In aumento la disoccupazione giovanile

 

Se si fa il confronto con l’anno scorso, il segno rimane negativo, ma, considerando il quadro della disoccupazione in Italia, i dati relativi al mese di luglio sono da considerarsi positivi.

L’estate, dunque, porta notizie, se non confortanti, almeno speranzose per il futuro, considerando che la percentuale è ancora al14 12%, ma si è arrestata rispetto ai mesi precedenti.

Rispetto a giugno dunque, si tratta di -0,033 punti percentuali, che non sono sufficienti per arrestare la discesa su base annua, ora a +1,3.Le cattive notizie riguardano ancora una volta i giovani, la cui fascia di disoccupazione per il mese di luglio è pari al 39,5%, ovvero 0,4 punti in più rispetto a giugno e 4,3 rispetto all‘intero anno.

Nel secondo trimestre, tra i 15-24enni il tasso sale al 37,3% (+3,4 punti), con un picco del 51% per le giovani donne del Mezzogiorno. Invariata la disoccupazione nel confronto mensile per la componente maschile, mentre si riduce dello 0,7% per quella femminile. Ciò significa che la disoccupazione cresce sia per gli uomini (+16,6%) sia per le donne (+6,5%).

Disoccupazione: al Sud lavora 1 giovane su 3

Un tasso di disoccupazione reale che tocca il 25% nel Sud dell’Italia. E’ questa l’amara istantanea scattata dal Rapporto Svimez 2011, che ha rivisto al ribasso le stime pubblicate dall‘Istat sull’occupazione nel Mezzogiorno.

Se nel 2010 il tasso di disoccupazione rilevato dall’Istat al Sud raggiungeva il 13,4%, contro il 6,4% del Centro-Nord, i dati emersi dal Rapporto Svimez 2011 fanno schizzare la percentuale dei giovani senza occupazione al Sud al 25, 3%.

‘La zona grigia del mercato del lavoro continua ad ampliarsi per effetto in particolare dei disoccupati impliciti, di coloro cioè che non hanno effettuato azioni di ricerca nei sei mesi precedenti l’indagine. Considerando questa componente, il tasso di disoccupazione effettivo nel Centro-Nord supererebbe la soglia del 10% (ufficiale: 6,4%) e al Sud raddoppierebbe, passando nel 2010 dal 13,4% al 25,3% (era stimato nel 23,9% nel 2009)‘ si legge nel rapporto stilato da Svimez.

Un divario, quello tra il Nord e il Sud dell’Italia, che permane e testimonia il costante squilibrio strutturale del mercato del lavoro italiano. Ma il dato più preoccupante che emerge dall’analisi riguarda la disoccupazione giovanile: al Sud lavora 1 giovane su 3, nella fascia di età compresa fra i 15 e 34 anni. Le statistiche si mostrano ancor più crudeli quando si passa all’analisi dell’occupazione femminile: le giovani donne lavoratrici del Mezzogiorno sono ferme al 23,3% nel 2010, vale a dire 25 punti in meno rispetto alle colleghe del Nord (56,5%).

La debolezza sul mercato del lavoro, legata in tutto il Paese alla condizione giovanile, – continua il rapporto Svimez – al Sud si protrae ben oltre l’età in cui ragionevolmente si può parlare di giovani. Dal ‘brain drain’, cioè dalla ”fuga dei cervelli”, il drenaggio di capitale umano dalle aree deboli verso le aree a maggiore sviluppo, siamo ormai passati al brain waste, lo ‘spreco di cervelli’, una sottoutilizzazione di dimensioni abnormi del capitale umano formato che non trova neppure più una valvola di sfogo nelle migrazioni‘.

Alessia Casiraghi