In dirittura di arrivo il decreto sulle rinnovabili termiche

Era atteso da anni ma ora, dopo una serie di consultazioni ed indagini, sembra che il decreto che finanzia le fonti rinnovabili termiche sia pronto.
Dopo gli incentivi che riguardavano i pannelli fotovoltaici, dunque, ecco arrivare una spinta verso l’efficienza termica degli edifici.

Il decreto viene incontro soprattutto alle famiglie, ma ha anche un occhio di riguardo nei confronti degli edifici pubblici e delle piccole imprese.

L’annuncio è avvenuto a Rimini durante gli Stati generali della green economy, dai ministri dello Sviluppo e dell’Ambiente, Corrado Passera e Corrado Clini.
Prima di essere esecutivo, il decreto dovrà passare al vaglio della Conferenza delle regioni, anche se il testo è già disponibile.

Si partirà con lo stanziamento di 900 milioni, spalmati in tre anni, 200 dei quali verranno dedicati agli edifici pubblici, mentre il resto sarà destinato alle costruzioni private. Non si tratterà di ricorrere alla bolletta elettrica ma un’addizionale sulle bollette del gas.

Il rimborso medio sarà del 40%, diluito in due o cinque anni, relativo alle spese sostenute per installare o sostituire apparati di climatizzazione ad alta efficienza, come le pompe di calore o le caldaie a condensazione, ma anche per gli interventi edilizi che hanno lo stesso scopo: finestre isolanti, coperture, coibentazioni.
Ad esempio, il provvedimento, composto da 18 articoli e 3 allegati, prevede l’erogazione dell’incentivo per interventi su un limite massimo di potenza di 500 kilowatt, o 700 metri quadri lordi di superficie per il solare termico.

Nei casi di interventi di efficienza e in particolare di produzione da fonti rinnovabili termiche con potenza superiore a 35 kilowatt, l’incentivo sarà erogato in cinque anni, mentre si scende a due anni nel caso di potenza uguale o inferiore ai 35 kW.

Il provvedimento è stato accolto positivamente soprattutto da Anima, la federazione confindustriale dell’industria meccanica.
Il suo presidente, Sandro Bonomi, ha infatti affermato che si tratta di “una grossa opportunità per una filiera tipicamente italiana che viene esportata in tutto il mondo ma che fa fatica ad attecchire nel mercato interno”.
Unico neo è “l’incertezza relativa alle detrazioni fiscali del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Chiediamo che le stesse vengano rese strutturali e portate su 5 anni, anziché 10, per rilanciare in Italia il mercato dell’alta efficienza e delle caldaie a condensazione in particolare”.

Vera MORETTI

Fondi anti-sismici anche per i privati

di Vera MORETTI

Nonostante molti lo ignorino, il Governo ha stanziato un miliardo di euro, per l’esattezza 965 milioni, tra il 2010 e il 2016 per la prevenzione anti-sismica.

La prima tranche di questo finanziamento, che consisteva in 42,5 milioni ed era stata erogata nel 2010-2011 (quasi tutti spesi), ora ne parte una seconda, più consistente, da 145,1 milioni, che si contraddistingue non solo per la cifra, ma anche perché per la prima volta riguarderà anche gli edifici privati.
A chi sono diretti questi finanziamenti? Le quote più consistenti andranno, ovviamente, a Regioni e Comuni a più elevato rischio sismico e in particolare a Calabria, Sicilia e Campania, poi Friuli, parte del Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo, Molise, Marche, parte del Lazio, Toscana, Basilicata.

La domanda che sorge spontanea è se la cifra stanziata è sufficiente. Risponde Mario Dolce, dal 2006 capo dell’ufficio Rischio sismico e vulcanico della Protezione civile: “E’ tanto rispetto a quanto fatto finora e possono diventare 1,5-2 miliardi con i co-finanziamenti regionali e privati. Dopodiché, certo, per mettere in completa sicurezza sismica gli edifici pubblici e privati in Italia servirebbero 100-300 miliardi. Occorre considerare, però che i terremoti degli ultimi 50 anni sono costati circa 150 miliardi e 4.500 vittime“.

Per quanto riguarda la tranche di 42,5 milioni, stanziata a fine 2010, è stata destinata per 4 milioni a indagini di microzonazione sismica, per 34 min a interventi su edifici pubblici e per altri 4 milioni a infrastrutture.
La seconda tranche, anche grazie alla liquidità maggiore, darà la possibilità di assegnare una cifra compresa tra un minimo di 26 a un massimo di 52 milioni di euro ai privati, con bandi comunali, per la messa in sicurezza anti-sismica delle loro abitazioni.

Si tratta di un successo, considerati i precedenti, ma questi fondi copriranno solo una quota minoritaria della spesa, oscillante fra il 20 e il 60% circa a seconda del tipo di intervento e delle condizioni dell’edificio, e il resto dovranno metterlo i privati. Per saldare la quota rimanente, comunque, sarà possibile beneficiare anche delle detrazioni Irpef del 36%, arrivando così a una copertura dei costi complessivi stimabile fra il 50 e il 75 per cento.

Alla microzonazione sono assegnati 10 milioni, 130 milioni insieme alle categorie degli interventi su edifici e opere pubbliche d’interesse strategico e edifici privati (a questi ultimi il 20-40%, a scelta della Regioni); e infine 4 milioni per altri interventi urgenti e indifferibili.
Agli edifici privati di rafforzamento locale spettano contributi pari a 100 euro a metro quadrato di superficie lorda coperta dell’edificio, che, in sostanza, copre il 50% del costo totale, mentre per il miglioramento sismico si sale a 150 euro.