Come aggirare il Durc?

Per molte imprese avere il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) non in regola è un grosso problema. In quanto significa non riuscire poi a stipulare ed a perfezionare contratti di servizio con enti pubblici o privati. In pratica l’impresa è sostanzialmente tagliata fuori dal mercato in cui opera. Ragion per cui quando il Durc è negativo o irregolare bisogna correre subito ai ripari. Ed allora, sul Documento Unico di Regolarità Contributiva c’è qualche scappatoia? In altre parole, come aggirare il Durc? E ci sono davvero dei modi per poterlo fare?

Come aggirare il Durc? O, comunque, come si fa a sbloccarlo?

Per aggirare il Durc, o comunque su come sbloccarlo, uno dei casi più frequenti riguarda il pagamento di debiti pregressi. In altre parole, quando ci sono in ballo delle cartelle esattoriali spesso l’impresa opta per l’adesione alla rottamazione. Ovverosia, ad una delle misure di definizione agevolata vigenti, ma con una brutta sorpresa.

L’adesione alle rottamazione, come peraltro è stato in passato segnalato dall’INPS su chiarimenti chiesti dai consulenti del lavoro, è solo una dichiarazione di intenti. Che non basta a sbloccare il DURC. Affinché sia di nuovo attestata la regolarità contributiva, sbloccando così più velocemente il DURC, la soluzione è infatti quella di combinare la rottamazione con la rateazione del debito. In quanto la luce verde sul Documento Unico di Regolarità Contributiva arriverà solo dopo aver pagato la prima rata. Condizione che attesta, da parte dell’impresa, l’intenzione reale di voler davvero sanare il debito iscritto a ruolo.

Sblocco del DURC con la rateazione del debito, ecco come fare

Dopodiché, la rateazione del debito per lo sblocco del DURC deve essere poi rispettata. Altrimenti l’aggiramento dell’irregolarità, pagando la prima rata dovuta, avrà una durata davvero breve. Senza dimenticare che l’attivazione del piano di rateazione è semplice e veloce quando gli importi non superano la soglia dei 100.000 euro. In tal caso, infatti, la rateizzazione si ottiene direttamente online dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione accedendo tramite le credenziali.

Cosa succede con il Documento Unico di Regolarità Contributiva che è irregolare?

Come sopra accennato, per un’impresa avere il Documento Unico di Regolarità Contributiva irregolare irregolare è un grosso problema. In quanto trattasi di una condizione che, inesorabilmente, può portare non solo alla sospensione di autorizzazioni. Ma anche alle sospensione dei pagamenti e fino ad arrivare, con danni economici anche rilevanti, alla risoluzione di rapporti in essere.

Spesso, tra l’altro, il blocco del DURC per un’impresa arriva in maniera inaspettata. In tal caso, con tempestività, i consulenti del lavoro, delegati dall’azienda, andranno a rilevare sulla piattaforma previdenziale la causa di irregolarità. Con il professionista chiamato poi ad attivare un canale di dialogo con i funzionari dell’ente di previdenza.

Anche perché le cause di un DURC irregolare possono essere davvero tante. Da un pagamento effettuato, che poi in realtà non è andato a buon fine, al disconoscimento di un credito di imposta o alla fruizione di un’agevolazione non ammissibile. E passando magari per un verbale ispettivo non pagato o saldato solo in parte.

DURC fiscale o DURF, come si richiede all’Agenzia delle Entrate

I grandi contribuenti possono richiedere all’Agenzia delle Entrate un documento che, disponibile a partire dal terzo giorno lavorativo di ogni mese, ha poi una validità che è pari a 4 mesi. Si tratta, nello specifico, del DURC fiscale che, anche in via telematica, può essere richiesto al Fisco rivolgendosi alla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate che è competente per territorio.

Di conseguenza, in via telematica, la richiesta deve essere inoltrata a mezzo posta elettronica certificata (PEC) alla struttura dell’Agenzia delle Entrate competente. Gli indirizzi PEC delle direzioni regionali dell’Agenzia delle Entrate sono reperibili a questo link.

Nel caso in cui l’impresa non rientri tra i grandi contribuenti, invece, il DURC fiscale in base al domicilio dell’impresa può essere richiesto rivolgendosi ad un ufficio territoriale della Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate. L’impresa in possesso del DURF, agli occhi dei committenti, attesta la propria regolarità fiscale per lavori di di appalto, subappalto e simili superiori alla soglia dei 200.000 euro. Gli indirizzi PEC delle direzioni provinciali dell’Agenzia delle Entrate sono invece reperibili a questo link.

Quali sono i requisiti per ottenere il DURC fiscale dall’Agenzia delle Entrate

Il Durc fiscale che viene rilasciato dall’Agenzia delle Entrate permette alle imprese, in materia di appalti, subappalti e simili, di non essere soggetta alle nuove regole restrittive in materia di ritenute e di compensazioni. Per ottenere il DURC fiscale l’impresa deve essere in attività da almeno tre anni, deve essere in regola con gli obblighi dichiarativi e, tra l’altro, non deve avere accertamenti esecutivi o iscrizioni a ruolo. Così come il Fisco rilascia il documento se e solo se per l’impresa richiedente i versamenti in conto fiscale risultano essere non inferiori al 10% dei ricavi e/o dei compensi.

Controlli per il DURC fiscale prima del rilascio, ecco quali sono

Esente da imposta di bollo e dal pagamento di tributi speciali, il DURC fiscale, che è anche noto con la sigla DURF, è un documento che, su richiesta dell’impresa, l’Agenzia delle Entrate rilascia sempre e solo dopo aver effettuato le dovute verifiche. E precisamente la verifica sulla base dei dati che sono stati trasmessi dagli agenti della riscossione, e la verifica sulla base delle risultanze del sistema informativo dell’anagrafe tributaria.

Al momento del rilascio del DURC fiscale, l’impresa può chiedere al Fisco l’emissione di un nuovo documento aggiornato nel caso in cui dovesse ritenere che ci sono dei dati che non sono stati presi in considerazione. In tal caso al riscontro, e qualora ci siano i presupposti, dopo ulteriori e adeguate verifiche l’Agenzia delle Entrate procederà con l’emissione di un nuovo certificato che avrà sempre una validità che è pari a quattro mesi a partire dalla data del rilascio.

Ai sensi dell’art. 17-bis Dlgs 241/97, per la richiesta del certificato di sussistenza dei requisiti per le imprese appaltatrici c’è online, sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, il Facsimile che è visionabile e scaricabile in formato editabile. Da parte del direttore dell’Agenzia delle Entrate, lo schema di certificato è stato approvato con apposito provvedimento in data 6 febbraio del 2020.