Sondaggio: “Jobs Act? La prima mossa di Renzi…”

“Dopo la legge elettorale, finalmente Renzi alla prova dei fatti. Cosa ne pensate del suo Jobs Act?”. In questa nostra settimana dedicata all’approfondimento del tema lavoro, in cui abbiamo ospitato le dichiarazioni di importanti personalità nel campo del Diritto del Lavoro e nel Diritto della Previdenza Sociale, vi abbiamo proposto il solito sondaggio settimanale a cui avete risposto come al solito numerosi.

Ad un passo dalla maggioranza assoluta, l’opzione “Tutele crescenti, proroghe più semplici e meno forme contrattuali. Doveva arrivarci Renzi?” risulta essere la più votata con il 48% delle preferenze totali, a dimostrazione del clima di novità e relativo ottimismo. “Ma quale riforma del lavoro?! Si potrebbe riformarlo se il lavoro ci fosse…” si attesta poco sotto il quarto delle preferenze (24%), mentre “Nonostante tutto è un buon punto di partenza…” e “Non è immaginabile cambiare il mondo del lavoro con leggi così superficiali” si fermano rispettivamente al 16 e al 12%.

JM

Fornero: “Jobs Act una boccata d’ossigeno”

Dopo le dichiarazioni di ieri dell’Avv. Daverio, oggi riportiamo le parole dell’ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, sul Jobs Act renziano. Seconda donna, dopo Tina Anselmi, a presiedere tale ministero, la Fornero si è detta molto preoccupata per un piano (che di fatto cancella la sua riforma ai tempi del governo Monti) che rappresenta sì «una boccata di ossigeno per le imprese, ma non risolve i problemi di fondo del marcato del lavoro italiano».

«La priorità – ha dichiarato il ministro che dovette affrontare, uscendone indenne, la mozione di sfiducia individuale presentata  dall’Italia dei Valori e dalla Lega Nord – è quella di incoraggiare il lavoro senza perdere di vista gli obiettivi di medio termine che sono migliorare la formazione dei nostri giovani e aumentare la produttività.  Se le imprese non assumono bisogna incoraggiarle attraverso la riduzione del costo del lavoro e la flessibilità è la strada giusta e il fatto di liberalizzare i contratti a tempo determinato non è criticabile». 

Sono le misure che riguardano l’apprendistato che non convincono troppo l’ex ministro perché «deve essere visto come apprendimento, come formazione, in quanto rappresenta una strada per irrobustire le relazioni di lavoro e la produttività», mentre il decreto «indebolisce la parte formativa, senza contare che la divisione tra scuola e lavoro è una delle cause della bassa produttività e anche della precarietà nel nostro Paese».

«Capisco che rispetto al momento in cui ero ministro il mercato del lavoro è cambiato – ha concluso la Fornero -, la recessione ha colpito in modo molto duro. Incoraggiare il lavoro è una priorità e non possiamo prescindere dalla formazione dei nostri giovani attraverso l’apprendistato».

Jacopo MARCHESANO