Il Piano straordinario del governo per il made in Italy

Che il rilancio del made in Italy sia una fissa del premier Renzi e che ne voglia fare uno dei pilastri dell’azione di governo in ambito economico è cosa risaputa. Va in questa direzione anche il recente “Piano straordinario per il Made in Italy” varato dal governo e presentato a Milano dal viceministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e il presidente di Aefi (l’Associazione Fiere italiane) Ettore Riello.

Un programma che prende ispirazione dall’imminente Expo2015 di Milano e che prevede, per quest’anno, uno stanziamento di 261 milioni da destinare a 5 principali aree di intervento, tra le quali “il potenziamento dei grandi eventi in Italia“, a beneficio del made in Italy.

Ecco il perché della presenza di Aefi. Forte sarà infatti il supporto alle manifestazioni fieristiche maggiormente cresciute in Italia e all’estero negli ultimi anni, con l’obiettivo di favorire l’internazionalizzazione delle imprese esportatrici di prodotti, eccellenze e know-how made in Italy.

Le fiere interessate dal Piano sono infatti più di oltre 40 e conteranno su finanziamenti totali per 48 milioni di euro purché abbiano “una posizione di leadership nel proprio settore a livello globale”.

Come ha ricordato il viceministro Calenda, “la cifra destinata nel 2015 al made in Italy ammonta a sei volte la media dei precedenti stanziamenti, e dimostra l’impegno del governo a favore dell’export. Il settore delle fiere svolge un ruolo cruciale nella promozione del sistema Paese e dei nostri prodotti, per questo all’interno dei fondi sono stati stanziati ben 48 milioni di euro, per potenziare i grandi eventi fieristici”.

Si respira aria nuova tra gli imprenditori – ha concluso Calenda -, questo può essere un anno straordinario per le esportazioni”.

Il Made in Italy verso il Nord Africa

Il Made in Italy sbarca anche in Marocco, e lo fa con l’eccellenza agricola dei suoi prodotti, che daranno bella mostra di sé a Casablanca dove, dal 5 al 7 giugno, debutterà Medinit Agro, manifestazione organizzata da Medinit srl, società partecipata da Veronafiere.

Le aziende de settore verranno sostenute dalla Camera di Commercio italiana, considerando che questo appuntamento potrebbe significare avere poi accesso a tutto il Nord Africa.
Ovviamente, non si tratta di un debutto vero e proprio, poiché il Made in Italy è già sbarcato in terra d’Africa, tanto che l’intero comparto agroalimentare del Marocco vale oltre 7,5 miliardi di euro e punta a raddoppiare entro il 2020 grazie al Piano Verde di sostegno e sviluppo varato dal governo di Rabat, nel 2008.

L’annuncio del progetto è stato dato durante Fieragricola, appena svoltosi a Veronafiere, alla quale era presente anche Mohamed El Guerrouj, direttore dell’agenzia governativa facente capo al ministero dell’Agricoltura del Marocco, che per l’occasione ha incontrato i rappresentanti istituzionali della Fiera, del Comune di Verona, della Regione Veneto, Banco Popolare, Coldiretti, Cia e Confagricoltura.

Ettore Riello, presidente di Veronafiere, ha dichiarato: “Grazie allo storico know how che Veronafiere detiene nel campo agroalimentare con rassegne come Fieragricola, Vinitaly, Eurocarne, Siab ed Enolitech organizziamo una fiera di settore in Marocco, per il quale l’Italia è il terzo partner commerciale, con 2 miliardi di euro di interscambio”.

Ha aggiunto El Guerrouj: “Una fiera come Medinit Agro rappresenta una novità assoluta nel Paese e le opportunità commerciali per le imprese italiane sono molte. Il Marocco sta puntando molto sull’agroalimentare, grazie ad investimenti statali pari a 100 milioni di euro ogni anno”.

Nel Marocco è forte la domanda di macchinari e tecnologie agricole Made in Italy e le sfide del futuro riguardano, soprattutto, l’uso razionale delle risorse idriche e le energie rinnovabili, come ha confermato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere: “Come Veronafiere già presidiavamo il Paese con Medinit Expo, attivo nei comparti building, design e marmo lapideo. Visto il successo dell’iniziativa, abbiamo pensato di replicare il format e allargarlo all’agroalimentare, un altro dei nostri settori di punta. Nella prima edizione contiamo di avere 50 aziende italiane scelte, che puntiamo a raddoppiare nel 2015”.

Vera MORETTI

Veronafiere, previsione ricavi 2014 a quota 95 milioni di euro

 

Veronafiere, l’Ente Autonome per le Fiere di Verona nato nel 1898, ha chiuso il 2013 con ricavi che si attestano intorno a 74 milioni di euro, con un utile ante imposte superiore ai 2 milioni di euro. «Un risultato decisamente positivo considerata sia la perdurante crisi economica, sia la struttura del calendario che, per ciclicità, non prevedeva nel corso di questo esercizio alcune importanti rassegne con cadenza biotriennale – ha sottolineato il presidente Ettore Riello Tuttavia, mettendo in campo il know how e la professionalità della nostra realtà abbiamo saputo compensare tali effetti grazie a un’intensa progettualità che ci ha consentito sia di innovare e rendere sempre più efficaci le manifestazioni esistenti, sia di proporre nuovi eventi, come Smart Energy Expo, in risposta a una concreta domanda di mercato. Complessivamente sono state realizzate 50 manifestazioni, di cui ben 10 sviluppate all’estero. Questo approccio, che mira a fornire nel tempo al nostro sistema industriale una efficace piattaforma di promozione nazionale e internazionale, ci consente anche oggi di presentare un positivo bilancio previsionale per il 2014».

Con 57 rassegne in calendario (43 in Italia e 14 all’estero), Veronafiere prevede di mantenere l’importante trend di crescita anche il prossimo anno, portando i ricavi addirittura a ben 95,4 milioni di euro. Dalla biennale Fieragricoltura, alla triennale triennale Samoter in abbinata con la prima edizione di Asphaltica, sono previsti 15 milioni di investimenti,che, come precisato dal presidente Riello, «andranno ad utilizzare parte delle risorse raccolte con l’aumento del Fondo di dotazione, e saranno destinati alla costante qualificazione del quartiere espositivo […] e alla realizzazione del collegamento tra la Stazione di Porta Nuova e la Fiera».

Jacopo MARCHESANO

Le fiere determinanti nella ripresa, nel 2013 giro d’affari da 60 miliardi

“Le fiere sono il miglior strumento promozionale per fare business. Ovunque ci sia innovazione, tecnologia o riconoscibilità, c’è la possibilità di inventare un evento di successo”. Stentavamo, forse, a crederci, ma alle parole di ieri del direttore di Senaf, Emilio Bianchi, vengono in soccorso le cifre: nei 1.027 eventi che si sono tenuti nel nostro Paese, e che hanno schierato 200mila espositori totali, il giro d’affari totale ha sfondato quota 60 miliardi.

«Nonostante la crisi continui a mordere e le fiere mostrino che le difficoltà non sono ancora finite – commenta Ettore Riello, presidente di Aefi, l’Associazione delle esposizioni e fiere internazionali – il nostro Osservatorio del secondo trimestre 2013 evidenzia segnali incoraggianti: sia il numero delle manifestazioni che quello degli espositori hanno registrato un saldo positivo (+25,1% e + 8,7%). Le imprese italiane continuano a nutrire fiducia nello strumento fiera, ma la crisi induce a essere più selettivi nella scelta delle manifestazioni da presidiare. Affinché le fiere possano continuare a essere percepite come una reale piattaforma competitiva, tutto il settore è chiamato a evolvere verso una maggiore compattezza e una migliore capacità di offrire strumenti per comprendere i mercati e supportare gli espositori»

Jacopo MARCHESANO