La crisi dell’automotive discussa al ministero dello Sviluppo Economico

La crisi del settore automotive è sotto gli occhi di tutti e, per cercare soluzioni che contrastino una situazione sempre più difficoltosa, è appena avvenuto un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico, tra Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus e il ministro Flavio Zanonato.

Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, ha elencato le proposte delle quali si è parlato durante il confronto con il ministro: “Defiscalizzare l’auto dall’acquisto fino al suo utilizzo è in questo momento l’unico antidoto per curare la depressione dei consumi che ha investito un settore che è la cartina di tornasole dell’andamento generale dell’economia del nostro Paese. Per questo abbiamo presentato al ministro Zanonato un pacchetto di proposte per l’attuazione di politiche di defiscalizzazione per i privati e le aziende. Senza questa cura l’automotive italiano, già fanalino di coda dell’Europa in termini di immatricolazione e di anzianità del parco circolante, resterà schiacciato da un’insostenibile pressione fiscale che sta mettendo in ginocchio gli automobilisti e i concessionari italiani“.

Flavio Zanonato si è mostrato attento alle proposte di Pavan Bernacchi, anche se ha annunciato che il ministero si muoverà a passi prudenti, per non generare false aspettative.

All’incontro erano presenti anche il past president di Federauto, Vincenzo Malagò e il direttore, Gian Franco Soranna.

Vera MORETTI

A Marzo la terza edizione del MICAMshanghai

E’ stata presentata a Pechino la terza edizione di theMICAMshanghai, la terza edizione della fiera curata da Assocalzaturifici e Fiera Milano che dal 24 al 26 marzo porterà nel continente asiatico il meglio della produzione italiana.

Le eccellenze Made in italy, dunque, sbarcano in Cina per la terza volta, e sarà un’ulteriore occasione per il lusso di casa nostra per portare nel continente asiatico le collezioni di scarpe autunno/inverno 2014/2015.

I produttori italiani non potranno certo lasciarsi scappare questa occasione, che potranno incontrare direttamente i buyer cinesi, sia che si tratti della loro prima esperienza sul mercato cinese, sia per coloro che hanno intenzione di ampliare la sua rete distributiva.

Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo Economico, era presente a Pechino per la cerimonia, ed ha dichiarato a proposito: “TheMICAMshanghai è l’unica fiera b2b della filiera moda gestita da soggetti italiani in Cina. Una grande opportunità di crescita all’estero e un modello di internazionalizzazione da seguire“.

Il successo della mostra sembra quasi scontato, perché la scorsa edizione ha accolto ben 260 espositori provenienti da tutto il mondo, tra cui Italia, Spagna, Francia, Brasile, Gran Bretagna, Portogallo, Turchia e Regno Unito, e buyer qualificati provenienti da tutta la Cina, dalla regione di Hong Kong e Corea del Sud, con un’affluenza nelle prime due edizioni pari a oltre 11.000 visitatori.

Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici, ha dichiarato: “Siamo molto orgogliosi dei risultati finora raggiunti e stiamo lavorando per creare sempre maggiori opportunità di business per le aziende espositrici. L’obiettivo è di far crescere ulteriormente un evento unico e di reale portata internazionale, già consolidatosi con la seconda edizione“.

Vera MORETTI

Eni: avanti con lo shale oil

Passo avanti importante da parte di Eni nell’ambito della ricerca dello shale oil, petrolio che si ricava con le nuove tecniche di trivellazione, che frantumano l’argilla per raccogliere il greggio conservato nelle rocce.

La società del cane a sei zampe, infatti, ha firmato un accordo con Quicksilver Resources per valutare, esplorare e sviluppare congiuntamente giacimenti di shale oil negli Stati Uniti.
Nello specifico, Eni parteciperà con la quota del 50%, investendo fino a 52 milioni di dollari, in un’area di 21.246 ettari detenuta da Quicksilver nella Leon Valley, in Texas.

Da Washington, l’ad del gruppo, Paolo Scaroni, ha voluto laciare un messaggio affinché l’Europa non chiuda a priori le porte allo shale, il gas scisto, perché “è inaccettabile” che continui a pagare l’energia il triplo di quello che pagano gli americani.

A proposito di shale gas, l’argomento è stato di stretta attualità a Bruxelles, dove si trovava Flavio Zanonato, invitato ad un convegno: era trapelata la notizia che il ministro avesse dato il via libera all’estrazione di shale gas in alcune aree in Italia.

Ma subito Zanonato ha voluto dare la sua secca smentita: “Come stabilito dalla Strategia Energetica Nazionale e come affermato dal ministro stesso in Parlamento, non è mai stato preso in considerazione“.
Ed ha poi aggiunto: “E’ necessario rilanciare la produzione nazionale di oil&gas tradizionale“.

Vera MORETTI

La crisi si supera dando opportunità agli imprenditori

Le piccole e medie imprese rappresentano la maggior parte del tessuto produttivo italiano e, per questo, vanno tutelate, anche e soprattutto in questo periodo di crisi profonda.

Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo Economico, ha ribadito, in occasione di un incontro avvenuto a Biella tra imprenditori, associazioni di categoria, sindacati e studenti, l’importanza di creare, per gli imprenditori italiani, nuove opportunità di lavoro.
In questo modo, infatti, potrebbe ripartire anche la produttività e la disponibilità ad investire, aprendo un circolo virtuoso che potrebbe permettere di uscire dal tunnel.

Zanonato ha affrontato tutte le problematiche che stanno mettendo in gravi difficoltà le pmi italiane, a cominciare dal costo dell’energia, che, come abbiamo precedentemente commentato anche su Infoiva.com, è tra gli elementi anti-competitivi che ci fa rimanere indietro rispetto agli altri Paesi europei.
A questo proposito, il ministro ha intenzione di presentare nei prossimi Consigli dei Ministri una proposta per effettuare un taglio di 3 miliardi sulla bolletta elettrica complessiva.

Per quanto riguarda il cuneo fiscale, il giudizio del ministro è positivo. ”Si dice che un miliardo per la riduzione del cuneo fiscale è poco. E’ vero, ma è la prima volta che si va nella direzione opposta. Abbiamo invertito un trend. Si può fare di più’ ma ci vuole tempo, perché quasi tutti gli sprechi della pubblica amministrazione sono computabili in ore di lavoro equivalenti. Mano a mano che arriveranno altre risorse, ad esempio dalla lotta all’evasione fiscale, le metteremo tutte a sostegno della competitività del sistema manifatturiero”.

Vera MORETTI

Sul modello inglese nasce la consulta per l’automotive

Sulla scia del modello inglese dell’Automotive Council, nasce una consulta permanente tra imprese e istituzioni, che farà da perno centrale per le prossime decisioni volte a rivitalizzare un settore in netta crisi. Con il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato hanno partecipato i maggiori rappresentanti di Fiat, Anfia, Unrae, Federauto, Aci, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ministero della Ricerca, Conferenza Unificata Stato-Regioni e più avanti, in funzione dei temi di volta in volta affrontati, saranno coinvolte altre associazioni o aziende. “Al centro della discussione – spiegano dal ministero di via Molise – un duplice aspetto: come allargare il mercato interno e come potenziare la capacità produttiva del comparto”

Soddisfatto di questo primo importante incontro il Presidente di Anfia, Roberto Vavassori: “È il modello da noi suggerito, una Consulta a geometria variabile in cui i diversi attori della filiera, suddivisi in specifici gruppi di lavoro, saranno chiamati ad esprimersi sui diversi temi chiave per il futuro del comparto, a partire da R&D e innovazione, fair trade, mobilità sostenibile, sostegno al mercato e, non ultimo, i processi di riqualificazione industriale della filiera”.

Si preparerà nei prossimi giorni un’agenda dei lavori, così da poter avviare tavoli di discussione sui diversi temi al centro del dibattito, dal fair trade alla mobilità sostenibile, per risollevare un mercato che non sembra riprendersi da questi anni di forte crisi economica.

Zanonato: no agli aumenti da parte dei petrolieri

Durante l’inaugurazione, avvenuta a Piossasco, nel torinese, per i lavori del nuovo elettrodotto Italia-Francia, Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo Economico, ha richiamato i petrolieri circa l’aumento dei prezzi dei carburanti.

Ciò che il ministro ha intenzione di chiedere ai petrolieri è di tener conto della critica situazione del Paese, che, già provato dalla crisi, a fatica potrebbe reggere un ulteriore aumento dei carburanti, soprattutto alla vigilia delle ferie di agosto.

Ecco le sue parole: “Il rincaro è prevalentemente dovuto ad un aumento del greggio e della domanda e per questo i petrolieri aumentano il prezzo. Ma lo stacco, cioè la differenza tra quanto crescono i listini europei rispetto ai nostri, è minimo. Ho comunque già disposto un richiamo ai petrolieri chiedendo loro di tenere conto della situazione del nostro Paese. Oggi ne ho parlato casualmente con un petroliere. Stiamo predisponendo un piano perché non ci siano aumenti”.

Vera MORETTI

Zanonato incontra le associazioni di giovani imprenditori

Il ministro dello Sviluppo Economico Fravio Zanonato ha voluto incontrare i giovani imprenditori che appartengono alle principali associazioni di categoria di tutti i settori economici.

Si tratta di Confcommercio e Confesercenti per il commercio, Confindustria, Confapi e Ance per l’industria, Confartigianato e Cna per l’artigianato, Confagricoltura, Agia e Coldiretti per l’agricoltura, Confcooperative e Legacoop per le cooperative.

Il motivo di questo importante incontro sono le problematiche che stanno attanagliando il Paese, accesso al credito e burocrazia in testa, ma anche semplificazioni ed internazionalizzazione, alla base del successo delle imprese.

Le parole di Zanonato a proposito: “Si è trattato di un confronto aperto e costruttivo sui più pressanti temi legati alla crescita, all’occupazione e allo sviluppo sostenibile. Al termine dell`incontro le parti si sono impegnate, in vista di un nuovo appuntamento previsto a fine mese, a collaborare nella formulazione e condivisione di proposte legislative miranti a risolvere le principali criticità legate ai temi trattati”.

Vera MORETTI

Riccardo Alemanno scrive a Flavio Zanonato

Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, ha inviato una lettera a Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo Economico, a causa di un’anomalia relativa al nuovo “Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata delle imprese e dei professionisti (INI-PEC)”.

Nell’elenco dovranno essere inseriti, in un primo momento, gli indirizzi di posta elettronica certificata in possesso del Registro delle imprese e degli Ordini e Collegi professionali, ma, in questo modo, vengono esclusi i professionisti che non hanno un albo di riferimento e quindi non sono iscritti al registro delle imprese.
Si tratta, però, di soggetti che, svolgendo attività professionale, hanno le stesse esigenze di chi può far capo ad un Ordine o Collegio professionale.

Si legge nella lettera: “I professionisti della Legge 4/2013, iscritti a specifica Associazione professionale, come nel caso dei tributaristi rappresentati dall’INT, utilizzano la PEC nei rapporti di lavoro e nei confronti degli Enti con cui hanno in essere protocolli d’intesa operativi. Pertanto si richiede di avere indicazioni su come potere inviare tali indirizzi e come gli stessi possano essere inseriti nel costituendo INI-PEC. La lettera dell’INT non è una missiva di lamentela o di protesta per una sorta di esclusione, è semplicemente la segnalazione di un problema, sorto anche in virtù del fatto che la Legge di riconoscimento delle professioni non organizzate in ordini o collegi è successiva a quella che ha istituito l’ INI-PEC e tra i compiti di chi ha la responsabilità di rappresentanza dei professionisti della L.4/2013 c’è anche quello di segnalare al Legislatore quando una norma o un regolamento, che riguardino le attività professionali, non tengano debitamente conto anche dei professionisti associativi”.

Vera MORETTI

Zanonato: niente tasse per chi assume

Il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato ha anticipato le prossime misure del Governo sull’occupazione, che prevedono un potenziamento del fondo di garanzia, per “mettere a disposizione più credito per le imprese” e una serie di vantaggi fiscali per le aziende che assumono “in modo permanente i giovani nelle loro aziende“.

Per il ministro è fondamentale, in questo delicato momento storico, dare ai giovani, pesantemente sfavoriti dalla crisi, una speranza per il futuro, traducibile in un posto di lavoro solido: “Se vogliamo che i giovani rimangano nel nostro paese debbono essere messi in condizione di sposarsi, di avere una casa, di poter programmare il proprio futuro“.

Le aziende che assumeranno a tempo indeterminato godranno di un’esenzione fiscale di tasse e contributi per l’interno monte salari di nuovi assunti. La durata di questa agevolazione non è, per ora, stata definita, poiché “dipenderà dalle risorse disponibili. L’importante è fare uno sforzo: abbiamo due milioni e mezzo di giovani – una cifra che fa venire i brividi – che non lavorano e non studiano, i cosiddetti Neet“.

Per quanto riguarda le imposte sulla prima casa, è stata confermata la volontà di ridurre al minimo l’Imu sulla prima casa, mentre per quanto riguarda l’Iva, Zanonato ha dichiarato: “L’Iva al 22% è già un’entrata prevista nel bilancio, non l’abbiamo decisa noi. Ci piacerebbe, Saccomanni compreso, riuscire ad evitare questo ulteriore aumento, che puo’ frenare ulteriormente i consumi interni. Ma i miracoli non esistono in economia. Se rinunciamo a 4 miliardi, dobbiamo trovare altri 4 miliardi dalle entrate o dalle spese“.

Vera MORETTI

Il Governo in volata per salvare Iva ed ecobonus

Le scadenze si avvicinano e la corsa contro il tempo diventa sempre più frenetica.
Al Ministero dell’Economia le ore sono cruciali, per poter trovare la soluzione che possa scongiurare l’aumento dell’Iva, che dovrebbe scattare a luglio, e prorogare le detrazioni per l’efficienza energetica e le ristrutturazioni edilizie, previste per il 30 giugno.

E la soluzione è una sola: reperire risorse, speranza che, di questi tempi, sembra davvero vana.
Facendo i conti in tasca al ministero, la proroga dell’ecobonus costerebbe 7 milioni di euro per il 2014; se poi diventasse stabile, gli oneri ammonterebbero a 359 milioni per l’anno 2015, a 482 milioni nel 2016 e a 369 milioni per l’anno 2017.
Ma, per ora, questi soldi non ci sono, e neanche tamponare temporaneamente, ovvero prorogare solo fino a fine anni, rimane per ora un bel sogno: il costo dell’operazione ammonterebbe a 200 milioni di euro, che non ci sono.

In questo caso, se è vero che anche Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo Economico, è fermamente deciso a prorogare di un anno gli ecobonus al 50% e 55% sulle ristrutturazioni e gli adeguamenti energetici degli edifici, volere non è potere, o almeno non basta.
Zanonato ha anche aggiunto che “martedì ci sarà un incontro tecnico per definire i dettagli, ma soprattutto la copertura economica dell’operazione, mentre venerdì si cercherà di approvare il provvedimento“.

Vera MORETTI