Niente rialzo per la benzina

Il rialzo tanto atteso, e soprattutto temuto, dei prezzi della benzina per ora non è arrivato.

L’aumento delle accise di 2,42 centesimi al litro, entrato in vigore oggi e fino al 31 dicembre per l’emergenza terremoto, è stato evitato grazie ai forti ribassi delle quotazioni internazionali di benzina e gasolio, che hanno lasciato alle compagnie la possibilità di “assorbire” l’incremento delle accise senza aumentare i prezzi.

Per questo, i prezzi si assestano, per quanto riguarda la benzina, tra i 1,817 euro di Esso e i 1,830 di Q8.
Il diesel si presenza con il prezzo più basso presso Eni ed Esso, a 1,712, per raggiungere 1,716 da Q8 e Tamoil. I no-logo si presentano a 1,715 per la benzina e 1.585 per il gasolio.
Il Gpl è tra 0,789 euro/litro di Eni e 0,821 di Shell (no-logo a 0,778).

Vera MORETTI

Stabili i prezzi della benzina

Il fine settimana, per quanto riguarda i prezzi della benzina, ha confermato il trend che, ormai, interessa il nostro Paese negli ultimi giorni.

Dopo il calo registrato la settimana scorsa, i prezzi dei carburanti si sono assestati, e vanno dall’1,824 euro/litro di Esso all’1,839 di Tamoil, con i no-logo che propongono la benzina a 1,735 euro/litro).
Per il diesel si passa dall’1,726 euro/litro di Eni all’1,737 di Tamoil, e no-logo a 1,611.
Il Gpl infine e’ tra 0,811 euro/litro ancora di Eni e 0,845 di Tamoil, con no-logo a 0,801.

Vera MORETTI

Prezzi della benzina ancora in calo

La benzina continua la sua discesa verso prezzi più bassi.

La situazione è comune per tutte le compagnie e vede una media nazionale della benzina che si assesta, in modalità servito, a 1,822 euro al litro (-0,2 centesimi), mentre il diesel scende a 1,735 euro.

I listini di Esso, Tamoil e TotalErg sono stati ritoccati, al ribasso, anche questa mattina.
Meno 5 millesimi sia per Esso, con benzina a 1,822 euro e diesel a 1,745, ma anche per la compagnia libica, che ha portato il prezzo della benzina verde a 1,830 euro e il gasolio a 1,729.
Per TotalErg, invece, -0,4 centesimi su benzina, a 1,830, e -0,7 su diesel, arrivato a 1,737.

I prezzi più cari sono quelli praticati da Q8: 1,839 la benzina e 1,740 il diesel

Vera MORETTI

Leggero calo della benzina nel week-end

Il fine settimana si è concluso con un lieve calo dei prezzi della benzina, con il diesel, invece, in leggero aumento.

A praticare i prezzi più bassi sia di benzina sia di gasolio è stato Eni, a quota rispettivamente 1,834 e 1741, quest’ultimo in comune con Esso. Si trattava di prezzi raccomandati, variati solo da TotalErg (giù di 0,5 cent euro/litro su benzina e diesel) e Tamoil, che, però, ha fatto diminuire dello 0,5 solo la verde e che, per quanto riguarda la benzina normale, ha praticato il prezzo più caro del week-end: 1,857. Diesel più caro, invece, da Q8: 1,749.

Ovviamente, le stazioni no-logo rimangono le più competitive e propongono benzina a 1,735 euro/litro e gasolio a 1,609, così come le massicce promozioni sul self, davvero vantaggiose rispetto al “servito”.

A livello Paese il prezzo medio praticato della benzina, con servizio, va dall’1,832 euro/litro di Eni all’1,847 di Tamoil. Per il diesel si passa dall’1,735 euro/litro di Esso all’1,742 di Q8. Il Gpl e’ tra 0,819 euro/litro di Eni e 0,860 di TotalErg.

Vera MORETTI

Figisc: prezzo benzina stabile

Dopo gli aumenti senza sosta degli ultimi giorni, per le festività di Pasqua i prezzi dei carburanti dovrebbero rimanere sostanzialmente stabili.

E’ la previsione della Figisc Confcommercio.

”Le ultime due chiusure del Platt’s – sottolinea il presidente Luca Squeri – hanno fatto registrare una diminuzione di circa 1 cent al litro per la benzina e di circa 0,8 cent per il gasolio. Ci si puo’, pertanto, attendere per i prossimi 3-4 giorni una sostanziale stabilità dei prezzi”.

Fonte: ansa.it

Caro benzina, uccisi dalle accise

di Davide PASSONI

Ci risiamo. Nuovo inizio di settimana e nuovo record per benzina e gasolio. Stavolta il primato (si fa per dire…) spetta a Shell dove, secondo le rilevazioni di Staffetta quotidiana, siamo a arrivati 1,865 euro al litro per la verde e a 1,780 euro per il diesel.

Dove vogliamo arrivare? Secondo qualcuno, a 2 euro al litro per la benzina nelle prossime vacanze di Pasqua. Come sempre, in occasione di ponti, esodi, ferie assortite. Ma non diamo la colpa ai petrolieri e ai gestori delle pompe; le loro responsabilità le hanno eccome, per carità, ma vogliamo parlare di quanto incidono le tasse sul costo di un litro di carburante?

Il 58% del prezzo della benzina e il 52% di quello del gasolio è formato da tasse, un mix mortale di accise e Iva, che, nel caso della verde, su 1,80 euro/litro vale circa 1,10 euro. Tutta ciccia che finisce in tasca al fisco, leggi lo Stato ladro.

E le compagnie? Pagano la materia prima circa 60 centesimi (il 35% del totale) e hanno un margine lordo (MOL, ovvero prezzo di vendita al netto delle tasse meno prezzo della materia prima al porto di destinazione) di circa il 12,5% per il gasolio e del 7,8% per la benzina. Che, in soldini, fanno 21 cent. per il gasolio e 14 per la verde. Peanuts, noccioline come dicono gli americani.

E allora? E allora torniamo al fisco, il vero assetato, il Signore delle accise. Già, le accise… Se non fossero un furto legalizzato ci sarebbe da ridere. 0,001 euro per contribuire alla guerra di Abissinia del 1935 (è un millesimo di euro, nulla, ma c’è, Santo Dio, c’è!), 0,007 per la crisi di Suez (anno di grazia 1956), 0,005 per il disastro del Vajont (1963). Ma pensate all’accisa più grande di 0,106 euro per la missione in Libano dell’83 (finita!!), a quella di 0,051 per il terremoto del Friuli del ’76 (ricostruito tutto, e meglio di prima), agli 0,039 euro per il terremoto dell’Irpinia dell’80 (e ancora c’è gente che sta nelle baracche) e agli 0,040 euro per gli immigrati della crisi libica del 2011… Vien quasi da dire che la botta di 0,082 euro infilata nel decreto Salva Italia di Monti sono soldi ben spesi. Quasi… Perché quello che invece diciamo è: Stato ladro, ladro, ladro!

Benzina sempre più su. E io pago…

Avreste mai pensato di pagare un litro di benzina di più che un chilo di broccoli? Eppure con gli ultimi rincari del prezzo dei carburanti è così. E basta! Perché i cittadini italiani devono essere sempre i più fessi d’Europa quando vanno alla pompa a fare il pieno? Il prezzo della benzina, infatti, non si ferma più e ha raggiunto un nuovo record. Eni ha ritoccato i prezzi con una media ponderata salita nel servito a 1,801 euro/litro (+0,6 centesimi), con punte sul territorio che – per via delle accise regionali – sfondano quota 1,9 euro/litro. Naturalmente sale anche il prezzo del diesel, giusto per non farsi mancare niente, con una media attorno a 1,74 euro/litro, con picchi al Sud oltre 1,77.

Furibonde le associazioni di consumatori, oltre che la gente in fila al distributore… La soglia di 1,90 euro al litro, sottolinea il Codacons, rappresenta “una stangata che per un pieno di benzina si traduce in 19,50 euro a pieno, considerato che il 20 febbraio 2011 si pagava mediamente, con servizio, 1,510 euro al litro. Un incremento del 25,8%“. Sempre secondo il Codaconsil ministro Corrado Passera deve convocare immediatamente, ad un unico tavolo di confronto, le associazioni di rappresentanza delle compagnie petrolifere, quelle dei gestori degli impianti e le associazioni di consumatori per stabilire regole ben più efficaci” sui carburanti rispetto a quelle previste nel decreto sulle liberalizzazioni.

Ci vanno giù ancora più pesanti Adusbef e Federconsumatori: “La situazione è gravissima, è urgente sterilizzare la tassazione applicando l’accisa mobile“. E l’Adoc si mette a far classifiche; con un costo medio di 1,80 euro al litro l’Italia è diventato il Paese più caro d’Europa dove fare il pieno, per il quale si spende in media il 12% in più che nel resto d’Europa, con una differenza di 350 euro. “Un anno di rifornimenti costa in media 3.240 euro a un italiano, il 12% in più della media europea, con un aggravio di spesa pari a circa 350 euro annui – dice Carlo Pileri, presidente dell’Adoc -. L’Italia è il Paese europeo con i costi più alti dei carburanti, si spende il 10% in più che in Francia, il 7% in più che in Germania, il 20% in più della Svizzera e poco meno del 30% in più che in Spagna. Un pieno oggi costa 90 euro, in Europa mediamente si spendono 80 euro, in Svizzera si spendono circa 15 euro in meno ad ogni rifornimento“.

Si diceva dei broccoli, all’inizio… Non ci siamo inventati il paragone, lo ha cavato dalle statistiche Coldiretti, che ha rilevato come il prezzo della benzina alla pompa ha raggiunto quello di un chilo di lattuga (1,90 euro al chilo) e superato quello di broccoli, appunto, (1,75 euro al chilo), dei finocchi (1,65 euro al chilo) e delle arance tarocco (1,60 euro al chilo) tartassate dagli effetti del maltempo delle ultime settimane. Secondo Coldiretti è l’effetto più evidente dei cambiamenti in atto nella distribuzione della spesa degli italiani, per i quali la spesa per trasporti, combustibili ed energia elettrica ha sorpassato quella per gli alimentari e le bevande. Potessimo far camminare le auto con il succo d’arancia… metterebbero le accise anche su quello.

Cala l’inflazione a gennaio, ma il carrello della spesa corre

Inflazione in caduta nel mese di gennaio. A confermarlo le stime preliminari dell’Istat: l’inflazione è passata al 3,2% dal 3,3% di dicembre. Anche se il carrello della spesa continua a correre, segnando un +4,2%. A segnare i rialzi più forti sono infatti, benzina, caffè e zucchero.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettivita’ (NIC), comprensivo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 3,2% nei confronti di gennaio 2011 (era +3,3% a dicembre 2011), mentre l’inflazione acquisita per il 2012 e’ pari all’1,6%.

Al netto dei soli beni energetici infatti, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo scende al 2,2% dal 2,3%, di dicembre. Il rallentamento della corsa dell’inflazione è dovuto infatti al lieve aumento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni (+3,9% rispetto al +3,8% di dicembre 2011), compensato però dal calo di quello dei servizi (+2,3% rispetto al +2,5% del mese precedente).

I rincari colpiscono soprattutto le spese quotidiane: a segnare picchi di aumento record sono la benzina (+4,9%) e il gasolio (+4,7%) – gennaio il mese più salato per i carburanti – ma anche il caffè (+16,5%) e lo zucchero (+15,9%). Le bollette a fine mese si fanno poi sentire, con un’impennata per il gas pari al +15,4% e per la luce del +11,3%.

Segnali positivi, grazie all’eliminazione dell’imposta di bollo sui conti corrente inferiori ai 5 000 euro (-6,5% ) le spese finanziarie e bancarie hanno registrato un calo sostanziale.

Federconsumatori però avverte:  “le famiglie dovranno far fronte a una stangata di 928 euro all’anno”. Le famiglie infatti guardano più alla crescita dei prezzi per i prodotti acquistati nella quotidianità che al, seppur lieve, rallentamento del tasso d’inflazione registrato nel mese di gennaio 2012. A spaventare senza dubbio maggiormente i consumatori i rincari dei prezzi dei carburanti, destinati a una corsa impazzita difficile da arrestare.