Boccalini: “Debito pubblico e burocrazia i temi da affrontare subito”

Il  governo Renzi  nella tarda serata di ieri ha ricevuto la fiducia al Senato e noi oggi discutiamo insieme a Edoardo Boccalini, segretario nazionale INT (Istituto Nazionale Tributaristi), i primissimi provvedimenti che il nuovo esecutivo guidato dal leader del primo partito del Paese dovrà adottare per rilanciare l’Italia dalla palude, giusto per non usare espressioni abusate in questi giorni, della crisi economica.

Cosa è lecito aspettarsi, ovviamente riguardo la materia economica, dal nuovo esecutivo guidato da Matteo Renzi?
Innanzitutto per smentire chi crede che sia soltanto una continuazione della vecchia politica, il nuovo governo Renzi dovrà agire concretamente mettendo in pratica le belle parole che abbiamo sentito nei giorni scorsi. Provvedimenti per le imprese, affinché rimangano e investano nel nostro Paese, ma lo sviluppo vero e proprio deve partire delle agevolazioni alle famiglie. Sono convinto che tutto parta dalle famiglie, ancor prima che professionisti gli imprenditori sono la colonna portante della famiglia.

Qual è primo provvedimento che il nuovo governo dovrà adottare?
Immediatamente andrebbe attenuato il cuneo fiscale, cercando necessariamente di abbassare le imposte e nel contempo rinegoziare certi vincoli con l’Europa. Non è semplice una scaletta precisa del nuovo esecutivo che ieri ha ottenuto la maggioranza in Senato, ma il debito pubblico e la burocrazia sono i temi da affrontare il prima possibile come tutti quelli riguardanti le misure per sviluppare la micro e la piccola impresa.

La tanto sospirata ripresa economica si manifesterà durante questa legislatura?
Lo spero davvero quasi al punto da crederci, ma sono molto scettico. Abbiamo il dovere di crederci per i professionisti, per i giovani, per i disoccupativi, per tutti quelli che vivono in questo dramma. Sono speranzoso, ma allo stesso tempo preoccupato. Non c’è più tempo da perdere.

Jacopo MARCHESANO

Boccalini (INT): “Il Pos? Un altro costo inutile di cui non sentivamo la mancanza”

 

L’obbligo del pagamento con il bancomat per professionisti e imprese per le transazioni sopra i 30 euro slitta al 30 giugno 2014 e non al 30 giugno 2015 come previsto in un primo momento da un emendamento al dl milleproroghe approvato ieri in commissione Affari costituzionali di palazzo Madama. È quanto si legge nella versione definitiva della proposta di modifica al testo approdato all’esame dell’Assemblea del Senato, grazie ad Hans Berger (Autonomie) e Andrea Augello (Ncd). Dopo l’intervista di ieri al presidente di Federarchitetti, Paolo Grassi, oggi abbiamo incontrato il Segretario nazionale INT Edoardo Boccalini.

Dott. Boccalini, qual è la posizione dell’Istituto nazionale tributaristi riguardo l’obbligatorietà del Pos?
La mia personale opinione è che l’obbligatorietà del Pos sia un costo assolutamente inutile da aggiungere alle spese degli studi professionali e delle imprese che non necessitano di questo strumento. Cercare di arginare l’impressionante evasione fiscale del nostro Paese è nobile e legittimo, ma bastava assicurarsi che le parcelle e i compensi ai professionisti fossero pagate, sopra una certa cifra, con metodi tracciabili.

Ieri il presidente di Federarchitetti, Paolo Grassi, si riferiva a questo provvedimento come un “tributo del Governo alle banche”…
Forse tributo è un attimo eccessivo, ma l’opinione del presidente di Federarchitetti non è affatto campata in aria. Indubbiamente però sarà un favore, sicuramente indiretto e non cercato, alle banche italiane tra commissioni e noleggio dell’apparecchiatura. Sembra sempre che i provvedimenti siano un passo indietro a quella che è l’evoluzione del mercato e del mondo del lavoro.

Il mercato delle libere professioni è davvero una giungla nella quale la parola d’ordine è fregare?
No, assolutamente. Il mondo dei professionisti riesce sempre a dare un valore aggiunto alla nostra nazione e dovrebbe essere tenuto molto di più in considerazione, sopratutto quando si studiano norme di questo genere. Tutto il mondo del lavoro dovrebbe essere più coinvolto quando si tratta di redigere nuove e importanti procedure che potrebbero modificare gli assetti e la tenuta del mercato, così da evitare paradossi come questi.

Jacopo MARCHESANO