E’ il canone Rai la tassa più odiata dagli italiani

Gli italiani e le tasse. A poche ore dall’approvazione della manovra finanziaria da parte della Camera, incentrata su nuove entrate fiscali, prima fra tutte l’aumento dell’Iva al 21%, un sondaggio dell’Ifel, il centro studi dell’Anci, ha stilato la classifica delle tasse più odiate dagli italiani.

Al primo posto troviamo il canone Rai, tassa osteggiata dal 45,5% degli intervistati, seguita dal Bollo Auto che si aggiudicata il 14,2% di insofferenze da parte degli italiani. Al terzo posto si classifica la tanto discussa imposta sul valore aggiunto, l’Iva, con un 9,1%.

Le tasse non sono uguali per tutti, è il caso di dire. Un dato però accomuna tutti i contribuenti italiani: il 70% considera l’evasione fiscale un cancro che divora il nostro Paese, anche se l’80,3% lo ritiene frutto del nostro sistema fiscale squilibrato. Da Nord a Sud l’evasione fiscale è considerata la vera mela marcia del nostro sistema, anche se è nel nord est produttivo e insofferente alla burocrazia, si registrano le percentuali più elevate: il 68,8% contro il 29,3% di Siciliani e Sardi, che vedono le tasse come un’imposizione vessatoria.

Assolta invece l’Ici, l’imposta comunale sugli immobili. Nel 2006, alla vigilia delle elezioni politiche, fu proprio Berlusconi a lanciare la sfida a Prodi con la proposta di abolizione dell‘Ici sulla prima casa. Col senno di poi, i dati raccolti dall’Ifel evidenziano invece che l’insofferenza degli italiani verso l’imposta comunale sugli immobili è solo del 6,5%.

Un altro dato sorprendente riguarda la fiducia che il 26,8% degli intervistati ripone nel Comune, considerato l’ente con la miglior efficienza di spesa dei soldi pubblici, quasi il doppio rispetto alla Regione, che raccogli solo il 14,6% dell’approvazione da parte degli italiani, e al terzo posto l’ Unione Europea , con il 6,7%.

Largo al Federalismo Municipale quindi? I dati non lo confermano così nettamente: il federalismo fiscale si colloca infatti solo al quinto posto con il 14,5% nella classifica delle riforme strutturali necessarie secondo il cittadino italiano. Più urgenti appaiono infatti per gli intervistati la riforma del mercato del lavoro, con il 43,9%, quella del sistema fiscale, con il 42,7% e la ridistribuzione dei costi della politica 35,7%. Peccato però, che la finanziaria appena approvata dal parlamento non abbia nemmeno sfiorato le tre questioni.

A.C.

Federalismo fiscale municipale: questi gli interventi

Il ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, ha presentato alle commissioni bilancio di Camera e Senato la versione ultima dei decreti sul federalismo fiscale municipale. Che cosa prevedono i decreti? In sostanza vanno a legiferare in temi fiscali che coinvolgono in prima persona le municipalità. Si parla dell’istituzione di una tassa di soggiorno di importo variabile tra i 50 centesimi e i 5 Euro a scapito del comune, da accollare ai turisti che risiederanno nel territorio di competenza.

E’ inoltre previsto l’istituzione di una cedolare secca sui contratti di affitto, con aliquota doppia del 20% su canoni concordati e 23% per quelli liberi, allineando i termini di pagamento a quelli dell’Irpef. Si tratta al momento solo di una bozza non definitiva che prevede anche la creazione di un fondo di 400 milioni di Euro al fine di sostenere famiglie in affitto con figli a carico (il fondo sarà alimentato in parte anche da una percentuale proveniente dalla cedolare secca). Per quanto riguarda Comuni e Irpef, sarà del 2% la compartecipazione all’Irpef.

Sanzioni inasprite per quanti non denunceranno al catasto gli immobili “fantasma”, mentre per quanti agevolaranno l’individuazione e l’accatastamento andrà il 75 per cento degli introiti. A partire dal 2014 arriverà la cosiddetta imposta municipale propria che sostituirà ’imposta sul reddito delle persone fisiche e le relative addizionali dovute per “i redditi fondiari relativi ai beni non locati e l’imposta comunale sugli immobili relativa alle seconde case” nella parte immobiliare.