Boccalini: “Lo Sblocca Italia? Il minimo sindacabile”

Dopo l’intervista di ieri al presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici, continua il nostro approfondimento sul decreto Sblocca Italia, approvato venerdì scorso in Consiglio dei ministri tra le polemiche poco dopo l’ormai leggendario gelato crema e limone in risposta alla copertina di The Economist, ospitando il parere di Edoardo Boccalini, segretario nazionale INT.

Dott. Boccalini, molti sono i punti toccati dal decreto “Sblocca Italia”: dall’edilizia alle opere pubbliche cantierabili, dalle detrazioni fiscali per la banda larga agli incentivi per l’agroalimentare italiano…
Molti sono i punti toccati dal Decreto forse perchè per molto tempo si è rimasti indietro, voglio dire, quello che ci sembra eccezionale il realtà a mio parere è semplicemente normale, se non si fosse fatto almeno questo mi domando a cosa serve avere un Governo. Tutti questi punti avrebbero dovuto essere il minimo sindacale per stare al passo con lo sviluppo e l’evoluzione, figuriamoci per una Nazione che ha veramente bisogno di svoltare. Ormai ci hanno abituati a prendere per eccezionali decisioni e cambiamenti assolutamente normali e a volte neppure sufficienti.

In molti si aspettavano maggiori incentivi e più decise detrazioni fiscali. In quali campi il Governo dovrà ancora mettere mano velocemente per migliorare la situazione economica?
Direi che tutti quelli che si sono soffermati a valutare il Decreto hanno avuto una reazione fredda o la massimo tiepida, non basta toccare un maggior numero di punti che regolano la vita economica di una Nazione per far sembrare eccezionale quanto ripeto è il minimo al di sotto del quale sarebbe stato veramente un problema proseguire in questo Paese. Doveva essere dato un segnale non forte ma fortissimo di ripresa, non dimentichiamo che è necessario che gli Italiani riprendano piena fiducia in un sistema che considerano ormai allo sbando e che subiscono con una lotta che ha come obbiettivo l’indomani. Per attirare investimenti stranieri ci vuole ben altro, intervenendo in ambiti che non riguardano soltanto lo sviluppo o l’aspetto impositivo e mi riferisco ad esempio alla giustizia e alla stabilità. Purtroppo ho paura che senza tutto questo per le piccole e medie imprese cambierà poco o nulla, intanto si potrebbe cominciare col lasciare la maggior quantità possibile di denari in mano alle famiglie con interventi che sicuramente potrebbero essere trovati dai Tecnici di Governo.

Molto negativo il parere del presidente di Confindustria Squinzi secondo il quale le risorse messe in campo non basterebbero per la ripresa economica del Paese…
Mi pare sia un timore condiviso anche da altri, oltretutto immagino che il presidente Squinzi non abbia parlato a caso, avrà sicuramente valutato in termini reali quanto affermato. E il suo non è proprio l’ultimo dei pareri…

Jacopo MARCHESANO

Boccalini: “Debito pubblico e burocrazia i temi da affrontare subito”

Il  governo Renzi  nella tarda serata di ieri ha ricevuto la fiducia al Senato e noi oggi discutiamo insieme a Edoardo Boccalini, segretario nazionale INT (Istituto Nazionale Tributaristi), i primissimi provvedimenti che il nuovo esecutivo guidato dal leader del primo partito del Paese dovrà adottare per rilanciare l’Italia dalla palude, giusto per non usare espressioni abusate in questi giorni, della crisi economica.

Cosa è lecito aspettarsi, ovviamente riguardo la materia economica, dal nuovo esecutivo guidato da Matteo Renzi?
Innanzitutto per smentire chi crede che sia soltanto una continuazione della vecchia politica, il nuovo governo Renzi dovrà agire concretamente mettendo in pratica le belle parole che abbiamo sentito nei giorni scorsi. Provvedimenti per le imprese, affinché rimangano e investano nel nostro Paese, ma lo sviluppo vero e proprio deve partire delle agevolazioni alle famiglie. Sono convinto che tutto parta dalle famiglie, ancor prima che professionisti gli imprenditori sono la colonna portante della famiglia.

Qual è primo provvedimento che il nuovo governo dovrà adottare?
Immediatamente andrebbe attenuato il cuneo fiscale, cercando necessariamente di abbassare le imposte e nel contempo rinegoziare certi vincoli con l’Europa. Non è semplice una scaletta precisa del nuovo esecutivo che ieri ha ottenuto la maggioranza in Senato, ma il debito pubblico e la burocrazia sono i temi da affrontare il prima possibile come tutti quelli riguardanti le misure per sviluppare la micro e la piccola impresa.

La tanto sospirata ripresa economica si manifesterà durante questa legislatura?
Lo spero davvero quasi al punto da crederci, ma sono molto scettico. Abbiamo il dovere di crederci per i professionisti, per i giovani, per i disoccupativi, per tutti quelli che vivono in questo dramma. Sono speranzoso, ma allo stesso tempo preoccupato. Non c’è più tempo da perdere.

Jacopo MARCHESANO

Boccalini (INT): “Il Pos? Un altro costo inutile di cui non sentivamo la mancanza”

 

L’obbligo del pagamento con il bancomat per professionisti e imprese per le transazioni sopra i 30 euro slitta al 30 giugno 2014 e non al 30 giugno 2015 come previsto in un primo momento da un emendamento al dl milleproroghe approvato ieri in commissione Affari costituzionali di palazzo Madama. È quanto si legge nella versione definitiva della proposta di modifica al testo approdato all’esame dell’Assemblea del Senato, grazie ad Hans Berger (Autonomie) e Andrea Augello (Ncd). Dopo l’intervista di ieri al presidente di Federarchitetti, Paolo Grassi, oggi abbiamo incontrato il Segretario nazionale INT Edoardo Boccalini.

Dott. Boccalini, qual è la posizione dell’Istituto nazionale tributaristi riguardo l’obbligatorietà del Pos?
La mia personale opinione è che l’obbligatorietà del Pos sia un costo assolutamente inutile da aggiungere alle spese degli studi professionali e delle imprese che non necessitano di questo strumento. Cercare di arginare l’impressionante evasione fiscale del nostro Paese è nobile e legittimo, ma bastava assicurarsi che le parcelle e i compensi ai professionisti fossero pagate, sopra una certa cifra, con metodi tracciabili.

Ieri il presidente di Federarchitetti, Paolo Grassi, si riferiva a questo provvedimento come un “tributo del Governo alle banche”…
Forse tributo è un attimo eccessivo, ma l’opinione del presidente di Federarchitetti non è affatto campata in aria. Indubbiamente però sarà un favore, sicuramente indiretto e non cercato, alle banche italiane tra commissioni e noleggio dell’apparecchiatura. Sembra sempre che i provvedimenti siano un passo indietro a quella che è l’evoluzione del mercato e del mondo del lavoro.

Il mercato delle libere professioni è davvero una giungla nella quale la parola d’ordine è fregare?
No, assolutamente. Il mondo dei professionisti riesce sempre a dare un valore aggiunto alla nostra nazione e dovrebbe essere tenuto molto di più in considerazione, sopratutto quando si studiano norme di questo genere. Tutto il mondo del lavoro dovrebbe essere più coinvolto quando si tratta di redigere nuove e importanti procedure che potrebbero modificare gli assetti e la tenuta del mercato, così da evitare paradossi come questi.

Jacopo MARCHESANO