Innovazione, Internazionalizzazione e Finanza: indispensabili per le imprese

Un importante in contro, su quelli che sono i tre principali aspetti che determinano lo sviluppo delle imprese, si svolgerà a Firenze il 16 febbraio.
L’incontro fiorentino, che si terrà all’Auditorium di Italia Comfidi e che si intitola Innovazione, Internazionalizzazione e Finanza: scenari e prospettive per le Imprese, è organizzato in occasione della II edizione del corso di alta formazione per “Esperto in gestione e utilizzo dei fondi europei”, che partirà il prossimo 10 marzo.
Innovazione, Internazionalizzazione e Finanza saranno, dunque, gli argomenti sui quali si discuterà, al fine di incrementare lo sviluppo delle imprese italiane, che senza seguire questi tre capisaldi difficilmente potrebbero imporsi sul mercato.

Per poter dire la propria e spiccare, in un mondo sempre più spietato e competitivo, occorre essere innovativi, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche organizzativo. Se consideriamo, infatti, che le imprese tradizionali partono, in primis, dal concetto di territorialità, si rende necessaria l’unicità e la capacità di distinguersi, proponendo, ad esempio, progetti sperimentali.

Una componente capace di fare la differenza è la spinta verso i mercati esteri, che negli anni di crisi ha permesso alle imprese più intraprendenti di sopravvivere e di non affossarsi in un mercato interno fermo e stagnante.
A questo proposito, il Ministero degli Esteri in questi anni ha rafforzato la rappresentanza e il supporto del Sistema Paese passando dal Made in Italy a quello del Made by Italy.
Cavalcare l’onda della fama di cui godono i prodotti italiani, questo è il concetto chiave che non deve mancare, e che può determinare il successo di un’azienda , se manca, il suo affossamento.

Terzo fattore indispensabile è la Finanza, essenziale per far funzionare correttamente i primi due. L’innovazione impatta direttamente sul credito che si trova sempre più spesso a dover valutare modelli di business che trascendono dal sistema delle garanzie tradizionali.

Vera MORETTI

Da gennaio scoperti 5 mila evasori totali

Quasi 5 mila, 4.933 per la precisione, è il numero degli evasori totali scoperti dalla Guardia di Finanza dall’inizio dell’anno ad oggi per un totale di bel 17 miliardi di euro non dichiarati. Un numero impressionante e destinato a crescere nelle prossime settimane dopo l’entrata in vigore in questi giorni del tanto temuto “redditometro“.

Ma i numeri, impietosi nella loro freddezza, non sono finiti qui: 19.000 sono i lavoratori irregolari nel nostro Paese, di cui 9.000 impiegati completamente in nero eludendo qualunque tassa da parte di oltre 3.200 datori di lavoro. Un’economia sommersa – sotto il pelo della legalità, ma abbastanza alla luce del sole per essere intercettata con relativa facilità – che danneggia irrimediabilmente le casse dello Stato, alterando le regole del mercato e costringendo, come logico che sia, l’insostenibilità della pressione fiscale.

Sfrecciava in Ferrari: evasore “beccato”

Il desiderio di vivere una vita agiata, al di sopra delle sue possibilità, ha smascherato un imprenditore di Tortona che, incurante del fatto che sfrecciare in Ferrari per le vie della città potesse destare sospetti, è stato colto in fallo dalla Guardia di Finanza.

L’uomo, a capo di un’azienda operante nella zona nel settore del commercio di rottami, era da tempo sotto il mirino dei finanzieri, insospettiti dal tenore di vita, troppo elevato data la sua professione e le sue entrate, almeno quelle dichiarate.
Dopo mesi di indagini silenti, è stata scoperta un’evasione fiscale di oltre 400.000 euro e un giro di fatture false, emesse con alla complicità di cinque imprese della provincia, grazie alle quali la sua azienda aveva abbattuto i ricavi, diventando sempre più competitiva.

Le fatture false sono ben 700, per un importo complessivo di circa due milioni di euro, relative a operazioni inesistenti. Alcune di queste erano servite a coprire acquisti operati “in nero” da raccoglitori di rottami abusivi.
Ovviamente, alla luce di quanto scoperto, l’evasore è stato denunciato per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e per emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

Forse ora si sarà pentito di aver esibito la sua fiammante Ferrari F430?

Vera MORETTI

Crisi: 480 mila le famiglie che aiutano i figli senza lavoro

Nella tarda primavera del 2009, “nel momento di massimo impatto della crisi sul mercato del lavoro italiano, circa 480 mila famiglie hanno sostenuto almeno un figlio convivente che aveva perso il lavoro nei dodici mesi precedenti”. Lo evidenzia il vicedirettore generale di Bankitalia, Anna Maria Tarantola.

Le risorse impiegate in questa forma di sostegno familiare, fa notare, “sono venute non solo dai redditi da lavoro dei genitori, ma spesso anche da quelli da pensione”. La struttura familiare italiana, spiega Tarantola, “caratterizzata da una marcata propensione dei giovani a costituire un nuovo nucleo familiare solo se occupati, ha limitato l’impatto della grande recessione sul benessere degli individui”. Per converso, “sono proprio le famiglie dei giovani che hanno intrapreso un percorso autonomo, quelle che hanno pagato il prezzo più elevato della crisi e che oggi fronteggiano i livelli di incertezza più elevati”.

La crisi, poi, “ha reso ancora più forte la dipendenza dei membri più deboli dalla famiglia d’origine, riducendo ulteriormente la propensione dei giovani di intraprendere percorsi autonomi, a passare dalla condizione di figlio a quella di genitore, a partecipare attivamente non solo alla vita economica, ma anche a quella sociale”. E’ “essenziale” affrontare questi nodi perché”il futuro del Paese dipende in modo cruciale dal sostegno che la nostra società è e sarà in grado di dare ai progetti di vita delle giovani famiglie”.

Secondo Tarantola, infatti, “la vulnerabilità finanziaria si riduce solo rafforzando il ritmo di crescita della nostra economia, riavviando lo sviluppo con misure strutturali”. E’ questo, dice, “il compito cui è innanzitutto chiamata la politica economica nel nostro paese, rimuovendo ingiustificati vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, definendo un più favorevole contesto istituzionale per l’attività delle imprese e dei lavoratori, promuovendo l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano”. La via intrapresa dal governo con il decreto legge in materia sviluppo, con quello sulle semplificazioni, in via di approvazione, e con il disegno di legge sui temi del lavoro “ha esattamente questo obiettivo”.

Fonte: adnkronos.com