In aumento le presenze nelle strutture alberghiere italiane

Anche se è presto per fare un bilancio circa l’andamento dell’estate in corso, Federalberghi ha già presentato un dato incoraggiante che riguarda i primi sei mesi dell’anno.
Da gennaio a giugno, infatti, le presenze nelle strutture alberghiere italiane sono aumentate dell’1,8% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Esaminando questo dato più nel dettaglio, inoltre, emerge che i pernottamenti degli italiani sono cresciuti dell’1% e quelli degli stranieri del 2,5%.

Bernabò Bocca, presidente dell’associazione, considera questi numeri incoraggianti, ma ancora troppo esigui per poter confermare una concreta ripresa dei flussi turistici di italiani e stranieri nel Belpaese.
Esiste, infatti, un altro dato, che invita a procede con cautela e con un ottimismo contenuto: i dati dell’occupazione nel comparto alberghiero segnano una flessione dei lavoratori dell’1,9%, suddiviso in un -1,4% di lavoratori a tempo indeterminato ed un -2,5% di lavoratori a tempo determinato.

A questo proposito, Bocca ha dichiarato: “L’augurio è che la timida ripresa economica dell’area euro prosegua e non subisca shock ulteriori dalla crisi greca e che la nuova squadra dirigente appena insediatasi all’Enit abbia risorse adeguate e determinazione assoluta per accrescere la visibilità mondiale dell’Italia turistica“.

Vera MORETTI

La campagna Made in Italy di Enit

Per far sì che la ripresa del settore turistico sia reale e non solo virtuale, l’Agenzia Nazionale del Turismo ha lanciato la sua campagna per il 2013, intitolata “Made in Italy, una vacanza fatta su misura per te”, che si pone l’obiettivo, ambizioso ma alla portata, di suscitare e soddisfare le aspettative individuali dei turisti stranieri.

Questa campagna è concentrata su otto mercati europei, ovvero Germania, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Francia, Scandinavia, Regno Unito e Russia, che rappresentano quasi il 50% dei pernottamenti del turismo estero in Italia.

La campagna pubblicitaria proposta da Enit è articolata per singole tipologie di prodotto: Cultura & Benessere, Enogastronomia, Mare e Laghi, Città d’arte, Expo2015, Montagne & Parchi, Vacanza attiva, Borghi & Enogastronomia. 

Andrea Babbi, direttore generale dell’Agenzia, ha dichiarato: “E’ una campagna aperta perché sia il video che i vari strumenti pubblicitari utilizzati, seguono le regole del `copyleft` permettendo così alle Regioni e agli operatori privati che vorranno utilizzarlo, di personalizzarla con l’implementazione di altre immagini per le loro azioni promozionali all’estero fatte assieme all’Agenzia Nazionale del Turismo“.

Vera MORETTI

Successo per l’Italian Way China

Si è appena conclusa, a Sanya, città dell’isola cinese di Hainan presso il Sanya Serenity Marina, la prima edizione di Italian Way China, un’altra opportunità per stabilire contatti importanti con il Paese del Sol Levante.

Ad organizzare questo importante evento, che ha tenuto banco dal 21 al 24 novembre, è stato Unimpresa, insieme a Cnbo Expo e in collaborazione con l’Exhibition Yachting.

Nell’ambito della fiera dello yachting, la manifestazione ha saputo proporre un interessante mix di espositori che hanno potuto presentare la qualità del Made in italy in tutte le sue sfaccettature, esaltate ancora di più da un ambiente esclusivo ed intimo.

Obiettivo principale, centrato in pieno era quello di sostenere le piccole e medie imprese, che hano potuto esporre affiancando importanti e prestigiosi brand in tutti i principali settori: moda, casa, design e gastronomia.

Con il patrocinio delle istituzioni come il Consolato Generale d’Italia di Guangzhou, Ice, Enit, il sostegno della Cicc e la collaborazione di The Blenders, a Italian Way China hanno aderito 30 aziende tra cui marchi prestigiosi come Piaggio, Kiton, Smeg, Consorzio Liutai Antonio Stradivari Cremona.

Paolo Longobardi ha commentato così questa preziosa opportunità: “L’iniziativa è fondamentale e conferma l’importanza dell’export per le nostre aziende. L’Italia deve puntare sulle sue pmi e promuovere al meglio le sue eccellenze. Un impegno al quale, come associazione che rappresenta oltre 120mila micro, piccole e medie aziende, non intendiamo sottrarci”.

Vera MORETTI

Enit al lavoro per portare l’Italia ai vertici

L’Italia piace ai turisti stranieri, che ogni anno visitano il Belpaese attirati dalle sue immense risorse naturalistiche e culturali, ma anche dalle tante proposte enogastronomiche territoriali.

Nonostante ciò, il nostro Paese non si trova tra le prime tre mete turistiche mondiali, anche se avrebbe tutte le carte in regola per stare in cima a questa speciale classifica.

A questo proposito, Andrea Babbi, da pochi mesi direttore generale dell’Enit, Agenzia Nazionale del Turismo, ha dichiarato: “Perché l’Italia torni ad essere tra le prime 3 mete turistiche mondiali, nei prossimi 3-4 anni serve uno sforzo collettivo. Fatto di lavoro duro. Fondato sulla presenza di risorse aggiuntive e teso a riqualificare l’offerta, migliorare la sincronia tra Stato-Regioni-province autonome, attrarre investimenti esteri, innovare agganciando il settore ricettivo all’agenda digitale, rendere il ruolo dell’Enit più incisivo sui mercati del turismo”.

Per poter fare quel salto di qualità ed arrivare ai vertici, servono prima di tutto risorse aggiuntive al settore, che sono quantificabili in 400-500 milioni da riservare, ogni anno per tre anni, all’ospitalità alberghiera.
I soldi stanziati dovrebbero servire per la riqualificazione delle strutture alberghiere, bisognose più che mai di elevare il proprio standard qualitativo.

I contributi saranno distribuiti sottoforma di incentivi, come accade per le ristrutturazioni delle abitazioni, ma anche utilizzando un meccanismo che premi la costituzione di reti di impresa, sul modello di quanto sperimentato per l’industria e dunque favorisca, oltre alla riqualificazione dell’offerta, un ristrutturazione del tessuto imprenditoriale ancora troppo imperniato su piccole aziende famigliari e scarsamente capitalizzate.

Enti, inoltre, dovrebbe ricevere un centinaio di milioni di euro, per essere in linea con i budget degli enti di promozione turistica di paesi come Francia, Germania e Gran Bretagna e rimpinguare le proprie casse, che ora dispongono di soli 18,5 milioni di euro.

Di questi, 16-17 servono per pagare i costi strutturali e meno di 2 milioni possono essere usati per attività di promozione sui mercati.
A questo proposito, Babbi ha precisato: “Si tratta di risorse oggettivamente non sufficienti per riuscire a tradurre in azioni concrete il piano strategico di rilancio del turismo messo a punto nei mesi scorsi e per mettere in condizione le 25 sedi di Enit nel mondo – che occupano 120 dei 200 suoi dipendenti – di investire come dovrebbero”.

Ma non è solo di risorse economiche che il turismo ha bisogno.
Enit, infatti, deve recuperare quella centralità che le permetterebbe di supervisionare il territorio, ora frammentato a tal punto che ogni regione si promuove da sé, con risultati non certo confortanti.
Non tutte, infatti, sono state in grado di farsi conoscere e di attuare la giusta strategia, rimanendo nell’ombra.
Se Enit, al contrario, potesse seguire in filo conduttore buono per tutto il territorio nazionale, il turismo ne beneficerebbe.

E in tempi di crisi, l’Italia ha davvero bisogno di essere “venduta” nel migliore dei modi.

Vera MORETTI

Riecco i buoni vacanza

Una dotazione di 5 milioni di euro: a tanto ammonteranno i buoni vacanza, che tornano anche per quest’anno e saranno gestiti dall’Enit, l‘Agenzia nazionale del turismo.

La notizia è stata data direttamente da Andrea Babbi, direttore generale dell’Enit: “Il Ministero del Turismo ha trasferito la competenza sui buoni-vacanza all’Enit, ora la pratica è alla Corte dei Conti. Noi li gestiremo, accettando questa sfida. Il modello francese, che investe molto denaro sui buoni-vacanza, è molto interessante. Per attuarlo, serve un coinvolgimento del Ministero dell’Economia“.

Vera MORETTI

BIT 2013: il Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo

 

Cala il sipario sulla 33esima edizione della Bit, la Borsa Internazionale del Turismo, conclusasi a Milano il 17 febbraio 2013. Molti sono stati gli interventi e le proposte avanzate dai professionisti del settore; tra questi, quella di maggiore rilievo è stato senza dubbio alcuno il Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo presentato nel corso dell’evento dal ministro per gli Affari Regionali del Turismo e dello Sport Piero Gnudi. 

L’obiettivo primo dell’ambizioso progetto consiste nell’arricchire il Pil italiano di 30 miliardi entro il 2020, creando 500mila nuovi posti di lavoro attraverso una strategia unitaria che suggerisce un totale di 61 azioni indispensabili nel restituire al turismo italiano il ruolo di leadership e competitività da sempre ricoperto ma perso negli ultimi anni. 

Nonostante siano indiscusse l’inimitabile ricchezza culturale e l’impareggiabile risorsa turistica di cui l’Italia gode, il Paese non può vivere di rendita, anzi, è indispensabile un repentino cambiamento culturale per arrivare a considerare il turismo come una grande opportunità.  Come fare? Ponendo innanzitutto il settore al vertice dell’agenda governativa. Ma questo non basta.

Il Piano strategico analizza la situazione del territorio, sottolineando come negli ultimi anni il turismo italiano abbia perso quote di mercato, scendendo dal primo posto a livello europeo (anni ’80 e ’90) al terzo, dietro a Spagna e Francia. Questa perdita di posizione è dovuta soprattutto alla difficoltà del Belpaese di attrarre investimenti internazionali con il risultato di infrastrutture insufficienti, scarsa formazione delle risorse umane, incapacità di costruire nuovi prodotti turistici, debolezza e frammentazione nella governance di settore. 

Secondo lo studio presentato, l’Italia presenta una forte asimmetria: se le prime cinque regioni hanno generato il 91% della crescita nel periodo 2000-2010, quelle del Sud pesano solamente per il 12% del totale, generando nel decennio sopracitato appena il 5% della crescita totale italiana. Non è dunque un caso se una delle sette linee guida suggerite dal Piano per valorizzare il Sud prevede la creazione di due grandi poli del turismo (sul modello della Costa Smeralda) nella parte meridionale del Paese, con l’intento di attrarre investimenti privati. 

Ad ogni modo, le linee guida presentate saranno la base su cui articolare le 61 azioni specifiche: il rafforzamento del ruolo del ministero del Turismo, il rilancio dell’Enit, il miglioramento dell’offerta che, oltre ai poli del Sud, include anche la creazione di 30-40 nuovi poli turistici rivolti ai segmenti di fascia alta e ai Bric, la riqualificazione delle strutture ricettive, un intervento sul piano aeroporti e collegamenti intermodali, la riqualificazione della formazione turistica e il rilancio delle professioni e, ultimo ma non ultimo, un piano che stimoli gli investimenti internazionali tramite l’erogazione di incentivi fiscali e la drastica riduzione della burocrazia.  

Si tratta dunque di un progetto piuttosto articolato e ambizioso che, a detta del ministro Gnudi, dovrà avvalersi di una task force dedicata che dipenderà direttamente dal ministro del Turismo. 

Nel caso in cui venisse realizzato entro il 2020, il Piano potrebbe portare il contributo del settore turistico al Pil nazionale dai 134 miliardi attuali a 164 miliardi, incrementando i ricavi dell’incoming dall’estero (da 44 a 74 miliardi), mantenendo stabili a 90 miliardi quelli legati al turismo domestico.

Speriamo bene; avremmo tutti bisogno di una bella vacanza made in Italy.

Giulia DONDONI

Turismo made in Italy? La curva torna a salire: +5,3% nel primo semestre del 2010.

Secondo quanto riferito dall’Enit, l’Agenzia nazionale del turismo, che ha pubblicato il primo consuntivo sull’andamento del turismo nell’estate 2010, sono confermai i dati dell’Organizzazione mondiale del turismo, secondo i quali il turismo internazionale in Italia torna a crescere nel primo semestre del 2010 registrando un +5,3% rispetto allo stesso periodo del 2009.

In base ai dati diffusi dall’Organizzazione mondiale del tursimo, nei primi sei mesi del 2010 il turismo internazionale è cresciuto del 7% mentre quello europeo ha registrato un aumento del 2%, con l’Italia in posizione di rilievo assoluto con una crescita degli arrivi del 5,3%, davanti ai competitori diretti Francia (2,2%), Spagna (-0,4%), Grecia (-5,3%) e Regno Unito (-3,7%). Una crescita confermata anche dai dati raccolti dall’Enit attraverso il monitoraggio condotto presso i tour operators per la stagione estiva, durante la quale il 79% ha registrato un aumento delle vendite dei pacchetti turistici. Osservando più nello specifico la provenienza dei turisti stranieri che hanno scelto l’Italia, tra i Paesi europei è la Russia ad aver registrato le performance migliori con un aumento del 50% delle vendite presso i maggiori T.O. Cresciuti anche gli arrivi da Spagna (+11,5%) e Svezia (10%). Se la Francia è rimasta stabile, una leggera ripresa si è registrata negli arrivi da Svizzera (+3%) e Belgio (+1,5%), in flessione invece quelli dal Regno Unito. “Un risultato di cui andare fieri” è, secondo il presidente dell’Enit Matteo Marzotto, la crescita del 35% degli arrivi dagli Stati Uniti. Buone anche le performance registrate da Canada (+17%), Giappone e Cina (rispettivamente +30%) e India (+24%). Dati che soddisfano il presidente Marzotto che ha sottolineato come le regioni del Sud (Puglia, Calabria, Sicilia) abbiano registrato una buona tenuta nei mesi estivi, “contrariamente alle mie previsioni”. “Sono dati non impressionanti ma positivi – ha aggiunto Marzotto – che, anche se tendenziali, indicano una ripresa. Ora però dobbiamo attendere i dati della Banca d’Italia e dell’Istat perché non contano solo i volumi ma anche i margini economici. Quello che dovremmo sempre ricordare e ripeterci infatti è che il turismo è prima di tutto un’industria”.

fonte: Confeserecenti