Fatturazione elettronica PA, alcuni chiarimenti

Arriva dal dipartimento delle Finanze una importante circolare che regolamenta l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica a tutte le Pubbliche Amministrazioni da parte degli operatori privati a far data dal 31 marzo 2015.

La circolare (1/E/DF) definisce chiaramente l’ambito di applicazione dell’obbligo di fatturazione elettronica e sottolinea che tra le Pubbliche Amministrazioni destinatarie delle nuove norme rientrano anche le Federazioni e gli Ordini professionali, in virtù della loro natura di enti pubblici non economici.

In sostanza, quindi, l’obbligo di fatturazione elettronica alle Pubbliche Amministrazioni comprende anche le amministrazioni disciplinate dall’articolo 1, comma 2, D.Lgs. 165/2001, ossia, tra le altre, anche Regioni, Province, Comuni, Comunità montane, aziende e amministrazioni dello Stato a ordinamento autonomo, Camere di commercio, istituzioni universitarie, aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale e gli enti pubblici nazionali, regionali e locali di natura non economica nazionali.

Partite Iva: in calo le persone fisiche, in aumento le società

Con i cambiamenti che hanno riguardato il mondo del lavoro nell’ultimo anno, a partire dalla Riforma del Lavoro e dall’introduzione delle nuove Srl, molte trasformazioni hanno caratterizzato il mondo delle partite Iva, soprattutto per quanto riguarda la natura giuridica.
L’effetto primario ben visibile è un calo delle persone fisiche (-13%) e un aumento delle società di capitali (+8,65%), come è stato anche rilevato dai dati di febbraio dell’Osservatorio sulle partite IVA del Dipartimento delle Finanze.
Le aperture sono state 50.759, con una flessione del 9,4% rispetto a febbraio 2012.

La diminuzione delle persone fisiche con partita Iva è da attribuire principalmente alla Riforma del Lavoro, che aveva operato una stretta decisiva per evitare che il lavoro subordinato fosse celato da una collaborazione a partita Iva.
Il trend, in particolare, ha invertito la sua rotta a partire dall’estate 2012, quando è entrata in vigore la riforma.
In autunno, invece, sono aumentate le società di capitale, quando è diventato possibile aprire Srl a 1 euro.

Per quanto riguarda le partite Iva aperte a febbraio, la ripartizione territoriale vede il 43,3% al Nord, il 22,8% al Centro e circa il 34% al Sud ed Isole.
Rispetto a febbraio 2012, solo pochi territori hanno resistito al calo generalizzato delle aperture: tra di essi Molise (+20%), Valle d’Aosta, Marche, Abruzzo. Flessioni superiori al 10% si registrano invece in Liguria, Campania e Calabria.

Per quanto riguarda i settori produttivi, in testa rimane il commercio, con il 24% delle nuove Partite IVA, seguito dalle attività professionali (oltre il 16%), edilizia ed agricoltura.
Si è registrato un calo generalizzato, e un unico settore in attivo, quello relativo ad alloggio e ristorazione (+7,9%), mentre flessioni decise riguardano le professioni e l’edilizia, oltre il 17%.

Vera MORETTI

Ufficializzata la proroga per la dichiarazione Imu

Con il decreto legge 174/2012 è diventata ufficiale la proroga della dichiarazione Imu fino al 30 novembre 2012.

Il Dipartimento delle finanze ha messo a disposizione dei contribuenti sul suo sito una sezione a cui collegarsi per trasmettere, entro il 19 ottobre, contributi ed osservazioni ritenuti utili ai fini della predisposizione definitiva del modello di dichiarazione e delle relative istruzioni.
Per essere sicuri di aver espletato la procedura in modo corretto, bisogna aspettare la ricezione di un’email di conferma, alla quale rispondere.

La partecipazione alla consultazione non costituisce alcun titolo, condizione o vincolo rispetto a eventuali decisioni del Dipartimento delle finanze. Una sintesi degli esiti sarà pubblicata al termine della consultazione.

Vera MORETTI

Una circolare per chiarire le misure del diritto di copia

di Vera MORETTI

Il dipartimento delle Finanze ha emesso la circolare n.2 del 26 marzo, per chiarire alcuni punti riguardanti le nuove misure del diritto di copia degli atti del processo tributario introdotte dal decreto Mef del 27 dicembre 2011, che ha rivisto gli importi originariamente fissati dal decreto dell’1 ottobre 1996.

La nuova procedura si applica dal 1 marzo, in particolare alle istanze di rilascio di copie presentate da tale data.

Istanza di copia semplice e autentica

  • Per questo caso, chiunque fosse interessato può richiedere e ottenere il rilascio di copia semplice o conforme all’originale di atti, documenti o provvedimenti depositati presso gli ufficio giudiziari, attraverso la presentazione di un’apposita istanza all’ufficio di Segreteria. Viene altresì precisato che le istanze di rilascio di copie autentiche che scontano il contributo unificato non sono soggette all’imposta di bollo, mentre quelle relative ai ricorsi notificati prima del 7 luglio 2011 restano assoggettate al tributo (14,62 euro sull’istanza e 14,62 euro sulla copia autentica, ogni 4 facciate). Non viene infine applicata nessuna imposta sulle istanze di copie semplici, indipendentemente dalla notifica dei ricorsi o appelli a cui si riferiscono.

Diritti di copia semplice e autentica

  • Dal 1 marzo le istanze presentate e volte al rilascio di copie semplici o autentiche sono soggette ai nuovi “diritti di copia”, a prescindere se i ricorsi e gli appelli sono stati notificati prima o dopo l’introduzione del contributo unificato (7 luglio 2011). Le istanze autentiche prevedono una maggiorazione di 9 euro per ogni copia rilasciata.

 

Imposta di bollo

  • L’imposta non si applica per il rilascio di copie autentiche di atti del ricorso assoggettato a contributo unificato ma è prevista per gli atti non assoggettati a tale contributo, che si riferiscono a ricorsi/appelli notificati fino al 6 luglio 2011. Le copie autentiche richieste dalle parti con formula esecutiva o per il ricorso in Cassazione sono esenti dal bollo, incluse le sentenze della commissione regionale o centrale. Questo perché si tratta di atti “necessari” all’instaurazione di giudizi assoggettati al contributo unificato.

Modalità di pagamento

  • Il diritto di copia e l’imposta di bollo sono assolti mediante le “marche” da apporre sull’istanza di rilascio degli atti o documenti. Per i diritti di copia vanno considerate le singole facciate del foglio.  Parti integranti del decreto Mef del 27 dicembre 2011, sono quattro allegati in cui vengono riportate le diverse tariffe da applicare a seconda se si tratti di rilascio di copia semplice (allegato 1), di copie autentiche, per le quali è previsto un diritto aggiuntivo di 9 euro per ogni singolo documento (allegato2), di copie informatiche di atti o documenti prodotti dalle parti nel corso del processo tributario, con i diritti calcolati in base ai Kilobyte (allegato 3), o di copie informatiche di documenti già trasferiti nell’archivio informatico degli uffici di segreteria, con i diritti calcolati in base alle pagine (allegato 4).

Decorrenza dei nuovi importi

  • Gli importi si applicano alle istanze di rilascio di copie presentate dall’1 marzo 2012, giorno successivo all’entrata in vigore del decreto che ha sancito le nuove misure. Pertanto, le richieste avanzate entro il 29 febbraio scontano gli importi previsti dal precedente decreto Mef dell’1 ottobre 1996L.

Arriva l’Osservatorio Online per le Partite Iva

Quanto sono le partite Iva aperte in Italia da inizio anno? Quanti sono i possessori di una partita Iva dormiente? Da oggi a molte di queste domande potrà rispondere il nuovo Osservatorio sulle partite Iva, il nuovo organo del Dipartimento delle Finanze.
In Italia sono circa 8 milioni le partire Iva aperte ufficialmente, ma molte di queste risultano dormienti, ovvero i legittimi titolari alla fine dell’anno fiscale non depositano le relative dichiarazioni. Il nuovo Osservatorio cercherà di fare luce su questo fenomeno che, stando ai primi dati, appare sempre più diffuso.

Un’altra nota negativa emerge dalle prime indagine condotte dal nuovo organo del Dipartimento delle Finanze: nei primi 8 mesi del 2011, vale a dire da gennaio ad agosto, le nuove partite Iva sono state poco più di 389 mila, con una contrazione del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2010. Sulla somma complessiva a incidere sono soprattutto le partite Iva aperte da soggetti con meno di 35 anni di età (più del 50%).

Potrebbe essere la diretta conseguenza del nuovo regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile, che dispone un’imposizione sostitutiva del 5% del reddito al posto di Irpef, addizionali e Iva, secondo Anna Soru presidente di Acta – Associazione consulenti terziario avanzato: “il nuovo regime fiscale introdotto nella manovra di luglio potrebbe aver inciso, ma non sottovalutiamo l’impatto potenziale della crisi che potrebbe aver limitato gli spazi di manovra per le nuove leve alla ricerca di un lavoro dipendente.”

Non bisogna dimenticare che la maxi operazione di sanatoria per la razionalizzazione delle partire Iva introdotta a settembre, che permetteva ai possessori di partite Iva dormienti, di mettersi in regola con l’erario tramite un versamento di 129 euro, si è rivelata un vero flop. La Soru si dichiara però fiduciosa riguardo alla nuova iniziativa di un Osservatorio Onlineporterà alla luce dati finora sconosciuti che impedivano una chiara lettura delle dimensioni quantitative delle partite Iva in Italia”.

Alessia Casiraghi