Adusbef e Federconsumatori uniti contro le banche

I rapporti tra le banche e le associazioni dei consumatori sono alle strette, a causa delle erogazioni, da parte degli istituti di credito, di prestiti sempre più risicati e soprattutto delle richieste, sempre da parte delle banche, di favori al Governo Renzi.

A cominciare dai 7,5 miliardi di euro di rivalutazione delle quote di Bankitalia, Adusbef e Federconsumatori denunciano una serie di concessioni che il Governo precedente ha erogato alle banche.
Ciò che le associazioni per i consumatori non accettano è che, nonostante le misure di favore ricevute, non si siano registrati miglioramenti nella concessione dei crediti e neppure un abbassamento dei tassi d’interesse.

La situazione è sempre più critica per i contribuenti, i quali devono affrontare i conti correnti più cari del mondo, arrivati a 371 euro contro i 114 della media europea.
Per non parlare dei tassi, che in Italia sono pari a 4,62%, contro il 3,23% della media Ue.

Su ogni mutuo trentennale di 100.000 euro un consumatore italiano paga una rata mensile più elevata di 78 euro, 936 euro l’anno, subendo uno scippo con destrezza di 28.000 euro a fine ammortamento.

A fare questa denuncia sono stati Elio Lannutti, di Adusbef, e Rosario Trefiletti, di Federconsumatori, i quali, dunque, chiedono ad Abi e banche di ricominciare ad erogare prestiti a famiglie ed imprese calmierando i rincari su costi e commissioni.

Vera MORETTI

Federconsumatori: no aumento Iva, sì incentivi sviluppo

 

Ancora allarme rosso sul fronte occupazione. Dai dati Istat emerge che la disoccupazione a luglio si attesta al 12%, rispetto allo scorso anno, nel nostro Paese, sono diminuiti di 585 mila unità, – 2,5 %.

Gli italiani sono dunque sempre più soffocati dalla crisi, e vittime della perdita di lavoro. Il calo più drammatico interessa il Mezzogiorno con meno 350mila unità.

“Siamo nel pieno di una spirale negativa che sta trascinando l’economia italiana sempre più in basso. Per questo è urgente che il Governo intervenga tempestivamente per porre fine a tale andamento”  dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Adusbef e Federconsumatori.

“Quanto fatto sull’IMU (purché non sia riproposta nella service tax) è solo il primo passo, bisogna proseguire in questa direzione eliminando l’incremento dell’IVA che, come abbiamo sempre ribadito, è una misura dalla portata catastrofica per le famiglie (soprattutto quelle a basso reddito): le ricadute medie stimate dall’O.N.F. infatti saranno di +207 Euro annui tra costi diretti ed indiretti- ha dichiarato in una nota l’associazione di categoria- Oltre ad agire su tale versante è indispensabile l’avvio di misure tese ad incentivare la crescita e la ripresa occupazionale, in particolare quella giovanile. Per fare ciò è necessario disporre un rilancio degli investimenti per la ricerca e lo sviluppo”.

Francesca RIGGIO

I prezzi dei carburanti salgono e gli italiani rinunciano all’auto

Gli italiani stanno diventando sempre meno auto-dipendenti, non solo per rispettare l’ambiente ma, piuttosto, a causa dei prezzi dei carburanti, ormai quasi proibitivi.

Questo è quanto sostengono Roberto Trefiletti e Elio Lannutti di Federconsumatori: “La diminuzione del consumo dei carburanti è un fatto inevitabile: la diretta conseguenza dell’aumento incontrollato della tassazione e del mancato controllo sulla determinazione dei prezzi”.

Il problema non è solo quello dei prezzi di benzina e gasolio, sempre più gonfiati, ma anche di una tassazione elevata del 14% in più rispetto agli altri Paesi Ue.

Questo trend incide purtroppo non solo sul costo dei pieni di carburante, ma anche sulla determinazione di tutti i prezzi e le tariffe. Questi ultimi, sotto effetto dell’ulteriore aumento dell’Iva da luglio, saliranno alle stelle.
Per evitare ciò, occorrerebbe, secondo Federconsumatori, avviare controlli severi sull’andamento dei prezzi, nonché eliminare ogni ostacolo di carattere burocratico per la completa liberalizzazione della distribuzione dei carburanti.

Ampliare la rete dei distributori indipendenti è una questione di primaria importanza: da un lato, facendo rifornimento presso tali esercizi, è possibile risparmiare anche oltre 11 centesimi al litro (ovvero 132 Euro all’anno), dall’altro si innescherebbe un meccanismo virtuoso, in grado di aumentare la competitività dell’intero sistema”.

In questo scenario, oggi i prezzi raccomandati sono stabili, anche se i prezzi dei carburanti, benzina in primis, sono sempre al rialzo, tanto da registrare, in modalità servito, punte di 1,941 euro/litro. In salita anche il diesel fino a 1,814 euro/litro mentre il Gpl flette a 0,879. Le medie nazionali si posizionano rispettivamente a 1,890 euro/litro (benzina), 1,789 (diesel), 0,854 (gpl).

Vera MORETTI

L’inflazione preoccupa i consumatori

di Giulia DONDONI

A lanciare l’allarme è l’Istat: nel 2012 le famiglie italiane dovranno sborsare 1.000/2.000 euro a testa. E il governo? Oltre a regalarci questa stangata di inizio anno, cercherà di bloccare le speculazioni e i rincari.

Da parte loro Adusbef e Federconsumatori dichiarano: “è indispensabile un serio intervento del Governo per eliminare ogni ombra di speculazione, attraverso verifiche sui prezzi e, se necessario, un vero e proprio blocco di prezzi e tariffe. Nel 2011, si è registrato il tasso di inflazione più alto dal 2008. Si tratta di un dato gravissimo, che appare ancora più allarmante se relazionato al contesto in cui si è registrato. L’economia italiana, infatti, attraversa una fase di profonda crisi dei consumi, dettata dalla caduta verticale del potere di acquisto delle famiglia”.

Così continuano i presidenti delle due associazioni, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti: “rilevare un tasso di inflazione record in una situazione come questa è una vera assurdità. È evidente che le volontà speculative continuano a prevalere sulle sane logiche di mercato. Non vi è altra spiegazione, infatti, per una simile crescita dei prezzi nonostante il disastroso andamento dei consumi, in netto calo persino nel settore alimentare (-4%) e in occasione delle festività natalizie”.

Nel 2012 il potere d’acquisto delle famiglie italiane peggiorerà ancora, e, secondo le stime dell’O.N.F., ”si prevede una stangata di 2.103 euro a famiglia. A cui vanno aggiunte, inoltre, ulteriori ricadute delle manovre economiche. Le ripercussioni saranno disastrose, sia sul versante dei consumi che su quello della produzione”. Per Adusbef e Federconsumatori, ”è giunto il momento di aprire una nuova fase di sviluppo, rilanciando gli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca, necessari per una ripresa della nostra economia”.

Per il Codacons, che chiede al governo di bloccare gli aumenti, si tratta di ”un fatto molto negativo, dato che ci si attendeva, dopo gli arrotondamenti dei prezzi verificatisi a settembre per via dell’aumento dell’Iva e proseguiti poi per tutto il mese di ottobre, che almeno a dicembre i prezzi rimanessero fermi. Invece l’inflazione permane al 3,3%, il che vuol dire, vale la pena ricordarlo, che l’inflazione sarà anche ‘stabile’ al 3,3% ma i prezzi sono tutt’altro che ‘stabili’ e anzi continuano a salire. Su base mensile si è verificato un incremento dello 0,4%.”

In questo 2012, dunque, “ci sarà una inflazione record, che potrebbe arrivare a toccare il 3,6%. Un valore che, tradotto in termini di costo della vita ed al netto dei futuri aumenti delle tasse introdotti dalla manovra Monti, dall’Imu all’Iva, significa una stangata da 1.059 euro per una famiglia media.” Lo stesso Codacons “aveva chiesto al Governo di stoppare tutti gli aumenti delle tariffe pubbliche. È inaccettabile, infatti, che gli stipendi dei dipendenti pubblici siano fermi per 3 anni, le pensioni non siano indicizzate, ma poi si adeguino all’inflazione tutte le tariffe pubbliche, da quelle autostradali al canone Rai, dalla luce al gas“.

Ed è per questo che l’associazione chiede al governo Monti “di fare qualcosa, invece di restare alla finestra ad assistere indifferente mentre le famiglie sono massacrate dal carovita.