Mutui a tasso fisso o variabile, quale conviene?

Conviene di più il mutuo a tasso fisso o quello a tasso variabile per l’acquisto di una casa? L’indecisione del periodo sta facendo lievitare i livelli dei tassi di interesse rispetto a quelli applicati dalle banche fino a qualche mese fa. Ma non si è ancora ai livelli più alti del periodo precedente la pandemia da Covid-19. Ad aumentare ad aprile 2022 sono soprattutto le rate dei mutui a tasso fisso.

Mutui, a marzo 2022 aumento dei tassi fissi dello 0,40%

Infatti, in questi ultimi due mesi, i mutui a tasso fisso sono passati da una media dello scorso anno dell’1,21% a una media dell’1,62% registrata a marzo 2022. L’aumento nel breve periodo è stato dunque all’incirca di 0,40 punti percentuali. Il calcolo è stato fatto su mutui a 20 anni. Il livello dei mutui a tasso fisso, in ogni modo, risulta ancora inferiore ai periodi precedenti la pandemia da Covid. Infatti, all’inizio del 2019 i tassi fissi dei mutui superavano il 2%.

Mutui aprile 2022, conviene più il tasso fisso o il tasso variabile?

Allo stato dei mutui di questo mese, si può dire che i mutui a tasso variabile sono ancora tendenzialmente più convenienti dei mutui a tasso fisso. Ovvero, si può affermare che chi sceglie il tasso variabile difficilmente pagherà di più rispetto a chi sceglie i prestiti a tasso fisso. In questi ultimi anni, complice il tasso Eurobor che ha registrato valori stabili e in alcuni casi negativi, i mutui a tasso variabile si sono attestati mediamente tra lo 0,8% e l’1%. Tuttavia, nella scelta tra il tasso fisso e quello variabile è necessario considerare vari fattori.

Quando conviene il mutuo a tasso fisso rispetto a quello variabile?

Ad esempio, i mutui a tasso fisso garantiscono la sicurezza della rata fissa. E, pertanto, potrebbero essere preferiti dalle famiglie con un solo contratto di lavoro. O dalle famiglie giovani che prevedono di allargare il numero dei componenti del nucleo. La sicurezza del tasso fisso può rappresentare uno scudo sulle mutazioni degli scenari dei tassi di interesse. Infatti, il tasso variabile potrebbe andare incontro a una risalita degli indici nei prossimi anni.

Mutui a tasso fisso, le previsioni dei prossimi anni

Peraltro, l’attuale situazione dei mutui a tasso fisso sta determinando una ridefinizione dello spread applicato dagli istituti bancari. Ad oggi, su un mutuo di 150 mila euro per venti anni, la rata migliore si attesta all’incirca su 715 euro, con un Taeg pari all’1,52%. Ma è necessario scegliere la migliore offerta: alcuni istituti applicano Taeg che sfiorano il 3%, facendo lievitare la rata mensile del mutuo a 800 euro.

Tassi variabili sui mutui, qual è il migliore e il più conveniente?

Diversamente, la scelta del tasso variabile su un mutuo di 150 mila euro per venti anni, potrebbe far determinare una rata per le famiglie più giovani che attualmente si attesta intorno ai 645 euro mensili. Il Taeg migliore osservato su un tasso variabile è pari allo 0,42%, ma si può arrivare anche a pagare un tasso dell’1,40%.

Mutui aprile 2022, quali sono le agevolazioni per i giovani under 36 anni?

Nella scelta del miglior mutuo, la convenienza può aumentare se si possono sfruttare le opportunità della normativa per le famiglie più giovani. Ad esempio, per l’acquisto della casa dei giovani under 36, con Isee non oltre i 40 mila euro annuali, si può beneficiare della garanzia statale sul mutuo che può arrivare all’80%. Si tratta di una novità arrivata nella scorsa estate, con l’entrata in vigore del decreto “Sostegni bis”: la garanzia statale sui mutui è stata elevata dal 50% (che può essere ottenuta da tutti i cittadini, a prescindere dall’età) all’80% a favore dei giovani che stipulano un mutuo.

Acquisto prima casa giovani under 36, i vantaggi dell’esenzione dell’imposta di registro e dell’Iva

E, inoltre, ottenere l’abbattimento di alcune tasse legate all’operazione di acquisto della prima casa, come l’esenzione dell’imposta di registro o dell’Iva. In quest’ultimo caso, l’acquisto deve essere effettuato direttamente dall’impresa costruttrice. Le opportunità e i parametri da valutare nella stipula di un numero per acquistare una casa sono pertanto molteplici, compresa la sottoscrizione di una polizza temporanea caso morte legata all’operazione per assicurarsi dagli imprevisti.

Acquistare casa con il mutuo o prenderla in affitto, quale conviene?

Quando è più conveniente comprare casa con un mutuo e quando è meglio andare in affitto? Rispondere a questa domanda non è sempre semplice: dipende da vari fattori tra i quali anche la località dove si vuole andare ad abitare. È importante dare un’occhiata ai dati, perché riferiscono di quanto siano cresciuti i tassi di interessi sui mutui e le spese di affitto. E, naturalmente, molto dipende dai risparmi messi da parte per investire nella casa.

Di quanto è cresciuta la percentuale di acquisto di case nel corso del 2021?

Il mercato immobiliare e dei mutui è studiato periodicamente dall’Osservatorio dell’Agenzia delle entrate. Seguendo gli ultimi dati a disposizione, nel secondo trimestre del 2021 gli acquisti di case nel residenziali si sono innalzati del 73,4% rispetto al 2020. Anche su base stagionale, l’aumento è stato del 26,1% rispetto allo stesso trimestre del 2019. Ma sono cresciuti anche gli affitti in numero assoluto che, in precedenza, avevano subito dei rallentamenti.

Confronto tra canone mensile di affitto e rata del mutuo: come stanno le cose nel 2021?

Ad oggi, tuttavia, la preferenza è per l’acquisto della casa. Ciò soprattutto se si considerano i dati di acquisto con gli affitti dei piccoli centri urbani. Nonostante il calo registrato negli ultimi mesi del canone di affitto, la preferenza degli italiani rimane quella di arrivare a comprare la casa. Il confronto che si può fare è tra il canone mensile di affitto e la rata mensile del mutuo. E, quest’ultima, continua a beneficiare di tassi di interesse che si mantengono ancora bassi, con il tasso fisso intorno all’1% medio. Quello variabile è ben al di sotto di quello fisso.

Quali sono le variabili dell’acquisto di una casa rispetto all’affitto?

Non sempre è possibile arrivare alla scelta se comprare casa con un mutuo oppure prenderla in affitto. Innanzitutto è necessario avere una quota di risparmi per la casa e una fonte di reddito sicura. Per chi non avesse questi due fattori dalla propria parte, l’alternativa reale è l’affitto. Nel mercato immobiliare del 2021 buona parte degli acquisti sono stati incentivati, peraltro, dalla prima casa per i giovani under 36.

Acquisto agevolato della prima casa per gli under 36 fino al 30 giugno 2022

La possibilità di risparmiare su tasse e imposte fino al 30 giugno 2022 si accompagna all’incremento della garanzia statale sui mutui, che può arrivare fino all’80% rispetto al rapporto tra la copertura del mutuo e il valore della casa stessa. Inoltre, le agevolazioni si traducono nel mercato immobiliare nella possibilità di ottenere mutui che coprano fino al 100% del valore della casa. Tuttavia, anche in questo caso è necessario avere da parte dei risparmi affinché la richiesta alla banca del finanziamento risulti “mutuabile”.

Quando è più conveniente acquistare casa con il mutuo?

L’acquisto di una casa con il mutuo rappresenta una formula nella quale la spesa in parte viene consumata (gli interessi sul mutuo) e in parte investita (la quota capitale dell’investimento). L’affitto, invece, rappresenta una spesa destinata al solo consumo. In questo senso, l’acquisto di una casa con il mutuo risulta più vantaggioso rispetto all’affitto. Le spese da sostenere per la casa (come quelle per la manutenzione) spesso sono detraibili per determinate quote. Le imposte, invece, sono in parte esenti quando si parla di prima casa, purché non si tratti di immobile di pregio.

Quando è più conveniente affittare una casa rispetto al mutuo per l’acquisto?

Non tutte le situazioni, ovviamente, sono uguali e delle volte la scelta dell’affitto di una abitazione può prevalere su quella dell’acquisto con mutuo. In tal senso, è utile fare il confronto non riferito al singolo mese ma per un periodo di tempo più lungo. Succede così quando non si ha una situazione lavorativa stabile. Oppure quando non si è sicuri di volersi stabilire in un posto per tanto tempo o definitivamente.

Quando il mutuo è troppo costoso per una famiglia e si ricorre all’affitto

Risulta importante anche la situazione finanziaria di una famiglia. In varie condizioni, infatti, la rata del mutuo potrebbe risultare troppo onerosa rispetto ai redditi del nucleo. Ciò può avvenire anche perché eventualmente la famiglia sta onorando delle spese che non erano previste. In linea generale, la rata del mutuo non dovrebbe superare la spesa di un terzo di quanto entra nella famiglia sotto forma di redditi.

Rata del mutuo per l’acquisto di una casa,  redditi e risparmi della famiglia

In linea generale risparmi e redditi familiari fanno spesso la differenza nella scelta di ricorrere a un mutuo per acquistare la casa. In queste situazioni, la domanda da porsi è: quanta parte dei redditi e dei risparmi devono essere impiegati per pagare la rata del mutuo? Nel caso in cui la rata del mutuo dovesse risultare molto più alta rispetto al canone di affitto ed assorbire buona parte del reddito e dei risparmi, come conseguenza si potrebbe avere un disallineamento della capacità di risparmio della famiglia. In questo caso, e nei casi in cui per l’acquisto della casa si impieghino tutti o buona parte dei risparmi accumulati, il patrimonio della famiglia si concentrerebbe su un solo asset, senza possibilità di diversificazione.

Cosa confrontare davvero nella scelta tra mutuo per acquistare la casa e canone di affitto?

Risulta necessario, in definitiva, fare il confronto tra acquisto della casa tramite mutuo e canone di affitto mediante le variabili patrimoniali e le spese mensili. Tra le variabili patrimoniali è necessario fare un confronto di alcuni valori:

  • il prezzo di acquisto dell’abitazione;
  • il valore del mutuo;
  • le altre spese che devono essere fatte inizialmente, come imposte, rogito, perizia e provvigioni.

Quale consiglio si può dare per la scelta della locazione di una casa?

In merito alle variabili patrimoniali, nel caso dell’affitto è necessario fare un confronto tra la rata mensile di locazione e quella del mutuo. Non si avrà alcun aiuto da una banca nel caso dell’affitto e dunque si può pensare di fare un investimento. Ovvero, nel caso in cui il canone di affitto risulti inferiore alla rata del mutuo, si può pensare a forme di investimento sulla differenza.

Il confronto delle spese mensili tra mutuo e canone di affitto

Un confronto nella scelta tra mutuo per l’acquisto di una casa e canone di affitto si può fare dalla svalutazione o rivalutazione dell’abitazione una volta che si è finiti di pagare il mutuo e la perdita o il rendimento atteso se si sceglie l’affitto. Da tutti gli importi vanno sottratte le spese mensili che si devono sostenere sia nei casi di acquisto della casa (manutenzione straordinaria e imposte, anche se per le prime case c’è l’esenzione) che nel caso di affitto.

Fondo di garanzia per la casa, le perplessità dei mediatori creditizi

“Bene il via al nuovo Fondo di garanzia per la casa da 650 milioni di euro reso definitivo ieri dopo la firma del protocollo d’intesa tra il Tesoro e l’Abi. Si tratta di uno strumento di accesso al credito per l’acquisto o ristrutturazione ai fini di efficienza energetica della prima casa, a vantaggio delle categorie più deboli, che potrebbe dare impulso all’erogazione dei mutui e rilanciare il settore immobiliare che, dall’inizio della crisi, conta ormai centinaia di agenzie chiuse”. Valerio Angeletti, presidente nazionale Fimaa-Confcommercio, Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari (Agenti immobiliari, Mediatori creditizi, Mediatori merceologici e Agenti in attività finanziaria), ha commentato così ieri l’ok al Fondo di garanzia per la casa previsto dal decreto interministeriale del 31 luglio 2014, entrato in vigore con la pubblicazione in Gazzetta il 29 settembre scorso, e reso definitivo nei giorni scorsi dopo la firma del protocollo d’intesa fra Tesoro e Abi che ne disciplina l’accesso ai fondi statali.

Con una dotazione finanziaria di 650 milioni di euro da impiegare in tre anni, il Fondo si impegna a garantire fino al 50% della quota capitale sui mutui ipotecari con le limitazioni che il mutuo non superi i 250mila euro e non riguardi un immobile di lusso ma solo l’acquisto ed eventualmente anche la ristrutturazione a fini di efficienza energetica dell’abitazione principale del mutuatario. Ad avere la priorità di accesso al finanziamento saranno le giovani coppie di cui almeno uno dei due under 35 anni, famiglie monogenitoriali con figli minori a carico, lavoratori atipici sotto i 35 anni e inquilini di alloggi popolari.

“Purtroppo – ha concluso Angeletti – dobbiamo constatare che il decreto che regola il Fondo passa solo attraverso il canale delle banche, escludendo quello fondamentale dei Mediatori creditizi, i consulenti del credito che mettono in contatto i clienti con gli istituti bancari alla ricerca dell’offerta che meglio risponde alle esigenze e al profilo del cliente-consumatore. I Mediatori creditizi, forti del loro ruolo di terzietà tra le parti, avrebbero potuto dare effettiva applicazione al Fondo attraverso la sua promozione tra i clienti stessi, facilitando così l’erogazione dei mutui e la ripresa delle compravendite di immobili destinati a prima abitazione”.

Mutui prima casa, un fondo da 650 milioni di euro

È stato firmato dal direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via e dal direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, il Protocollo di intesa per il nuovo Fondo di garanzia per la casa, previsto dal decreto interministeriale del 31 Luglio 2014, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 settembre scorso.

Il Fondo statale – con una dotazione finanziaria di circa 650 milioni di euro, che potranno attivare circa 20 miliardi di euro di nuovi finanziamenti – è volto alla concessione di garanzie nella misura massima del 50 per cento della quota capitale di mutui ipotecari, di ammontare non superiore a 250mila euro, per l’acquisto di immobili, non di lusso, da adibire ad abitazione principale del mutuatario.

I richiedenti non dovranno essere proprietari di altri immobili a uso abitativo salvo quelli acquisiti per successione mortis causa, anche in comunione con altri successori, e in uso a titolo gratuito a genitori o fratelli. Nonostante la facoltà della banca di erogare il mutuo, è previsto un tasso calmierato per le seguenti categorie: le giovani coppie (in cui almeno uno dei due componenti non abbia superato i 35 anni); i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori e i giovani di età inferiore ai trentacinque anni titolari di un rapporto di lavoro atipico.