Imposta di bollo fatture elettroniche: scadenza il 30 settembre 2022

Con il decreto ministeriale del MEF del 4 dicembre 2022 sono state rimodulate le scadenze per il versamento dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche. Entro il 30 settembre è necessario effettuare il versamento per le imposte di bollo maturate nel secondo trimestre dell’anno.

Assolvimento imposta di bollo sulla fatturazione elettronica

Le imposte di bollo sulle fatture elettroniche possono essere correttamente assolte al momento dell’emissione indicando sulla fattura stessa l’assolvimento dell’obbligo. Dal 15 luglio 2022 sul sito “fatture e corrispettivi” dell’Agenzia delle Entrate è invece disponibile l’elenco degli obblighi assolti. In particolare è disponibile:

  • l’elenco A, non modificabile, contenente gli estremi delle fatture elettroniche per le quali è stato correttamente assolto l’obbligo di versamento dell’imposta di bollo;
  • l’elenco B è invece contenuta la lista delle fatture elettroniche per le quali non è stato assolto l’obbligo di versamento dell’imposta di bollo o è stato assolto in modo insufficiente. In caso di incongruenze l’elenco B poteva essere modificato entro il 10 settembre.

Le scadenze per il versamento dell’imposta di bollo su fatture elettroniche II trimestre e I trimestre

Entro il 20 settembre 2002 è invece è possibile entrare nell’area riservata del portale Fatture e Corrispettivi e verificare gli importi dovuti a titolo di imposta di bollo sulla fatturazione elettronica. Gli stessi dovranno quindi essere versati entro il 30 settembre 2022 con modello F24. I codici tributo sono:

  • 2521 I° trimestre
  • 2522 II° trimestre

  • 2523 III° trimestre

  • 2524 IV° trimestre

  • 2525 sanzioni

  • 2526 interessi.

In alternativa è possibile effettuare il pagamento dall’area riservata e con addebito sul proprio conto corrente postale o bancario.

Ricordiamo che nel caso in cui le imposte da versare al termine di un trimestre abbiano un importo inferiore a 250 euro, il pagamento può slittare al trimestre successivo, quindi entro il 30 settembre 2022 è possibile versare anche le somme relative all’imposta di bollo del primo trimestre 2022, senza maggiorazioni e sanzioni, se tali importi erano inferiori a 250 euro. Dal 2023 il limite dei 250 euro sarà innalzato a 5.000 euro.

In caso di mancato o insufficiente versamento l’Agenzia delle Entrate comunica il mancato pagamento al contribuente indicando le somme da pagare, gli interessi e le sanzioni. Questa è solo una delle  scadenze del mese di settembre quindi è meglio prestare attenzione.

Come funziona un visualizzatore di fatture elettroniche

I file XML o p7m, che sono associati ad una fattura elettronica, si possono convertire per la visualizzazione in formato PDF? La risposta è affermativa a patto di utilizzare un apposito software di visualizzazione delle fatture elettroniche.

Vediamo allora, nel dettaglio, come fare e, quindi, come funziona un visualizzatore di fatture elettroniche. Ed anche quali sono le limitazioni imposte dallo standard XML per la generazione delle fatture elettroniche.

Cos’è un visualizzatore di fatture elettroniche e come funziona

Su cos’è un visualizzatore di fatture elettroniche possiamo dire, per semplificare al massimo, che trattasi di una funzione che è offerta dai migliori software in commercio. Quelli che permettono, grazie al collegamento con il Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate, di poter gestire tutto il ciclo completo della fatturazione elettronica ai sensi di legge e nel rispetto di tutte le norme vigenti. Visto che per la maggioranza delle partite IVA non è più possibile l’emissione di fatture in formato cartaceo.

Il visualizzatore permette di aprire le fatture in formato XML e di visualizzarle in formato PDF. Ma attenzione al fatto che una fattura, originariamente in formato PDF, non si può convertire nel formato XML al fine di poter produrre delle fatture elettroniche.

Dal formato XML al PDF per la fatturazione elettronica grazie al convertitore

Il visualizzatore di fatture elettroniche è noto anche come convertitore proprio perché si passa dalla fattura elettronica in formato XML alla conversione in formato PDF che è il tipo di file più utilizzato per la visualizzazione dei documenti.

Di contro, l’XML è utilizzato nel ciclo della fatturazione elettronica in quanto si tratta di un formato che è leggero e che, quindi, è facilmente gestibile anche per il Sistema di Interscambio (SdI) che è gestito dall’Agenzia delle Entrate. Dalla fattura in PDF non è possibile passare a quella XML in quanto il formato XML contiene con il tracciato molti più dati. Rispetto ad una comune fattura in formato PDF.

Obbligo di fattura elettronica pure per i forfettari sopra i 25.000 euro dall’1 luglio del 2022

Ricordiamo infine che quello della fatturazione elettronica è un obbligo che riguarda la stragrande maggioranza dei titolari di partita IVA, come sopra accennato. Inoltre da domani, 1 luglio del 2022, l’obbligo della fatturazione elettronica scatta pure per i contribuenti in regime forfettario con una soglia dei ricavi o dei compensi al di sopra della soglia dei 25.000 euro.

Cos’è la fatturazione elettronica B2C

I titolari di partita IVA, con obbligo di fatturazione elettronica, sono tenuti all’emissione del documento digitale non solo verso altri soggetti passivi IVA, ma anche verso i consumatori finali. Ovverosia, verso soggetti che sono privi di partita IVA e che sono identificabili, in questo caso, con il codice fiscale.

Nella fattispecie, da un operatore economico ad un consumatore finale, si parla di fatturazione elettronica B2C, ovverosia Business To Consumer. Vediamo allora di approfondire tutti gli aspetti legati proprio alla fatturazione elettronica B2C.

Come funziona la fatturazione da titolare di partita IVA a consumatore finale

Nel dettaglio, la fatturazione elettronica B2C funziona sostanzialmente allo stesso modo delle e-fatture B2B, ovverosia tra due soggetti passivi IVA. E questo perché si tratta sempre di generare e di emettere una fattura elettronica il cui destinatario, nella fattispecie, è un consumatore finale.

Ovverosia, per esempio, un privato cittadino che ha effettuato presso un medico specializzato una visita oculistica. L’oculista procederà così a generare la fattura elettronica e ad inviarla attraverso il Sistema di Interscambio (SdI) che è gestito dall’Agenzia delle Entrate. Inoltre, in formato cartaceo o via posta elettronica, la copia dell’e-fattura deve essere sempre inoltrata al consumatore.

Nella fase di emissione e di trasmissione della fattura elettronica B2C, inoltre, il soggetto passivo IVA può eventualmente indicare, se fornito, pure l’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) del consumatore. La PEC non è obbligatoria ma, se non indicata, il titolare di partita IVA, come sopra indicato, avrà l’obbligo di inviare via posta elettronica o di consegnare in formato cartaceo una copia dell’e-fattura.

Come gestire la fatturazione elettronica B2C anche attraverso il portale del Fisco

Per la gestione completa del ciclo della fatturazione elettronica, includendo pure quella Business To Consumer, il soggetto passivo IVA può avvalersi a costo zero dei canali e degli applicativi che sono messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Ovverosia, con l’app FatturAE ed anche, senza scaricare alcun software, accedendo con le proprie credenziali al portale ‘Fatture e Corrispettivi‘ del Fisco.

L’uso dell’app FatturAE, e del portale ‘Fatture e Corrispettivi’ dell’Agenzia delle Entrate, non è comunque obbligatorio. In quanto, includendo pure il ciclo di fatturazione BTC, il soggetto passivo IVA per la fatturazione elettronica può pure far uso di un software di fatturazione accreditato.

Come funziona la fatturazione elettronica in cloud

Per dire addio alla fatturazione cartacea, specie se c’è l’obbligo di fatturazione elettronica, ci sono le cosiddette soluzioni in cloud. Ovverosia, il titolare di partita IVA per la gestione completa del flusso di fatturazione, includendo pure l’obbligo di invio del documento elettronico al Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate, può dire addio alle scartoffie.

In quanto tutte le fatture sono conservate, in tutta sicurezza, su un server. Vediamo allora, nel dettaglio, come funziona la fatturazione elettronica in cloud, e chiaramente anche quali sono tutti i relativi vantaggi.

Quali sono tutti i vantaggi della gestione della fatturazione elettronica in cloud

Nel dettaglio, su quali sono i vantaggi della gestione della fatturazione elettronica in cloud, prima di tutto c’è da dire che in commercio ci sono proprio dei servizi per fatturare senza alcun bisogno di software da scaricare e da installare sul PC o sullo smartphone.

Con la fatturazione elettronica in cloud, infatti, tutto avviene online con accesso tramite le credenziali. Con i migliori applicativi che, inoltre, sono collegati e sono interfacciati con il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate. Il che significa che per la gestione dell’obbligo della fatturazione elettronica, da parte dei soggetti passivi IVA, tutto è davvero molto semplice.

Con la fatturazione elettronica in cloud, inoltre, basta disporre delle proprie credenziali per accedere alle fatture da qualsiasi dispositivo. Dallo smartphone al PC, passando per il tablet. In quanto sul cloud qualsiasi tipo di documento è reperibile ed è consultabile in qualsiasi momento, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Cosa fanno i migliori software di fatturazione elettronica in cloud

I migliori applicativi online per la gestione della fatturazione elettronica in cloud, inoltre, non offrono solo la possibilità di gestire, attraverso il Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate, il ciclo completo della e-fatturazione obbligatoria, ma permettono pure di accedere a tanti tool ed a tanti servizi evoluti per la gestione della propria contabilità.

Che si tratti di un libero professionista, di un piccolo imprenditore o di un lavoratore autonomo. Inoltre, con questi applicativi il titolare di partita IVA non ha mai bisogno di recarsi presso lo studio del proprio commercialista di fiducia. In quanto quest’ultimo può accedere online allo stesso modo, attivando i relativi permessi, alle fatture ed ai dati chiave dell’attività economica del proprio assistito.

Come scegliere l’utenza di lavoro sul portale Fatture e Corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate

Per la gestione completa del flusso relativo alle fatturazione elettronica c’è sul web un portale istituzionale che, con accesso tramite le credenziali, è ad accesso ed a fruizione gratuita. Il che significa che il titolare di partita IVA, volendo, non ha bisogno di dover utilizzare software a pagamento per essere in regola con tutto il ciclo della fatturazione elettronica.

Questo portale è ‘Fatture e Corrispettivi‘ dell’Agenzia delle Entrate con l’autenticazione che è subordinata sia all’uso di un browser aggiornato, sia alla scelta dell’utenza di lavoro. Vediamo allora, nel dettaglio, proprio come scegliere l’utenza di lavoro sul portale Fatture e Corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate.

Accesso al portale Fatture e Corrispettivi solo con un browser aggiornato

In particolare, come sopra accennato, prima di scegliere l’utenza di lavoro sul portale Fatture e Corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate è necessario che il browser di navigazione che è stato scelto per l’accesso tramite le credenziali, per esempio ‘Chrome’, sia correttamente aggiornato. Ovverosia, che sia aggiornato ad una versione recente.

Al riguardo, nella sezione relativa all’assistenza online per il portale ‘Fatture e Corrispettivi’, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione degli utenti proprio il servizio web di verifica rapida del proprio browser. Un servizio di verifica che è ad accesso libero e quindi senza alcun bisogno di autenticazione.

Portale Fatture e Corrispettivi, dall’utenza di lavoro alla sola opzione ‘Me stesso’

Accedendo al portale ‘Fatture e Corrispettivi’ con le proprie credenziali, l’utente è chiamato a selezionare l’utenza di lavoro quando opera per conto di altri. Ed al riguardo è stato legittimamente incaricato e delegato.

Invece, l’utente che accede al portale ‘Fatture e Corrispettivi’ in proprio per la propria partita IVA, e quindi in assenza di deleghe, la scelta dell’utenza di lavoro si riduce alla presenza della sola opzione ‘Me stesso‘. Ed in tal caso, si legge altresì sul portale dell’Agenzia delle Entrate, il sistema, in quanto non ci sono utenze di lavoro tra cui scegliere, mostrerà direttamente quelli che sono i servizi disponibili.

Ricordiamo infine che per autenticarsi al portale ‘Fatture e Corrispettivi’ serve il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), la Carta d’Identità Elettronica (CIE) oppure la Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Così come i titolari di partita IVA, a differenza dei privati, possono ancora utilizzare le credenziali rilasciate dal Fisco. Ovverosia, il Codice Fiscale/Codice Entratel unitamente alla password ed al codice PIN.

Come annullare i dati delle fatture elettroniche emesse e ricevute

I dati delle fatture elettroniche emesse e ricevute si possono annullare? La risposta è affermativa. In quanto se non scartati, i dati delle fatture elettroniche emesse e ricevute si possono annullare, tra l’altro, dal portale ‘Fatture & Corrispettivi’ grazie ad un’apposita funzionalità.

E lo stesso è possibile, con un file in formato XML, pure attraverso l’utilizzo di un canale accreditato da web-service o da FTP (File Transfer Protocol) così come riporta il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

Vediamo allora, su come annullare i dati delle fatture elettroniche emesse e ricevute, quali sono tutti i passi da seguire anche nel caso in cui ad agire con delega, per conto di un titolare di partita IVA, sia un intermediario abilitato.

Come si genera il file di annullamento dei dati delle fatture elettroniche

Nel dettaglio, la funzionalità relativa all’annullamento dei dati delle fatture elettronica emesse e ricevute, che sono stati trasmessi e non scartati, si realizza attraverso l’invio di un nuovo file ‘Dati Fattura’. Ed il tutto facendo attenzione al fatto che l’operazione di annullamento è irreversibile, ragion per cui non sarà poi possibile effettuare la revoca.

Inoltre, per ogni operazione di annullamento file si deve fare riferimento, per la fattura elettronica, sempre al file originario. Ovverosia, a quello che è stato trasmesso la prima volta indipendentemente dal fatto che, sugli stessi dati, siano state apportate delle modifiche.

Ecco come i dati delle fatture elettroniche si possono annullare con una procedura guidata

Per agevolare la generazione del file di annullamento dei dati delle fatture elettroniche, l’Agenzia delle Entrate permette l’accesso, dal portale ‘Fatture e Corrispettivi’, ad una procedura guidata.

Ed il tutto fermo restando che il titolare di partita IVA, o l’intermediario abilitato e delegato, può utilizzare, al posto del portale ‘Fatture e Corrispettivi’, pure altri software che siano conformi. Ovverosia, dei software che rispettino le specifiche tecniche del formato Dati fatture. Come da documenti tecnici allegati, in data 27 marzo del 2017, ad un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

Attraverso la funzionalità web, inoltre, l’Agenzia delle Entrate per quel che riguarda l’annullamento dei dati delle fatture elettroniche fa altresì presente che c’è una limitazione. Ovverosia, si può generare il file di annullamento di un intero file originario ad una sola condizione. Ovverosia, solo se questi dati si riferiscono a fatture elettroniche emesse nei confronti di un solo cliente. Oppure se sono state ricevute da un solo fornitore.

Come sigillare correttamente una fattura elettronica

Le fatture elettroniche generate, prima di essere inviate al Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate, si possono sempre controllare in via preventiva. E questo al fine di rilevare eventuali errori e procedere poi, in tal caso, con le opportune correzioni. In più, dopo il controllo preventivo alla fattura elettronica si può apporre prima dell’invio all’SdI pure il sigillo.

Operazione che precede la trasmissione corretta dell’e-fattura. Vediamo allora, nel dettaglio, come sigillare correttamente una fattura elettronica prendendo a riferimento, nello specifico, l’uso dell’APP FatturAE dell’Agenzia delle Entrate per i dispositivi mobili con il sistema operativo iOS della Apple, e per quelli con il sistema operativo Android di Google.

Anteprima, controllo, sigillo e trasmissione di una fattura elettronica: ecco come fare con l’app FatturAE

Muniti di smartphone ioS o Android, l’Agenzia delle Entrate permette, grazie all’applicazione gratuita FatturAE, di gestire tutto il ciclo della fatturazione elettronica in pochi step. In particolare, dalla sezione ‘Riepilogo’ dell’applicazione è possibile accedere al menu con le voci ‘Anteprima fattura’, ‘Controlla e Sigilla‘ e ‘Trasmetti’.

Nel dettaglio, con la funzionalità ‘Anteprima fattura’ il titolare di partita IVA ha la possibilità di visualizzare a schermo intero la fattura prodotta, mentre con la funzionalità ‘Controlla e Sigilla‘, se non ci sono errori dopo il controllo preventivo dei dati, l’applicazione restituirà il risultato positivo della diagnosi effettuata.

Nonché la dicitura ‘la fattura è stata correttamente sigillata‘. Apposto il sigillo alla fattura elettronica, questa con ‘Trasmetti’ potrà essere inviata al Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate. Dopodiché, in questo caso, apparirà la dicitura ‘la fattura è stata correttamente trasmessa‘.

Ecco tutto quello che si può fare con l’app FatturAE dell’Agenzia delle Entrate

Chiarito come apporre il sigillo ad una fattura elettronica, elenchiamo ora quali sono tutte le funzionalità offerte dall’app FatturAE dell’Agenzia delle Entrate per i dispositivi mobili. Applicazione che, sostanzialmente, è alternativa, per la gestione del ciclo della fatturazione elettronica, al portale ‘Fatture e Corrispettivi‘.

Nel dettaglio, con l’applicazione le fatture elettroniche si possono predisporre, scegliere per tipologia, visualizzare, controllare preventivamente, memorizzarle, inviare all’SdI, archiviarle per la consultazione ed anche importarle utilizzando software che sono diversi dall’App FatturAE.

In più, attraverso l’applicazione mobile l’utente può accedere tramite autenticazione al portale ‘Fatture e Corrispettivi’, e può pure consultare l’area relativa a info e assistenza. Infine, come sopra accennato, ricordiamo che è possibile scaricare gratis l’app FatturAE dell’Agenzia delle Entrate esclusivamente dagli store Google Play e App Store.

Come generare una fattura elettronica senza connessione ad Internet

Per l’invio di una fattura elettronica in Italia c’è un unico canale ammesso, ed è quello che è rappresentato dal Sistema di Interscambio (SdI) gestito dall’Agenzia delle Entrate. Pur tuttavia, ci sono tanti modi per poter generare e predisporre una fattura elettronica.

Per esempio, è possibile farlo pure senza avere al momento una connessione ad Internet attiva. E questo grazie ad un apposito software che viene messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Vediamo allora di cosa si tratta, nel dettaglio, proprio su come generare una fattura elettronica senza avere la connessione ad Internet.

Sulla fatturazione elettronica, ecco il software stand-alone per personal computer del Fisco

Nel dettaglio, proprio per la generazione del file XML della fattura elettronica, i titolari di partita IVA hanno la possibilità di scaricare, dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, l’apposito pacchetto software stand-alone per personal computer.

Il software è chiaramente gratis, e permette, anche senza avere attiva la connessione ad Internet, di predisporre le tre diverse tipologie di fattura elettronica. Ovverosia, la fattura elettronica ordinaria, la fattura elettronica semplificata e la FatturaPA.

Dal PC al Sistema di Interscambio, ecco come funziona il software fatturazione elettronica

In questo modo, grazie al software stand-alone per personal computer del Fisco, il titolare di partita IVA può predisporre e può generare le fatture elettroniche, salvandole sul proprio PC. E poi, quando c’è connessione ad Internet, si potrà procedere alla trasmissione della fattura elettronica al Sistema di Interscambio (SdI) attraverso il portale ‘Fatture e Corrispettivi‘.

Con la PEC oppure con il canale telematico Web Service o FTP in accordo con quanto si legge sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate. Ed il tutto fermo restando che il software stand-alone per personal computer del Fisco per la fatturazione elettronica è corredato da un’apposita Guida che si può visionare e che si può scaricare dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate in formato PDF.

Cosa fare quando offline il software per la fatturazione elettronica non funziona

Quindi, con il software stand-alone per personal computer del Fisco il titolare di partita IVA può comodamente lavorare offline, e quindi senza connessione ad Internet. Ma in ogni caso al momento della trasmissione occorre accedere alla rete.

In più, l’Agenzia delle Entrate fa presente e ricorda che, utilizzando per molto tempo offline il software stand-alone per personal computer, si può riscontrare qualche problema tecnico. Che si risolve chiudendo l’applicativo e, dopo aver effettuato l’accesso ad Internet, riavviandolo affinché questo si possa aggiornare in automatico all’ultima versione disponibile.

Servizio di consultazione delle fatture elettroniche, come funziona l’adesione ed il recesso

Per la fatturazione elettronica l’Agenzia delle Entrate non mette a disposizione solo i servizi gratuiti di generazione e di invio al Sistema di Interscambio (SdI), ma anche il servizio di consultazione.

In particolare, possono consultare le fatture elettroniche non solo i titolari di partita IVA, ma anche i consumatori finali. Vediamo allora in maniera dettagliata, proprio sul servizio di consultazione delle fatture elettroniche, come funziona e come si fa sia a aderire, sia all’occorrenza pure a recedere.

Quali sono le funzionalità disponibili per l’adesione e per il recesso al servizio di consultazione e-fatture

Nel dettaglio, sono attualmente 4 le funzionalità che sono disponibili per l’adesione e per il recesso dal servizio di consultazione delle e-fatture in accordo con quanto si legge sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.
Si tratta, nello specifico, del servizio standard di consultazione delle fatturazione elettronica con la possibilità di adesione e di recesso.

Nonché l’adesione ed il recesso Business To Business (BTB) per i soggetti IVA, Business To Business (BTB) massiva e adesione e recesso al servizio di consultazione delle fatture elettroniche per il Business To Consumer (BTC). Ovverosia, per i consumatori finali che sono i destinatari delle fatture elettroniche. E quindi le persone fisiche ed anche le persone non fisiche che non sono titolari di partita IVA.

Adesione e revoca del servizio di consultazione dal portale ‘Fatture e Corrispettivi’

Per i soggetti IVA e per gli intermediari abilitati e delegati, il portale per l’adesione e per la revoca del servizio di consultazione delle fatture elettroniche è ‘Fatture e Corrispettivi’ dell’Agenzia delle Entrate. Dal portale, infatti, il soggetto IVA può aderire al servizio gratuito di consultazione delle fatture elettroniche emesse e ricevute attraverso il Sistema di Interscambio (SdI).

Oppure, fa altresì presente l’Agenzia delle Entrate, il soggetto IVA può recedere dal servizio di consultazione e di acquisizione delle fatture elettroniche oppure dei loro duplicati informatici. E questo, a livello normativo, in forza ed ai sensi del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 30 aprile del 2018 e delle successive modifiche.

Consultazione fatture elettroniche BTB in modalità massiva, quali sono le modalità di adesione

Per l’adesione al servizio di consultazione delle fatture elettroniche BTB in modalità massiva, invece, ci sono due ruoli possibili per l’accesso alle relative funzionalità. Ovverosia, per delega diretta oppure come incaricato.

In particolare, i ruoli per delega diretta o come incaricato corrispondono a due possibili profili autorizzativi per l’adesione al servizio. Con la delega diretta il delegato ha tra l’altro la possibilità di operare massivamente su tutti i suoi deleganti. Mentre per il ruolo incaricato l’utente deve necessariamente indicare il codice fiscale del soggetto che lo ha incaricato.

Adesione e revoca consultazione fatture elettroniche B2C, ecco quali sono i canali

Per l’adesione e per il recesso dalla consultazione delle fatture elettroniche B2C (Business To Consumer), i canali telematici ai quali accedere, invece, sono quelli rappresentati da Entratel e da Fisconline potendo scegliere in base ai casi tra due opzioni.

Ovverosia, l’adesione o il recesso dalla consultazione delle fatture elettroniche B2C (Business To Consumer) per un utente che è una persona fisica e che accede per sé stesso. Oppure l’adesione o il recesso dalla consultazione delle fatture elettroniche B2C (Business To Consumer) per un utente che è incaricato da soggetti che sono persone non fisiche e non titolari di partita IVA.

Quali sono i tre formati previsti per poter generare una fattura elettronica

Per poter generare una fattura elettronica quali sono i formati previsti in Italia dal Fisco? Al riguardo la risposta è presto detta. In quanto, all’occorrenza, i formati che si possono utilizzare, ai fini della generazione e della predisposizione di una e-fattura, sono tre.

Ovverosia, la fattura elettronica ordinaria, la fattura elettronica semplificata e la fattura PA, ovverosia quella verso le amministrazioni pubbliche. Vediamo allora nel dettaglio quali sono le caratteristiche per questi tre formati di fattura elettronica.

Quali sono le caratteristiche della fattura elettronica ordinaria e le differenze con la fattura elettronica semplificata

Dei tre formati di e-fattura, quella elettronica ordinaria è la più utilizzata ed è anche la più complessa per quel che riguarda la compilazione. In quanto occorre inserire più dati rispetto alla fattura elettronica semplificata per la quale, invece, molte informazioni possono essere omesse in quanto sono opzionali e quindi facoltative.

Per esempio, rispetto alla fattura elettronica ordinaria, in quella semplificata non è necessario indicare i dati anagrafici del cliente. In quanto basta il codice fiscale o la partita IVA. Così come con la fattura elettronica semplificata è opzionale pure l’indicazione della quantità, della natura e della qualità dei beni o dei servizi che sono stati ceduti.

Quando si può optare per la fattura elettronica semplificata rispetto a quella ordinaria

La fattura elettronica semplificata rispetto a quella ordinaria è in genere ideale per i piccoli imprenditori e per le piccole partite IVA. Per esempio, per i piccoli negozi di vendita al dettaglio, ma anche per le micro e per le piccole imprese operanti nel settore dei servizi.

La fattura elettronica ordinaria, invece, è obbligatoria sempre e comunque quando la transazione è legata ad una cessione intracomunitaria. In tal caso, infatti, la fattura elettronica semplificata non può essere utilizzata.

Quando usare la Fattura PA e quali sono gli obblighi per i contribuenti in regime forfettario

Fattura PA, tra i tre formati di e-fattura utilizzabili, è invece la fattura elettronica da predisporre verso le pubbliche amministrazioni. L’obbligo di fattura elettronica verso la PA riguarda tra l’altro tutti i titolari di partita IVA. E quindi pure per tutti i contribuenti che operano in regime fiscale agevolato come quello del forfettario.

I tre formati di fattura elettronica, dalla e-fattura ordinaria a quella semplificata, e passando per l’e-fattura verso la PA, si possono generare, trasmettere al Sistema di Interscambio (SdI) e conservare utilizzando, con accesso tramite credenziali, il portale ‘Fatture e Corrispettivi’ dell’Agenzia delle Entrate.