Coldiretti: possibili 43mila nuove imprese

“La privatizzazione dei terreni agricoli di proprietà dello Stato, con la prelazione a favore dei giovani agricoltori, potrebbe portare alla nascita di 43mila nuove imprese“, è  quanto stima la Coldiretti in riferimento alle misure contenute nel decreto legge sulle liberalizzazioni, in occasione della diffusione dei dati Istat sulla disoccupazione giovanile.

“All’articolo 66 il decreto sancisce positivamente – sottolinea la Coldiretti – l’avvio dell’operazione di dismissione dei terreni demaniali da effettuare con la prelazione per i giovani imprenditori agricoli nelle procedure di alienazione, che dovranno essere effettuate attraverso aste pubbliche sopra i centomila euro con l’obbligo di conservare la destinazione agricola per venti anni. Lo Stato è proprietario in Italia di 338mila ettari di terreni agricoli, gestiti attraverso amministrazioni ed enti pubblici, che potrebbero essere venduti agli agricoltori, sulla base di una analisi della Coldiretti dei dati del Censimento Istat del 2010″.

“Dal ritorno delle terre pubbliche agli agricoltori che le coltivano possono nascere nuove imprese o, in alternativa, essere ampliate quelle esistenti, come testimonia il fatto che il 50 per cento delle imprese agricole condotte da giovani “chiede” la disponibilità di terra in affitto o acquisizione, secondo una indagine Coldiretti/Swg – ha affermato Vittorio Sangiorgio, delegato nazionale dei giovani della Coldiretti. In Italia – ha ricordato Sangiorgio – quasi un giovane su dieci sceglie di fare impresa in agricoltura dove si contano ben 65mila imprese agricole condotte da under 35 su un totale di 720mila al primo gennaio 2011, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Unioncamere. L’agricoltura – ha concluso il Delegato dei giovani della Coldiretti – si classifica al terzo posto dopo costruzioni e commercio tra le attività imprenditoriali preferite dai giovani ed è l’unico settore che non ha visto diminuire la presenza percentuale di giovani imprenditori agricoli under 30 negli ultimi quindici anni”.

Fonte: agenparl.it

Se il lavoro non si cerca…

I dati sulla disoccupazione in Italia riservano ogni giorno nuove sorprese. Purtroppo non positive. L’Istat sforna dati a profusione; dopo averci raccontato che a novembre la disoccupazione è salita all’8,6%, dopo averci detto che la situazione dei giovani inoccupati è drammatica, con 1 su 3 di loro che è a spasso (30,1%), ora dall’Istat ci dicono che cresce anche il numero dei cosiddetti “scoraggiati“, persone che non cercano un lavoro perché convinte che non lo troveranno, che si tratta di fatica sprecata.

Ebbene, il numero di costoro in Italia ha sfondato nel terzo trimestre 2011 la soglia del milione e mezzo, raggiungendo quota 1 milione 574mila. Si tratta del livello più alto da quando sono iniziate le serie storiche, ovvero dal 2004. Che ccosa ci dice questo dato? Che la crisi morde, e morde duro non solo sull’economia reale ma anche nella testa delle persone. Pensare che sia meglio vivere tirando sera, appoggiati sulle spalle di altri (genitori, parenti, amici), piuttosto che uscire, bussare a tutte le porte e suonare a tutti i campanelli per chiedere un impiego, pensare di dare una dignità alla propria vita anche passando attraverso le professioni più indegne (se mai ce ne sono) è il modo migliore per darla vinta a chi soffia sulle braci dello scoraggiamento collettivo. Perché, se l’Italia ce la deve fare, chiunque deve dare il proprio contributo. E vivere pensando di poter non lavorare “tanto il lavoro non c’è…” è un modo per cedere alla vigliaccheria e fare della propria vita una scatola vuota.

Giovani Confindustria: nel 2012 Pil a quota zero

Debito pubblico al 120%, disoccupazione giovanile al 27% e una previsione negativa (0%) per quanto riguarda la crescita del Prodotto Interno Lordo per il prossimo anno. E’ quanto emerge dall’assemblea dei giovani di Confindustria in corso in questi giorni a Capri.

Ma “in 20 anni, nel tempo di una sola generazione, possiamo raddoppiare la ricchezza, raddoppiare il Pil” ci tiene ad affermare Jacopo Morelli, Presidente dei giovani industriali ”è questa la nostra scommessa di imprenditori”. Anche se il giovane Presidente di Confindustria junior non nasconde l’amarezza e la delusione per la classe politica italiana attuale “non abbiamo invitato politici nazionali sul palco, perchè la politica deve passare, a questo punto, dal dire al fare, dagli annunci all’azione”.

Secondo Morelli c’è bisogno di manovre forti e convincenti, di leader politici “che sappiano spiegare, convincere e agire: l’unica prova concreta della leadership è la capacità di guidare”.

Lo scorso giugno era stato proprio il Presidente dei giovani di Confindustria ad avanzare quattro proposte al Governo: ridurre le aliquote fiscali per i giovani e le donne, abbassare il cuneo contributivo per chi entra nel mercato del lavoro, detassare le nuove imprese e abolire il valore legale dei titoli di studio. Dove sono finite queste proposte di riforma? “Le aspettano i Giovani Imprenditori e, ancora di più, il Paese, per ricominciare a crescere” conclude Morelli. Niente retorica o dibattiti politichesi però: “è un obiettivo che si raggiunge con l’azione, non con la retorica e continui dibattiti. E’ questa la scelta. Tra interesse generale o piccoli particolari, tra sviluppo o declino”.

Alessia Casiraghi

Istat: disoccupazione in leggerissimo calo

Secondo le ultime rilevazione dell’Istat, il tasso di disoccupazione si sarebbe attestato all’8%. A giugno 2011 gli occupati sono 22.917 mila unità, in diminuzione dello 0,1% (-14 mila unità) rispetto a maggio. La nota dell’Istat prosegue: “Il numero dei disoccupati, pari a 2.001 mila, registra una diminuzione dello 0,3% (-7 mila unità) rispetto a maggio, sintesi della diminuzione della componente maschile e dell’aumento di quella femminile. Su base annua il numero di disoccupati diminuisce del 3,9% (-81 mila unità). Il tasso di disoccupazione si attesta all’8,0%, livello analogo a quello registrato negli ultimi mesi; su base annua il tasso cala di 0,3 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione giovanile scende al 27,8%, facendo registrare una diminuzione congiunturale di 0,4 punti percentuali“.

L’occupazione maschile è stabile sia rispetto a maggio sia su base annua; quella femminile è in diminuzione dello 0,2% (-19 mila unità) in confronto a maggio e in aumento dello 0,4% nei dodici mesi.Il tasso di occupazione maschile non segna variazioni nell’ultimo mese mentre diminuisce di 0,1 punti su base annua; quello femminile fa registrare una diminuzione congiunturale di 0,1 punti percentuali e risulta stabile in termini tendenziali“.

L’Istat rileva inoltre che “la disoccupazione maschile è in diminuzione del 2,2% (-23 mila unità) rispetto al mese precedente e del 6,4% nei dodici mesi. Il numero di donne disoccupate aumenta dell’1,7% rispetto a maggio (+16 mila unità) e diminuisce dell’1% su base annua“.

Emergenza lavoro: al Sud due giovani su tre disoccupati

Il Rapporto Svimez 2011 sull’economia del Mezzogiorno, in presentazione a settembre, presenta una situazione fragile per l’occupazione del Meridione: stando ai dati due giovani su tre sarebbero disoccupati. Inattivo oltre il 30% dei laureati meridionali under 34.

Il tasso di occupazione giovanile (15-34 anni) è giunto nel 2010 ad appena il 31,7% (il dato medio del 2009 era del 33,3%; per le donne nel 2010 non raggiunge che il 23,3%), segnando un divario di 25 punti con il Nord del Paese (56,5%). Tra il 2003 e il 2010 al Sud gli inattivi, sono aumentati di oltre 750mila unità.

I giovani Neet (Not in education, emplyment or training) con alto livello di istruzione sono anch’essi in crescita. Quasi un terzo dei diplomati ed oltre il 30% dei laureati meridionali under 34 non lavora e non studia. Sono circa 167 mila i laureati meridionali fuori dal sistema formativo e del mercato del lavoro.

Il tasso di disoccupazione nel Sud è stato per il 2010 del 13,4% contro il 12% del 2008, più del doppio del Centro-Nord (6,4%, ma nel 2008 era il 4,5%).

 

AAA Lavoro cercasi: pubblicati i dati Istat sulla disoccupazione in Italia

Tra il 2008 e il 2009 il tasso di disoccupazione in Italia passa dal 6,7% al 7,8%, contro l’8,9% registrato nell’Unione europea a 27 Paesi. Lo comunica l’Istat nella Rilevazione sulle forze lavoro nella media 2009. In confronto alla Ue, il valore più basso del tasso di disoccupazione si associa però, nel nostro Paese, ad un più elevato indicatore di inattività, il cui tasso si posiziona al 37,6% contro il 28,9% della media europea.

Ma quali sono le regioni con il maggior numero di disoccupati?

Purtroppo tra il 2008 ed il 2009 questo primato negativo spetta alle isole, infatti la Sicilia con un tasso di disoccupazione pari al 13,9% e la Sardegna con un tasso del 13,3% sono le prime due regioni in questa speciale classifica. Segue la Campania (12,9%). 

Le regioni che invece hanno un tasso di disoccupazione più basso sono: Trentino-Alto Adige (3,2%) e Valle D’Aosta (4,4%).

Al sud bisogna sottolineare il fatto che la Calabria è l’unica regione del Mezzogiorno in cui non si registra una crescita della disoccupazione. Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, purtroppo dobbiamo registrare una leggera crescita, infatti è passata dal 21,3% del 2008 al 25,4% nel 2009. A livello territoriale le regioni meridionali mostrano i livelli più alti di disoccupazione giovanile, soprattutto Sardegna, Sicilia e Basilicata (con valori pari rispettivamente al 44,7%, 38,5% e 38,3%). Il Lazio è l’unica regione del Centro-nord a presentare un tasso superiore alla media nazionale. Per la componente maschile il tasso più elevato si registra in Sardegna, con un valore cinque volte superiore a quello del Trentino-Alto Adige. In tre regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Sardegna, Sicilia) il tasso di disoccupazione giovanile delle donne è ben oltre il 40% e sfiora il 50% in Basilicata.

Nino Ragosta