Guidi: “Accompagnare le PMI fuori dall’Unione”

All’assemblea europea delle Piccole e medie imprese, il ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi, già presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, ha affermato che per sostenere la crescita e lo sviluppo economico «l’Europa deve puntare su tre leve fondamentali: innovazione, internazionalizzazione, finanza e accesso al credito».

«L’innovazione è la leva cruciale per favorire la competitività – ha dichiarato il ministro -. Bisogna far crescere le risorse dedicate all’innovazione e alla ricerca. Bisogna accompagnare le piccole e medie imprese fuori dall’Unione. Bisogna puntare sull’abbattimento delle barriere tariffarie e non solo». Il Governo italiano, inoltre, ha dato vita ad un «piano straordinario per il made in Italy».

Nel corso del suo intervento, la Guidi ha anche toccato il nodo focale dell’importanza che la banca europea degli investimenti deve svolgere e ha aggiunto: «Si può fare di più per sostenere le linee di investimento a lungo termine». In particolare, ovviamente, per quanto concerne l’accesso al credito».

JM

Appello della Guidi: “Stop ai licenziamenti”

 

“Quello che vorrei fare è un appello agli industriali: chi ha i bilanci in ordine deve fare il possibile per mantenere i livelli occupazionali. Bisogna salvare il lavoro, non licenziare. Il mio è un appello alla responsabilità sociale degli imprenditori”. L’appello arriva direttamente da Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico, già presidente dei Giovani della Confindustria, annunciando il pacchetto “made in Italy” per l’internazionalizzazione delle imprese.

Il ministro, che dopo aver ricevuto l’incarico dal premier Renzi ha rinunciato a tutti gli incarichi operativi nelle imprese controllate dalla famiglia, ha risposto, inoltre, nemmeno troppo velatamente, alla richiesta degli imprenditori nostrani per un ridimensionamento decisivo della pressione fiscale: “Non è con un taglio delle tasse che si permette alle aziende di assumere il giorno dopo. Serve molto di più e serve un mix di interventi. Dunque è stato giusto puntare sugli 80 euro ma ci vorrà un po’ di tempo perché generino aspettative positive nel comportamento dei consumatori. Poi sono necessarie le riforme, quelle che stiamo facendo”.

L’ultima battuta della sua lunga intervista a Repubblica , la Guidi la riserva a Diego Della Valle che a fine luglio, riferendosi nemmeno troppo garbatamente a lei, aveva detto: «Penso che alcune delle persone che hanno la delega a gestire lo sviluppo economico del Paese non abbiano le competenze e soprattutto l’esperienza necessarie». «Non conosco Della Valle -risponde il ministro -, ma sia un grande imprenditore che qualche volta fa l’opinionista. Io accetto le critiche ma vorrei sapere qual è il provvedimento che ho preso che non va bene. Sono stanca di dichiarazioni generiche».

JM

Guidi: “Jobs Act? Solo l’inizio”

 

Il Dl Lavoro del Governo Renzi è stato pubblicato giovedì in Gazzetta Ufficiale, ieri il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ai microfoni di Sky Tg24 ha espresso il suo parere sul sul Jobs Act: “le misure non sono ancora sufficienti, ma è l’inizio di un percorso di una strategia che cercheremo di portare avanti tutti per semplificare tutto quello che è ragionevole sul mondo del lavoro legato alle regole. Un primo passo verso la semplificazione di un sistema che si era irrigidito troppo”. 

“Credo che quanto fatto dal ministro Poletti sia il primo importante passo per risolvere una situazione troppo rigida, cristallizzata e sedimentata, e i dati lo confermavano. Così com’era non funzionava: questo un modo per semplificare, per facilitare l’incontro delle esigenze di domanda e offerta di lavoro. Considerando che le imprese oggi stanno vivendo una situazione di incertezza e di instabilità, credo si debba dotare il sistema del lavoro con strumenti compatibili con il mondo che stiamo vivendo. Flessibilità – spiega l’ex numero uno dei giovani industriali – significa avere un sistema regolatorio che venga incontro alle esigenze di tutte e due le parti. Non significa non avere regole, significa avere delle regole giuste equilibrate, compatibili, che facciano sì che chi può entrare nel mondo del lavoro lo faccia rapidamente e le imprese che possano assumere possano assumere rapidamente, senza avere l’obbligo di mantenere quella occupazione se le cose non andassero in quel verso”.