L’imprenditoria a Roma è sempre più rosa

Che l’imprenditoria in rosa stesse facendo registrare un’impennata nel nostro Paese ormai non è più una novità né una sorpresa. I dati più volte resi noti dalle camere di commercio in Italia, infatti, hanno documentato una grande crescita delle aziende al femminile.

A conferma di ciò arrivano anche le statistiche della Camera di Commercio di Roma, che attestano come anche la capitale e la sua provincia siano abbondantemente interessate da questa realtà. A fine giugno 2011, infatti, le imprese trainate da donne erano ben 97.351. Rispetto all’anno precedente, sono nate 1.886 aziende in rosa, pari ad un +2% che pone Roma al centro di questo fenomeno, se si pensa che l’aumento, in media nazionale, è dello 0,7%.

Per quanto riguarda le aree di interesse, quella in cui la presenza femminile è più massiccia, rimanendo in ambito locale, è quella legata all’economia, seguita dal commercio, che solo a Roma e provincia interessa circa un terzo delle imprese femminili nazionali, mentre sembra perdere qualche punto nel settore dei servizi.

In controtendenza rispetto alla media italiana sembrano essere anche le cessazioni di attività, che su territorio romano riguarda soprattutto commercio, ricettività turistica e ristorazione, mentre a livello nazionale interessa in particolare le attività manifatturiere.

Per quanto riguarda l’organizzazione giuridica delle imprese in rosa, la maggior parte è formata da aziende individuali, anche se, rispetto all’anno scorso, è stato registrato un calo del 2% di società di questo tipo, a favore di organizzazioni più complesse ed articolate.

Insomma, le imprese fondate da donne, oltre che aumentare in quantità, dimostrano di pensare in grande,senza più paura di buttarsi nel mondo del business.

Gli affari non sono più roba per soli uomini.

Vera Moretti

Net-Economy italiana: giochi, viaggi e sesso muovono il nostro e-commerce

Se gran parte dell’economia italiana procede a rilento, e l’Italia assiste ad un momento buio per quanto riguarda il debito pubblico e il declassamento degli istituti di credito, esistono alcuni tipi di mercati che non sembrano affatto risentire dei danni del momento.

Anzi, proprio questi mercati si trasformano da marginali a cuore pulsante dell’economia, impattando più che mai positivamente con un cospicuo numero di introiti.

Ma di quali mercati stiamo parlando? Quelli della net-economy, i mercati dell’e-commerce, ovvero i mercati legati ad Internet. Sempre crescenti, brillano in particolare per i settori dei viaggi, dei giochi online, e del sesso, e rappresentano da soli l’equivalente del 2,5% del PIL italiano.

Riguardo i viaggi, il turismo estero si rivela prezioso per l’Italia anche dal punto di vista delle prenotazioni su portali nostrani, garantendo un flusso di introiti sempre crescenti.

Ma gli Italiani stessi, rivolgendosi per i viaggi tanto per mete nostrane quanto per le estere a grandi siti italiani, contribuiscono notevolmente al progredire di questo mercato e al suo contribuire positivamente sulla nostra economia debole.

Seguono, come accennato, i giochi online, protagonisti indiscussi della net-economy del tricolore. Giochi semplici, sì, ma anche giochi d’azzardo, primo fra tutti il poker. In questo settore, a paragone di cifra tra i vari offerenti, primeggiano i casino online, sempre più frequentati in quest’ultimo anno, nonostante siano stati autorizzati e regolarizzati da ben poco tempo (Luglio 2011) dallo Stato.

Più in basso si trova il sesso, il quale conta un giro d’affari di circa 3 miliardi, tra abbonamenti e click di internauti amatori, che però mira a crescere ancora, e secondo le stime riuscirà a raddoppiarsi.

A indicarci questi dati ci pensa il portale NetBetCasino.it, leader dell’Internet Economy italiana, che in base ad uno studio realizzato appositamente, ha sottolineato che nel 2012 i mercati in questione tenderanno a crescere ancora di volume, a causa delle piattaforme sempre più user friendly che garantiscono una perenne attualità e una posizione di preminenza di Internet come luogo di accoglimento di tutte le esigenze e le necessità (economiche e non) del navigante.

Caterina Damiano

Le aziende corteggiano economisti e ingegneri: parola di Unioncamere

Si ripartiranno così le 595mila assunzioni non stagionali che le imprese intendono effettuare nell’arco di quest’anno: oltre 74mila laureati, 244mila diplomati e 80 mila persone con qualifica professionale, più 196mila candidati con la sola scuola dell’obbligo: questo è il dato annuale sulle previsioni di assunzione nell’industria e nei servizi di Unioncamere e ministero del Lavoro.

Vi è l’aumento della richiesta in termini assoluti di diplomati (ma soprattutto di laureati), legato al fatto che quasi 20mila laureati, oltre 45mila diplomati, 17mila qualifiche professionali e 34.500 persone prive di formazione specifica sono considerati “introvabili” dalle imprese perché i candidati al posto di lavoro sono pochi o inadeguati.

Evidenzia UnioncamereLo studio dell’economia è così il consiglio più saggio per le matricole universitarie visto che anche quest’anno sarà proprio ai “dottori” in questa facoltà che le imprese destineranno il maggior numero di assunzioni previste tra i laureati. Alta anche la richiesta complessiva di ingegneri, che raggiunge quasi le 21mila unità“.

Beh si può dire che il vecchio consiglio della mamma: ” Studia quel che ti piace“, lo possiamo buttare direttamente nella spazzatura, insieme al libero arbitrio.

Marco Poggi

Istat: crescono del 4,5% i prezzi produzione industriale a maggio

Secondo l’Istat, i prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno registrano una diminuzione dello 0,2% rispetto ad aprile 2011 e un aumento del 4,8% rispetto a maggio 2010. Al netto del comparto energetico si registra una variazione congiunturale nulla e un aumento tendenziale del 4,2%.

Le vendite su mercati esteri si stabiliscono su una percentuale dello 0,2% sul mese precedente (+0,1% per l’area euro e +0,3% per l’area non euro) e del 3,7% rispetto a maggio 2010 (+4,2% per l’area euro e +3,3% per l’area non euro).

I contributi più rilevanti derivano, sia per l’area euro sia per l’area non euro, dai beni intermedi (rispettivamente +2,3 e +1,4 punti percentuali). Il settore di attività economica per il quale si rileva la crescita tendenziale dei prezzi piu’ marcata è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, con un incremento del 13% sul mercato interno e del 22,4% su quello estero.

Confesercenti sottolinea: “Un mini calo mensile, – 0,1%, si oppone ad una crescita dei prezzi alla produzione del 4,5% su maggio 2010. Si tratta di un aumento, nettamente superiore all’inflazione media che fa suonare il campanello d’allarme del grande problema energia che pesa sul nostro Paese“.