Niente di fatto per Exor e PartnerRe

Fumata nera per Exor, che ancora ci sperava di spuntarla nel progetto PartnerRe.
Ma la compagnia di riassicurazione Usa sembra essere più favorevole ad una fusione con Axis Capital, molto poco attratta dalla holding della famiglia Agnelli.

La spiegazione per questo cambio di tendenza è stata data da Axis chiamando in causa direttamente l’impegno che il gruppo italiano ha in Fca, un investimento troppo importante per Exor e quindi in grado di distogliere risorse ed energie dall’eventuale coinvolgimento in PartnerRe.

La compagnia di riassicurazione ha anche preparato un testo, intitolato “Presentazione di documenti che dettagliano i rischi inaccettabili posti dall’offerta inferiore di Exor“, in cui vengono citati tre fattori che spiegano il rifiuto: “La capacità e il desiderio di Exor di chiudere potrebbero risultare notevolmente danneggiati da pressioni finanziarie sulla leva cui avviene la transazione dalla capacità di Exor di far cassa e dai suoi impegni nei confronti di altri investimenti (tra cui Fiat Chrysler). I regolatori e le agenzie di rating probabilmente vorranno esplorare le intenzioni di Exor per PartnerRe, in particolare visti i report frequenti sulla ricerca di soluzioni strutturali per le prossime sfide che riguardano Fiat Chrysler“.

Infine i tempi di esecuzione dell’operazione, che con Exor “non si chiuderà quest’anno” mentre nel caso di fusione con Axis non andrebbero oltre il terzo trimestre.

Vera MORETTI

Ad Exor il 46,6% dei diritti di voto di Fiat

Borsa Italiana ha appena annunciato importanti cambiamenti relativi al capitale sociale di Fiat Chrysler Automobiles.

E’ stato deciso, infatti, che esso sarà composto da oltre 1,2 miliardi di azioni ordinarie e da 408,95 milioni di azioni a voto speciale.

Questi titoli incorporano un diritto di voto addizionale e sono state assegnate a chi ne ha fatto richiesta dopo l’approvazione della fusione di Fiat in Fiat Chrysler.

Ma non è tutto, poiché Exor, azionista di riferimento, pare abbia fatto richiesta per i titoli a disposizione e potrà contare, per quanto riguarda i diritti di voto, su una percentuale del 46,6%, rispetto a una quota del 30% del capitale.

Vera MORETTI

Exor compie cinque anni

Si è appena svolta l’assemblea degli azionisti di Exor, presieduta da John Elkann, il quale ha aperto facendo un bilancio, positivo, dei primi cinque anni della holding finanziaria controllata dalla famiglia Agnelli e nata da una fusione tra Ifi e Ifil.

Ecco le parole del presidente Elkann: “Sono circa 5 anni che esiste Exor e in questi 5 anni abbiamo fatto molte cose: la base dei nostri ricavi si è profondamente trasformata. Cinque anni fa la percentuale dei ricavi realizzata fuori dall’Europa era più o meno il 40%, oggi è salita al 75%“.

Durante l’assemblea è stato approvato il bilancio 2013, chiuso con un utile di 92,7 milioni di euro ed è stata deliberata la distribuzione di un dividendo di 0,335 per ogni azione, per un totale di 74,5 milioni. I dividendi saranno messi in pagamento il 26 giugno.

Facendo un excursus su quanto fatto finora, John Elkann ha voluto ricordare che Exor ha operato un programma di semplificazione con la vendita degli investimenti più piccoli, come Alpitour e Vision, valorizzando invece quelli più rilevanti, come Intesa Sanpaolo e Sgs, che hanno portato ad un guadagno pari a 5 volte l’investimento iniziale.

Per quanto riguarda i risultati in Borsa, il titolo è cresciuto del 406%, “ovvero quasi 10 volte l’indice di Piazza Affari Ftse Mib che nello stesso periodo ha guadagnato il 43%“.

Pensando al futuro, Elkann lo vede pieno di sfide importanti, che dovrebbero portare Exor a diventare ancora più forte e competitiva.
Il presidente ha ricordato anche che il piano di Fca non prevede aumenti di capitale. Elkann ha parlato poi di Cushman & Wakefield: “Non dimentichiamo che è il terzo nostro più grande investimento, che da pochi mesi ha un nuovo ceo e che sta lavorando per rafforzare la società“.

Sempre parlando di investimenti, John Elkann ha ammesso: “Vorremo fare uno o due grandi investimenti in modo da avere accanto a Fca, Cnh Industrial e Cushman & Wakefiled un altro fratellino o una sorellina che siano società simili, che hanno le radici in Europa o in America ma che operano nel mondo“.
Quanto ai campi d’azione, il numero uno della società di investimenti della famiglia Agnelli ha precisato di pensare a “settori che assorbano meno capitale di Fca e Cnh Industrial”.

Vera MORETTI

Giovanni Agnelli Sapaz acquista azioni Exor per 11,5 milioni

Exor, una delle principali società d’investimento europee, è controllata dalla famiglia Agnelli.

La storia di questa holding, che oggi vanta un Nav (net asset value) di oltre 7 miliardi di euro, deriva da un secolo di investimenti, che l’hanno vista più volte protagonista sui mercati italiani e che è cominciata nel lontano 1927 con l’Ifi, fondato da Giovanni Agnelli.

Quotata alla Borsa Italiana, la Exor ha sede a Torino ed è capace di realizzare investimenti concentrati in società globali in diversi settori, prevalentemente in Europa e negli Stati Uniti, con un orizzonte temporale di lungo termine.

Attualmente il capitale ordinario fa capo per il 59,1 per cento alla Giovanni Agnelli e C Sapaz, per il 7,2 al Gruppo Mackenzie Cundill, per il 4,2 alla stessa Exor, mentre il restante 29,2 è flottante.
Al 30 settembre del 2012 la holding di partecipazioni presentava un utile di 286,4 milioni, in calo rispetto ai 484,7 dello stesso periodo dell’anno precedente.

Notizia dell’ultima ora è che la Giovanni Agnelli & C Sapaz ha acquistato sul mercato, tra il 12 e fine febbraio, azioni di risparmio Exor per 11,5 milioni di euro.
La holding, che controlla il 52,7% circa del capitale ordinario di Exor, ha acquistato 533.000 azioni, pari al 5,8% del totale delle azioni risp.

Vera MORETTI