Fiscalità e auto, le proposte di Federauto

Il balzo inatteso della produzione industriale in Italia ad agosto, trainato dal settore auto, ha messo ulteriormente in luce l’importanza di questo comparto per l’economia del nostro Paese. Ecco perché la fiscalità italiana dovrebbe avere sempre un occhio di riguardo per l’ auto.

Proprio la fiscalità e le sue possibili misure per il settore dell’ auto nella prossima legge di Bilancio sono stati i temi al centro dell’incontro che si è svolto mercoledì scorso al Mise tra i vertici di Federauto e il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda.

Per l’associazione – che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus, di tutti i brand commercializzati in Italia – hanno partecipato il presidente, Filippo Pavan Bernacchi, il past president, cav. Vincenzo Malagò e il direttore della Federazione, Gian Franco Soranna.

Abbiamo presentato un pacchetto articolato di proposte legate alla fiscalità dell’ auto – ha detto il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi -, ora al vaglio del ministro. In questo momento l’automotive rappresenta uno dei motori di crescita di un Paese che fa ancora tanta fatica a uscire dalla crisi. Per questo serve assecondare, attraverso gli strumenti fiscali, una domanda che solo di Iva ha portato quest’anno già oltre 6 miliardi nelle casse dello Stato, a cui si aggiungono tante altre tasse, quali le accise sui carburanti, l’imposta provinciale di trascrizione (Ipt) e i passaggi di proprietà”.

Immatricolazioni auto? Occhio ai numeri…

Quando vengono pubblicati i dati sulle immatricolazioni di veicoli, bisogna andarci sempre cauti. Secondo i dati Acea, l’associazione dei costruttori europei, a luglio si è registrato un calo dell’1,8% delle immatricolazioni nell’Ue a 28 (più Efta), parentesi negativa dopo 34 mesi consecutivi di crescita.

Ad agosto, invece, è stato registrato un nuovo balzo in avanti delle immatricolazioni, +9,5%. Complessivamente, da gennaio 2016 sono stati immatricolati in Europa 10,1 milioni di veicoli il 7,8% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Tra i Paesi più dinamici in termini di immatricolazioni c’è l’Italia, che ha chiuso in doppia cifra sia il mese di agosto (+20,1%), sia i primi 8 mesi dell’anno: +17,4%.

Numeri interessanti, sui quali però il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, invita a fare una riflessione: “Ad agosto e nei primi 8 mesi del 2016 le immatricolazioni italiane hanno in pratica raddoppiato quelle della media europea. Le promozioni messe in campo da case e concessionarie hanno fatto la differenza ma, a nostro avviso, il mercato italiano è anche caratterizzato dal ricorso alle chilometri zero, che aumentano i volumi ma non certo la redditività”.

Negli altri Paesi europei – conclude Pavan Bernacchiil fenomeno delle chilometri zero non esiste o comunque ha un utilizzo molto contenuto. E ad ogni modo, purtroppo, molte chilometri zero estere tornano in Italia per creare concorrenza sleale ai concessionari che hanno in piedi investimenti massicci per gli standard dei costruttori”.

Mercato auto, l’importante è crescere…

Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi dal ministero dei Trasporti, a luglio il mercato auto italiano ha chiuso con 136.275 immatricolazioni di auto nuove, +2,9% rispetto allo stesso mese del 2015.

Dopo il primo semestre a +19,1%, di cui giugno al +11,9%, luglio con il suo +2,9% conferma il trend di contenimento della crescita – è il commento sull’andamento del mercato auto del presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi -. Secondo la nostra analisi non hanno influito i due giorni lavorativi in meno, compensati dalle consuete manovre correttive last minute, ma è piuttosto la conferma di un trend degli ultimi mesi che hanno registrato un calo degli ordini e dell’affluenza nei nostri showroom”.

Sembra infatti essersi esaurita la spinta determinata dalle promozioni lanciate in particolare nel primo trimestre – prosegue Pavan Bernacchi -. Come avevamo avvertito, queste operazioni di push costano una follia alle case e ai concessionari per cui non possono essere strutturali“.

Alla luce dei risultati fatti segnare dal mercato auto a luglio, Federauto ritiene probabile un secondo semestre caratterizzato da un tasso di crescita inferiore rispetto a quello registrato nel primo. Il consuntivo annuo è stimato in 1 milione 811mila vetture targate, +15% rispetto al 2015.

Conclude Pavan Bernacchi, analizzando le prospettive del mercato auto: “Finché cresciamo, anche di poco, va tutto bene. Ed è proprio quando non si è in emergenza che bisognerebbe affrontare i nodi irrisolti che da anni ci trasciniamo dietro. Auspichiamo che in autunno il Governo sia disponibile a confrontarsi su: bollo auto – rimodulazione e non eliminazione -, sinergie possibili tra trasporto pubblico e privato, fiscalità auto aziendali, agevolazioni per i disabili, emersione del sommerso nell’autoriparazione che crea concorrenza sleale e danni erariali“.

Il mercato auto parte alla grande a gennaio 2016

Il 2016 del mercato auto italiano parte con il botto. Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi dal ministero dei Trasporti, il mese di gennaio si è chiuso con 155.157 immatricolazioni di auto nuove, paria a +17,4% rispetto allo stesso mese del 2015.

Entusiasta ma nello stesso tempo prudente il commento sull’andamento del mercato auto rilasciato da Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: “Gennaio è partito alla grande, ma invito alla prudenza; prima di poter formulare delle considerazioni attendibili bisognerà aspettare la chiusura del primo trimestre. Ad ogni modo questo risultato è trainato sia dalle promozioni per certi versi eclatanti messe in campo da case e concessionari sia da una domanda insopprimibile di sostituzione di un parco circolante sempre più obsoleto“.

Federauto teme infatti che gennaio o altri mesi con promozioni simili a quelle messe in campo da alcuni marchi – molto onerose e quindi non strutturali – possano rivelarsi dei picchi, con crescite a doppia cifra che potrebbero essere assorbite nel corso dell’anno, fino a confermare la previsione globale di un aumento del mercato auto in Italia di circa il 5-7% rispetto al 2015.

Aggiunge Roberto Bolciaghi, presidente dei concessionari Renault-Dacia: “Speriamo che questo trend venga confermato nei prossimi mesi, in quel caso saremo felicissimi di rivedere le nostre previsioni al rialzo. Ma ci sono troppi fattori che incidono sui prossimi risultati: l’andamento reale dell’economia, la fiducia del consumatore, la situazione internazionale, oltre ai temi ambientali per chi vive nelle aree metropolitane colpite dal blocco del traffico o dalle targhe alterne o da limiti fantasiosi come i 30 km/h che potenzialmente – lo affermano alcuni studi – aumentano le emissioni nocive“.

Conclude Pavan Bernacchi: “Noi crediamo che il trend di crescita possa consolidarsi, ma sappiamo che questo non potrà essere la conseguenza della sola spinta promozionale a cui si deve necessariamente accompagnare una chiara scelta politica del Governo con un ventaglio di opzioni. Oltre alla precondizione di un Paese in crescita economica, riteniamo infatti che la riforma della fiscalità sugli autoveicoli sia un passaggio essenziale e molto efficace sul piano dei risultati – in termini di maggiori vendite e di incassi Iva – come sta dimostrando l’applicazione del ‘superammortamento’, misura adottata con la legge di stabilità finanziaria 2016. D’altro canto, non possiamo pensare che il tema ambientale possa essere affrontato con il blocco della circolazione, ponendo sotto tiro addirittura i veicoli Euro 5, senza preoccuparsi del fatto che i veicoli con più di 10 anni, ante Euro 4, rappresentano il 43% del parco circolante italiano. Noi chiediamo a gran voce la rivisitazione del bollo auto per premiare chi meno inquina, l’eliminazione del superbollo per le auto prestazionali e, appunto, una ridefinizione della detraibilità/deducibilità degli autoveicoli aziendali siano essi auto, veicoli commerciali o veicoli industriali”. Tutte condizioni che possono trasformare i picchi del mercato auto da occasionali a strutturali.

Federauto, Pavan Bernacchi confermato presidente

Filippo Pavan Bernacchi è stato confermato il 21 gennaio scorso alla presidenza di Federauto, la federazione che rappresenta i concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus.

L’obiettivo principale del programma con cui il 49enne padovano è stato rieletto alla massima carica di Federauto per il terzo mandato consecutivo, fino al 2019, è chiaro: potenziare ulteriormente il ruolo e le istanze dell’associazione nelle politiche di filiera, attraverso il dialogo costante e sinergico con le istituzioni nazionali ed europee e con le altre associazioni del settore.

Sono stati confermati anche i vice presidenti di Federauto: Mario Beretta (concessionario Volkswagen e Audi), Francesco Ascani (Bmw-Mini) e Cesare De Lorenzi (Citroen).

Siamo in un momento strategico per il settore – è stato il commento di Pavan Bernacchi non appena confermato alla guida di Federauto -. Finalmente i concessionari italiani possono tornare a guardare al futuro con più fiducia. Tra le priorità che vogliamo portare avanti è quella dello svecchiamento del parco circolante e della rivisitazione della fiscalità sull’auto per dare un ulteriore impulso a un comparto strategico per l’economia italiana. Per questo non bisogna abbassare la guardia”.

Per Federauto un 2016 positivo per l’auto in Italia

Il rimbalzo del mercato auto italiano nel 2015 potrebbe non restare un fatto isolato. Lo pensa Federauto, la federazione italiana dei concessionari auto, e lo pensa dati alla mano.

Secondo il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, “quest’anno c’è stato un primo rimbalzo del mercato dell’auto, dopo l’incubo dello scorso biennio. Un rimbalzo che se all’inizio si è dimostrato timido e totalmente sostenuto dalle promozioni di Case e Concessionari, nella seconda parte dell’anno si è fatto più consistente. Detto questo, condividiamo con Unrae, l’associazione delle Case automobilistiche estere, una proiezione di mercato che potrebbe portare le immatricolazioni nel 2016 a quota 1,65 milioni di auto (+5% sul 2015) e nel 2018 a 1,8 milioni di pezzi”.

Il presidente di Federauto ha espresso il suo auspicio durante la tavola rotonda “L’automotive in Italia: mercato, filiera, nuovi modelli di mobilità. Una grande opportunità per il Paese”, nell’ambito della presentazione del Progetto Motor Show 2016 di Bologna.

Per il presidente di Federautooggi siamo purtroppo molto distanti dalle previsioni del presidente del Centro studi Promotor, Gian Primo Quagliano che vede entro il 2018 un mercato a 2,1 milioni di vetture, a meno che non intervengano dei provvedimenti legislativi che imprimano un’ulteriore accelerazione alle vendite. Allo stato dell’arte, con le attuali condizioni macroeconomiche questa analisi risulta infatti essere troppo ottimistica”.

Ciò non toglie – ha proseguito Pavan Bernacchiche Federauto intensificherà i propri sforzi per adattare il settore al mercato e ai nuovi modelli di consumo, a partire dalle nuove tecnologie, che stanno radicalmente modificando gli atteggiamenti degli italiani che vogliono comprare un’auto. Oggi gli utenti arrivano infatti da noi già informati e consapevoli delle proprie scelte grazie al web”.

Federauto sul caso Volkswagen

Il caso Volkswagen, oltre ad aver scosso dalle fondamenta il sistema industriale tedesco, ha avuto ripercussioni anche sull’intera filiera del settore auto a livello mondiale, prime tra tutte le concessionarie.

Ci eravamo infatti stupiti che Federauto, l’associazione che rappresenta i dealer ufficiali di tutti i brand commercializzati in Italia, non fosse ancora intervenuta sulla frode perpetrata da Volkswagen. Ecco allora che, puntuale, è arrivata la presa di posizione del presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi: “Una vicenda che non ha precedenti – definisce il caso Volkswagen -. Ecco il perché del nostro silenzio”.

Durante questi giorni – prosegue Pavan Bernacchiabbiamo preferito tacere e nel frattempo capire e raccogliere elementi. Infatti, come era prevedibile, si è scritto tutto e il contrario di tutto. Gli interessi in gioco sono enormi perché parliamo del secondo produttore mondiale di autoveicoli che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone che, con l’indotto allargato, diventano milioni. E’ vero, qualcuno ha giocato sporco, ha truffato, ma è importante dire che le parti lese sono i clienti, gli Stati, ma anche i dipendenti del gruppo tedesco onesti, quasi la totalità, e i concessionari. Auspichiamo che cadano immediatamente le teste di tutti quelli che hanno posto in essere questa truffa, o che sapevano e non hanno denunciato, e siamo sicuri che il gruppo tedesco darà risposte tempestive e concrete ai danneggiati a partire dai clienti, alle Autorità, agli Stati e ai concessionari. Perché la bontà di un’azienda, o come in questo caso di una multinazionale, si misura proprio quando deve affrontare un grosso problema. E il gruppo tedesco verrà giudicato sulle ‘soluzioni’ che verranno messe in campo d’ora in avanti. Non abbiamo dubbi che andranno incontro alle richieste dei clienti, dell’opinione pubblica e della autorità di controllo“.

Anche Maurizio Spera, direttamente interessato in quanto presidente dei concessionari Volkswagen / Audi, dice la sua: “Sono sicuro che le preoccupazioni espresse dalla clientela possano essere superate, attraverso l’identificazione delle autovetture coinvolte, oltre alla comunicazione da parte del costruttore della soluzione tecnica che si intende adottare per regolarizzare le emissioni nel rispetto delle normative vigenti. Il tutto gratuitamente, è importante ricordarlo, anche se superfluo. Il fatto grave rimane, ma sapremo affrontare la situazione e risolverla nel migliore dei modi“.

Conclude Pavan Bernacchi: “Ritengo che la storia del Gruppo Volkswagen non possa essere cancellata da una truffa posta in essere da un numero esiguo di dipendenti e manager che, ripeto, vanno licenziati in tronco. I veicoli del gruppo teutonico sono affidabili, di qualità, dotati dei più moderni dispositivi di sicurezza. Certo ci vorrà tempo ma il management e i dipendenti onesti sapranno riconquistare la fiducia del mondo e dei clienti. Esprimo a nome dei colleghi di tutti i brand solidarietà ai concessionari e ai service partner del Gruppo Volkswagen, assicurandone il coinvolgimento attraverso le loro associazioni, affinché le possibili conseguenze sull’immagine e sulla stabilità del loro operato vengano tenute nella giusta considerazione sia da parte del costruttore che delle Istituzioni“.

Filiera auto e mercato, l’analisi di Federauto

Sono molte le associazioni di settore che, in Italia, hanno il polso della situazione sul comparto automotive, ma due un particolare – Anfia e Federauto – si distinguono per la lucidità di analisi di un settore produttivo che, con una filiera articolata e complessa, ha da sempre costituito l’ossatura della nostra economia, salvo essere massacrato da questi ultimi anni di crisi.

Ebbene, anche in occasione della pubblicazione dei dati sulle immatricolazioni di auto nel mese di agosto diffusi dal ministero dei Trasporti (59.203 immatricolazioni di auto nuove, +10,7% rispetto ad agosto 2014), Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto (l’associazione che riunisce i concessionari auto italiani), ha espresso un punto di vista chiaro.

L’analisi del dato di agosto – ha commentato Pavan Bernacchiè a nostro avviso molto semplice: in un mese che esprime numeri storicamente contenuti, il mercato auto rallenta la sua crescita. Se da gennaio a luglio aveva registrato mediamente un +15,2%, agosto, con il +10,7%, è cresciuto del -30%. E questo nonostante avessimo a disposizione un giorno lavorativo in più rispetto al 2014“.

Del resto, secondo Federauto, l’andamento del mercato italiano dell’auto è storicamente in linea con quello dei consumi del Paese i quali, in questo 2015, registrano segnali di ripresa ancora troppo lievi. Se si aggiunge, poi, che il quadro macroeconomico italiano non ha subito sostanziali variazioni in termini di pressione fiscale, reddito e occupazione, va da sé che questi dati non stupiscono e non lasciano spazio a entusiasmi sfrenati.

La conclusione del presidente di Federauto è obbligata: “I dati – dice Pavan Bernacchisegnalano una correzione al rialzo del PIL ma, per superare di slancio l’1% di crescita e mirare al 2% – dati che si rifletterebbero più che positivamente sul mercato automobilistico – è necessario un cospicuo impulso fiscale in grado di rianimare il mercato interno. Si parla di una legge di stabilità per il prossimo anno da 25/30 miliardi di euro. Come abbiamo dichiarato a fine luglio durante il convegno promosso dalla X Commissione del Senato, la fiscalità sull’auto, sia per le famiglie che per le aziende, è una priorità. Gli autoveicoli, per i numeri espressi, sono in pole position per una vera ripresa”.

Mercato e filiera auto, crescere o non crescere?

Abbiamo visto ieri come la situazione del mercato e della filiera auto in Italia stia, agli occhi di ANFIA, virando finalmente in positivo. Numeri e tendenze buoni, anche perché, oggettivamente, era difficile fare peggio di quanto si è registrato negli ultimi 5 anni, con un mercato interno e una filiera auto agonizzanti e in sofferenza continua e costante.

Anche agosto si è dimostrato un mese positivo per il mercato dell’auto, il cui andamento va comunque analizzato con attenzione, senza lasciarsi andare a facili entusiasmi. Come ben ricorda Federauto (la Federazione italiana dei concessionari auto) che, nel sottolineare l’incremento nelle immatricolazioni registrato il mese scorso (+10,7% rispetto allo stesso mese del 2014), ricorda però che il dato, per sé positivo, non è sinonimo di una crescita equiparabile a quella vista nei mesi precedenti né di una piena ripresa della filiera auto.

Il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, ha infatti spiegato come i numeri di agosto, pari a 59.203 immatricolazioni di auto nuove, si collochino in una dimensione storica. Se da gennaio a luglio, infatti, il trend di crescita del mercato dell’auto è stato pari al 15,2%, il 10,7% di agosto significa un -30% rispetto alla crescita fatta segnare nei mesi precedenti. Un calo che ha avuto ricadute anche sull’intera filiera auto italiana.

È vero, sottolinea ancora Pavan Bernacchi, che la ripresa è in atto rispetto allo scorso anno, ma l’andamento del mercato dell’auto riflette quello generale dei consumi nel Paese, come accade da sempre in Italia. Da qui a parlare di ripresa robusta del mercato e della filiera auto ce ne vuole…

Tant’è vero che Federauto, anche e soprattutto di fronte a questi nuovi dati sulle immatricolazioni, torna a ribadire quelle che, dal proprio punto di vista, dovrebbero essere le misure utili a favorire una vera ripresa del mercato e della filiera auto in Italia: una nuova fiscalità sugli autoveicoli, sia per i privati sia per le aziende, per favorire il rilancio del settore a costo zero per lo Stato; Un’aliquota Iva agevolata per i privati, con beneficio decrescente; il credito o deduzione d’imposta per innescare un’ulteriore domanda da parte delle partite Iva.

Considerazioni e proposte che Federauto ha già esposto davanti alla Decima Commissione delle attività produttive del Senato e che potrebbero portare benefici al mercato e alla filiera auto oltre che, naturalmente, alle famiglie.

Le proposte di Federauto per rilanciare l’automotive

C’è un settore dell’economia italiana che ha subito più di altri i colpi della crisi ma che, più di altri, ha strumenti e idee per rialzarsi. Quello dell’automotive. Lo dimostra il piano targato Federauto illustrato alla Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato in occasione della presentazione della ricerca su “Il settore automotive nei principali Paesi europei”, a cura di Unioncamere e Prometeia: tre anni per rilanciare il settore dell’auto in Italia, che potrebbe registrare un ulteriore +23% (966mila unità) in 36 mesi senza gravare sulle risorse pubbliche.

Se il 2015 confermerà il trend di crescita attuale – ha detto ai Senatori membri della Commissione, Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto -, l’anno si chiuderà a circa 1 milione e 500mila auto immatricolate, registrando un +15%. Peccato che questo volume ci riporti indietro di 35 anni: era il 1980 quando l’Italia esprimeva questi numeri. Serve con urgenza una nuova fiscalità sugli autoveicoli, sia per i privati sia per le aziende, per favorire il rilancio del settore a costo zero per lo Stato. Un’aliquota Iva agevolata per i privati, con beneficio decrescente, potrebbe generare in un triennio 756mila immatricolazioni aggiuntive, mentre il credito o deduzione d’imposta innescherebbe un’ulteriore domanda di 210mila vetture delle partite Iva. Il tutto sostenuto dalle conseguenti maggiori entrate fiscali e il minor ricorso a misure quali gli ammortizzatori sociali”.

In alternativa Federauto chiede al Governo di alleggerire la pressione fiscale sul comparto, in particolare su chi utilizza gli autoveicoli, come pure di eliminare il superbollo per le auto prestazionali. Sono questi i punti cardine delle proposte di Federauto per stimolare il rinnovo del parco circolante italiano, che oggi conta quasi 11 milioni di autovetture altamente inquinanti e riportare il mercato a un livello di sostenibilità per l’intera filiera.

Negli ultimi 7 anni – ha aggiunto il presidente dei concessionari italianiil comparto ha perso quasi il 50% delle immatricolazioni, con un crollo della domanda dei privati (-53%) e una forte contrazione del numero degli occupati. In questo quadro di forte crisi l’unica risposta istituzionale degli ultimi Governi è stata quella dell’aumento della tassazione sugli autoveicoli: nel solo 2014 lo Stato ha incassato 71,6 miliardi di euro con una crescita negli ultimi 8 anni dell’1,7%. Tutto ciò ha determinato una perdita di posti di lavoro nel mondo della sola distribuzione di 20mila addetti. Una cifra che sale a oltre 200mila considerando anche le case automobilistiche, le officine, i fornitori e l’indotto allargato: 20 volte in più rispetto al dramma occupazionale dell’Ilva di Taranto; ma nel disinteresse generale. Ciononostante il settore vale ancora l’11% del Pil, occupa 900mila addetti e partecipa alle entrate fiscali per il 16%”.

In conclusione il presidente di Federauto ha sollecitato il mondo della politica ad affrontare in modo organico il comparto degli autoveicoli che fornisce alla collettività il prezioso bene della mobilità.