Zambrano: “Ci vuole una proroga per il DPR sugli ordinamenti professionali”

Le professioni tecniche, nell’audizione sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica relativo al regolamento sulla riforma degli ordinamenti professionali, denunciano una certa indifferenza sulle istanze e le osservazioni avanzate.

A illustrare “gli aspetti più spinosi della norma, su cui si chiede un intervento immediato, a partire dalla proroga del DPR al 31 dicembre 2012, rispetto alla data ad oggi prevista, quella del 13 agosto 2012, in considerazione delle difficoltà a emendare il provvedimento”, è stato Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri e coordinatore del Pat (organizzazione che raggruppa e rappresenta le professioni dell’area tecnica, ovvero biologi, chimici, dottori agronomi e forestali, geologi, geometri, ingegneri, periti agrari, periti industriali, tecnologi alimentari, con la partecipazione anche degli agrotecnici e degli architetti). Uno schema, questo del DPR, che, ad avviso del Pat, presenta una serie di criticità tali da renderlo inidoneo ad attuare i principi sanciti dall’articolo 3 del dl 138/2011, come sottolineato anche dal parere fornito dal Consiglio di Stato (numero 3169/2012 del 10 luglio.

 

“La norma – ha sostenuto Armando Zambrano – va assolutamente rivista. In particolare per quello che riguarda i tirocini formativi siamo in completa violazione della legge di delega. L’obbligatorietà degli stessi andrebbe infatti contemplata nei soli casi espressamente previsti dalle singole discipline professionali. Il rischio altrimenti è quello di creare gravi impedimenti ai giovani ingegneri nell’inserimento nel mercato del lavoro in una fase particolarmente complicata per il Paese”.

 

Tirocinio formativo, ma anche copertura assicurativa, oltre alle disposizioni sul procedimento disciplinare delle professioni, tranne quelle sanitarie, sono gli ambiti nei quali sono state presentate una serie di modifiche, condivise con lo stesso Consiglio di Stato. Sotto la lente di ingrandimento anche la formazione continua che, secondo Zambrano, “va pienamente attribuita ai Consigli nazionali degli ordini o collegi con propri regolamenti e non già al ministro vigilante: solo in questo modo si consentirà una risposta immediata ed efficace all’aggiornamento continuo”.

E va sempre in questa direzione la posizione espressa in merito all’assicurazione: “Non esiste ad oggi un quadro di riferimento chiaro – ha concluso – e, come già previsto per la categoria dei medici, chiediamo di poter prorogare il provvedimento di un anno, al 13 agosto 2013”.

Gli emendamenti proposti al DPR professioni dai commercialisti

Tante le proposte di emendamenti al DPR attuativo della riforma delle professioni predisposte dal Consigliere con delega alla riforma delle professioni, Andrea Bonechi, che lo ha successivamente portato alla discussione del CUP. Dal testo dei commercialisti sono derivate le posizioni che lo stesso Comitato unitario dei professionisti ha sottoposto alle Commissioni Giustizia di Camera e Senato per la redazione dei rispettivi pareri. Proprio in queste ore è atteso quello della Camera, che sarà depositato dal relatore Maria Grazia Siliquini e che, secondo anticipazioni di stampa, dovrebbe recepire gran parte dei rilievi critici e delle conseguenti richieste di modifica avanzate da commercialisti e CUP. D’altro canto, un giudizio complessivamente negativo sul DPR era già stato espresso nelle scorse settimane dal Consiglio di Stato, con una pronuncia su molti temi anch’essa collimante con le posizioni espresse dai professionisti. Riserve di metodo e di merito erano state anche espresse dai presidenti degli Ordini professionali direttamente al Ministro della Giustizia, Paola Severino, che li aveva convocati nelle scorse settimane.

I temi caldi

Osservazioni critiche vengono mosse dai commercialisti innanzitutto sulla definizione di professione regolamentata. il DPR, fanno notare,è destinato unicamente agli Ordini e non occorre affatto richiamare una definizione comunitaria che comprende tutte le possibili fattispecie esistenti nella UE. In Italia, poi, tutte le professioni sono organizzate in Ordini o Collegi, ragion per cui la definizione non può allargarsi oltre

A giudizio del Consiglio nazionale, il DPR trasforma poi il tirocinio in un percorso ad ostacoli per i giovani. I commercialisti chiedono che sia dato rilievo al principio per cui il tirocinio deve svolgersi in studio e che il corso di formazione post laurea, previsto dal DPR; non sia obbligatorio e che comunque si integri con l’effettiva frequentazione dello studio, giudicata fondamentale. Ciò per evitare che si crei un’ulteriore fase di studio che si aggiungerebbe al già lungo percorso universitario e per di più con anche  test intermedi o finali, la cui previsione è giudicata dalla categoria “incomprensibile”, inutile ulteriore ostacolo all’iscritto per sostenere l’esame.

Sulla formazione professionale continua, l’idea del Consiglio nazionale è che la validazione dei corsi e degli eventi formativi debba essere mantenuta in capo agli Ordini, gli unici in grado di garantire che non vi sia “commercio” della formazione. Si deve garantire all’iscritto di potersi formare anche senza oneri. Così come occorre che sia mantenuta l’uniformità di valutazione delle offerte formative

Modifiche vengono richieste anche in materia disciplinare. Il provvedimento governativo, a parere del Consiglio nazionale, tradisce la volontà del Dl138/2011 di puntare su un’effettiva separazione tra funzioni amministrative e disciplinari per garantire terzietà e indipendenza nei giudizi. I commercialisti chiedono di rendere possibile l’accesso di un magistrato alla guida dei collegi di disciplina. Secondo la categoria, non può essere un consigliere di altro Ordine a comporre i collegi di disciplina, dal momento che l’incompatibilità è di ruolo e non solo territoriale. E’ il caso di prevedere, invece, la designazione di colleghi disponibili a far parte dei consigli di disciplina a cura del Consiglio dell’Ordine, ma se del caso anche da un organismo terzo (tribunale). L’ importante è che i colleghi designati da un Ordine vadano a comporre i Collegi di disciplina di altri Ordini così che vi sia massima terzietà.

Di specifico interesse dei commercialisti è infine che il tirocinio sia ritenuto valido per l’iscrizione al registro dei revisori legali e che sia del pari ritenuta valida anche la formazione professionale continua svolta in ambito della materia di revisione legale.