Disoccupazione, il dramma dell’industria manifatturiera

 

Sono  136.616 i  lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro nel 2014, in aumento di 13.486 unità rispetto allo scorso anno: è questo quello che si evince dal XI Rapporto industria, mercato del lavoro e contrattazione della Cisl. Secondo lo studio, tra il 2008 e il 2013, l’industria manifatturiera è quella che ha pagato il conto più salato alla drammatica crisi economica con quasi il 90% (482mila) della diminuzione totale degli occupati.

“Come contraccolpo della riorganizzazione delle imprese – si legge nel comunicato stampa della Cisl – negli ultimi due anni il ricorso agli ammortizzatori sociali ha toccato livelli storici. La Cassa Integrazione anche nel 2013 ha superato il miliardo di ore autorizzate, coinvolgendo almeno 300.000 persone”.

Risulta in crescita solo il lavoro a tempo determinato, e non ci voleva uno studio particolarmente scientifico per confermarlo, con i contratti che sono aumentati del 10% nel 2012 e +2,8% nel 2013.

JM

In aumento la disoccupazione giovanile

 

Se si fa il confronto con l’anno scorso, il segno rimane negativo, ma, considerando il quadro della disoccupazione in Italia, i dati relativi al mese di luglio sono da considerarsi positivi.

L’estate, dunque, porta notizie, se non confortanti, almeno speranzose per il futuro, considerando che la percentuale è ancora al14 12%, ma si è arrestata rispetto ai mesi precedenti.

Rispetto a giugno dunque, si tratta di -0,033 punti percentuali, che non sono sufficienti per arrestare la discesa su base annua, ora a +1,3.Le cattive notizie riguardano ancora una volta i giovani, la cui fascia di disoccupazione per il mese di luglio è pari al 39,5%, ovvero 0,4 punti in più rispetto a giugno e 4,3 rispetto all‘intero anno.

Nel secondo trimestre, tra i 15-24enni il tasso sale al 37,3% (+3,4 punti), con un picco del 51% per le giovani donne del Mezzogiorno. Invariata la disoccupazione nel confronto mensile per la componente maschile, mentre si riduce dello 0,7% per quella femminile. Ciò significa che la disoccupazione cresce sia per gli uomini (+16,6%) sia per le donne (+6,5%).