Bonus export digitale: contributi fino a 22.500 euro, presentazione domanda entro il 15 luglio

Il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e l’Agenzia Ice mettono a disposizione delle micro e piccole e medie imprese i contributi a fondo perduto per l’export digitale. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo dell’attività di intermediazione delle imprese, organizzate anche in consorzi e reti. L’importo minimo dei contributi a fondo perduto è di 4 mila euro; quello massimo è di 22.500 euro.

Contributi a fondo perduto per l’export digitale: che cosa sono?

I contributi a fondo perduto per l’export digitale consistono in incentivi per acquistare soluzioni digitali che permettano alle imprese di incrementare il processo di internazionalizzazione. L’incentivo è pari a 4 mila euro al netto dell’Iva, per spese pari a 5 mila euro effettuate dalle micro imprese; gli aiuti salgono a 22.500 euro per i consorzi e le reti imprese sulle spese ammissibili.

Quali investimenti prevedono i contributi a fondo perduto dell’export digitale delle imprese?

Gli investimenti che si possono effettuare mediante i contributi a fondo perduto dell’export digitale consistono:

  • nel realizzare i siti di commercio elettronico o le applicazioni mobili;
  • nell’implementare strategie di comunicazione, di informazione e di promozione che consentano una presenza on line delle imprese più ampia;
  • nel fruire di servizi di consulenza relativi ai processi organizzativi e al capitale umano;
  • nel sottoscrivere abbonamenti alle piattaforme specializzate a gestire la visibilità e il content marketing.

Quali sono le imprese che possono richiedere i contributi a fondo perduto per l’export digitale?

Le imprese che possono richiedere i contributi a fondo perduto per l’export digitale sono:

  • le micro imprese (numero di dipendenti inferiori a dieci e fatturato non eccedente i 2 milioni di euro all’anno) e le imprese organizzate in reti e consorzi del manifatturiero, organizzate in società; ditte individuali; artigiani; consorzi; reti;
  • tra le micro imprese ammesse si indicano le industrie alimentari; le industrie di confezionamento di articoli di abbigliamento, di pelle e pelliccia; aziende per la fabbricazione dei prodotti in metallo; le imprese dei mobili e del legno; altre attività produttive come macchinari, apparecchiature, pelle, stampa, gomma, plastica, chimica, elettromedicali, elettronica e gioielli.

Come si presenta la domanda per il bonus export digitale?

La domanda del bonus export digitale deve essere presentata tramite la piattaforma messa a disposizione da Invitalia. Per l’accesso è necessario dotarsi di uno Spid. La sezione di riferimento è quella relativa alla misura del “Bonus per l’export digitale”. La prenotazione dei contributi a fondo perduto avviene in due momenti. Nel primo è necessario compilare la domanda dal 10 maggio al 15 luglio 2022; nel secondo l’impresa dovrà presentare la domanda vera e propria entro la stessa data di scadenza, ovvero il 15 luglio 2022.

Presentazione domanda contributi export digitale: di cosa c’è bisogno?

Per presentare domanda è dunque necessario avere:

  • lo Spid per l’identificazione e l’accesso alla piattaforma;
  • una casella di posta elettronica certificata (Pec) che sia attiva;
  • la firma digitale.

Infine, ogni micro impresa può presentare un’unica domanda, sia considerata singolarmente che come partner di reti di imprese o di consorzi.

 

Contributi a fondo perduto per le imprese, i bandi delle regioni

Tre bandi arrivano dalle regioni per i contributi a fondo perduto a favore delle piccole e medie imprese in ambito di green economy, di digitalizzazione delle imprese e di ricerca e sviluppo. Oltre ai contributi, le imprese potranno richiedere finanziamenti a tasso zero o agevolati. La Regione Campania ha approvato un bando da 20 milioni di euro per la ricerca e lo sviluppo delle Pmi; la Liguria finanzia fino a 10 mila euro per la digitalizzazione; l’Emilia Romagna riapre il Fondo Energia.

Contributi a fondo perduto delle regioni, la Campania finanzia la ricerca e lo sviluppo delle Pmi

La Regione Campania ha approvato il bando che riserva 20 milioni di euro di contributi a fondo perduto per sostenere la ricerca e lo sviluppo delle imprese regionali. Ammesse a partecipare al bando sono le micro, le piccole e le medie imprese. I progetti, per essere ammessi, devono realizzare il trasferimento tecnologico e l’industrializzazione. Le spese ammissibili vanno da un minimo di 400 mila euro a un massimo di due milioni di euro. Per finanziare la spesa è necessario attendere la notifica di avvenuta concessione dell’incentivo.

Bando Regione Campania contributi a fondo perduto imprese: quali spese sono ammissibili?

I progetti di ricerca e sviluppo industriale ammesse agli incentivi, permettono di finanziare le spese ammissibili nelle seguenti percentuali:

  • al 70% per le piccole imprese che presentino progetti di ricerca industriale;
  • al 60% per le medie imprese per finanziare progetti di ricerca industriale;
  • del 45% per le piccole imprese che avviino progetti di sviluppo sperimentale;
  • del 35% per le medie imprese per i progetti di sviluppo sperimentale.

Bando incentivi piccole e medie imprese Regione Campania, come inviare la domanda?

Per i progetti di industrializzazione sono previsti contributi a fondo perduto rispettivamente del 50% e del 60% a seconda che si tratti di medie imprese o di micro e piccole imprese. Per inviare la domanda di partecipazione al bando, le imprese dovranno utilizzare l’indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) e inoltrare l’istanza alla Regione Campania. La scadenza del bando è fissata alle ore 12:00 del 20 aprile prossimo.

Bando Regione Liguria, contributi per 10 mila euro a favore della digitalizzazione

A partire dal prossimo 27 aprile le piccole e medie imprese della Regione Liguria potranno inviare domanda di partecipazione al bando regionale sulla digitalizzazione. Gli incentivi sono concessi nella formula del contributo a fondo perduto, in regime de minimis, e finanziano fino al 60% le spese ammissibili. Sono due gli ambiti di spesa:

  • l’incremento del livello della digitalizzazione delle imprese;
  • l’innovazione dei modelli organizzativi e della distribuzione di vendita.

Bando incentivi imprese Liguria, quali spese sono ammissibili?

Le spese ammissibili del bando della Regione Liguria per le piccole e medie imprese comprendono:

  • acquisto di software, licenze, brevetti e programmi informatici;
  • l’acquisto di hardware;
  • costi di consulenze;
  • spese per implementare i sistemi innovativi in azienda.

L’incentivo può essere richiesto dalle imprese per un ammontare di 10 mila euro, da un minimo di spesa di 5 mila euro. Sono ammissibili a incentivo gli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2022. Le domande potranno essere presentate dal 27 aprile fino al 16 maggio 2022.

Bando Emilia Romagna per i contributi a fondo perduto delle imprese, riapre il Fondo Energia

Tra i finanziamenti concessi dalle regioni, l’Emilia Romagna riapre il Fondo Energia. Si tratta di presentare la domanda per ottenere gli incentivi del Fondo in questione. Ammesse all’agevolazioni le piccole e medie imprese che puntano allo sviluppo sostenibile con obiettivi di efficienza energetica e di utilizzo dell’energia rinnovabile. Gli incentivi consistono in finanziamenti a tasso zero fino al 70% della spesa ammissibile; il restante 30% può essere finanziato con tassi agevolati.

In cosa consistono i finanziamenti del bando Emilia Romagna per l’energia?

I finanziamenti dell’Emilia Romagna per l’efficienza energetica consiste in un mutuo chirografario con una durata dai 3 anni ai 96 mesi. È previsto un periodo di preammortamento di 12 mesi. L’importo minimo richiedibile è di 25 mila euro. Quello massimo è di 750 mila euro. È prevista anche la formula del contributo a fondo perduto, ma nella misura massima del 12,5% del complessivo ammesso a incentivo.

Quali spese si possono finanziare con i contributi della Regione Emilia Romagna?

Le spese che le imprese della Regione Emilia Romagna potranno finanziare sono nell’ordine:

  • l’acquisto di attrezzature, macchinari e impianti;
  • di hardware, compressa l’installazione;
  • acquisto di software e di relative licenze.

Le imprese potranno presentare domanda fino alle ore 16:00 del 23 maggio prossimo mediante procedura a sportello. Inoltre, le domande sono ammissibili fino alla capienza delle risorse stanziate.

Bonus 4000 euro Pmi per le spese di digitalizzazione: click day il 16 maggio

Doppio intervento del ministero degli Esteri per la digitalizzazione e l’export delle micro e piccole e medie imprese. Da un lato l’assistenza tecnica sui servizi digitali, offerta in maniera gratuita, per le Pmi. Dall’altro un contributo minimo di 4 mila euro per l’export digitale. E due date da segnare: quella del 28 aprile prossimo per l’apertura di uno sportello telematico informativo; e quella del 16 per la richiesta dei contributi a fondo perduto per la digitalizzazione delle imprese.

Bonus per la digitalizzazione delle Pmi, la misura arriva dal ministero degli Esteri

La misura deriva dal Patto per l’export del 2020, voluta dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio per il rilancio del Made in Italy. Nello scenario attuale, la misura andrà a vantaggio delle imprese, e nello specifico delle micro e Pmi, per l’urgente necessità di digitalizzazione delle attività commerciali e per superare gli ostacoli legati agli accessi alle piattaforme internazionali di commercio elettronico. Inoltre, la misura mira a colmare il gap culturale in ambito digitale delle piccole e medie imprese rispetto ai concorrenti degli altri Paesi europei.

Servizi digitali gratis per le piccole e medie imprese: di cosa si tratta?

Il primo ambito della misura in arrivo dal ministero degli Esteri per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese comprende l’assistenza tecnica e gratuita per i servizi digitali delle imprese. Otto provider tecnologici internazionali sono stati selezionati dal bando del ministero degli Esteri sulla base delle offerte presentate per assistere le Pmi italiane nei processi di transizione digitale. Si tratta di eBay, Italia Online, Adiacent, Nexi Payments, Bonucchi e Associati, Google Ireland, Statista.com e Metagorà.

In quali attività le piccole e medie imprese riceveranno supporto dagli otto provider di digitalizzazione dell’export?

Le tipologie di servizi offerti alle piccole e medie imprese riguardano per l’assistenza nella transizione digitale dell’export riguardano:

  • la diffusione via web delle attività di formazione;
  • la conoscenza degli strumenti promozionali per l’esportazione del Maeci;
  • l’aggiornamento del digital temporary export manager;
  • gli studi e le analisi sulla promozione del Made in Italy;
  • la condivisione di provider.

Bonus digitalizzazione delle micro e Pmi: in cosa consistono i contributi a fondo perduto?

Oltre ai servizi di assistenza per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese, è previsto un contributo a fondo perduto per l’export digitale. Le risorse per la misura del ministero degli Esteri ammontano a 30 milioni di euro. L’incentivo prevede un incentivo per le micro e le piccole imprese di 4 mila euro per spese ammissibili pari a non meno di 5 mila euro; il contributo può salire a 22.500 euro per i consorzi di imprese che effettuino una spesa minima in strumenti digitali di 25 mila euro.

Quali spese sono ammissibili per il bonus digitalizzazione delle Pmi da 4 mila a 22.500 euro?

Le spese ammissibili per richiedere il bonus da 4 mila a 22.500 euro comprendono:

  • la realizzazione di piattaforma di commercio elettronico verso l’estero;
  • l’implementazione o il potenziamento di applicazioni mobili o di siti internet per le operazioni commerciali;
  • l’automatizzazione delle operazioni;
  • la gestione dei prodotti in via digitale e tramite il marketing digitale.

Come e quando presentare domanda per i contributi a fondo perduto delle micro e Pmi per la digitalizzazione dell’export?

Per la presentazione delle domande è necessario attendere la fine del mese. Il 28 aprile prossimo, infatti, a cura di Invitalia e Ice verrà aperto lo sportello elettronico per ricevere informazioni per usufruire dei contributi a fondo perduto per la digitalizzazione delle micro e piccole e medie imprese. La presentazione vera e propria delle domande è prevista per il 16 maggio 2022. Si tratterà di un click day e la richiesta dei contributi potrà essere presentata tramite il portale di Invitalia.

 

Contributi a fondo perduto in arrivo per 6 miliardi: per quali imprese?

In arrivo per le imprese nuovi contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato. Gli ambiti di finanziamento dei fondi saranno le infrastrutture, l’internazionalizzazione e l’export. Il totale delle risorse che verranno messe a disposizione nelle prossime settimane dal governo è pari a 6 miliardi di euro. A parlarne è stata Maria Stella Gelmini, attuale ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie.

Nuovi contributi a fondo perduto alle imprese: come saranno distribuite le risorse?

Le risorse che saranno messe in campo a favore delle imprese come contributi a fondo perduto e finanziamenti saranno pari a 6 miliardi di euro. Nei prossimi Consigli dei ministri, secondo quanto ha dichiarato Maria Stella Gelmini, verranno programmati fondi per due miliardi di euro a favore delle infrastrutture. I restanti quattro miliardi di euro andranno agli investimenti privati per sostenere le imprese. È prevista l’istituzione di un fondo per l’internazionalizzazione delle imprese e di un fondo extra per l’export.

Contributi a fondo perduto per le piccole e medie imprese: le novità della legge di Bilancio 2022

Sul fronte dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese (Pmi), la legge di Bilancio 2022 aveva già confermato l’erogazione dei fondi Simest fino al 2026. Per l’anno in corso, i finanziamenti da confermare saranno quelli già elargiti alle Pmi nell’ambito della transizione ecologica e digitale, della partecipazione a fiere e allo sviluppo del commercio elettronico. Tutti i contributi hanno come finalità principale quella dell’orizzonte internazionale delle imprese. La legge di Bilancio 2022, per le tre finalità, aveva già assegnato risorse per 1,5 miliardi per ciascun anno fino al 2026.

Contributi a fondo perduto Pmi: le tre misure di intervento su transizione ecologica e digitale, fiere e commercio elettronico

I tre ambiti confermati anche per il 2022 per i contributi a fondo perduto delle imprese riguardano:

  • la transizione ecologica e digitale delle piccole e medie imprese a vocazione internazionale;
  • il partecipare a fiere e mostre internazionali, svolte anche in Italia, e le missioni di sistema;
  • il portare a termine progetti relativi al commercio elettronico delle piccole e medie imprese nei Paesi esteri.

Contributi a fondo perduto alle Pmi: a quali finalità andranno nel 2022?

Tuttavia, il governo sta ragionando per includere altri ambiti di intervento dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti alle imprese. In particolare, i settori di intervento potrebbero tornare a essere sette, comprendendo globalmente:

  • partecipare a fiere internazionali delle imprese;
  • inserimento delle Pmi nei mercati esteri;
  • acquisizione di sevizi di export manager;
  • sviluppo di progetti nel settore del commercio elettronico;
  • ottenere l’assistenza tecnica all’estero;
  • patrimonializzazione delle piccole e medie imprese;
  • svolgimento di studi di fattibilità.

Come verranno distribuiti i fondi per l’internazionalizzazione delle imprese nel 2022

La gestione dei contributi a fondo perduto per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese verrà affidata, come nel 2021, al Simest. Il fondo aveva già ottenuto il rifinanziamento delle risorse con il decreto legge numero 121 dello scorso anno che prevedeva nuovi finanziamenti per 1,2 miliardi di euro a beneficio del Fondo 394. Simest gestisce le risorse attraverso due canali, ovvero i finanziamenti a tasso agevolato e i contributi a fondo perduto. I due strumenti rimarranno invariati nel corso del 2022.

Contributi a tour operator e agenzie di viaggio: per quali spese il credito di imposta del 50%?

Il nuovo decreto del ministero del Turismo ha previsto il contributo a fondo perduto per i tour operator e le agenzie di viaggio. Si tratta di un credito di imposta del 50% su determinate spese digitali legate al turismo che siano state sostenute a partire dal 7 novembre 2021. O per quelle future fino al 31 dicembre 2025. Il massimo del credito di imposta può arrivare al limite dei 25 mila euro. Per la domanda è necessario far riferimento alla piattaforma del ministero del Turismo.

Bonus turismo digitale: le risorse dal 2022 al 2025 per le spese di tour operator e agenzie di viaggio

Per la misura a favore delle agenzie di viaggio e dei tour operator il governo ha stanziato 98 milioni di euro fino al 2025. Le risorse sono state ripartite in questo modo: 18 milioni di euro sono stati messi a disposizione per il 2022; 20 milioni di euro (10 + 10) sono a disposizione per gli anni 2023 e 2024; infine, 60 milioni di euro sono stati stanziati per il 2025. È stata prevista anche una quota del 40% delle risorse spettanti agli operatori turistici che abbiano la sede nelle seguenti regioni:

  • Sicilia;
  • Sardegna;
  • Puglia;
  • Molise;
  • Campania;
  • Calabria;
  • Basilicata;
  • Abruzzo.

Credito di imposta a favore delle agenzie del turismo: i riferimenti normativi

Il credito di imposta a favore dei tour operator e delle agenzie di viaggio è stato previsto al comma 1 dell’articolo 4, del decreto legge numero 152 del 2021. Nei giorni scorsi è arrivato il decreto del ministero del Turismo con la firma del ministro dell’Economia: il provvedimento riporta le modalità operative per la richiesta del bonus del turismo digitale e le modalità di fruizione del credito di imposta.

Chi può richiedere il bonus per le spese digitali entro il 2025?

Il bonus per le spese digitali può essere richiesto dai tour operator e dalle agenzie di viaggio che svolgano la propria attività in base ai seguenti codici Ateco:

  • 79.1, attività delle agenzie di viaggio e tour operator;
  • 79.11, attività delle agenzie di viaggio;
  • 79.12, attività dei tour operator.

 Il credito di imposta derivante dalle spese digitali sostenute dagli operatori sopra riportati, può essere utilizzato direttamente con la compensazione, oppure può essere ceduto. 

Bonus spese digitali agenzie viaggi e tour operator: quali spese sono ammesse?

Le spese sostenute dai tour operator e dalle agenzie di viaggio ammesse al credito di imposta sono:

  • i costi sostenuti per gli impianti Wifi;
  • le spese per i siti online ottimizzati per la navigazione mobile;
  • i costi sostenuti per l’implementazione di programmi e piattaforme informatiche necessarie per vendere direttamente i servizi turistici e i pernottamenti;
  • i costi inerenti gli spazi e la pubblicità per promuovere e commercializzare i servizi turistici e i pernottamenti sui portali e sulle piattaforme informatiche specializzate. Tali piattaforme possono essere gestite anche da agenzie di viaggio o da tour operator;
  • spese sostenute per le consulenze inerenti la comunicazione e il marketing digitale;
  • i costi per gli strumenti di promozione digitale a favore di proposte e di offerte innovative che abbiano come tema quello dell’inclusione e dell’ospitalità di persone affette da disabilità;
  • le spese sostenute per la formazione dei titolare dell’agenzia di viaggio o del tour operator o dei suoi dipendenti.

Spese digitali ammesse al fondo perduto turismo: come utilizzare il credito di imposta?

La misura a favore delle agenzie di viaggio e dei tour operator per le spese digitali produce un credito di imposta del 50% fino al limite dei 25 mila euro. Il credito di imposta si può utilizzare in compensazione, mediante modello F24, solo nell’anno susseguente a quello nel quale sono state realizzate le spese ammissibili. Sul credito di imposta non sono previsti i limiti di cui parla il comma 1, dell’articolo 34, della legge numero 388 del 2000 e quelli del comma 53, dell’articolo 1 della legge numero 244 del 2007. Il credito di imposta maturato è cedibile, in toto o solo in parte, e chi lo riceve ha la facoltà di cederlo a sua volta ad altri soggetti, incluse le banche e gli altri intermediari finanziari.

Bonus spese digitali per agenzie di viaggio e tour operator: come presentare la domanda?

Agenzie di viaggio e tour operator ammessi al bonus sulle spese digitali della misura del ministero del Turismo possono presentare domanda esclusivamente in via telematica. Sarà lo stesso ministero del Turismo che metterà a disposizione una piattaforma ad hoc per inoltrare la richiesta del credito di imposta. Si attende, dunque, un nuovo provvedimento del ministero del Turismo che disciplini le modalità e i tempi per presentare l’istanza.

Domanda bonus spese digitali per agenzie di viaggio e tour operator: conta l’ordine cronologico di arrivo delle istanze

Tra i requisiti della domanda del bonus delle spese digitali delle aziende del turismo, è necessario sottolineare che le istanze verranno accolte secondo l’ordine cronologico di arrivo. Il ministero del Turismo provvederà al controllo del possesso dei requisiti soggettivi e oggettivi delle imprese richiedenti. Gli stessi requisiti devono essere posseduti alla data di presentazione dell’istanza e devono essere mantenuti fino a cinque anni dopo la concessione del beneficio fiscale.

Quali sono i vincoli di agenzie viaggio e tour operator nella richiesta del bonus spese digitali?

Agenzie di viaggio e tour operator sono tenuti a osservare determinati vincoli nella richiesta del bonus sulle spese digitali. Infatti, le attività o gli interventi realizzati e rientranti tra le spese ammissibili devono riguardare una sede operativa e attiva in Italia. Il decreto richiede inoltre che nella scheda del progetto degli interventi da realizzare debba essere contenuta una descrizione dettagliata degli interventi rientranti nell’agevolazione. Il progetto stesso deve essere corredato obbligatoriamente dalla relazione tecnica.

Bonus spese digitali turismo, entro quando devono essere iniziati gli interventi?

Gli interventi rientranti nel bonus devono essere avviati entro il limite temporale di un anno dalla data nella quale il ministero del Turismo pubblica sul proprio sito le agenzie viaggi e i tour operator ammessi al contributo. Gli interventi, inoltre, devono essere ultimati entro il termine di 12 mesi dall’inizio dei lavori. Si può ottenere una proroga della scadenza, ma è necessario presentare apposita richiesta.

Banda larga: i contributi alle Pmi italiane per la transizione digitale

In tutto un miliardo di euro andranno alle piccole e medie imprese italiane per la banda larga e per il digitale dai fondi europei. Lo stanziamento arriva dalla Commissione europea che scommette sulle nuove tecnologie e sulla connettività sicura e innovativa per far crescere la digitalizzazione delle imprese. Si tratta pertanto di contributi che le piccole e medie imprese potranno utilizzare nell’ambito dei programmi di assegnazione delle risorse provenienti da Bruxelles.

Connettività a banda larga, le piccole e medie imprese possono beneficiare di 610 milioni di euro

Le piccole e medie imprese italiane hanno a disposizione fondi per 610 milioni di euro per la connettività sicura e veloce. Si tratta di un regime di buoni o di voucher con il quale le Pmi italiane possono accedere ai servizi offerti da provider nel campo della connettività a internet. Le risorse verranno distribuite anche con l’obiettivo di limitare le distorsioni della concorrenza. I fondi si collegano nel programma europeo “Mce – Settore digitale” che specifica gli obiettivi della Commissione europea nel campo della connettività digitale. Il periodo di riferimento della programmazione riguarda i prossimi tre anni (2021-2023). La connettività stabile e veloce è, peraltro, uno dei servizi fondamentali per accedere ad altri strumenti sui quali la Commissione europea punta per accrescere la digitalizzazione delle Pmi, ovvero i servizi in cloud.

Requisiti delle Pmi per la richiesta dei bonus per la banda larga

La richiesta dei bonus (o dei voucher) per i servizi di connettività veloce e stabile potrà essere presentata dalle piccole e medie imprese nel limite delle risorse stanziate. Gli abbonamenti che potranno essere oggetto di bonus sono quelli relativi ai servizi di connettività a banda larga con la garanzia di una velocità minima di download che sia di almeno 30 migabit per secondo (mbps).

Connessioni a banda larga per le Pmi italiane: gli obiettivi della misura

I bonus per le connessioni a banda larga delle piccole e medie imprese italiane rientrano nel generale obiettivo di accrescere la digitalizzazione delle realtà aziendali. Questo obiettivo è una delle priorità per giungere alla transizione digitale che si ritrova sia nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) che in numerosi programmi del nuovo settennato europeo (2021-2027). Insieme alla digitalizzazione, le piccole e medie imprese saranno avvantaggiate dallo sviluppo economico che ne deriverà. Proprio le piccole e medie imprese italiane, secondo i dati a disposizione, dimostrano tuttavia una certa reticenza a utilizzare servizi di connettività a banda larga. Tale tendenza risulta, peraltro, in controtendenza rispetto alla varietà delle offerte presenti sul mercato.

Doppia finalità degli aiuti di Stato per la banda larga: accrescere la connettività delle Pmi e favorire i fornitori di servizi

La Commissione europea, peraltro, nell’obiettivo di assicurare servizi di connettività a banda larga alle piccole e medie imprese, persegue anche finalità di aiuti a favore dei fornitori dei servizi di comunicazione elettronica. La doppia finalità risulta in linea con quanto previsto dall’articolo 107, paragrafo 3, lettera c) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. In base a questo articolo, gli aiuti di Stato sono destinati a far sviluppare determinate attività o certe regioni economiche.

Obiettivi di connettività digitale in tutta Europa e con i Paesi terzi entro il 2030

Il miliardo di euro stanziato per la connettività digitale opera in un contesto di aiuti economici alle imprese nell’ambito del programma “Mce – Settore digitale”. L’espansione e la qualità delle connessioni a banda larga consentiranno di rafforzare le reti in tutta l’Unione europea e con i Paesi terzi. Si punterà, secondo gli obiettivi prestabiliti, a nuove infrastrutture digitali o al miglioramento di quelle già esistenti, condizioni essenziali per poter fare in modo che possano essere sfruttate tutte le potenzialità di servizi digitali come quelli del calcolo, dei dati e del cloud. Inoltre, migliori infrastrutture di connettività consentiranno di arrivare alla trasformazione digitale dell’Europa. Infine, si cercherà di rendere possibile uno scenario nel quale la connessione in Gigabit arrivi capillarmente in tutte le case del continente. Tale obiettivo deve essere raggiunto entro il 2030 insieme alla copertura totale del 5G.

Inviti a presentare proposte delle imprese: a gennaio 2022 i primi bandi sul digitale

A gennaio 2022 sarà possibile partecipare ai primi progetti per la connettività digitale. La Commissione europea, infatti, metterà a bando i primi inviti a presentare proposte (call for proposal) per collegare tutta Europa e per l’implementazione dei nuovi servizi digitali. Dopo la pubblicazione dei primi bandi, sono previste delle giornate informative (Infoday). Negli incontri si presenteranno gli obiettivi, le priorità e gli elementi essenziali affinché le imprese possano partecipare alla progettazione europea. Saranno altresì illustrati anche i processi di valutazione e di aggiudicazione delle call.

Bonus agenzie e tour operator, in arrivo il credito di imposta per la digitalizzazione

Aiuti in arrivo per le agenzie e i tour operator. Nel decreto legge del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 27 ottobre sono stati stanziati 98 milioni di euro per la digitalizzazione delle suddette attività. Le agevolazioni rientrano negli articoli del decreto relativi al finanziamento e ai fondi perduti delle imprese operanti nel settore del turismo. Il bonus è predisposto come credito di imposta fino al 50% delle spese ammissibili.

Credito di imposta Agenzie viaggio e tour operator, che cos’è e a chi è riconosciuto

Nel dettaglio, l’articolo 4 del decreto Pnrr, specifica che “per l’attuazione della linea progettuale ‘Digitalizzazione Agenzie e Tour Operator’, Misura M1 C3, investimento 4.2.2, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, alle agenzie di viaggi e ai tour operator con codice Ateco 79.1, 79.11 e 79.12, è riconosciuto un contributo da fruire come credito d’imposta a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della presente disposizione e fino alla chiusura del periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2024, nella misura del 50 per cento dei costi sostenuti per investimenti e attività di sviluppo digitale come previste dall’articolo 9, comma 2, del decreto legge 31 maggio 2014, numero 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, numero 106, fino all’importo massimo complessivo cumulato di 25.000 euro”.

Credito di imposta a tour operator e agenzie di viaggio: non concorre al reddito e all’Irap

Il credito d’imposta dovrebbe andare a beneficio di 7500 agenzie di viaggio e di un’ottantina di tour operator. Il beneficio riconosciuto “non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive e non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, numero 917”.

Quali sono le spese che rientrano nel credito di imposta delle agenzie di viaggio e tour operator?

Le spese di digitalizzazione oggetto di credito di imposta per le agenzie di viaggio e i tour operator sono nel dettaglio:

  • quelle per gli impianti Wifi che abbiano una velocità di connessione di almeno un megabit per secondo in download. La spesa deve essere sostenuta per un impianto messo a disposizione dei clienti in maniera gratuita;
  • spese per ottimizzare i sistemi web necessari alla navigazione mobile;
  • i sistemi informatici e le piattaforme per promuovere e commercializzare i servizi on line, nonché i pernottamenti turistici;
  • le spese sostenute per i servizi di consulenza per il marketing e la comunicazione digitale;
  • gli strumenti per promuovere on line le offerte innovative relative all’inclusione e all’ospitalità nei riguardi di persone con disabilità;
  • le spese di formazione del titolare dell’impresa e del personale alle dipendenze che abbiano attinenza ai servizi sopra elencati.

Bonus agenzie di viaggio e tour operator, quando si potrà presentare la domanda?

L’importo del bonus spettante per le agenzie di viaggio e i tour operator può essere utilizzato in compensazione. Con l’approvazione del decreto Pnrr, è necessario attendere il nuovo decreto del ministero del Turismo che verrà adottato entro i 60 giorni successivi all’entrata in vigore del provvedimento di fine ottobre.

Imprese italiane investono in digitalizzazione

Per quanto riguarda il triennio 2014-2016, le imprese hanno deciso di convogliare il proprio capitale nell’investimento soprattutto di beni e servizi digitali, elementi considerati sempre più indispensabili ed in grado di fare davvero la differenza, in particolare quando la concorrenza è spietata.

Andando nel dettaglio, più o meno la metà delle imprese con almeno 10 addetti, e precisamente il 44,9%, ha adottato tecnologie relative alla sicurezza informatica, mentre un buon 27,9% ha investito per gli acquisti in beni e servizi legati a applicazioni web o app, il 18,4% per i social media, il 16,1% per il cloud computing, l’11,4% per le vendite online e il 9,9% nell’area internet delle cose.
Più selettivi gli investimenti in tecnologie relative ai big data (4,9%), robotica (3,5%), stampa 3D (2,7%) e realtà aumentata e realtà virtuale (1,3%).

C’è una marcata consapevolezza sull’importanza delle vendite online, tanto che ben un’impresa su quattro le riconosce come fattore in grado di migliorare la propria competitività, e di conseguenza la propria produttività.

  • In relazione alle diverse tecnologie si osservano le seguenti accentuazioni:
    sicurezza informatica: agenzie di viaggio (71,9%), Telecomunicazioni (66,5%), informatica (65,3%) e fabbricazione computer e prodotti elettronica (64,4%);
  • applicazioni web e app: attività editoriali (67,2%), agenzie di viaggio (58,7%), informatica (56,7%), telecomunicazioni (55,6%);
  • internet delle cose: telecomunicazioni (28,1%), imprese multimediali (Attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore), produzione di computer e prodotti di elettronica (24,2%) e informatica (18,6%);
  • social media: alloggio (52,1%), attività editoriali (49,4%), agenzie di viaggio (48,4%);
  • cloud computing: telecomunicazioni (59,7%), informatica (55,9%), attività editoriali (50,1%);
  • vendite on line: attività editoriali (57,3%), alloggio (56,5%), agenzie di viaggio (36,8%);
  • internet delle cose: telecomunicazioni (28,1%), imprese multimediali (24,2%), computer e prodotti elettronica (23,2%);
  • big data: telecomunicazioni (23,2%), attività editoriali (21,0%), informatica (17,0%), trasporto (10,0%);
  • robotica: in generale nel manifatturiero si osserva un sostanziale raddoppio (7,1%) rispetto alla media della quota imprese che investono in robot, con quote più elevate per Mezzi trasporto (20,3%), Petrolchimica (11,8%), Metallurgia e prodotti metallo (9,8%) e apparecchiature elettriche (9,4%) e computer e prodotti di elettronica (8,6%);
  • stampa 3D: anche per questa tecnologia nel manifatturiero raddoppia (5,0%) rispetto alla media la quota di imprese che investono, con una maggiore accentuazione per computer e prodotti elettrica (19,5%), apparecchiature elettriche (9,5%), mezzi di trasporto (8,9%) e altre manifatturiere (6,3%);
  • realtà aumentata e virtuale: tecnologia più diffusa tra imprese multimediali (12%), informatica (6,1%) e telecomunicazioni (4,9%).

Ciò che principalmente spinge le imprese verso la digitalizzazione sono le agevolazioni, i finanziamenti e gli incentivi fiscali, indicati dal 45,8% degli intervistati.

Il secondo fattore di sviluppo indicato dalle imprese riguarda le infrastrutture e le connessioni in banda ultra larga (indicato dal 33,4%). In questo caso, però, siamo ancora lontani dal riempire il gap fortemente presente. La banda larga, infatti, viene utilizzata dal 15,2% delle imprese, che rappresentano meno della metà delle imprese dell’Unione europea, a quota 31,7%.

Altri fattori determinanti sono la strategia aziendale di digitalizzazione (indicato dal 16,6% delle imprese), l’inserimento o sviluppo di nuove competenze digitali (12,6%), una maggiore capacità della Pubblica Amministrazione di promuovere iniziative digitali (10,6%) e la capacità delle imprese di fare rete (8,4%).

Vera MORETTI