Pubblici esercizi messi in ginocchio dalla crisi

I dati diffusi da Istat relativi al quarto trimestre 2013 sono quantomeno sconfortanti, in particolare per i pubblici esercizi.
La crisi, infatti, ha messo in ginocchio il settore e sono sempre di più le serrande che, abbassandosi la sera, non si sono più rialzate la mattina seguente.

Anche l’Ufficio Studi di Fipe Confcommercio ha voluto commentare questo quadro allarmante, che ha confermato lo stato di profonda difficoltà in cui versano, con attenzione speciale per bar e ristoranti, in maggiore sofferenza.

Il fatturato, infatti, di questo comparto è calato del 2,8%, portando a -3,6% l’intero fatturato del 2013. E’ risultata negativa anche la differenza tra imprese che hanno avviato una nuova attività ed imprese che l’hanno cessata, poiché il saldo rimane negativo, di ben 9.475 unità.

Vera MORETTI

In arrivo il nuovo contratto del turismo

E’ stata presentata la bozza del nuovo accordo per il rinnovo del CCNL Turismo, scaduto lo scorso 30 aprile.

L’avvenuto accordo tra Federlberghi, Faita-Federcamping e le organizzazioni sindacali di categoria è stato accolto positivamente da Bernabò Bocca, presidente di Federlaberghi, il quale ha dichiarato: “Aver siglato il rinnovo dopo 15 mesi di trattative rappresenta un atto di grande responsabilità delle imprese che, pur a fronte di una situazione di crisi prolungata, hanno inteso dare ai lavoratori ed alle loro famiglie un segnale di speranza per il futuro. La firma dell’accordo è stata possibile grazie all’adozione di soluzioni innovative, che realizzano il giusto equilibrio, offrendo risposte concrete anche alle esigenze delle imprese. In particolare, i meccanismi di gestione del mercato del lavoro e dell’orario di lavoro realizzano la flessibilità necessaria per adattarsi tempestivamente all’andamento del mercato, che purtroppo non è ancora uscito dalla congiuntura negativa“.

Non si tratta, comunque, di un traguardo ma, piuttosto, di un inizio, che deve aver un seguito, ad esempio, con un pacchetto di interventi concreti che riguardino anche la destagionalizzazione, la riqualificazione dell’offerta, le politiche fiscali e il contrasto all’abusivismo.

Il contratto avrà durata di 40 mesi, ovvero dall’1 maggio 2013 al 31 agosto 2016, con un primo aumento salariale, pari a 17,60 euro, che sarà pagato a febbraio 2014.
Sono previste ulteriori quattro rate di identico importo, che determineranno un aumento complessivo di 88 euro, che arriverà a regime ad aprile 2016.

Nell’accordo sono contemplate anche soluzioni innovative relative al contratto di apprendistato, lavoro a tempo determinato ed organizzazione degli enti bilaterali, ma anche un adeguamento del sistema di assistenza sanitaria integrativa e l’impegno a proseguire il confronto per l’istituzione del fondo bilaterale di sostegno al reddito previsto dalla legge 92/12.

E’ stato inoltre sottoscritto un protocollo su Expo 2015, che vede le parti impegnate a collaborare per contribuire al successo della manifestazione, che si appresta a rappresentare un’importante opportunità anche per il turismo.

Per ora, comunque, l’accordo è stato siglato dalle associazioni del turismo all’aria aperta e degli alberghi, e non comprende invece Fipe e i suoi 250 mila pubblici esercizi, né Fiavet per le agenzie di viaggio.

A questo proposito, Lino Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, ha dichiarato: “L’interruzione delle trattative per il rinnovo del CCNL e il successivo recesso, comunicato alle organizzazioni sindacali a decorrere dal prossimo primo maggio, sono il segno dello stato di sofferenza che le nostre imprese vivono da oltre tre anni. La crisi ha cancellato 27.000 tra bar, ristoranti, pub e discoteche per effetto di una significativa riduzione dei ricavi ma anche per la crescita di un abusivismo commerciale che ha raggiunto oramai la cifra record di 5 miliardi di euro. In queste condizioni solo un contratto all’altezza della gravità del momento può essere sottoscritto e applicato dalle imprese che rappresentiamo“.

Per questo motivo, Fipe-Confcommercio chiede interventi incisivi sugli istituti contrattuali che generano retribuzione in assenza di ore lavorate e che influiscono su produttività e redditività delle imprese perché, come ha ribadito Stoppani: “Solo così riteniamo possibile impegnare le imprese associate al rispetto di obblighi contrattuali che riguardano oltre 680.000 lavoratori pari al 70% dell’occupazione dipendente dell’intero settore turistico“.

Vera MORETTI

Batosta Tares per le micro e piccole imprese

 

Secondo le ultime, non proprio rassicuranti, stime di Confartigianato, con l’arrivo della tanto temuta Tares le piccole e medie aziende italiane si troverebbero a pagare addirittura il 300% in più rispetto all’anno scorso. Sempre con la Tassa Rifiuti e Servizi le tasse su imprese e famiglie cresceranno del 17,6%. Numeri impressionanti che delineano bene la pericolosa situazione economica in cui versano migliaia di piccole imprese artigiane,  sempre più oppresse da un regime fiscale ai limiti, ed oltre, della sopportazione.

Per alcune tipologie di micro e piccole imprese, l’applicazione della tassa sui rifiuti sarebbe un vero e proprio salasso: è il caso, per esempio,  delle attività artigiane di pizza al taglio operanti in piccoli Comuni che attualmente applicano la Tarsu e che, con l’introduzione della Tares, subirebbero rincari del 301,1%.

Interrogati in merito i più alti dirigenti della FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) hanno preferito per il momento non sbottonarsi, apparentemente irritati per gli ultimi provvedimenti adottati dal governo in materia economica.

Jacopo MARCHESANO

Wi-fi libero nei pubblici esercizi

Era già stato ribadito dal Garante, ma sembra che ancora le regole non vengano recepite.
Risale a pochi giorni fa la risposta fornita dall’Autorità garante della Protezione dei dati personali a Fipe-Confcommercio sulla liberalizzazione del wi-fi nei pubblici esercizi che, invece di placare gli animi, ha acceso una vera e propria diatriba.

Il quesito su cui le parti si stanno scontrando riguarda il rischio di condanna dell’esercente che non identifica i fruitori del wi-fi e non registra la loro navigazione per reati eventualmente commessi con tali mezzi dai clienti.
In realtà, come è stato confermato dal Garante, già dal 2011 è venuta meno l’obbligatorietà da parte degli esercenti di monitorare e archiviare i dati relativi alla navigazione in Internet degli avventori.
Inoltre, in tema di reati, non è previsto alcun tipo di responsabilità oggettiva e ciò è confermato anche dall’assenza di qualsiasi condanna per tali fatti.

Sta all’esercente, poi, richiedere ai clienti l’autorizzazione il consenso al trattamento dei dati, nel caso abbia intenzione di intercettare i loro collegamenti.
In assenza di tale autorizzazione, si rischia una sicura sanzione amministrativa nella misura compresa fra seimila e 36 mila euro.
Gli esercenti che ancora dispongono di strumenti per il monitoraggio e l’archiviazione dei dati possono dunque rinunciarvi, adeguandosi con quanto avviene in altri paesi europei.

Lino Stoppani, presidente Fipe, a proposito, ha dichiarato: “È assurdo che dopo il parere dell’Authority vi siano ancora dei dubbi interpretativi sulla liberalizzazione del sistema wi-fi che va verso la realizzazione delle smart city“.

Vera MORETTI

Fipe, inutile la tassa sulle bibite gassate

Tassare le bibite gassate? Una misura inutile, secondo il presidente Fipe-Confcommercio, Lino Stoppani, che afferma: “Mettere una nuova tassa, sia pure di pochi centesimi, per disincentivare il consumo di bevande analcoliche gassate considerate dannose per la salute porterà ad un nulla di fatto”.
Secondo Stoppani, infatti, ci sono strumenti più utili per raggiungere l’obiettivo, ad esempio attraverso la scuola e il pubblico esercizio. Oltretutto, difficilmente le tasse di scopo raggiungono l’obiettivo di scoraggiare un comportamento scorretto, soprattutto in campo alimentare.

Proprio il Fipe ha lanciato iniziative di educazione alimentare come il Bollino Blu, che consiste nella promozione di pasti salutistici ed equilibrati dal punto di vista nutrizionale.
“Il fatto poi – conclude Stoppani – di ispirarsi all’iniziativa francese di tassare bevande gassate nel tentativo di raccogliere fondi da destinare alla tutela della salute non può essere un buon motivo da replicare in Italia dove la tassazione è fra le più alte d’Europa”.

Francesca SCARABELLI 

Sindacato balneari sul piede di guerra contro l’asta delle concessioni

Il Sindacato italiano balneari aderente a Fipe-Confcommercio sta facendo partire una dura battaglia contro il governo. Su tutte le spiagge d’Italia saranno affissi circa 300.000 manifesti per portare a conoscenza dell’opinione pubblica il grido d’allarme lanciato dagli imprenditori per il grande momento di difficoltà che stanno vivendo.

Nel 2015 le concessioni demaniali andranno all’asta e con l’arenile anche gli stabilimenti balneari secondo la Direttiva Servizi e lo stesso Trattato dell’Unione Europea. I turisti, con una semplice firma, potranno dimostrare in modo tangibile il proprio appoggio alla categoria. “Il Sindacato con questa campagna vuole evidenziare quanto richiesto al ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, ovvero di far uscire la categoria dalla Direttiva Bolkestein e dalla normativa europea” , dichiara Riccardo Borgo, presidente del Sib.

Anche il Parlamento, attraverso un l’Odg approvato all’unanimità dal Senato il 5 maggio scorso, ha condiviso questo percorso – continua Borgo – ed ha impegnato il Governo a prendere una iniziativa nei confronti della Comunità Europea così da evitare che, attraverso una evidenza pubblica, si vada a smantellare un complesso economico importante costituito da così tante piccole e medie imprese che negli anni ne hanno fortemente caratterizzato l’immagine e lo sviluppo. Con questa campagna intendiamo sensibilizzare l’opinione pubblica e coinvolgere i clienti in questa battaglia a difesa del sistema balneare italiano.

Il sindacato rivendica abolizione dell’obbligo del rinnovo delle concessioni con procedura di evidenza pubblica (aste) ottenendo da Bruxelles una ‘deroga’ per le imprese balenari alla Direttiva Servizi e allo stesso Trattato CE o, comunque, qualsiasi altro strumento atto a raggiungere analogo risultato;una legge parlamentare organica di riforma della normativa sulle concessioni, concertata e condivisa con le Regioni costiere e le Associazioni di categoria