Agroalimentare, 2,2 miliardi per le imprese

A sostegno di investimenti nei settori agricolo e agroalimentare, nell’ambito del quattordicesimo forum internazionale della Coldiretti, in collaborazione con lo Studio Ambrosetti, il ministro Maurizio Martina ha presentato il programma di mobilitazione per il settore da almeno 2,2 miliardi nel biennio 2015-17. Gli obiettivi del piano messo a punto dal ministero sono: potenziare la produttività, aumentare la capacità produttiva, favorire l’internazionalizzazione, accrescere la competitività, far nascere start-up e creare nuova occupazione. Il piano intende sfruttare la leva pubblica come moltiplicatore di quella privata. L’Iniziativa imprenditoriale è sempre nelle mani delle aziende che scelgono dove e come investire, lo Stato interviene solo a titolo di garanzia o di supporto.

«Siamo arrivati a questo importante risultato – ha dichiarato il ministro Martina – dopo un lungo lavoro di analisi delle risorse e delle opportunità dei due istituti. Ora possiamo mettere a sistema un volume complessivo di sostegno agli investimenti con una dotazione finanziaria certa e già disponibile. Siamo ogni giorno al lavoro – aggiunge il ministro – per costruire gli strumenti più idonei ad accompagnare le imprese nel futuro e questo piano dimostra che è possibile investire in agricoltura e agroalimentare. Dopo il varo della Legge di stabilità, è un segnale forte nella direzione della crescita e dello sviluppo».

JM

Terremoto, industrie ferme per 6 mesi

Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi fa un bilancio dei disastri provocati dal terremoto in Emilia e lancia l’allarme produttività. Il numero uno di viale dell’Astronomia non è per nulla sereno: “Si teme, e credo sia abbastanza vicino alla realtà, che ci sia uno stop produttivo di almeno 4-6 mesi“. E aggiunge: “Nell’area si produce un po’ di più dell’1% del nostro Pil, rischiamo qualche frazione di punto di Pil soltanto a causa del terremoto“.

Una prospettiva che era già abbastanza evidente dopo i primi giorni, quando Squinzi – con i distretti della ceramica, del biomedicale, dell’agroalimentare e della meccanica messi in ginocchio – parlava di 3-4 mesi di stop. Ora, a distanza di altri giorni, con le scosse che non si fermano e con le prospettive dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che non lasciano ben sperare, i tempi per Squinzi si dilatano.