Disability card: dal 2022 servizi più agili per i disabili

Accesso semplificato ai servizi, convenzioni, sconti e tanto altro con la Disability Card che diventerà attiva dal 2022. Ecco come funzionerà e tutti i vantaggi.

Cos’è la Disability Card

La disability card mira ad adeguare la disciplina italiana a quanto effettivamente previsto dall’Unione Europea con il Regolamento 1381 del 2013 all’articolo 4 lettera C. Questa sollecita gli Stati Membri ad adottare le misure della Carta Europea della Disabilità, tra cui una tessera che permette l’accesso facilitato a servizi e luoghi.

Il ministro per le disabilità Erika Stefani ha presentato la disability card nei giorni passati, la stessa dovrebbe essere attiva già dal mese di aprile 2022. La richiesta dovrà essere effettuata con una procedura super-semplificata sul sito dell’INPS. Dai dati in possesso dell’INPS emerge che gli utenti che potranno usufruirne saranno circa 4 milioni  di soggetti che hanno una disabilità riconosciuta con una percentuale dal 67% al 100%.

L’obiettivo di questa speciale tessera è sostituire tutti i certificati medici cartacei che dimostrano la disabilità e quindi consentire di accedere ai servizi e alle prestazioni in modo più semplice e veloce. Ciò è possibile grazie al QR Code integrato.

I tempi sembrano essere ristretti, infatti in base alla tabella di marcia per ora prospettata le domande dovrebbero essere inoltrate già dal mese di febbraio 2022, mentre la stampa delle stesse avverrà dal mese di aprile ad opera dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. La card avrà una durata di 10 anni e dovrà è soggetta a rinnovo alla scadenza.

A cosa servirà la Disability Card?

Le funzioni di questa semplice tessera saranno molteplici, in primo luogo contenendo nel chip tutte le informazioni del disabile potrà essere utilizzata al posto delle varie scartoffie che ogni disabile si ritrova a dover portare con sé per accedere ai servizi riservati, in questo modo sarà più semplice avere a che fare con la Pubblica Amministrazione perché non capiterà di recarsi presso un ufficio e sentirsi dire che la documentazione deve essere integrata perché un documento è stato lasciato a casa. Non solo questo, infatti la disability card potrà essere utilizzata in tutti i Paesi Membri dell’Unione Europea per accedere a servizi e prestazioni riservate ai disabili.

In Italia inoltre la disability card potrà essere utilizzata per avere convenzioni, sconti riservati e ingresso ai musei pubblici. Tra le convenzioni già attivate vi è infatti quella con il Ministero della Cultura e prevede la possibilità per chi ha la tessera di accedere gratuitamente ai musei pubblici.

Il Presidente dell’INPS Tridico ha espresso particolare soddisfazione per tale iniziativa, sottolineando che tale progetto è continuo divenire e nel tempo ci sarà un ampliamento delle possibilità e funzioni della disability card.

Deve essere sottolineato che questo progetto è stato realizzato anche grazie all’impegno e alla sensibilità delle associazioni di settore come FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap) e FAND (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità).

L’adozione della disability card è solo una delle novità in favore dei disabili, infatti il decreto fiscale prevede anche il ripristino dell’assegno di invalidità per i disabili che hanno un lavoro. Per saperne di più leggi l’articolo: Nel decreto fiscale ripristinato l’assegno di invalidità per chi lavora

Nel decreto fiscale ripristinato l’assegno di invalidità per chi lavora

In seguito a diverse pronunce della Corte di Cassazione, l’INPS con il messaggio 3495 del 14 ottobre 2021 aveva sospeso con effetto immediato l’erogazione dell’assegno di invalidità alle persone che avevano un contratto di lavoro. Ora con il decreto fiscale cade questa regola e viene ripristinato l’assegno di invalidità anche per gli invalidi che hanno un lavoro e percepiscono un piccolo reddito.

INPS sospende l’erogazione dell’assegno di invalidità a chi ha un lavoro indipendentemente dal reddito

La vicenda parte da due pronunce della Corte di Cassazione che hanno stabilito la possibilità di erogare l’assegno di invalidità solo agli invalidi civili che risultassero inoccupati. Una qualunque attività lavorativa, a prescindere dal reddito che il disabile ne ricava è considerata ostativa rispetto alla possibilità di percepire l’assegno. L’INPS ha quindi pensato di evitare il moltiplicarsi di tali giudizi andando ad eliminare il problema alla fonte. Ha quindi sospeso l’erogazione dell’assegno di 287 euro a tutti coloro che, a prescindere dal reddito avevano un contratto di lavoro.

Al momento della cancellazione del diritto a percepire l’assegno di invalidità per i soggetti disabili che hanno un contratto di lavoro sono stati molti a insorgere. In primo luogo i tanti invalidi che percepiscono meno di 300 euro al mese hanno dovuto scegliere tra questo importo, che di sicuro non offre autosufficienza economica, e il lavoro. Il fattore che più di tutti ha scatenato la rabbia è rappresentato dalla sospensione dell’assegno di invalidità senza distinguere tra redditi bassi e redditi alti. Ciò ha impedito anche a chi ha contratti di poche ore, part time o di collaborazione occasionale, di poter integrare l’assegno di invalidità civile con un piccolo lavoro.

Per approfondire la ratio della scelta dell’INPS, puoi leggere l’articolo: INPS: gli invalidi che hanno un reddito perdono l’assegno di invalidità

Ripristinato  assegno di invalidità per chi lavora

Molti politici hanno cercato fin da subito di correggere questa scelta dell’INPS considerata una vera ingiustizia. Con il decreto fiscale sembra sia andata proprio così. Gli emendamenti per la riscrittura dell’articolo 13 della legge 118 del 1971 sono stati presentati dal M5S e dal Partito Democratico e prevedono la possibilità per gli invalidi che percepiscono un reddito da lavoro inferiore a 4.391 euro di continuare a percepire anche l’assegno di invalidità di 287 euro mensili.

Particolare soddisfazione per l’emendamento che ha ripristinato l’assegno di invalidità per chi ha un piccolo lavoro, approvato in Commissione al Senato, è stata espressa dal ministro Orlando che si era impegnato in prima persona per ottenere tale modifica a sostegno delle posizioni delle associazioni e delle famiglie che lottano per l’inclusione. Reazioni positive sono arrivate anche l’ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, del M5S e responsabile Economia e finanze del Pd Antonio Misiani. Hanno manifestato soddisfazione anche le associazioni di categoria, come FISH (Federazione italiana per il superamento dell’handicap ) e ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili). Naturalmente ora sono in tanti a chiedere anche il versamento degli assegni non versati in questi mesi.