Alla Fiera dell’Est. Ma anche del Nord, del Centro e del Sud

di Davide PASSONI

Nell’era del mercato globale, dei mercati virtuali, dell’e-commerce e della moneta elettronica, quando la parola d’ordine è “dematerializzazione”, sia dei documenti sia del contante, per le piccole imprese manifatturiere e artigiane esistono dei luoghi nei quali, ancora, hanno un valore il contatto, le relazioni, la stretta di mano: sono le fiere di settore.

Per qualcuno si tratta di istituzioni vecchie, che costano alle aziende più di quanto rendono in termini di ritorno economico; per altri sono utili più agli enti che le organizzano che agli espositori che vi partecipano; per altri ancora, quelli che hanno un’idea del business come roba da galantuomini, danno invece il valore aggiunto del guardarsi in faccia e dello stringersi la mano, magari come suggello a un affare.

Quot capita, tot sententiae dicevano i latini, ossia “tante teste, altrettante opinioni”. Vero è che, specialmente in un Paese come l’Italia a prevalente vocazione manifatturiera, le fiere di settore continuano ad abbondare e a rappresentare un motore importante per l’economia dei piccoli e di grandi. Questa settimana INFOIVA farà un viaggio nelle realtà fieristiche italiane per tastare il polso a un settore che, impresa anch’esso, è costretto a fare i conti con la galoppante globalizzazione. Saprà rinnovarsi e darsi un senso per sopravvivere?

Il marmo italiano è il più apprezzato

Tra i prodotti Made in Italy che stanno andando forte all’estero c’è anche il marmo, per il quale l’Italia ha una grande tradizione.

Anche il 2013, infatti, sta confermando la striscia positiva dell’export dei graniti lavorati al 100% italiani, con percentuali in considerevole aumento verso tutti i principali mercati: tra quelli ormai fedeli alla qualità italiana ci sono Stati Uniti (+44,5%), Canada (+3%), Russia (+16%) e Medio Oriente (+8%), mentre sono in crescita Messico (+50%), Nord Africa (+42,7%) e India (+45%). L‘Europa, al contrario, perde qualche posizione (-4,9%).

I dati sono stati elaborati dall’Osservatorio Marmomacc, la più importante manifestazione internazionale dedicata alla pietra naturale, al design e alle tecnologie di lavorazione, in programma alla Fiera di Verona dal 25 al 28 settembre 2013 per la sua 48a edizione.

Il bilancio del primo triennio 2013 parla di 386,8 milioni di euro e una crescita complessiva del 9,2% sullo stesso periodo del 2012.
Ben 307,4 milioni di euro arrivano dai prodotti lavorati, che hanno incrementato le vendite del 9,7%, ma segno positivo è relativo anche alle esportazioni di blocchi grezzi che raggiungono i 79,4 milioni di euro (+7,2%).

Lo sviluppo internazionale si conferma, perciò, fondamentale per il settore lapideo italiano che trova in Marmomacc il principale hub di interscambio.

Così Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, ha presentato l’evento: “Per l’edizione di Marmomacc 2013, oltre a Stati Uniti, Canada e Regno Unito, sempre importanti per la richiesta di prodotto, i paesi target sui quali punteremo sono Russia, Cina, Sud-est asiatico e Centro America. Per quanto riguarda macchinari e tecnologie, invece, ci concentreremo su Russia, Nord Africa, Iran, Iraq e Brasile“.

Obiettivo di questa edizione della Fiera è trovare buyer qualificati che possano operare come importatori e distributori di macchinari e prodotti, ma anche di imprese edili e di trasformazione, che durante l’esposizione possano seguire gli incontri B2B previsti.

Nell’attesa che Marmomacc abbia inizio, hanno già dato conferma della loro partecipazione le delegazioni estere organizzate da Angola, Australia, Belgio, Camerun, Canada, Cina, Congo, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Iran, Iraq, Paesi del Mediterraneo, Paesi dei Balcani, Paesi del Golfo, Portogallo, Romania, Russia, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Sud Est Asiatico, Sud-Centro America, Svezia e Svizzera.

Vera MORETTI

Come orientarsi nel mondo del lavoro

Job&Orienta, fiera di Verona conclusasi sabato scorso, ha lasciato segnali incoraggianti circa l’importanza, che ultimamente aveva forse perso considerazione, degli studi, e magari anche di una laurea, per ottenere un lavoro.

I giovani sono avvisati: benché sembra che le scorciatoie siano molto di moda in questo periodo, il “pezzo di carta” ha ancora la sua valenza positiva, anche se il rovescio della medaglia c’è. Non tutte le lauree, seppur nobili ed interessanti, hanno lo stesso peso.

Nonostante una riscoperta di quelle triennali, infatti, sono sempre le lauree specialistiche ad offrire maggiori garanzie circa un futuro lavorativamente vantaggioso e, tra queste, svettano quelle dell’ambito economico sociale, che nel 2011 hanno fruttato 25mila assunzioni, ben il 34,4% del totale e un +12% rispetto al 2010. Buone anche le probabilità di essere assunti se in possesso di una laurea in ingegneria o architettura, con oltre 23mila nuovi ingressi previsti (31,8%) e un incremento di nove punti percentuali rispetto allo scorso anno.
In terza posizione ecco l’area medica e sanitaria con più di 8mila entrate preventivate (pari all’11,6%), in crescita del 2% rispetto al 2010.

Le prime tre professioni di sbocco per i laureati italiani sono quelle di infermiere (4.700 unità), educatore professionale (circa 2.500), sportellista bancario (oltre 2mila). Seguono sviluppatore di software (quasi 2mila) e progettista meccanico (1.800).

Inoltre, le imprese ammettono la difficoltà a trovare laureati in economia bancaria, finanziaria ed assicurativa da impiegare come addetti allo sviluppo clienti nei servizi finanziari (740 su 890 le assunzioni difficili). Lo stesso discorso vale per gli ingegneri delle telecomunicazioni disposti a svolgere la professione di consulente di prodotti informatici (530 su 870 le assunzioni difficili) e per gli ingegneri civili da assumere come addetti alla logistica (280 su 480 le assunzioni difficili).

Per quanto riguarda i diplomati, i più richiesti sono i ragionieri (ai quali le imprese destinerebbero il 28% delle assunzioni previste), e i periti industriali (25,7% del totale), seguiti a distanza dagli indirizzi terziari (7% di tutte le assunzioni) e dagli indirizzi liceali e artistici (circa il 3%).

Tra le professioni con possibilità di assunzione “immediata” spiccano quelle di commessi di negozio (oltre 11mila le assunzioni programmate), segretari (quasi 11mila), addetti alla contabilità (10.500), ma anche addetti alle vendite della grande distribuzione (8.700) e addetti all’amministrazione (circa 7mila richieste).

Sul fronte della reperibilità, i diplomati interessano il 18,7% del totale delle assunzioni non stagionali, una percentuale minore di quella dei laureati, ma comunque alta. Introvabili risultano diplomati dell’indirizzo aeronautico e nautico (160 su 560 le assunzioni difficili), dell’indirizzo legno, mobile e arredamento (330 su 1.160 le assunzioni difficili) e dell’indirizzo meccanico (7mila su 25mila).

Vera Moretti