Ddl concorrenza, incontro Cnf-Mise

Il ddl concorrenza continua a turbare i sonni di molti professionisti, dai notai agli avvocati. Proprio questi ultimi sono particolarmente attivi presso le sedi istituzionali per cercare di far apportare modifiche a un testo che non convince più di tanto in diversi punti.

Ecco perché questa settimana il ddl concorrenza è stata una delle portate più calde servite nel menu dell’incontro che c’è stato, nella sede del ministero dello Sviluppo Economico, tra il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, e il ministro Federica Guidi. Un incontro durato un’ora nel quale, fa sapere il Consiglio Nazionale Forense, “il ministro Guidi ha dimostrato grande disponibilità all’ascolto”.

Ascolto di cosa? Durante l’incontro Mascherin e Guidi hanno toccato diversi temi di attualità per la professione forense, partendo dal pieno riconoscimento da parte del ministro del ruolo costituzionale dell’Avvocatura.

Poi, come era prevedibile, il ministro e il presidente del Cnf si sono soffermati particolarmente sul ddl concorrenza, stabilendo di “collaborare allo studio di soluzioni riguardanti l’avvocatura volte a risolvere eventuali criticità”. Mascherin ha poi confermato al ministro Guidi il costante “contributo istituzionale del Cnf” al ministero dello Sviluppo economico.

Un incontro durante il quale, ricorda ancora il Cnf, “il presidente Mascherin ha molto apprezzato la disponibilità del Ministro ed il suo desiderio di trovare soluzioni idonee e rispettose del ruolo degli avvocati”, anche nell’ambito del ddl. Ora sta al ministero tradurle in fatti, a partire dal ddl concorrenza.

Nuovi decreti per Conto Termico e FER

Il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha anticipato l’arrivo di nuovi decreti volti a regolamentare gli incentivi relativi a Conto Termico e fonti rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico.

Il ministro, confermando la definizione del nuovo Conto Termico e di un decreto-ponte sugli incentivi per le rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico entro il 2017, ha dichiarato: “Gli oneri di incentivazione sono saliti da poco più di 2 miliardi di euro nel 2009 ai 12 miliardi di oggi. Nonostante molti tentativi di ridurne il peso costituiscono l’85% degli oneri di sistema e incidono per un quarto della spesa elettrica di una famiglia. Le rinnovabili restano tra le priorità, ma vorremmo indicare criteri per una revisione, continuando a sostenere lo sviluppo delle rinnovabili, ma con più attenzione per i costi e le ricadute sul sistema produttivo.
Per il fotovoltaico il tetto di 6,7 miliardi di euro all’anno è stato già raggiunto al 2013, ma rimangono significativi incentivi impliciti. Sulle altre fonti il tetto fissato a 5,8 miliardi l’anno ha un contatore che indica 5,7 miliardi e come Ministero intendiamo emanare a breve un intervento che valga fino al 2017, quando partirà la nuova fase di incentivi, che riutilizzi a favore del settore le risorse che si renderanno via via disponibili pur nel rispetto del tetto, individuando criteri selettivi per la loro allocazione
“.

Nel frattempo, il ministro ha già trasmesso la bozza del decreto al Ministero dell’Ambiente e alle Politiche agricole. La pubblicazione definitiva avverrà solo dopo averne ricevuto il parere dal Ministero.

Vera MORETTI

Nasce la Cabina di Regia sulla Pasta

È una delle eccellenze dell’agroalimentare italiano, la pasta. Ecco perché il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi hanno istituito la Cabina di Regia sulla Pasta, che ha molteplici obiettivi: promuovere e sostenere la competitività dell’intera filiera della pasta, dalla produzione del frumento fino alla trasformazione industriale incentivando, stimolando e sostenendo accordi di filiera tra coltivatori di grano e produttori di pasta; favorire i processi di aggregazione dell’offerta della materia prima; individuare strategie di attrazione di fondi comunitari destinati al settore e di fondi nazionali e comunitari per iniziative promozionali a supporto della produzione e dell’esportazione; incentivare l’investimento in innovazione e ricerca in tutta la filiera produttiva.

La Cabina di Regia sulla Pasta è composta da rappresentanti del Mipaaf e del Mise e dedica attenzione anche al tema dell’Expo 2015, per promuovere la filiera grano-pasta all’interno della manifestazione e sostenere iniziative di promozione culturale del modello agroalimentare italiano.

In Italia, quando viene istituita una cabina di regia, di solito si rivela un flop o una perdita di tempo, ma nel caso della pasta, vista l’importanza chiave che ricopre nella dieta mediterranea e nell’economia italiana, c’è da augurarsi che a qualcosa serva. Promuovere l’intera filiera della pasta e definire un programma di valorizzazione e rilancio del settore è infatti fondamentale.

Abbiamo voluto fortemente questa azione in sinergia con il Ministero dello sviluppo economico – ha affermato il ministro Martinaper andare incontro alle esigenze di un settore simbolo del Made in Italy come la pasta. Siamo leader mondiali con una produzione annua da 3,4 milioni di tonnellate, un fatturato di più di 4,6 miliardi di euro con oltre 7.500 addetti impiegati. Negli ultimi dieci anni il trend delle esportazioni ha registrato tassi di crescita importanti, arrivando a 2 miliardi di euro. Con la Cabina di regia potremo supportare meglio le aziende sul fronte dell’export, organizzare una promozione integrata in ambito Expo e favorire una migliore distribuzione del valore lungo la filiera”.

Guidi: “Accompagnare le PMI fuori dall’Unione”

All’assemblea europea delle Piccole e medie imprese, il ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi, già presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, ha affermato che per sostenere la crescita e lo sviluppo economico «l’Europa deve puntare su tre leve fondamentali: innovazione, internazionalizzazione, finanza e accesso al credito».

«L’innovazione è la leva cruciale per favorire la competitività – ha dichiarato il ministro -. Bisogna far crescere le risorse dedicate all’innovazione e alla ricerca. Bisogna accompagnare le piccole e medie imprese fuori dall’Unione. Bisogna puntare sull’abbattimento delle barriere tariffarie e non solo». Il Governo italiano, inoltre, ha dato vita ad un «piano straordinario per il made in Italy».

Nel corso del suo intervento, la Guidi ha anche toccato il nodo focale dell’importanza che la banca europea degli investimenti deve svolgere e ha aggiunto: «Si può fare di più per sostenere le linee di investimento a lungo termine». In particolare, ovviamente, per quanto concerne l’accesso al credito».

JM

Appello della Guidi: “Stop ai licenziamenti”

 

“Quello che vorrei fare è un appello agli industriali: chi ha i bilanci in ordine deve fare il possibile per mantenere i livelli occupazionali. Bisogna salvare il lavoro, non licenziare. Il mio è un appello alla responsabilità sociale degli imprenditori”. L’appello arriva direttamente da Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico, già presidente dei Giovani della Confindustria, annunciando il pacchetto “made in Italy” per l’internazionalizzazione delle imprese.

Il ministro, che dopo aver ricevuto l’incarico dal premier Renzi ha rinunciato a tutti gli incarichi operativi nelle imprese controllate dalla famiglia, ha risposto, inoltre, nemmeno troppo velatamente, alla richiesta degli imprenditori nostrani per un ridimensionamento decisivo della pressione fiscale: “Non è con un taglio delle tasse che si permette alle aziende di assumere il giorno dopo. Serve molto di più e serve un mix di interventi. Dunque è stato giusto puntare sugli 80 euro ma ci vorrà un po’ di tempo perché generino aspettative positive nel comportamento dei consumatori. Poi sono necessarie le riforme, quelle che stiamo facendo”.

L’ultima battuta della sua lunga intervista a Repubblica , la Guidi la riserva a Diego Della Valle che a fine luglio, riferendosi nemmeno troppo garbatamente a lei, aveva detto: «Penso che alcune delle persone che hanno la delega a gestire lo sviluppo economico del Paese non abbiano le competenze e soprattutto l’esperienza necessarie». «Non conosco Della Valle -risponde il ministro -, ma sia un grande imprenditore che qualche volta fa l’opinionista. Io accetto le critiche ma vorrei sapere qual è il provvedimento che ho preso che non va bene. Sono stanca di dichiarazioni generiche».

JM

Startup innovative in aumento

Sempre in aumento le startup innovative.

A febbraio ne sono state aperte 1.719, ripartite per il 30% nel Nordovest, il 28% nel Nordest, 23% al Centro e 19% nell’Italia meridionale e insulare.
Tra le regioni più attive, Lombardia, Emilia Romagna e Lazio, mentre le città italiane in cui sono maggiormente presenti sono Milano, Roma e Torino.

Questi dati sono stati resi noti dalla relazione annuale sullo stato d’attuazione della politica del governo a sostegno dell’ecosistema delle start up innovative, presentata dal ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, lo scorso marzo alle camere e online sul sito del Mise.

Per quanto riguarda il settore di attività, ben il 78% delle nuove startup opera nei servizi e in particolare nella produzione di software e nelle attività di ricerca e sviluppo, il 18% nell’industria e nell’artigianato, il 4% nel commercio, anche se ci sono esempi di startup anche nel turismo e nell’agricoltura.

Sono 19, infine, gli incubatori certificati, strutture dotate di un’esperienza consolidata nell’attività di sostegno alle startup innovative.

Vera MORETTI

Guidi: “Jobs Act? Solo l’inizio”

 

Il Dl Lavoro del Governo Renzi è stato pubblicato giovedì in Gazzetta Ufficiale, ieri il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ai microfoni di Sky Tg24 ha espresso il suo parere sul sul Jobs Act: “le misure non sono ancora sufficienti, ma è l’inizio di un percorso di una strategia che cercheremo di portare avanti tutti per semplificare tutto quello che è ragionevole sul mondo del lavoro legato alle regole. Un primo passo verso la semplificazione di un sistema che si era irrigidito troppo”. 

“Credo che quanto fatto dal ministro Poletti sia il primo importante passo per risolvere una situazione troppo rigida, cristallizzata e sedimentata, e i dati lo confermavano. Così com’era non funzionava: questo un modo per semplificare, per facilitare l’incontro delle esigenze di domanda e offerta di lavoro. Considerando che le imprese oggi stanno vivendo una situazione di incertezza e di instabilità, credo si debba dotare il sistema del lavoro con strumenti compatibili con il mondo che stiamo vivendo. Flessibilità – spiega l’ex numero uno dei giovani industriali – significa avere un sistema regolatorio che venga incontro alle esigenze di tutte e due le parti. Non significa non avere regole, significa avere delle regole giuste equilibrate, compatibili, che facciano sì che chi può entrare nel mondo del lavoro lo faccia rapidamente e le imprese che possano assumere possano assumere rapidamente, senza avere l’obbligo di mantenere quella occupazione se le cose non andassero in quel verso”.

Federica Guidi, ecco chi è il nuovo ministro dello Sviluppo

Quarantacinquenne modenese, laureata in giurisprudenza, figlia di Guidalberto Guidi, già Vice Presidente di Confindustria, la nomina di Federica Guidi allo Sviluppo Economico è giunta inaspettata. Dopo un master in business administration comincia la carriera nell’azienda di famiglia, la Ducati Energia Spa, dal 2002 al 2005 è stata Presidente regionale dei Giovani imprenditori dell’Emilia-Romagna e Vicepresidente degli imprenditori della regione. Sotto la presidenza Marcegaglia, è nominata a capo dei Giovani imprenditori di Confindustria sostituendo un altro figlio d’arte, Matteo Colaninno.

Mentre tutti attendevano la nomina di Riccardo Zacconi, tra fondatori di Candy Crush Saga, la Guidi, da più parti additata come possibile futura candidata per Forza Italia, ha battuto anche l’agguerrita concorrenza dell’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti, e ha di fatto preso il posto di Luca Cordero di Montezemolo, candidato forte della primissima ora.

Jacopo MARCHESANO

Donne imprenditrici: in Italia sono molte di più rispetto al resto d’Europa

Forse è vero che in Italia spesso le donne trovino maggiori difficoltà ad accedere al mercato del lavoro, però è altrettanto vero che siamo il primo Paese in Europa per numero di imprenditrici e di lavoratrici autonome. Le donne imprenditrici, registrate nello scorso mese di marzo, sono ben 1.482.200, contro le 1.340.900 della Germania, le 1.168.300 del Regno Unito, le 938.400 della Spagna e le 798.700 della Francia. Questa peculiarità viene confermata anche dal peso che assume il lavoro indipendente sul totale delle donne occupate: il 16,2% in Italia, di gran lunga superiore al 10,2% della media europea, più che doppio rispetto e al 7,5% della Germania e al 6,6% della Francia. Dunque, il lavoro autonomo è un canale privilegiato per l’accesso delle donne al mercato del lavoro, in particolare al Centro e nelle regioni meridionali.

Questi sono i dati del 7° Osservatorio di Confartigianato sull’imprenditoria femminile artigiana, curato da Enrico Quintavalle e presentato con il suggestivo titolo Il rosa dopo la tempesta. Come è tradizione, il rapporto ha aperto la Convention di Confartigianato Donne Impresa, movimento che rappresenta circa 80.000 imprenditrici artigiane, tenuta per la dodicesima edizione gli scorsi 20 e 21 ottobre a Roma sul tema Donne e crescita. Welfare to work: dall’idea all’impresa.

L’indagine rileva che a metà 2010 le donne con cariche imprenditoriali nelle imprese artigiane attive sono 367.819, in aumento seppur lieve rispetto a due anni fa: un risultato importante in questa congiuntura critica. Il territorio con la maggiore presenza di donne a capo di imprese artigiane è il Nord Ovest con il 31,3%. Nel confronto tra le regioni, appare evidente però il gap del Sud, mentre le condizioni migliori per le imprese donna si trovano in generale nel Nord-Est e nel dettaglio soprattutto in Emilia Romagna, Trentino-Alto Adige e Friuli.

Le donne titolari di ditte artigiane individuali sono per quasi la metà impiegate nei servizi alle persone (49,9%), mentre una su quattro opera nel settore manifatturiero.

Ma è interessante anche la presenza di imprenditrici nei mestieri da uomini: sono 16.027 di cui quasi 5.000 nei lavori di costruzione specializzati, 3.230 nel trasporto terrestre, 2.445 nella fabbricazione di prodotti in metallo.

I motivi di questa tendenza femminile all’autonomia vengono così spiegati da Federica Guidi presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria: “Primo, la flessibilità: lavorando in proprio ci si può organizzare meglio. Ecco perché molte donne provano a entrare nel mondo del lavoro attraverso questa porta. Poi, le italiane hanno una maggiore attitudine a mettere a frutto il titolo di studio che spesso è più elevato rispetto a quello degli uomini”.

Laura LESEVRE