

Detrazioni per spese mediche: quali sono e casi particolari

Detrazione spese assicurazioni: quali polizze danno vantaggi fiscali

Detrazione mascherine: le modalità operative indicate dal MEF

Bonus infissi 2022. le regole per ottenerlo e le detrazioni

Deduzioni per spese mediche e sanitarie: quali sono e quando si possono ottenere

Deduzione Irpef per la previdenza complementare, vantaggi e limiti

Detrazione spese sanitarie: cosa succede se l’Irpef dovuta è incapiente?