Ingegneri e architetti, già 377 milioni da Inarcassa di finanziamenti: domande fino al 31 marzo 2022

Sono stati già erogati 377 milioni di euro da Inarcassa a favore degli ingegneri e degli architetti per i finanziamenti necessari per fronteggiare l’emergenza Covid. I fondi sono stati messi a disposizione degli iscritti dall’Ente di previdenza che assiste oltre 170 mila tra ingegneri e architetti dall’inizio della pandemia del marzo 2020. In tutto, Inarcassa ha erogato 16.500 finanziamenti a tasso zero. Ulteriori 1.550 domande, per un totale di 40 mila istanze, sono attualmente in fase di perfezionamento. È la stessa Inarcassa a rendere noti i dati sui finanziamenti concessi ai propri associati a poco meno di 10 giorni dal termine della presentazione delle domande. La scadenza è fissata infatti per il 31 marzo 2022.

Ingegneri e architetti, quali sono i finanziamenti concessi per l’emergenza Covid?

Inarcassa mette a disposizione degli ingegneri e degli architetti iscritti finanziamenti fino a 50 mila euro, con contributi in conto interessi al 100%. La restituzione dei prestiti è fissata nel periodo massimo di sei anni. Inoltre, nella seduta del 21 luglio scorso, il Consiglio di amministrazione di Inarcassa ha dato seguito alla possibilità di erogare finanziamenti a tasso zero per gli iscritti, in considerazione dei fondi ancora a disposizione. Il servizio di finanziamento viene erogato tramite la Banca Popolare di Sondrio.

Chi può presentare domanda dei finanziamenti Inarcassa anche a tasso zero?

Possono presentare domanda dei finanziamenti Inarcassa gli architetti e gli ingegneri iscritti. Sono ammissibili anche le istanze presentate da componenti o da soci di una società di professionisti e di società tra professionisti. Non vi sono limiti di età. Chi presenta domanda deve essere in regola con i certificati di regolarità contributiva al giorno di presentazione dell’istanza. Possono richiedere i finanziamenti anche gli ingegneri e gli architetti morosi. Il prestito viene concesso, infatti, ai professionisti impossibilitati a partecipare alle gare o a ottenere il saldo delle fatture o che non possano candidarsi a nuovi incarichi. In tal caso, il sostegno di Inarcassa può agevolare il professionista a ottenere il certificato di regolarità contributiva.

Per cosa si possono richiedere i finanziamenti Inarcassa?

I finanziamenti Inarcassa possono essere richiesti dagli architetti e dagli ingegneri per qualsiasi esigenza di liquidità inerente l’attività professionale nella situazione attuale di crisi. Tra le tipologie di investimenti ammissibili rientrano anche i costi di progetti e di interventi da effettuare a committenti di uno o più incarichi professionali. I finanziamenti vengono erogati anche per pagare le spese dei fornitori necessarie a portare avanti l’attività professionale. Prestiti sono concessi anche per regolarizzare la propria posizione contributiva.

Quanto si può richiedere di finanziamento a Inarcassa per la propria attività professionale e condizioni applicate

I finanziamenti richiedibili a Inarcassa vanno da un minimo di 5 mila euro a un massimo di 50 mila euro. Il prestito può avere diverse durate: di due anni, di tre anni, di quattro anni, di cinque anni o di sei anni. È richiesto un periodo di preammortamento di un anno. Le rate a rimborso del finanziamento sono mensili a iniziare dai 12 mesi successivi all’erogazione del prestito.

Quali sono le spese a carico degli iscritti a Inarcassa?

Il tasso nominale annuo, a carico di Inarcassa, è pari al 2% per gli iscritti regolari, e al 2,5% per quelli irregolari. Sono a carico di Inarcassa anche le spese di istruttoria (100 euro per prestiti fino da 5 mila euro a 15 mila euro; 150 euro per finanziamenti superiori e fino a 50 mila euro). Risultano dunque a carico di Inarcassa tutte le spese della quota interessi alla scadenza di ciascuna rata, le spese di incasso delle rate e quelle di istruttoria.

Come presentare domanda dei finanziamenti Inarcassa entro il 31 marzo 2022?

La scadenza delle domande dei finanziamenti Inarcassa per architetti e ingegneri è prevista per il 31 marzo 2022. Gli interessati devono presentare velocemente la domanda perché la Banca Popolare di Sondrio lavora le istanze in base all’ordine cronologico di arrivo e nei limiti delle risorse stanziate e residue. Per presentare la domanda è necessario entrare nell’area personale del portale Inarcassa on line, accedere con le proprie credenziali e andare nella sezione “Servizi finanziari e assicurativi”. Successivamente, l’iscritto può cliccare sul link che porta al sito della Banca Popolare di Sondrio dove sono disponibili tutte le istruzioni per la domanda dei finanziamenti e il modello stesso dell’istanza.

Un (euro) su mille ce la fa

 

Srl semplificate: forma di investimento per il futuro dei giovani o mera illusione? Dopo aver sentito il parere di addetti ai lavori, Camere di Commercio in primis, e di chi davvero ha tentato l’avventura del sogno imprenditoriale a 1 euro, come Ahmad Choulak, il primo start upper milanese a capitale ridottissimo, Infoiva si chiede se davvero le Srl semplificate possano rappresentare una forma imprenditoriale di successo per tutti i giovani che, complice un mercato del lavoro sabbioso, hanno voglia di mettersi in gioco.

Ne abbiamo parlato con Gaetano Presti, Docente di Diritto Commerciale all’Università Cattolica di Milano, per capire se l’Italia ha ancora voglia di scommettere sul futuro delle idee che si fanno impresa

Leggi l’intervista a Gaetano Presti, Docente di Diritto Commerciale 

Srl semplificate o a capitale ridotto?

 

Normativa ancora poco chiara in materia, criticità interne e problemi di natura finanziaria connessi all’assenza di un vero capitale. Le Srl semplificate rappresentano davvero una boccata d’ossigeno per l’industria italiana? O si tratta solo di un fuoco di paglia destinato a spegnersi in breve tempo? Infoiva lo ha chiesto a Gaetano Presti, Docente di Diritto Commerciale presso l’Università Cattolica di Milano, per fare chiarezza fra le diverse forme societarie proposte e per capire se davvero in Italia sia possibile ‘fare impresa’ con 1 euro, o come purtroppo accade, di finanziatori non se ne scorge nemmeno l’ombra.

 

Srl semplificata: pensa sia una soluzione vincente per incentivare l’imprenditoria in un momento così difficile?
Dubito che sia una soluzione adeguata, perchè ridurre il capitale a 1 solo euro non elimina i problemi finanziari. Queste società avranno comunque bisogno in un secondo momento di essere finanziate, se i soldi non li mettono i soci dovranno essere chiesti in prestito alle banche e gli istituti di credito, non trovandosi garantiti da una società con un capitale sostanzialmente inesistente, dovranno chiedere garanzie ai soci. E’ un circolo vizioso.

L’’assenza di un vero capitale aziendale porterebbe a pensare che le più diffuse fra le Srl a un euro siano o saranno le società di servizi. E’’ una previsione corretta?
Può essere, credo che allo stato attuale le Srl semplificate rappresentino un numero molto esiguo. Va sottolineato inoltre che la legge ha previsto due diverse forme di società a capitale ridotto: la Srl semplificata, per gli under 35, e poi con un intervento successivo è stata creata una seconda tipologia, la Srl a capitale ridotto, che letteralmente dovrebbe essere destinata agli over 35, ma che secondo certe interpretazione prescinde dall’età. Sotto i 35 anni c’è uno sconto maggiore perchè l’atto costitutivo, che deve essere redatto secondo un modello previsto dalla legge, è in forma gratuita; diverso il discorso per gli over 35 che invece dovranno farsi carico delle spese notarili.

Da quanto apprendiamo ci sono resistenze da parte di alcuni notai nel redigere l’atto costitutivo, forse perchè gratuito. Lei cosa ne pensa?
I notai sono tenuti alla firma dell’atto, non possono rifiutarsi. Certamente il fatto che si tratti di un atto gratuito è un disincentivo per gli studi notarili, potrebbe quindi esserci una lista d’attesa più lunga. A ciò va aggiunto un altro fattore: ci sono state molte incertezze interpretative, in particolare per quanto riguarda l’atto costitutivo standard stabilito per legge. Qualcuno lo ha adottato pedissequamente, qualcun’altro ha invece sostenuto che si potrebbe aggiungere qualcosa, senza modificare il modello standard ma aggiungendo magari delle altre pattuizione fra i soci. Queste incertezze giuridiche, sommate al fatto che per un notaio si tratta di un lavoro in perdita, potrebbero spiegare una certa resistenza da parte degli studi notarili. Per la mia esperienza, non ho avuto notizia di questa reticenza da parte dei notai.

Se viene costituita una Srl semplificata da un under 35, al compimento del 35 anno di età cosa accade? E’ possibile passare alle seconda forma di Srl a capitale ridotto?
La legge è ancora molto nebulosa in materia e pone delle criticità. Mettiamo il caso che si tratti di una società costituita da più soci: è difficile che compiano tutti 35 anni nello stesso momento. Il meccanismo prevede che chi ha compiuto il 35 anno di età sia escluso dalla società: questo pone però tanti problemi nei rapporti interni fra i soci e potrebbe generare anche comportamenti opportunistici. I soci più giovani sanno che il più anziano (over 35) è obbligato a vendere le proprie quote, e se non vende, in ogni caso sarà fuori dalla società e verrà liquidato secondo dei criteri che potrebbero anche non essere del tutto remunerativi. E’ un meccanismo un po’ strano e molto lacunoso al momento.

Secondo lei, si poteva fare qualcosa di meglio per incentivare l’imprenditoria giovanile?
Forse era possibile risolvere alcune complicazioni operando una riforma più estesa della Srl. Oggi il capitale minimo di una normale Srl è di 10.000 euro, non si tratta di un importo altissimo ma richiede comunque una disponibilità economica. Forse si poteva ridurre drasticamente il capitale previsto per tutte le Srl o forse si poteva prevedere che il capitale sociale non fosse necessario. E’ una cosa che non è possibile fare con le Spa, perchè le società per azioni sono soggette a un vincolo comunitario che stabilisce la necessità di un capitale sociale di un valore minimo stabilito per legge. Questo vincolo non sussiste però per le Srl, perchè non esistono direttive in materia, e in tanti Paesi del mondo le società funzionano anche senza l’istituto del capitale sociale. A mio avviso, la legge poteva essere semplificata da questo punto di vista, fermo restando che il problema della necessità di una disponibilità economica, e di un capitale, sussiste. Se un imprenditore non ne dispone privatamente dovrà comunque ricorrere a finanziamenti e le Banche per finanziare chiedono garanzie ai soci: o il proprio capitale è congruo con l’attività economica che si vuole esercitare, oppure la Banca richiede altre forme di tutela, che si tratti di una fideiussione, di un’ipoteca o una qualsiasi forma di garanzia si voglia immaginare.

Restando in tema di giovani e imprese semplificate e a capitale ridotto, in Italia possiamo auspicarci per il futuro la presenza di forma di investimento come quelle già praticate nel mondo anglosassone dai Business Angels?
E’ quello che viene chiamato venture capital, ovvero chi decide di investire in start up, in nuove società in fase di avvio sapendo che investendo su 10 società, 8 falliranno, una andrà così così e un’altra invece potrebbe avere successo, magari diventando la nuova Apple. Il meccanismo è semplice: il ritorno che si avrà da quest’ultima remunererà anche tutti gli altri nove investimenti. Purtroppo non si tratta di un mercato particolarmente florido in Italia: alcuni tentativi sono stati fatti, ma la nostra mentalità è molto diversa, soprattutto se si ha l’obiettivo di interessare e coinvolgere dei privati o dei risparmiatori in un’avventura di questo tipo. C’è paura sempre, in un Paese come il nostro la fiducia è scarsa: investire significa dare una somma di denaro in mano a qualcun’altro, e prevale sempre la preoccupazione che con qualche trucco quel qualcuno non li restituisca più, non perchè l’azienda non vada bene, ma perchè preferisce metterseli in tasca.

Alessia CASIRAGHI