Il vino toscano protagonista del made in Italy

Il vino toscano tira sempre nel mondo e ogni appuntamento B2B che ha come obiettivo quello di farne crescere conoscenza ed export è il benvenuto. Ecco perché va tenuta d’occhio la sesta edizione di Buy Wine, in programma alla Fortezza da Basso di Firenze il 12 e il 13 febbraio prossimi.

Si tratta di un workshop B2B, organizzato dall’Agenzia regionale Toscana Promozione, per favorire l’incontro tra la Toscana del vino e il trade internazionale. Nell’occasione, 200 produttori di vino toscano incontreranno 240 buyer stranieri tra importatori, distributori, GDO e HoReCa, provenienti da mercati storici, ma anche da piazze nuove, per un totale di 36 Paesi rappresentati.

Nel dettaglio, tra i Paesi amanti del vino toscano con la maggior rappresentanza a Buy Wine ci saranno Stati Uniti (44 rappresentanti), Canada (39), Cina (25), Brasile (12), Australia (12), Giappone (11), Danimarca (10), Germania (8), Corea del Sud (7) e Messico (7) che, complessivamente, rappresentano oltre il 72,9% dei buyer internazionali partecipanti.

Per quanto riguarda i produttori, invece, presenti quasi tutte le province della regione. Guidano la classifica per territorio Siena e Firenze, rispettivamente con 68 e 55 aziende, seguite da Grosseto (26), Livorno (12), Arezzo (17), Pisa (13), Pistoia (3), Prato (3) e Lucca (3).

Nato nel 2010, Buy Wine è un evento in costante crescita che, negli anni, si è accreditato come punto di riferimento per i buyer di tutto il mondo interessati al vino toscano. Nell’edizione 2015 sono stati circa 6mila gli incontri di business in agenda, che hanno portato, nel 63% dei casi, alla stipula di contratti grazie ai quali il 46% delle aziende toscane partecipanti è riuscita ad incrementare il proprio fatturato.

Per il quarto anno consecutivo Buy Wine lancia la volata alle Anteprime di Toscana che, dal 13 al 20 febbraio, vedranno 13 denominazioni del vino toscano presentare, agli operatori e ai giornalisti di settore i vini nuovi introdotti sul mercato a partire dal 2015.

Si inizia a Firenze la collettiva allo Star Hotel Michelangelo, dove il 13 febbraio saranno presenti 8 denominazioni: Morellino di Scansano, Montecucco, Vini Cortona, Vini di Carmignano, Valdarno di Sopra Doc, Bianco di Pitigliano e Sovana, Colline Lucchesi e Maremma Doc.

Il 14 febbraio sarà la volta dell’Anteprima del Chianti. Si prosegue poi con la Chianti Classico Collection alla Stazione Leopolda di Firenze (15-16/2), l’Anteprima della Vernaccia al Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada San Gimignano (17/2) e l’Anteprima del Vino Nobile nella Fortezza di Montepulciano (18/02). Chiude la programmazione di Anteprime di Toscana Benvenuto Brunello, che si terrà il 19 e 20 febbraio nel Chiostro del Museo di Montalcino.

Riparte Vinitaly International

Trainata da un export che nel 2015 ha visto l’enologia italiana mettere a segno un nuovo record con 5,4 miliardi di euro stimati dei quali 1,4 negli Usa, riparte il 17 gennaio l’attività all’estero di Vinitaly International.

Quest’anno le tappe saranno a San Francisco (17-19 gennaio) al Winter Fancy Food, a New York (7-9 febbraio) e a Miami (10 febbraio). Si tornerà poi a New York a maggio, dopo Canada e Cina a febbraio e marzo, e poi a giugno sarà la volta di Chicago al Fmi Connect (20-23 giugno) e di nuovo di New York con la partecipazione al Summer Fancy Food (26-28 giugno).

La focalizzazione sul mercato statunitense è frutto di una scelta strategica di lungo periodo impostata da Veronafiere, che ha portato Vinitaly International a diventare braccio operativo del ministero dello Sviluppo Economico e dell’Ice nel Piano Speciale Usa per la promozione dei beni di consumo e dei prodotti enoagroalimentari, lanciato nel 2015.

Il consumo di vino negli Usa continua a crescere – come ricorda il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani -, ma si tratta di un mercato con due facce, come emerso durante i numerosi workshop che gli abbiamo dedicato durante wine2wine, il forum del vino svoltosi nel dicembre scorso: per certi versi è maturo, e questo lo vediamo dalla curiosità espressa dai consumatori per vini meno famosi, espressione di territori ancora sconosciuti; d’altro canto, però, ci sono Stati dove solo ora si inizia a consumare vino. Con Vinitaly International siamo negli Stati Uniti dal 2002 e continuiamo a potenziare la nostra attività di anno in anno, proprio per aprire sempre nuovi spazi commerciali per le cantine italiane e per attrarre buyer americani a Vinitaly, dove già rappresentano il 15% delle presenze estere”.

Nello specifico, le iniziative di Vinitaly International a San Francisco saranno tre seminari avanzati su Grignolino, le subzone del Chianti e l’Etna, mentre uno base realizzato in collaborazione con Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) sarà dedicato ai vini artigianali. Questi vini saranno disponibili in un wine bar allestito per la degustazione da parte dei buyer e pubblico.

A New York Vinitaly International porterà ancora alla scoperta del Grignolino e dei vini artigianali, ma si parlerà anche di tendenze di consumo di vino nei ristoranti italiani e di come queste potrebbero riproporsi negli Usa. A Miami, oltre che di Grignolino e di vini artigianali, un terzo Executive Wine Seminar VIA sarà dedicato al Carmignano.

Una tavola made in Italy per le Feste

Tradizione rispettata a tavola: il Natale degli italiani nel 2015 è stato il trionfo della gastronomia made in Italy. Secondo il bilancio stimato dalla Coldiretti, gli italiani hanno infatti speso per pranzi e cene di Natale 2,2 miliardi di euro per cibi e le bevande made in Italy.

Inoltre, sempre Coldiretti stima che oltre 8 italiani su 10 hanno consumato a casa pranzo e cenone con parenti o amici, prediligendo i piatti della tradizione made in Italy. Cibi esotici e fuori stagione, sottolinea l’associazione dei coltivatori diretti, sono di fatto spariti dalle tavole italiane, lasciando il posto a intramontabili classici come il bollito, il pollame arrosto, i cappelletti in brodo, le pizze rustiche e i dolci fatti in casa.

Sempre dall’indagine Coldiretti/Ixè emerge come, anche a Natale, il made in Italy è stato onorato dalle lunghe preparazioni in cucina. I masterchef di casa nostra hanno infatti trascorso in media oltre 3 ore in cucina a preparare i piatti da servire durante il cenone della vigilia o il pranzo di Natale. Chi non è stato in casa, nel 9% dei casi si è recato al ristorante, mentre il 3% ha scelto l’agriturismo.

Coldiretti fa notare con soddisfazione che l’acquisto di prodotti made in Italy per preparare le tavole di Natale ha comportato una spesa stimata di 850 milioni di euro per pesce e carni, compresi i salumi, 400 milioni per spumante, vino ed altre bevande, 350 milioni per dolci, 300 milioni per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 200 per pasta e pane e 100 milioni per formaggi e uova.

eBay dà una mano all’ enogastronomia italiana

Finalmente un po’ di sensibilità nei confronti dell’ enogastronomia italiana da parte dei big del commercio elettronico. eBay ha infatti annunciato che, a partire dal 2 aprile prossimo, azzererà le commissioni sul valore finale pagate dal venditore professionale sul prezzo del prodotto venduto online attraverso la piattaforma di e-commerce del proprio sito italiano.

Del resto, per eBay il food in generale e l’ enogastronomia italiana in particolare sono due galline dalle uova d’oro. Nel 2014, le categorie food del sito italiano hanno fatto registrare una crescita del 17%, con un valore medio d’acquisto di 31 euro. E le previsioni di eBay per il 2015 sono di un ulteriore incremento.

Una crescita in valore che, specialmente per l’ enogastronomia italiana, ha dei grandissimi margini di miglioramento se, come ha rivelato un’indagine dell’osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2014 il comparto del food ha cubato solo l’1% del totale del commercio elettronico in Italia, contro, per esempio, il 13% del Regno Unito.
Una mossa, quella di eBay, che è una grossa mano per l’ enogastronomia italiana, anche in vista di Expo2015 e del focus che l’esposizione universale ha sul cibo. Ricordiamo che, attualmente, i venditori professionali che su eBay operano nelle categorie food pagano una commissione dell’8,7% sul prezzo del prodotto venduto. Questa commissione si azzererà tra meno di un mese.

Un’agevolazione all’ enogastronomia italiana che arriva anche dall’azzeramento delle tariffe d’inserzione per i venditori professionali.

Come ha sottolineato Claudio Raimondi, Country manager di eBay in Italia, durante una tavola rotonda organizzata da eBay con il ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Aicig (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche), “l’enogastronomia italiana gioca un ruolo strategico nell’economia così come nel markeplace eBay. Questa iniziativa è parte di una più ampia strategia finalizzata a supportare le aziende italiane, in particolare le PMI, fornendo loro una piattaforma di business unica, capace di sostenere i loro affari e le loro strategie d’internazionalizzazione a costi contenuti, in modo sicuro, completo e affidabile“.

Il cibo made in Italy: un conto da 5 miliardi

Dalle bandiere blu alle bandiere del gusto. L’Italia è terra di vacanze, e non solo per il suo mare, le sue coste incontaminate e le bellezze paesaggistiche. L’ultima novità, anche se proprio di novità non si tratta, è il cibo made in Italy. La Coldiretti ha infatti stimato che il turismo enogastronomico nel 2012 arriverà a superare i 5 miliardi di fatturato, diventando il vero motore della vacanza in tempi di crisi.

Se il Conto Satellite Turismo 2012, primo report statistico sul business delle vacanze, ha rivelato come l’indotto del settore turistico in Italia copra ben il 6% del Pil nazionale, stavolta a fare la parte del leone è proprio lei, la cucina mediterranea.

I dati sono stati resi noti in occasione della conferenza  “L’Italia che piace nell’estate 2012: il turismo ambientale ed enogastronomicoorganizzata da Coldiretti insieme alla Fondazione Univerde, durante la quale è stata resa nota la classifica delle regioni più virtuose in Italia, in base all’offerta di prodotti agroalimentari tradizionali che possono essere gustati durante l’estate 2012.

Ma quanto influisce la buona cucina sulla scelta della destinazione di vacanza? Secondo Coldiretti per più di un italiano su tre, pari al 35%, la buona riuscita di una vacanza dipende proprio dal cibo, e in particolare dalla possibilità di degustazione di speciaità enogastronomiche locali.

“Il cibo è considerato dagli italiani l’ingrediente piu’ importante della vacanza – ha sottolineato il presidente della Coldiretti Sergio Marini – batte la visita a musei e mostre, (29%), lo shopping (16%), la ricerca di nuove amicizie (12 %), lo sport (6 %) e il gioco d’azzardo (2 %)”.

L’indagine svolta da Coldiretti ha censito 4671 prodotti tradizionali provenienti da tutto lo stivale: al primo posto per l’offerta di prelibatezze locali si classifica la Toscana, con ben 465 specialità, pari al 10% del totale, tutte ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e realizzate in un paesaggio incantevole. Per i più golosi qualche assaggio : la torta di Villa Basilica, una torta salata a base di riso, dal caratteristico color giallo ocra che racchiude però un sapore piccante e salato, ottenuto grazie all’aggiunta del formaggio e delle spezie. Oppure il toscanissimo prosciutto di cinta senese ricavato da un’antica razza suina, la cinta senese, che viene ancora allevata allo stato brado e che deve il suo nome alla particolare cintura di pelo più chiaro a metà del corpo.

Alessia CASIRAGHI