Artigiani, dai Confidi sempre meno finanziamenti

Secondo quanto emerge da una ricerca sullo stato del credito realizzata da Fedart Fidi (Federazione nazionale unitaria dei Confidi dell’artigianato), dal 2010 ad oggi è stato sempre meno denaro il denaro erogato dalle banche ad artigiani e Pmi, con una evidente contrazione dei finanziamenti bancari che beneficiano della garanzia dei Confidi. La stretta è stata solo in parte compensata da un impegno più elevato dei Confidi, che per la prima volta negli ultimi anni hanno aumentato la quota di garanzia rilasciata.

Secondo la ricerca, i Confidi aderenti a Fedart hanno in essere quasi 14 miliardi di finanziamenti garantiti, ma quelli erogati nel 2013 sono stati pari a soli 5 miliardi (rispetto ai 6 del 2012) e la tendenza negativa prosegue anche con l’analisi dei dati al 30 giugno 2014. Si rende quindi sempre più necessario un intervento pubblico a sostegno di un sistema che svolge, per sua natura, una funzione di natura pubblicistica.

Se da una parte vi è un tasso di sofferenza che per la prima volta dall’avvio della crisi ha toccato valori a due cifre anche per i Confidi, oltre che per il comparto artigiano (12,5% per i primi, 15,9% per il secondo), i bilanci delle strutture risentono di rettifiche che assorbono del tutto i ricavi generati dalla garanzia collettiva dei fidi.

Il paradosso sta quindi tutto qui. Se da una parte i Confidi sono centrali per finanziare le imprese che hanno possibilità di sviluppo, dall’altra si trovano ad avere necessità di credito per portare avanti i propri obiettivi sul mercato.

Confidi sì, ma non troppo…

La stretta del credito nei confronti delle Pmi colpisce anche i consorzi di garanzia fidi. Se nel 2011, infatti, i finanziamenti garantiti in essere da parte dei Confidi alle Pmi hanno sfiorato la cifra record di 14 miliardi di euro, circa il 20% dei finanziamenti garantiti e deliberati dalle banche non è stato erogato alle imprese da parte degli istituti di credito. E, da ottobre a dicembre, di finanziamenti nemmeno a parlarne. Con buona pace degli imprenditori.

Dati a metà tra l’incoraggiante e il preoccupante, emersi dalla 15esima edizione della ricerca Fedart Fidi, la Federazione nazionale unitaria dei 144 Consorzi e Cooperative artigiane di garanzia promossa da Confartigianato, Cna e Casartigiani.

Una ricerca che ha comunque dimostrato come resti elevato il tasso di penetrazione del sistema Confidi nel settore artigiano (37%): in questo solo comparto, i confidi hanno garantito un quinto dei finanziamenti erogati dalle banche alle imprese del settore.

Ma dove vanno questi soldi sul territorio? In primis in Veneto con 1.369 milioni di euro; poi la Lombardia con 1.331 milioni, la Toscana con 1.092 milioni e l’Emilia Romagna con 933 milioni.

Ce la faremo, dunque, ad avere i soldi senza andare dalle banche con il piattino in mano? Questo è quanto spera il presidente di Fedart Fidi, Fabio Petri, che ha presentato un progetto per rilanciare il sistema della garanzia del credito all’insegna della semplificazione e dell’efficienza, in quattro mosse: orientare le risorse pubbliche e private secondo principi di efficienza ed efficacia; semplificare la filiera della garanzia eliminando duplicazioni tra i ruoli assunti dai vari soggetti e la concorrenza tra gli attori; raggiungere l’autosostenibilità del sistema con un meccanismo di contribuzione automatica privata per ciascuna operazione di garanzia; rendere misurabile l’impatto generato dagli interventi mediante un modello econometrico appositamente definito.

Insomma: o si cambia, o anche con i Confidi sarà dura vedere la lira…