Simply Italian Great Wines sbarca negli Usa

 

Il 28 e 30 ottobre a Chicago e Los Angeles , torna il Simply Italian Great Wines, il celebre meeting organizzato da IEM (International Exhibition Management), con l’obiettivo di favorire le relazioni e lo sviluppo del business fra le aziende, specialmente di piccole e medie dimensioni, e gli operatori locali.

Negli States  il nostro Paese si conferma il primo esportatore di vino, distanziando ulteriormente l’Australia, puntando a chiudere l’anno a oltre un miliardo di euro di ricavato, in base a una recente proiezione di Assoenologi. Per l’occasione una cinquantina di realtà vitivinicole italiane presenterà la propria produzione sul mercato americano incontrandosi con distributori, buyer, stampa, opinion leader, produttori locali e importatori.

Una delle caratteristiche importanti del meeting sono le attività educative e i seminari che a Chicago e Los Angeles saranno dedicati alla conoscenza del vino nostrano in generale, con approfondimenti relativi a Veneto, Piemonte, Umbria e Chianti Classico. Il made in Italy, per fortuna, funziona ancora…

Vino Made in Italy stella dell’export

Il vino italiano piace sempre di più e si sta imponendo sui mercati internazionali.

Le esportazioni, infatti, hanno raggiunto il valore record di 4,7 miliardi di euro (+6% ), arrivando a superare addirittura, per il 2012, la spesa per il vino a livello nazionale.

La notizia è emersa da un’analisi della Coldiretti, sulla base di dati effettuati da Istat riguardanti il commercio estero.
Il prodotto che, più di tutti, ha fatto da traino all’export è, appunto, il vino, che si è classificato come il prodotto agroalimentare italiano maggiormente esportato nel 2012.

In particolare, negli Stati Uniti il vino Made in Italy ha superato il tetto di un milione di euro, grazie ad un aumento del 6%.
Bottiglie tricolori superstar anche in Cina, dove si stanno aggiudicando una fetta sempre più consistente di mercato, pari al 17% in più rispetto al 2011, passando da 66 a 77 milioni.
Relativamente al mercato asiatico, però, Coldiretti afferma che non è solo la Cina ad amare particolarmente i prodotti nostrani.

La nota dolente, invece, arriva dal calo, nei consumi di vino, da parte di produttori storici come Francia e Spagna, ma anche in Italia le vendite sono diminuite.

Che sia valido, anche questa volta, il detto “Nemo propheta in patria”?

Vera MORETTI

Cresce l’importazione di vino in Italia

L’andamento delle importazioni di vino in Italia, registrato per tutto il 2011, va di pari passo con le esportazioni. Se, infatti, l’export ha segnalato un incremento del 12% annuo, le importazioni sono cresciute del 14%.
Ma se in percentuale si equilibrano, il volume d’affari non è certo alla pari.
Con 300 milioni di euro, l’import non è certo a livello dei 4,4 miliardi di euro dell’export, come era prevedibile.

Ma cosa importiamo, e da chi?
Ad entrare in Italia sono soprattutto spumanti e vini sfusi.
Per quanto riguarda i primi, i prodotti chiave rimangono Champagne e Cava, con un incremento dei volumi del 18% a 120 mila ettolitri.
I vini sfusi sono cresciuti del 28% a 92 milioni di ettolitri, a fronte di un quasi raddoppio del volume importato a 2 milioni di ettolitri. Tale incremento continua nei primi 2 mesi del 2012 e proprio questo andamento sostiene le importazioni di vino, che altrimenti sarebbero scese.

I principali mercati da cui importiamo sono sempre la Francia, gli USA e la Spagna, con il Portogallo in aumento.
Tra questi mercati, quello che ha registrato la maggior crescita è stato lo spagnolo, anche se la Francia rimane quello maggiore, con nel complesso il 57% delle importazioni, contro il 20% della Spagna.

Vera MORETTI

Niente crisi per il vino

di Vera MORETTI

La crisi non passa dal vino: dopo un 2010 brillante, con esportazioni dei vini italiani che avevano portato ad un fatturato di 3,7 miliardi di euro, per un incremento del 9% rispetto all’anno precedente, anche il 2011 ha registrato risultati positivi, con un fatturato che si è assestato a 4 miliardi di euro e un ulteriore +14%.

I dati resi noti da Coldiretti, dunque, confermano che il vino rappresenta un vero e proprio traino per l’economia italiana, nonché un fiore all’occhiello del Made in Italy.

Si beve italiano soprattutto in Europa, meta dell’oltre 50% delle esportazioni, e se consideriamo la spietata concorrenza dei vini francesi, va da sé che si tratta di un risultato più che egregio.
I maggiori estimatori dei sapori italiani, anche quando si tratta di brindare, sono i tedeschi, in realtà dei veri aficionados di tutto ciò che arriva dal Belpaese.

A contribuire a queste annate positive c’è anche la Cina, che quest’anno, con un sorprendente +102%, è stata la vera protagonista del mercato, insieme alla Russia, la quale mantiene le sue richieste in costante crescita.

A “tenere banco” sono soprattutto i vini DOC, che rappresentano il 60% del totale, segno che il marchio di origine controllata viene preteso dalla maggioranza della nostra clientela estera. Per evitare cattiva pubblicità, nonché perdita di credibilità dei prodotti italiani, è sicuramente la condotta più giusta.