La Corte Costituzionale “accende” la sigaretta elettronica

La supertassa sulla sigaretta elettronica introdotta dal dl 76 del giugno 2013 è incostituzionale. Lo ha stabilito una sentenza della Consulta in materia. Una sentenza che, per le casse dello Stato, significa un mancato introito di 117 milioni circa.

Il testo del dl che introduceva questa tassa sulla sigaretta elettronica recitava che “i prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati nonché i dispostivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio che ne consentono il consumo, sono assoggettati a imposta di consumo nella misura pari al 58,5% del prezzo di vendita al pubblico”.

Secondo la Corte Costituzionale, però, nell’estensione del dl non è stato considerato il fatto che il liquido per la sigaretta elettronica senza nicotina non può essere considerato un sostituto del tabacco, dal momento che si tratta semplicemente di vapore acqueo aromatizzato. A differenza della tassa sulle normali sigarette, giustificate, scrive la Consulta, dal “disfavore nei confronti di un bene riconosciuto come gravemente nocivo per la salute”, questa nocività non si riscontra “in relazione al commercio di prodotti contenenti altre sostanze diverse dalla nicotina”, come la sigaretta elettronica.

Detto questo, la Corte Costituzionale ci va giù pesante nei confronti della motivazioni che avrebbero indotto l’introduzione di questa tassa sulla sigaretta elettronica, tassa che “trova primaria giustificazione – scrive la Suprema Corte – nell’esigenza fiscale di recupero di un’entrata erariale, l’accisa sui tabacchi, con particolare riguardo alle sigarette, la quale ha subito una rilevante erosione per effetto dell’affermazione sul mercato delle sigarette elettroniche”.

Insomma, pur di racimolare quattrini, anche la tassa sulla sigaretta elettronica è buona. Ma stavolta la Consulta ci ha messo un freno.

Sigarette elettroniche: sì all’imposta di consumo

Dopo mesi di dibattito e discussione, tutti gli aspetti fiscali del commercio delle sigarette elettroniche sono confluiti nel Decreto sul Lavoro (decreto-legge, il n. 76 del 26 giugno 2013 ). Come già si vociferava le e-cig verranno tassate.

Il Titolo III  articolo 11 del d.l, prevede infatti l’introduzione di un’imposta ( a partire dal 1 gennaio 2014) sulle tanto amate sigarette elettroniche, unica soluzione trovata per reperire la copertura finanziaria, che ha così consentito uno slittamento dell’aumento dell’Iva fino al prossimo settembre.

Nel decreto insomma è prevista l’introduzione della tassa di consumo, pari al 58,5% del prezzo a cui sono venduti sul mercato i “prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonee a sostituire il consumo di tabacchi lavorati nonché i dispositivi meccanici ed elettronici comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo”.

Questa decisione, anche se da tempo paventata, ha comunque destato l’indignazione e dei produttori e dei rivenditori, così come dell’Anafe ( Associazione Nazionale Fumo Elettronico), i quali temono che la tassazione possa soffocare sul nascere un mercato in forte espansione, che  ha iniziato a incidere sull’economia del nostro Paese.

Francesca RIGGIO