Imprenditoria femminile, corsa ai contributi a fondo perduto: dal 19 maggio le domande

Dalle ore 10:00 di giovedì 19 maggio sarà aperto lo sportello per la presentazione delle domande al Fondo impresa femminile. Si potranno inviare le istanze per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati per avviare una nuova impresa o potenziare quelle già esistenti da meno di dodici mesi. Il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) datato 30 marzo 2022 aveva sbloccato gli incentivi per le nuove imprese e per il consolidamento di quelle già esistenti. Sono state stabilite, oltre alle nuove imprese e a quelle nate negli ultimi dodici mesi, anche le date per la presentazione delle domande per i contributi e i finanziamenti per le altre imprese, purché nate negli ultimi 60 mesi. Ecco nel dettaglio cosa prevede il decreto.

Finanziamenti e contributi a fondo perduto imprese femminili: le risorse a disposizione

Per la nascita delle nuove imprese al femminile e per il consolidamento di quelle già esistenti, il Fondo impresa femminile ha a disposizione una dote di 200 milioni di euro. Il mix di incentivi, tra contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero delle imprese al femminile, rientra tra gli obiettivi del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). La platea delle imprese beneficiarie è quella delle realtà imprenditoriali gestite da donne, a prescindere dalla dimensione, con un impatto dei contributi che può finanziare fino all’80% delle spese ammissibili.

Quali aziende femminili saranno beneficiarie dei contributi a fondo perduto?

Le aziende al femminile che potranno beneficiare dei finanziamenti a tasso zero e dei contributi a fondo perduto sono quelle operanti nei settori:

  • industriali;
  • artigianali;
  • dedite alla trasformazione dei prodotti agricoli;
  • del commercio;
  • turistiche;
  • della fornitura di servizi.

I relativi investimenti che possono essere ammessi agli incentivi comprendono varie spese, da quelle per comprare i beni strumentali, alle spese per il personale, dalle opere di edilizia ai beni immateriali come software e brevetti. Inoltre, una quota degli incentivi andrà a coprire anche le spese del capitale circolante.

Nascita di nuove imprese al femminile, quali finanziamenti a tasso zero e incentivi sono previsti?

Per la nascita di nuove imprese al femminile gli incentivi previsti sono ottenibile sotto forma di contributi a fondo perduto. Si possono ottenere, infatti, i seguenti incentivi:

  • fino all’80% delle spese ammissibili entro il limite massimo di incentivo di 50 mila euro per gli investimenti di importo non eccedente i 100 mila euro;
  • fino al 50% delle spese ammissibili per gli investimenti che prevedono spese da 100 mila a 250 mila euro.

Aiuti alle imprese femminili già esistenti: mix di contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero

Per le imprese già esistenti, le forme di aiuto previste possono riguardare sia i contributi a fondo perduto che i finanziamenti a tasso zero. Nel dettaglio, per le aziende costituite da non più di 36 mesi (da calcolare a partire dalla data di invio della domanda), gli incentivi finanziano fino all’80% delle spese ammissibili. Il mix di incentivi prevede una quota paritetica tra contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. Per le imprese esistenti da oltre 36 mesi, gli aiuti contemplano le due formule di finanziamento, ma le aziende potranno coprire pure le esigenze del capitale circolante. Tuttavia, per quest’ultimo, si possono ottenere solo i contributi a fondo perduto.

Finanziamenti e incentivi a fondo perduto per le imprese femminili, per quali spese ammissibili?

I finanziamenti agevolati e i contributi a fondo perduto a favore delle realtà imprenditoriali femminili consentono di ottenere aiuti sui seguenti capitoli di spesa:

  • attrezzature, macchinari e impianti (purché nuovi di fabbrica), opere di edilizia fino al limite del 30% sul totale delle spese per gli investimenti. I costi, per essere ammissibili, devono inoltre essere in linea con gli obiettivi di produzione aziendali;
  • immobilizzazioni immateriali, relative a soluzioni tecnologiche e informatiche,  brevetti, software, applicazioni e piattaforme digitali;
  • servizi in cloud, purché utili alla gestione aziendale;
  • costi del personale dipendente, sia a tempo indeterminato che determinato;
  • esigenze del capitale circolante, da calcolare dal 20% al 25% dei costi ammissibili. Per il capitale circolante si possono ottenere solo contributi a fondo perduto.

Imprese femminili, come presentare domanda dei finanziamenti a tasso zero e dei contributi a fondo perduto?

Il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) emanato lo scorso 30 marzo, ammette la doppia modalità di invio delle istanze di finanziamenti agevolati e di contributi a fondo perduto a sostegno delle realtà imprenditoriali al femminile. Per l’invio delle domande è necessario far riferimento a Invitalia, che gestirà i contributi da assegnare alle imprenditrici richiedenti. Nel dettaglio:

  • per le nuove imprese femminili, quelle nascenti, si poteva iniziare a compilare la pratica già dallo scorso 5 maggio. La presentazione della pratica vera e propria si potrà fare a partire dalle ore 10:00 di giovedì 19 maggio 2022. Attualmente, la piattaforma “Invio Progetti Start” di Invitalia non è ancora aperta. Lo sarà da giovedì mattina;
  • per le imprese al femminile già costituite, si potrà procedere con la pre-compilazione della pratica a partire dalle ore 10:00 di martedì 24 maggio prossimo. La presentazione vera e propria della domanda si potrà fare a partire dalle ore 10:00 del 7 giugno 2022.

 

Contributi a fondo perduto nascita e sviluppo imprese femminile: ecco le date delle domande

Il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) del 30 marzo 2022 sblocca i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati a favore della nascita e dello sviluppo delle imprese femminili. I fondi stanziati, per 200 milioni di euro, garantiranno sovvenzioni fino a 125 mila euro. Le donne interessate potranno inviare le domande a partire dal mese di maggio, secondo le rispettive date. Ecco nel dettaglio cosa prevede il decreto.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati imprese al femminile: le risorse a disposizione

Le imprese al femminile nascenti, ma anche quelle già costituite, potranno beneficiare di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati utilizzando il fondo da 200 milioni di euro messo a disposizione. Il mix di aiuti rientrano tra le priorità del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) con l’obiettivo di sostenere la nascita e il consolidamento delle imprese gestite da donne, di qualunque dimensione, con un impatto degli incentivi che può arrivare fino all’80% delle spese ammissibili.

Quali imprese femminili potranno ottenere i contributi a fondo perduto?

Le imprese al femminile che potranno ottenere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati sono quelle relative ai settori:

  • industriali;
  • artigianali;
  • della trasformazione dei prodotti agricoli;
  • commerciali e turistiche;
  • della fornitura di servizi.

I programmi di investimento ammissibili per ottenere gli incentivi comprendono varie spese, da quelle per l’acquisto di beni strumentali, al costo del personale, dalle opere edili ai beni immateriali come brevetti. Infine, una quota di finanziamento va anche a coprire le esigenze del capitale circolante.

Nascita imprese femminili, quali contributi sono previsti?

Per la nascita delle imprese al femminile gli incentivi assumono la formula dei contributi a fondo perduto. Pertanto si potranno ottenere aiuti:

  • fino all’80% delle spese ammissibili senza sforare il tetto dei 50 mila euro per i programmi di investimento che arrivano a 100 mila euro;
  • entro il 50% delle spese ammissibili per i programmi di investimento che prevedono spese da 100 mila euro fino a 250 mila euro.

Consolidamento e sviluppo delle imprese femminili, mix di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati

Per le imprese già costituite, le formule di incentivo possono essere sia di contributi a fondo perduto che di finanziamenti agevolati. In particolare, per le imprese costituite da non oltre i 36 mesi (calcolati alla data della presentazione della domanda), gli aiuti coprono fino all’80% delle spese ammissibili, in uguale misura tra contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. Per le imprese costituite da più di 36 mesi, gli incentivi prevedono le due formule precedenti, ma le imprese potranno finanziare anche le esigenze del capitale circolante. Quest’ultimo può essere coperto unicamente con i contributi a fondo perduto.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti per le imprese al femminile, quali sono le spese ammissibili?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati delle imprese al femminile ammettono le seguenti voci di spesa:

  • macchinari, attrezzature e impianti (nuovi di fabbrica) comprese le opere edili, nel rispetto del tetto del 30% rispetto al totale del programma di spesa. Le spese devono essere in linea con gli obiettivi produttivi aziendali;
  • le immobilizzazioni immateriali, consistenti in brevetti, soluzioni tecnologiche, programmi informatici e software, applicazioni, soluzioni e piattaforme digitali;
  • servizi in cloud in linea con le esigenze di gestione aziendale;
  • spese per il personale dipendente, sia a tempo determinato che indeterminato;
  • esigenze del capitale circolante, calcolato tra il 20% e il 25% delle spese ammissibili e finanziabile solo con contributi a fondo perduto.

Imprese al femminile, come presentare domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati?

Il decreto uscito ieri del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) ammette la doppia modalità di presentazione delle domande di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati a favore delle imprese al femminile. A gestire le domande sarà Invitalia. In particolare:

  • per le imprese al femminile nascenti, si potrà iniziare a compilare la domanda a partire dalle ore 10 del 5 maggio 2022. La presentazione della domanda vera e propria potrà avvenire a partire dalle 10 del 19 maggio prossimo;
  • per le imprese al femminile già costituite, si potrà procedere con la compilazione della domanda a partire dalle ore 10 del 24 maggio 2022. La presentazione vera e propria della domanda decorrerà dalle ore 10 del 7 giugno 2022.

 

Giovani e donne, ecco i contributi a fondo perduto per avviare nuove imprese

Contributi a fondo perduto e finanziamenti a tassi agevolati per 150 milioni di euro a favore delle donne e dei giovani per avviare una nuova impresa sono a disposizione dopo l’ultimo provvedimento del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise). I nuovi incentivi si possono utilizzare per la creazione di nuove realtà produttive su tutto il territorio nazionale. Contributi a fondo perduto e finanziamento puntano ad ampliare, a diversificare o a trasformare anche le attività già esistenti. I settori di interesse delle nuove imprese o per quelle oggetto di variazione sono:

  • il turismo;
  • la manifattura;
  • i servizi;
  • il commercio;
  • la trasformazione di prodotti agricoli.

Chi può presentare domanda per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti per la nascita di nuove imprese?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati sono previsti dal decreto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) del 16 marzo 2022. Il provvedimento attua quanto prevede la legge di Bilancio 2022 con risorse fino a 150 milioni di euro a favore della misura “Oltre nuove imprese a tasso zero”. I contributi possono essere utilizzati dai giovani tra i 18 e i 35 anni di età o dalle donne. Per queste ultime non vi è un limite anagrafico.

Quali tipologie di imprese possono beneficiare dei contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati del Mise?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati andranno a favore delle micro e delle piccole e medie imprese. Sulla base di quanto già prevedeva il decreto tra i ministeri dello Sviluppo Economico e quello dell’Economia e delle Finanze del 4 dicembre 2020 sull’autoimprenditorialità e sulle nuove imprese a tasso zero, la definizione delle imprese beneficiari è la seguente:

  • le imprese costituite da non oltre i 60 mesi dalla data nella quale viene inoltrata la domanda dei finanziamenti;
  • le micro e le piccole imprese;
  • le imprese costituite nella forma societaria;
  • le società costituite per oltre il 50% dei soci e per le quote di partecipazione da donne o da soggetti tra i 18 e i 35 anni;
  • possono inoltre richiedere i contributi e i finanziamenti anche le persone fisiche.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti per le imprese costituite da non oltre i 36 mesi

Sulla base di quanto disposto dal provvedimento del ministero per lo Sviluppo Economico, le imprese beneficiarie dei contributi e dei finanziamenti sono suddivise tra quelle costituite da non oltre i 36 mesi e da quelle costituite da più di 36 mesi. Per le prime, le agevolazioni hanno come obiettivo quello di sostenere le nuove iniziative imprenditoriali oppure lo sviluppo di quelle già esistenti. I programmi di spesa, per queste imprese, non possono superare il milione e mezzo di euro. I programmi di investimento devono essere avviati dopo la presentazione delle istanze di finanziamento e la durata non può superare i due anni.

Agevolazioni per le imprese di donne e giovani costituite da oltre 36 mesi

Per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati a favore delle imprese costituite da oltre 36 mesi, i progetti di spesa non devono superare i tre milioni di euro al netto dell’Iva. L’avvio dei programmi di spesa deve avvenire dopo la presentazione delle domande dei finanziamenti e dei contributi. Il progetto non può avvenire per un periodo superiore ai due anni. Nei programmi di spesa rientrano, ad esempio, l’acquisto di terreni o gli studi di fattibilità.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti imprese giovani e rientranti nell’imprenditoria femminile: quali sono le iniziative ammissibili?

Le iniziative ammissibili ai programmi di finanziamento agevolato e alla concessione di contributi a fondo perduto per le imprese di giovani e dell’imprenditoria femminile riguardano i settori:

  • della produzione di beni nell’industria, nell’artigianato, nella trasformazione dei prodotti agricoli compresi quelli relativi all’innovazione sociale. In quest’ultimo caso la produzione di beni deve comportare la creazione di nuove relazioni sociali oppure soddisfare nuovi bisogni sociali, anche tramite modalità innovative;
  • delle forniture di servizi alle imprese oppure alle persone, inclusi i servizi relativi all’innovazione sociale;
  • del commercio di servizi e di beni;
  • del turismo, comprese le attività turistiche e culturali per valorizzare il patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico. Sono ammissibili anche le attività relative al miglioramento dei servizi di ricettività e di accoglienza.

Quali tipologie di agevolazioni sono previste per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti alle imprese di giovani e donne?

Le tipologie di agevolazioni previste dal decreto del ministero per lo Sviluppo Economico per le imprese dei giovani e per le donne variano a seconda dell’anzianità dell’attività stessa. Per le imprese costituite da non oltre i 36 mesi, i contributi a fondo perduto possono coprire il 20% delle spese di impianti, macchinari, attrezzature e beni immateriali come brevetti e programmi informatici. Per le imprese costituite da oltre 36 mesi ma da non più di 60 mesi, i contributi a fondo perduto arrivano a coprire il 15% delle spese ammissibili. In entrambi i casi si possono finanziare anche gli immobili e le opere murarie.

Contributi a fondo perduto per giovani e donne, come inviare la domanda?

Per inviare la domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati è necessario seguire la procedura presente sul sito di Invitalia. Nel dettaglio, la procedura di richiesta è a sportello. Le domande potranno essere presentate a partire dalle ore 12 del 24 marzo prossimo.

Agricoltura, maxi-asta per acquistare i terreni abbandonati e finanziamenti a tasso zero per giovani e donne

Arriva la nuova maxi asta sul terreni abbandonati: le operazioni di acquisto saranno gestiste da Ismea. In tutta Italia, saranno 19.800 gli ettari che andranno alla compravendita dei terreni. Si tratta di terre coltivabili per un valore di asta totale di 312 milioni di euro. Fino a questo momento sono stati aggiudicati 349 terreni per un totale di 13 mila ettari. Il totale delle aziende agricole investite dalla maxi asta è di 827. Le operazioni di acquisto dei terreni abbandonati, inoltre, rientrano negli incentivi sui finanziamenti a tasso zero e agevolati per gli under 41 e per l’imprenditoria femminile.

Maxi asta dei terreni agricoli abbandonati, in quali regioni ci sono più opportunità?

La maxi asta per l’acquisto dei terreni abbandonati rientra nel quinto bando lanciato tramite la Banca delle terre agricole, l’istituto che fa capo al ministero dell’Agricoltura nato nel 2016 per assegnare i terreni pubblici che si trovino in stato di semiabbandono. Il quinto bando della maxi asta riguarda, principalmente, terreni destinati a seminativi per circa il 50% del totale. Per il resto, il 22% riguarda terreni è riservato a pascoli e prati, mentre il restante è suddiviso tra uliveti, boschi, agrumeti, frutteti e vigneti. In Sicilia c’è la più ampia fetta dei terreni da assegnare (il 33%), seguita dalla Basilicata e dalla Sardegna con il 12%, dalla Toscana con l’11%, dalla Puglia con il 9%, dalla Calabria con il 6%, dall’Emilia Romagna con il 5% e, infine, dal Lazio con il 4%. La provincia di Matera è quella con la maggiore estensione dei terreni da assegnare tramite asta: circa 1.825 ettari.

Agricoltura, come si sono svolte le precedenti aste per l’assegnazione dei terreni pubblici in stato di abbandono?

Nei precedenti quattro bandi di asta delle terre abbandonate, sono stati già assegnati 349 terreni per un totale di più di 13 mila ettari. L’assegnazione ha riguardato il 42% dei terreni che erano stati messi all’asta. Quanto incassato dall’Ismea dalla maxi asta viene messo a disposizione per interventi che vadano a sostenere i nuovi agricoltori. Nei precedenti bandi, con le aste sono andati esauriti i terreni del Veneto e quasi tutti quelli della Lombardia. In Abruzzo e nelle Marche le percentuali di aggiudicazione sono state del 75%, in Umbra del 70%.

Chi può partecipare all’asta per l’acquisto dei terreni agricoli abbandonati?

Chiunque può partecipare gratuitamente alla maxi asta per l’assegnazione dei terreni agricoli abbandonati. Le agevolazioni sono previste per gli acquirenti dai 18 ai 41 anni di età. Per l’imprenditoria giovanile, infatti, è possibile procedere con il pagamento del prezzo d’asta del terreno a rate mediante un mutuo ipotecario. Il piano di ammortamento può arrivare a 30 anni. Tuttavia, il piano di ammortamento a un tasso di mercato può riguardare chiunque, in quanto non si configura come un aiuto di Stato. Il bando di riferimento è inserito all’interno del Programma di sviluppo rurale (Psr). Ma sono previste agevolazioni specifiche anche nell’ambito del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Ragione per la quale il 2022 potrebbe rivelarsi un anno particolarmente vantaggioso per investire nell’agricoltura.

Agricoltura, maxi asta terreni abbandonati: come si fa a presentare un’offerta?

Per chi fosse interessato a presentare un’offerta sui terreni agricoli abbandonati può farlo sul sito Ismea, nella sezione “Banca delle terre”. La scadenza per presentare le offerte, in tutte le regioni, è fissata alla mezzanotte del 5 giugno 2022. Sul sito si possono consultare le modalità di partecipazione alla maxi asta e le caratteristiche dei terreni oggetto di passaggio. Per partecipare al bando Ismea è inoltre necessario il deposito cauzionale del 10% del valore a base d’asta di ciascun terreno. Chi presenta l’offerta per i terreni è vincolato per 180 giorni.

Maxi bando per l’acquisto all’asta di terreni agricoli abbandonati: quali incentivi per le donne?

Ulteriori facilitazioni sono previste per l’imprenditoria femminile e per l’acquisto dei terreni agricoli abbandonati da parte delle donne. Infatti, oltre alle possibilità riservate agli under 41 anni, la legge di Bilancio 2022 ha previsto dotazioni finanziarie per le donne nella misura “Più impresa”. Mediante questa misura, le donne hanno la possibilità di finanziare l’acquisto del terreno con un finanziamento a tasso zero e garanzia del 120% del valore del terreno. Inoltre, a differenza dei finanziamenti agevolati riservati agli under 41, la misura “Più impresa” non prevede limiti di età. Le adesioni delle donne a questo tipo di finanziamento sembra funzionare. Infatti, il 34% delle domande arriva da donne per avviare una nuova impresa al femminile.

Agricoltura, ecco i contributi a fondo perduto per l’imprenditoria femminile

L’imprenditoria al femminile può usufruire dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti a tasso zero nel settore dell’agricoltura. I fondi si possono richiedere per il finanziamento della costruzione e del miglioramento dei beni immobili, per acquistare i terreni, per gli studi di fattibilità e per formare in maniera avanzata soci e dipendenti. I contributi rientrano nelle proposte dell’Istituto dei servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) che avvisa, sul proprio portale, di una prima scadenza delle domande fissata per il 30 marzo 2022.

Donne in campo per l’imprenditoria al femminile per i contributi al settore agricolo

La misura, denominata “Donne in campo” permette il finanziamento a tasso zero a favore dell’imprenditoria al femminile nel settore agricolo. Si può arrivare a coprire fino a 300 mila euro o fino al 95% dell’investimento. Nel pacchetto di aiuti alle imprese agricole “Più impresa” i finanziamenti e, esclusivamente per questa misura, i contributi a fondo perduto possono arrivare a coprire l’investimento fino a 1,5 milioni di euro.

Finanziamenti imprese per donne nell’agricoltura e legge di Bilancio 2022

I contributi derivano da quanto prevede la legge di Bilancio 2022, al comma 523 dell’articolo 1 e seguenti. Nel dettaglio, la norma prevede di favorire l’imprenditoria femminile in agricoltura inserendo le donne tra le beneficiarie dei contributi e dei finanziamenti. Peraltro, nella misura “Più impresa“, verrà eliminato come requisito di accesso, per le società organizzate in forma societaria, quello relativo alla maggioranza numerica e verrà mantenuto il parametro della maggioranza, per oltre la metà, delle quote di partecipazione di donne o di giovani.

Le risorse destinate all’imprenditoria al femminile nel settore agricolo per il 2022

Inoltre, la legge di Bilancio 2022, prevede che “alle agevolazioni previste dal titolo I, capo III, del decreto legislativo 21 aprile 2000, numero 185, come modificato dal comma 523, in favore delle imprese agricole a prevalente o totale partecipazione femminile sono destinate le risorse del fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in agricoltura, di cui all’articolo 1, comma 506, della legge 27 dicembre 2019, numero  160, incrementate per l’anno 2022 di ulteriori 5 milioni di euro”. Peraltro, “alle attività di cui al citato titolo I, capo III, del decreto legislativo 21 aprile 2000, numero 185, sono destinate risorse pari a 15 milioni di euro per l’anno 2022”.

Prima misura per l’imprenditoria al femminile nel settore agricolo: la misura ‘Donne in campo’

La prima misura prevista per l’imprenditoria al femminile nel settore agricolo è quella di ‘Donne in campo’. Con questa misura si possono ottenere solo finanziamenti a tasso zero per investimenti fino a 300 mila euro e fino al 95% del valore totale del progetto. Non vi sono, per questa misura, contributi a fondo perduto. La domanda di partecipazione al progetto si può presentare entro il 30 marzo 2022. Per inoltrare la richiesta è necessario avvalersi dei servizi telematici del portale Ismea.

Imprese agricole al femminile: se non viene accettata la domanda di ‘Donne in campo’ si può ripresentare l’istanza per ‘Più impresa’

Lo stesso portale Ismea avvisa che, per le domande pervenute entro il 30 marzo 2022 relative alla misura “Donne in campo” ma ritenute non ammissibili, ci sarà la possibilità per le donne imprenditrici di presentare nuovamente la stessa domanda per l’altra misura. Ovvero per la “Più impresa“. La domanda dovrà essere presentata accedendo alla sezione dedicata “Impresa femminile”. Oltre ai finanziamenti a tasso zero, la misura “Più impresa” comporta anche la concessione di contributi a fondo perduto. Infine è previsto un valore finanziabile del progetto nettamente più alto.

Imprenditoria femminile in agricoltura, l’attesa per il decreto interministeriale di ‘Più impresa’

Il sostegno alle donne imprenditrici del settore agricolo potrà essere incrementato, infatti, dal decreto interministeriale di prossima pubblicazione relativo alla misura “Più impresa“. La legge di Bilancio 2022 ha provveduto a incrementare la dotazione finanziaria dell’obiettivo di ulteriori 5 milioni di euro per l’anno in corso.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero del pacchetto ‘Più impresa’ per l’imprenditoria al femminile in agricoltura

Dai nuovi decreti sulle risorse per lo sviluppo dell’imprenditoria al femminile nell’agricoltura risulta più facile presentare la domanda. Nel pacchetto di finanziamenti della misura “Più impresa“, le imprese condotte da donne potranno presentare domanda di finanziamento:

  • senza tener conto dell’età anagrafica;
  • copertura fino al 95% dell’investimento;
  • finanziamenti a tasso zero fino al 60% del valore dell’investimento;
  • contributi a fondo perduto per la restante quota del progetto, ovvero per il 35%;
  • l’Ismea può arrivare a finanziare fino a 1,5 milioni di euro di progetto.

 

Imprese femminili: tra finanziamenti, agevolazioni e premi

Poco più di un quinto: le imprese femminili operanti in Italia sono circa 1,3 milioni, solo il 21,4% del totale nazionale. La percentuale uscita dall’ultima indagine dell’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere-InfoCamere mostra ancora tutta l’arretratezza (non solo) culturale del nostro Paese in termini di parità di genere. Delle imprese a gestione femminile se ne parla e se ne discute ogni volta come le mosche bianche dell’imprenditoria nazionale, come un fenomeno che, nonostante la direzione che sembrerebbe aver preso il mondo, non si dovesse mai compiere definitivamente.

Fra le tante chiacchiere da bar sull’argomento e le solite promesse non mantenute, però, qualche iniziativa seria a favore delle nuove imprese “rosa” inizia finalmente a palesarsi. Ad inizio agosto, per esempio, l’Ente Nazionale per il Microcredito ha aperto, nell’ambito del progetto pilota Microcredito Donna, un bando finalizzato all‘erogazione di microcrediti a donne o persone giuridiche, a rilevante presenza femminile, che vogliano avviare o abbiano avviato un’impresa nel Lazio. L’iniziativa ha lo scopo di sostenere, attraverso i finanziamenti per imprese femminili fino a 25mila euro, la microimprenditorialità e il lavoro delle donne, ed è rivolto ai soggetti impossibilitati, per condizioni soggettive e oggettive, ad accedere al credito tradizionale.

La Camera di Commercio di Pordenone e il Comitato per lo Sviluppo dell’Imprenditoria Femminile, invece, hanno indetto la seconda edizione del premio Voglia D’Impresa, per valorizzare le imprese femminili del territorio. Possono partecipare le imprese femminili della provincia di Pordenone con almeno un lavoratore/lavoratrice assunto/a con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il premio ammonta a 4mila euro e sarà concesso all’impresa femminile che otterrà il punteggio più elevato in base ai criteri previsti nel bando e riferiti alla situazione aziendale attuale ed ai progetti realizzati nell’ultimo triennio.

La Regione Campania, inoltre, ha lanciato un bando nell’ambito delle operazioni di sostegno al tessuto produttivo finanziate col Fondo rotativo per lo sviluppo delle aziende per le giovani corregionali under 35 che abbiano voglia di fare impresa. Uno strumento che dovrebbe consentire di sostenere gli investimenti innovativi delle aziende giovanili e femminili.

Jacopo MARCHESANO

A Viterbo si finanziano le imprese in rosa.

A Viterbo è stato stanziato un finanziamento per supportare e favorire lo start-up di piccole imprese rosa. L’azione di microcredito è stata promossa dalla Provincia di Viterbo ed è indirizzata a:

A. donne disoccupate o inoccupate che intendono avviare una nuova iniziativa imprenditoriale o rilevare un’attività preesistente a prevalente partecipazione femminile;

B. microimprese a prevalente partecipazione femminile, escluse le società di capitali, con massimo tre dipendenti e/o collaboratori, iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Viterbo da non più di 12 mesi alla data di presentazione della domanda di finanziamento.

Le prime 20 proponenti in graduatoria parteciperanno ad un apposito percorso di informazione ed assistenza tecnica tenuto da BIC Lazio e Fondazione Pangea Onlus, durante il quale sarà elaborato e definito il progetto di impresa/di implementazione di impresa.

I prestiti che la Provincia concederà saranno di importi non superiore ai 15.000 euro e serviranno a favorire progetti di piccole imprese con sede legale ed operativa nel territorio della Provincia di Viterbo. Ai mutui sarà applicato a discrezione della richiedente un tasso di interesse fisso e determinato nella misura dell’IRS pari durata + 1 punto percentuale o un tasso di interesse variabile, nella misura dell’Euribor 3 mesi + 1 punto percentuale. La durata del finanziamento varierà in relazione agli importi da un minimo di 24 mesi fino ad un massimo di 48 mesi, periodo durante il quale l’attività non potrà essere chiusa. È previsto il rimborso dei soli interessi per i primi 12 mesi; a seguire, rate mensili o trimestrali costanti posticipate, comprensive di capitale ed interessi.

Per la realizzazione del progetto saranno ammissibili le spese relative a:

  • impianti;
  • attrezzature;
  • macchinari;
  • arredi;
  • piccole ristrutturazioni (massimo 10 % del finanziamento richiesto);
  • strumenti informatici hardware e software;
  • merce e prodotti semilavorati
  • acquisizione di licenze di sfruttamento;
  • formazione e consulenze tecniche;
  • spese di gestione riferite al primo anno di attività (affitto, utenze, promozione, pubblicità e materie prime libri, riviste e pubblicazioni specializzate etc.) fino ad un massimo del 30% del finanziamento richiesto.

La domanda di partecipazione e la documentazione richiesta potranno essere inviate, entro il 10 settembre 2010, alla Provincia di Viterbo. Per ulteriori informazioni e per scaricare la documentazione necessaria, clicca quì.