Pavan Bernacchi: “Solo le briciole per il settore Automotive”

Come anticipato ieri, gli incentivi alla mobilità sostenibile varati dal governo il 6 maggio scorso e destinati in particolare ai veicoli a basse emissioni complessive (Bec) per le aziende sono stati un flop. I contributi puntavano a favorire l’acquisto di veicoli ad alimentazione alternativa (elettrici, ibridi, a metano, biometano, GPL, biocombustibili, idrogeno) con emissioni di anidride carbonica (CO2), allo scarico, non superiori, rispettivamente a 120, 95 e 50 g/km. Ne abbiamo discusso oggi con Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto.

Dott. Pavan Bernacchi, a proposito di microincentivi ecologici: tutto secondo previsioni?
Assolutamente, un’altra annata fallimentare dopo quella del 2013. Purtroppo, se le imprese private traggono insegnamenti dai propri errori, stessa cosa non si può dire per quelle pubbliche. 30 milioni di euro per un settore che fattura mediamente ogni anno la bellezza di 70 miliardi sono poco più che niente. Briciole che muovono al massimo l’1% del mercato complessivo. Soldi che potevano benissimo essere indirizzati verso altri settori.

Per la prima volta, credo, un categoria che beneficia, anche se in maniera indiretta, di contributi pubblici ha segnalato allo Stato la totale inutilità dei fondi per dirigerli verso altri comparti…
Questa è la responsabilità degli imprenditori italiani che hanno sotto gli occhi uno spreco di denaro pubblico che potrebbe essere tranquillamente utilizzato in altro modo. Credo che queste voci, una volta per tutte, vadano finalmente ascoltate.

Com’è l’umore dei vostri associati? Che richieste o segnalazioni vi arrivano “dal basso”?
La nostra categoria è distrutta dalla tasse, le urla di dolore che si stagliano all’orizzonte ormai sono drammaticamente innumerevoli. La pressione fiscale sul nostro settore arriva addirittura ad un preoccupante 78%, una cifra assolutamente insostenibile. La difficoltà di accesso al credito, la diminuzione della domanda e la pressione fiscale l’anno scorso hanno fatto sì che il 60%  dei concessionari dichiarasse un bilancio in perdita. L’umore dei nostri associati, con queste condizioni, non può essere dei migliori…

L’ultima volta che ci siamo sentiti, un paio d’anni fa, il comparto navigava a vista e per quanto riguarda le vendite si era tornati sugli stessi livelli degli Anni ’60. Oggi che forse abbiamo superato il periodo più nero della crisi economica, qual è lo stato di salute complessivo del settore?
La situazione non è cambiato molto rispetto a due anni fa, ci siamo stabilizzati su quei livelli senza riuscire a venire fuori da quel pantano. Il settore ripartirà quando tutta l’economia si rialzerà e tornerà ai livelli precedenti la crisi economica, non possiamo che essere fiduciosi.

Jacopo MARCHESANO

Bus e camion, freno a mano tirato

I veicoli commerciali continuano a essere tutt’altro che commerciali. Nel senso che anch’essi seguono il trend depressivo del mercato automobilistico in generale: anche nel mese di novembre, infatti, secondo i dati diffusi da ACEA (l’Associazione dei Costruttori Europei di Automobili) il dato delle immatricolazioni rimane fortemente negativo: -27,5% rispetto a novembre 2011, dato che porta il consolidato degli undici mesi 2012 a 121mila 500 unità, ossia -32,5% rispetto al 2011.

Un dato che, spacchettato, evidenzia un calo per i veicoli industriali medi e pesanti pari al 29,8%, per gli autobus al 29,1%. Un dato che fa il paio con il calo dell’utilizzo dei veicoli commerciali e industriali in generale, come risulta dall’andamento dei consumi di gasolio, che nei primi undici mesi dell’anno sono calati del 10,1%, e dai dati sul traffico di veicoli pesanti sulle autostrade, che nei primi otto mesi dell’anno è sceso del 7,1%.

Si conferma il dato tendenziale che evidenzia una situazione italiana del mercato dei veicoli pesanti significativamente più critica della media europea, dove la perdita consolidata è dell’11,4%”, commenta Massimo Tentori, responsabile della divisione Trucks di Federauto, che prosegue: “L’andamento del mercato riflette le condizioni estremamente critiche dell’economia italiana e le conseguenze della recessione sul comparto del trasporto merci in termini di volumi di traffico”.

Tentori conclude: “Oggi non vediamo alcuna possibilità di recupero perché entriamo in una fase politica che non garantisce, se non dopo la prossima competizione elettorale, le condizioni necessarie per programmare gli interventi in grado di riattivare gli investimenti delle imprese e, quindi, il mercato”.