Terzo mandato per sindaci dei comuni fino a 5000 abitanti, arriva il via libera

E’ in atto una piccola rivoluzione per i comuni fino a 5.000 abitanti, infatti già dalle prossime amministrative del 12 giugno il sindaco potrà candidarsi per il terzo mandato consecutivo.

Via libera definititvo del Senato al terzo mandato per i comuni fino a 5.000 abitanti

Si tratta di una riforma da sempre auspicata dai piccoli comuni che hanno anche organizzato negli anni diverse manifestazioni volte a raggiungere questo obiettivo. Il Disegno di Legge era già stato approvato dalla Camera dei Deputati con una larga maggioranza ed è passato al Senato senza che qui fossero apportate modifiche con una maggioranza di 190 voti a favore, nessun contrario e 23 astenuti.

Il provvedimento si compone di tre articoli. Il primo dispone l’inconferibilità di incarichi amministrativi di vertici in enti privati a controllo pubblico in caso di condanna per reati contro la Pubblica Amministrazione.

Il secondo articolo si occupa invece del controllo di gestione ed esclude i comuni con meno di 5.000 abitanti all’obbligo di porlo in essere. Il controllo di gestione è una procedura di controllo volta a verificare l’attuazione degli obiettivi programmati e a controllare l’efficacia e l’efficienza delle misure adottate dalle varie amministrazioni al fine di raggiungere i predetti obiettivi.

Via libera al terzo mandato, piccola rivoluzione per i comuni tra 3.000 e 5.000 abitanti

Infine, c’è l’articolo 3 che è quello più importante. Questo prevede la possibilità per il sindaco che abbia già sostenuto due mandati consecutivi di potersi candidare per il terzo mandato consecutivo. L’incandidabilità scatta con il raggiungimento di 5.000 abitanti. In passato il limite del numero di abitanti era di 3.000 quindi per i comuni con meno di 3.000 abitanti era possibile candidarsi per il terzo mandato elettorale, mentre nei comuni che superavano tale soglia scattava l’incandidabilità. Questa non era definitiva, ma serviva solo ad interrompere la continuità.

Le nuove norme entreranno in vigore già dalla prossima tornata elettorale del 12 giugno in cui saranno impegnati 982 comuni . In Val D’aosta si voterà il 15 maggio mentre in Trentino Alto Adige il 29 maggio. Nella stessa data ci sarà anche il voto per i 5 referendum approvati, quindi le urne saranno in realtà aperte in tutta Italia.

Deve anche essere sottolineato che si sta lavorando a un disegno di legge delega per la riforma del TUEL, Testo Unico Enti Locali. Tra le proposte inserite in questa riforma c’è anche l’innalzamento della soglia del numero di abitanti per incandidabilità al terzo mandato fino a 15.000 abitanti. Questo implica che nei comuni fino a 15.000 abitanti il sindaco uscente potrà ricandidarsi per il terzo mandato consecutivo.

Qual è l’indennità di mandato del sindaco?

Molti si chiedono quanto guadagna un sindaco, scopriremo ora tutti gli importi erogati. Ricordiamo anche che la legge di bilancio 2022 ha apportato importanti novità nel calcolo dell’indennità per i sindaci. La stessa è ora parametrata a quella prevista per i presidenti delle regioni a statuto ordinario. Naturalmente è prevista una proporzione rispetto al numero di abitanti, quindi i sindaci delle città metropolitane riceveranno il 100% dell’indennità che ammonta a 13.800 euro. Per gli altri sono previste percentuali in base alla popolazione:

  • più di 100.000 abitanti: 80% dell’indennità del presidente di regione: pari a 11.040 €;
  • fino a 100.000 abitanti: 70% pari a 9.660 €;
  • oltre 540.000 abitanti: 45% pari a 6.210 €;
  • da 30.001 abitanti fino a 50.000 abitanti: 35% pari a 4.830 €;
  • da 10.001 abitanti a 30.000 abitanti: 30% pari a 4.140 €;
  • da 5.001 a 10.000 abitanti: 29% pari a 4.002 €;
  • da 3.001 a 5.000 abitanti: 22% pari a 3.036 €;
  • fino a 3.000 abitanti: 16% pari a 2.208 €.

Serve il green pass per votare alle elezioni amministrative 2021?

Cresce l’attesa per le elezioni amministrative (comunali e regionali) per cui circa 12 milioni di elettori si recheranno alle urne il 3 e 4 ottobre 2021. Poiché non si fa altro che parlare di green pass da molte settimane ormai, soprattutto con riferimento ai lavoratori, è normale chiedersi se la certificazione verde servirà per andare a votare.

Il Green Pass alle elezioni

Il green pass è sempre più richiesto, il governo di Mario Draghi mira ad ampliare la sua applicazione. Tuttavia, pare che per recarsi ai seggi per votare alle elezioni amministrative 2021, gli elettori non saranno obbligati ad esibire il certificato verde. Tra i corridori dei Palazzi, l’applicazione di tale misura in questo ambito, potrebbe scontrarsi con la Costituzione Italiana.

Votare è un diritto da cui non si può prescindere se non per una situazione emergenziale sanitaria molto grave, quale non è al momento, almeno in Italia. Allo stesso modo, non è stato toccato il diritto alla frequentazione di luoghi religiosi, pregare si può nel rispetto del distanziamento previsto e in quello dell’uso delle mascherine per i posti al chiuso.

Decidere di utilizzare obbligatoriamente il Green Pass per esercitare il diritto al voto sarebbe impensabile e molto probabilmente non condiviso nemmeno all’interno della maggioranza di Governo.

Alle elezioni da fuori sede, serve il Green Pass?

In tal caso, la certificazione verde è d’obbligo, non per il voto in sé, ma per il semplice fatto che se l’elettore giunge da fuori sede e deve utilizzare i mezzi di trasporto (autobus, tram, aerei, navi e similari) per raggiungere i seggi, il Green Pass diventa obbligatorio. Qualora si venga scoperti a bordo dei suddetti mezzi senza la certificazione verde, sarà possibile obbligare i soggetti a fermare la loro corsa alla prima occasione possibile.

Chi lavora nei seggi deve avere il Green Pass?

Presidenti di seggio, scrutatori o comunque lavoratori che stazionano anche temporaneamente nella location che ospita le elezioni amministrative, sono obbligati a possedere il Green Pass da 15 ottobre 2021. Ci vuole poco per fare due calcoli matematici e arrivare alla conclusione che al voto del 3-4 ottobre non sarà necessario essere dotato del certificato verde.

Diverso, il discorso per eventuali ballottaggi che disputandosi il 17 e 18 ottobre. Poiché l’obbligo di Green Pass prenderà il via il 15 ottobre e sarà in vigore fino al 31 dicembre, si presume che per chiunque svolga una mansione all’interno dei seggi allestiti per le elezioni amministrative al balottaggio, dovrà esserne munito.

Seggi speciali e voto a domicilio

Dovranno essere in possesso del Green Pass anche coloro che raccolgono i voti nelle sezioni elettorali ospedaliere e dei seggi speciali allestiti per gli elettori positivi al Covid-19 in trattamento anche domiciliare. Stesso discorso per chi raccoglie i voti di chi si trova in quarantena o in isolamento fiduciario.

In conclusione, chiunque occupi un ruolo alle elezioni amministrative a partire dal 15 ottobre dovrà essere munito di Green Pass.