Disoccupazione, ogni giorno in mille perdono il lavoro

 

Drammatica (e non è una novità) la situazione lavoro in Italia: a luglio, secondo gli ultimi dati Istat, il tasso di disoccupazione si è attestato al 12,6%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,5 punti su base annua. Divario è evidente tra uomini e donne, rispettivamente all’11,5% e al 13,4%, ma il dato che colpisce di più rimane la differenza territoriale tra Nord, 8,4%, e Sud, dove il tasso tocca addirittura il 20,3%. Lo scorso mese si è registrato un calo di occupati pari a 35mila unità, mille occupati in meno al giorno.

Il numero dei senza lavoro oggi in Italia è pari a 3 milioni 220 mila, in aumento del 2,2% rispetto al mese precedente (+69 mila) e del 4,6% su base annua (+143 mila). A luglio gli occupati sono, invece, 22 milioni 360 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto al mese precedente (-35 mila) e dello 0,3% su base annua (-71 mila).

Sono 705 mila, il 42,9%, i giovani tra i 15 e i 24 anni senza lavoro, in diminuzione (udite, udite…) di 0,8 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 2,9 punti sempre su base annua.

JM

Confindustria: 600mila posti di lavoro persi al Sud

E’ allarme Mezzogiorno. Secondo gli ultimi dati resi noti da Confindustria dal 2007 ad oggi sono 47,7 i miliardi di Pil svaniti nel nulla, quasi 32mila imprese in meno, oltre 600mila posti di lavoro perso e 114mila persone in cassa integrazione.

Nonostante non manchino «timidi segnali di vitalità, i primi mesi del 2014 confermano purtroppo la tendenza negativa degli ultimi anni» si legge nel comunicato diramato da Confindustria. Secondo il rapporto di Bankitalia, invece, nel 2013 il PIL si è contratto in tutte le aree, ma in misura più marcata nel Mezzogiorno, confermando in sostanza quanto pubblicato dall’Istat ad inizio giugno e i dati di Confindustria. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto nel 2013 il 19,7 per cento nel Meridione e il 9,1 al Centro Nord; per i giovani fino a 29 anni è rispettivamente pari al 43 e al 23 per cento.

Occupazione: le regioni che resistono alla crisi

 

Trentino Alto Adige (+2,5%), Valle d’Aosta (+2%), Toscana (+1,7%), Lazio (+0,3%), Emilia Romagna e Marche, entrambe con +0,1%: secondo gli ultimi dati resi noti dall’Ufficio Studi di Confartigianato sono queste le regioni in controtendenza sul fronte lavoro, visto il calo generale dell’occupazione dello 0,9% nel primo trimestre del 2014.

Affidandoci sempre ai dati di Confartigianato, la crescita maggiore è quella registrata dalle aziende produttrici di software e della consulenza informatica (con un sorprendente +10,4%), visto anche l’amore degli italiani per gli apparecchi hi-tech, seguita dai servizi di assistenza sociale residenziale (+8,4%) e di assistenza non residenziale (+7,6%).

In crescita, nonostante tutto, anche l’occupazione nei servizi di ristorazione (+5%) e nei comparti della fabbricazione dei macchinari (+5%) e dell’abbigliamento (+4,9%).

JM

Disoccupazione, il dramma dell’industria manifatturiera

 

Sono  136.616 i  lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro nel 2014, in aumento di 13.486 unità rispetto allo scorso anno: è questo quello che si evince dal XI Rapporto industria, mercato del lavoro e contrattazione della Cisl. Secondo lo studio, tra il 2008 e il 2013, l’industria manifatturiera è quella che ha pagato il conto più salato alla drammatica crisi economica con quasi il 90% (482mila) della diminuzione totale degli occupati.

“Come contraccolpo della riorganizzazione delle imprese – si legge nel comunicato stampa della Cisl – negli ultimi due anni il ricorso agli ammortizzatori sociali ha toccato livelli storici. La Cassa Integrazione anche nel 2013 ha superato il miliardo di ore autorizzate, coinvolgendo almeno 300.000 persone”.

Risulta in crescita solo il lavoro a tempo determinato, e non ci voleva uno studio particolarmente scientifico per confermarlo, con i contratti che sono aumentati del 10% nel 2012 e +2,8% nel 2013.

JM