Errori nel modello 730/2023 precompilato, cosa fare?

Dal giorno 11 maggio 2023 è possibile inviare il modello 730/2023 precompilato. Si può optare per l’invio senza modifiche o l’invio con modifiche, ma cosa fare nel caso in cui dopo aver inoltrato il modello ci si accorge di avere commesso degli errori? Ecco le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate.

Errori nel modello 730/2023, annullamento con applicativo web

A partire dal 17 maggio 2023 il contribuente che si accorge di avere commesso degli errori nell’invio del modello 730/2023 precompilato, può annullare tale invio, tramite l’applicativo Web, e procedere all’invio di una nuova dichiarazione corretta.

La prima cosa da dire è che l’annullamento di una dichiarazione già inviata può essere effettuato per un tempo limitato e in particolare fino al giorno 20 giugno 2023. In secondo luogo questa operazione può essere compiuta una sola volta quindi è bene prestare molta attenzione ed evitare nuovi errori.

Nel caso in cui il contribuente abbia inviato il modello con F24 completo, il termine per l’annullamento è più lungo e scade il 26 giugno 2023.

L’annullamento tramite applicativo web prevede che si faccia nuovamente accesso alla piattaforma con le proprie credenziali.

Una volta annullata la trasmissione di un modello, è come se la dichiarazione non fosse mai stata presentata e quindi è necessario mettersi in regola, in caso contrario la dichiarazione risulta omessa.

La presentazione può però avvenire anche tramite professionista o Caf, ciò implica che anche se il primo invio è avvenuto con il modello precompilato e in autonomia, dopo aver annullato tale invio si può scegliere l’invio con l’aiuto di professionisti.

Correzione della dichiarazione tramite Caf o professionista

Dopo il 20 giugno ed entro il 25 ottobre è possibile correggere la dichiarazione precedentemente inviata presentando al Caf o al professionista un 730 integrativo.

In caso di errori la cui correzione porta benefici, ad esempio nel caso in cui erroneamente non siano state fatte valere detrazioni o deduzioni, è possibile presentare il Modello Redditi Correttivo entro il 30 novembre.

Leggi anche: Modello 730 precompilato, da oggi avvio alla presentazione

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Assegno unico: quando avviene il pagamento nel mese di marzo?

Marzo 2022 è il primo mese utile per il pagamento dell’assegno unico, ma in quale data è previsto? Questa è la domanda che si fanno le famiglie ansiose di percepire gli importi che possono essere anche notevoli.

Il nuovo assegno unico e universale

Dal 1° marzo 2022 gli italiani non percepiranno più gli assegni per il nucleo familiare, inoltre vengono meno le detrazioni per i figli a carico previste dall’articolo 12 del TUIR. L’Agenzia delle Entrate con la circolare 4/E/2022 ha sottolineato che però non vengono meno le altre detrazioni per le spese sostenute per i figli a carico, ad esempio quelle per le spese mediche e sanitarie. Naturalmente coloro che hanno già proposto la domanda per l’assegno unico sono in attesa di ricevere i primi importi, sia per avere in tasca qualche soldo in più, sia per capire effettivamente quanto riceveranno ogni mese per i figli a carico fino a 21 anni di età.

In quale giorno viene pagato l’assegno unico per il mese di marzo 2022?

L’INPS ha fatto sapere che il pagamento avverrà nella seconda metà del mese di marzo. In particolare il pagamento dovrebbe avvenire tra il 15 marzo e il 21 marzo. Ricordiamo che riceveranno gli importi le famiglie che hanno inoltrato la domanda dal 1° gennaio al 28 febbraio 2022. Coloro che l’hanno inoltrata, o la inoltrano successivamente, potranno percepire l’assegno unico dal mese successivo rispetto a quello in cui hanno presentato la domanda.

Chi presenta l’istanza prima del 30 giugno potrà ricevere gli arretrati dal mese di marzo. La domanda può essere inoltrata anche senza ISEE, in questo caso si ricevono gli importi minimi previsti per chi ha un reddito ISEE superiore a 40.000 euro.

Come faccio ad essere sicuro che a marzo riceverò l’importo?

Per controllare lo stato della propria domanda per l’assegno unico è necessario andare al sito dell’INPS ed entrare nella pagina personale con SPID, CIE o CNS.

Il passo successivo è andare alla voce Assegno Unico. Qui è possibile prendere visione di diversi stati:

  • in lavorazione: ancora deve essere esaminata;
  • accolta: sarà messa in pagamento nei termini previsti;
  • rinunciata;
  • respinta;
  • decaduta;
  • in evidenza presso la sede: è necessario recarsi presso la sede dell’INPS territoriale al fine di chiarire degli aspetti legati alla domanda.
  • in evidenza al cittadino: in questo caso è necessario integrare la documentazione direttamente dalla pagina personale.

Ricordiamo che spesso gli errori che portano la domanda per l’assegno unico a non poter essere messa in pagamento possono essere banali, ad esempio in caso di errore nell’indicazione del codice IBAN oppure del codice fiscale.

L’assegno unico può essere pagato su conto corrente, carta prepagata con codice IBAN, libretto postale, conto corrente estero in area SEPA, bonifico domiciliato presso sportello postale. L’intestatario del conto deve essere lo stesso soggetto che ha presentato l’istante, in alternativa può essere cointestatario.

In base ai dati forniti dall’INPS, le Regioni dove vi è stata ina maggiore percentuale di inoltro sono state la Lombardia, la Basilicata e la Campania. In nessun caso è stato superato il 50%, questo vuol dire che la maggior parte delle famiglie italiane non ha chiesto di accedere a questo beneficio nel primo termine disponibile, cioè il 28 febbraio. Oltre la metà delle domande sono state presentate direttamente dal cittadino, il 38,9% invece tramite patronato.

Guide utili

Per conoscere gli errori più frequenti e la procedura per correggerli, leggi le guide:

Assegno Unico: attenzione agli errori nella compilazione della domanda

Assegno Unico: come correggere la domanda in caso di errori

Per avere tutte le informazioni utili sull’assegno unico, leggi invece: Online il sito per l’assegno unico: le faq più importanti e casistiche

Assegno Unico: attenzione agli errori nella compilazione della domanda

Ci sono ancora pochi giorni per presentare la domanda e accedere all’Assegno Unico e Universale per i figli a carico fino a 21 anni di età. L’INPS ha reso noto che in realtà solo una piccola parte delle persone che avrebbe diritto a percepire gli importi ha presentato la domanda. Ecco gli errori da evitare nella compilazione della stessa.

L’Assegno Unico e Universale

L’Assegno Unico prende il via dal mese di marzo 2022. Inoltrando la domanda entro il 28 febbraio sarà possibile percepirlo già a metà marzo. Per coloro che invece inoltrano entro il 30 giugno sarà possibile percepire l’assegno dal mese successivo, ma con gli arretrati decorrenti da marzo. Per coloro che presentano la domanda dal primo luglio, l’assegno sarà accreditato dal mese successivo ma senza arretrati.

Compilare la domanda per poter percepire l’Assegno Unico è abbastanza semplice, infatti, l’INPS ha reso noto che oltre ¾ delle persone ha proceduto in modo autonomo attraverso il servizio messo a disposizione sul sito dell’INPS al quale si può accedere con le proprie credenziali e quindi con il codice SPID, con la carta di identità elettronica oppure attraverso l’uso della Carta Nazionale Servizi. L’INPS per facilitare ulteriormente le operazioni ha inoltre previsto un altro servizio, cioè il sito www.assegnounicoitalia.it

Di seguito vediamo invece gli errori più frequenti nella compilazione e che potrebbero ritardare la percezione dell’Assegno Unico.

Errori nella compilazione della domanda: codice fiscale errato

Il primo errore di distrazione consiste nell’errata indicazione dei codici fiscali, basta sbagliare anche un solo carattere per impedire l’accredito, proprio per questo è consigliata un’attenta rilettura della domanda prima dell’inoltro. Attraverso il codice fiscale i richiedenti sono infatti associati a un’identità univoca e l’errata indicazione manda in tilt il sistema.

Per poter completare l’inoltro della domanda è inoltre necessario fornire l’assenso all’uso dei dati personali forniti nella compilazione della domanda. In assenza di questo piccolo adempimento non sarà possibile completare l’inoltro dell’istanza e di conseguenza non si potrà percepire l’Assegno Unico.

Per poter validare la domanda è necessario anche spuntare la casella in cui si auto-certifica che i dati forniti sono veritieri e di essere consapevoli delle conseguenze civili e penali nel caso di dichiarazioni mendaci. Si tratta delle dichiarazioni rilasciate ai sensi del DPR 445 del 2000.

Assegno Unico: attenti nella indicazione dei beneficiari

Nel caso in cui invece siano presenti due genitori, la domanda può essere inoltrata anche da uno solo di essi, ma per poter percepire l’assegno al 100% è necessario spuntare la casella in cui si dichiara che c’è accordo con l’altro genitore. Non è necessario che l’altro genitore dia conferma di tale scelta. Lo stesso può però modificare, attraverso la sua pagina personale INPS, le precedenti scelte e quindi optare per l’assegno ripartito.

Si è detto che i figli maggiorenni che abbiano meno di 21 anni e che seguono un corso di formazione, un percorso di studio, stiano prestando servizio civile, tirocinio oppure disoccupati iscritti al Centro per l’Impiego, possono ricevere l’Assegno Unico e soprattutto possono inoltrare autonomamente la domanda e indicare il loro IBAN personale. La prima cosa da sottolineare è che il figlio maggiorenne può chiedere l’Assegno Unico se è nello stesso nucleo familiare del genitore e se è fiscalmente a carico del genitore. Inoltre deve avere un reddito ( ad esempio derivante da tirocinio) inferiore a 8.000 euro al mese.

In questo caso bisogna però prestare attenzione perché se la domanda è stata già inoltrata dal figlio non può essere inoltrata anche dal genitore.

Errori nella presentazione della domanda per l’Assegno Unico: errata indicazione dell’IBAN

In secondo luogo il codice IBAN deve avere la stessa intestazione del richiedente, quindi il figlio se vuole autonomamente presentare la domanda deve inserire codice di un conto con IBAN intestato a lui, non può inserire l’IBAN del genitore. Se la domanda viene proposta dal genitore l’IBAN deve essere riferito al suo conto. Si può richiede l’accredito su un conto cointestato, ma in questo caso uno dei cointestatari deve coincidere con il richiedente il beneficio. Non è invece possibile ricevere gli importi su un conto su cui si ha solo la delega. Infine, il codice IBAN deve essere identico a quello fornito dalla banca, insomma si deve porre attenzione nella trascrizione perché in caso di errori l’accredito non sarà possibile.

Il controllo dell’IBAN viene fatto attraverso un processo telematico con le banche convenzionate e con Poste Italiane, ma nel caso in cui il conto fosse aperto presso una banca non convenzionata o istituto estero con sede in un paese dell’area SEPA il richiedente, deve allegare anche il modello di identificazione bancaria.

Domanda senza ISEE: nessuna paura non è un errore

Ricordiamo che è possibile accedere al beneficio anche senza presentare l’ISEE, in questo caso si avrà diritto alla misura minima cioè quella prevista per chi ha un reddito ISEE superiore a 40.000 euro. Inoltrando l’ISEE dopo il 28 febbraio, ma entro il 30 giugno, saranno ricalcolati gli importi ed erogate eventuali maggiori somme anche per i mesi precedenti. Se l’ISEE viene invece inoltrato dopo il 30 marzo si perdono le eventuali maggiori somme. In caso di ISEE errato, gli importi sono comunque versati, ma l’INPS chiederà la correzione dei dati e nel caso procederà anche al recupero delle somme versate in misura maggiore.

Si è visto quali potrebbero essere gli errori nella compilazione della domanda per l’Assegno Unico, occorre a questo punto ricordare che è possibile correggere gli stessi. Per conoscere la procedura c’è l’articolo: Assegno Unico: come correggere la domanda in caso di errori.

Per avere indicazioni su come compilare correttamente la domanda c’è la guida: Online il sito per l’Assegno Unico: le Faq più importanti e casistiche