Il marmo italiano è il più apprezzato

Tra i prodotti Made in Italy che stanno andando forte all’estero c’è anche il marmo, per il quale l’Italia ha una grande tradizione.

Anche il 2013, infatti, sta confermando la striscia positiva dell’export dei graniti lavorati al 100% italiani, con percentuali in considerevole aumento verso tutti i principali mercati: tra quelli ormai fedeli alla qualità italiana ci sono Stati Uniti (+44,5%), Canada (+3%), Russia (+16%) e Medio Oriente (+8%), mentre sono in crescita Messico (+50%), Nord Africa (+42,7%) e India (+45%). L‘Europa, al contrario, perde qualche posizione (-4,9%).

I dati sono stati elaborati dall’Osservatorio Marmomacc, la più importante manifestazione internazionale dedicata alla pietra naturale, al design e alle tecnologie di lavorazione, in programma alla Fiera di Verona dal 25 al 28 settembre 2013 per la sua 48a edizione.

Il bilancio del primo triennio 2013 parla di 386,8 milioni di euro e una crescita complessiva del 9,2% sullo stesso periodo del 2012.
Ben 307,4 milioni di euro arrivano dai prodotti lavorati, che hanno incrementato le vendite del 9,7%, ma segno positivo è relativo anche alle esportazioni di blocchi grezzi che raggiungono i 79,4 milioni di euro (+7,2%).

Lo sviluppo internazionale si conferma, perciò, fondamentale per il settore lapideo italiano che trova in Marmomacc il principale hub di interscambio.

Così Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, ha presentato l’evento: “Per l’edizione di Marmomacc 2013, oltre a Stati Uniti, Canada e Regno Unito, sempre importanti per la richiesta di prodotto, i paesi target sui quali punteremo sono Russia, Cina, Sud-est asiatico e Centro America. Per quanto riguarda macchinari e tecnologie, invece, ci concentreremo su Russia, Nord Africa, Iran, Iraq e Brasile“.

Obiettivo di questa edizione della Fiera è trovare buyer qualificati che possano operare come importatori e distributori di macchinari e prodotti, ma anche di imprese edili e di trasformazione, che durante l’esposizione possano seguire gli incontri B2B previsti.

Nell’attesa che Marmomacc abbia inizio, hanno già dato conferma della loro partecipazione le delegazioni estere organizzate da Angola, Australia, Belgio, Camerun, Canada, Cina, Congo, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Iran, Iraq, Paesi del Mediterraneo, Paesi dei Balcani, Paesi del Golfo, Portogallo, Romania, Russia, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Sud Est Asiatico, Sud-Centro America, Svezia e Svizzera.

Vera MORETTI

Il futuro del Made in Italy è nell’e-commerce

Le imprese italiane che hanno deciso, anche in tempi di crisi, di puntare sull’export sono state ricompensate: i loro redditi godono di maggior salute rispetto a quelle che, invece, hanno concentrato i loro commerci sul mercato interno.
Ora, però, è il momento di fare un’ulteriore passo avanti, e cavalcare l’onda dell’e-commerce, che piace molto soprattutto agli asiatici.

Le cifre, a questo proposito, parlano chiaro: adesso l’e-commerce muove un giro d’affari di 1 miliardo di dollari in tutto il mondo, ma secondo il rapporto “Asia B2C eCommerce Report 2013” in Cina questo business crescerà addirittura del 30% entro il 2016.
Non saranno solo i cinesi, ma anche indonesiani e sudcoreani che cercheranno online la qualità e la fama dei prodotti Made in Italy, perché in questi tre Paesi stanno aumentando i consumatori ricchi che quindi possono permettersi le grandi griffe italiane.

Per poter raggiungere i clienti orientali, occorre creare siti ad hoc, ovvero più vicini ai gusti della clientela dagli occhi a mandorla, anche dal punto di vista della lingua.
Inoltre, oltre ai settori più “gettonati”, come abbigliamento ed automobili, bisogna permettere anche all’agroalimentare di farsi strada, poiché è il settore, in questo momento, dal maggior potenziale.
Tutta la produzione del Made in Italy trarrebbe giovamento, infine, se fosse presentata su un portale web destinato alla promozione dei prodotti in Cina.

In questo senso, ha dimostrato di essere particolarmente attivo il vitivinicolo, come ha dichiarato Giovanni Mantovani, direttore di Verona Fiere, la sede di Vinitaly, per il quale la Cina è la Mecca dei produttori di bottiglie: “Un paese che nel 2012 ha visto i propri consumi di vino crescere del 6% e che è ormai diventato il terzo mercato mondiale per i vini rossi. Per questo Vinitaly dedicherà proprio alla Cina uno spazio importante con la prima visita in Italia di una delegazione guidata dal ministro per il Commercio estero cinese e un seminario nel quale verrà approfondita la realtà del mercato cinese e verranno illustrate alcune best practices. Perché se è vero che abbiamo terreno da recuperare in Cina, questo non significa che non ci siano imprese made in Italy che abbiano avuto successo in Cina“.

Vera MORETTI