Ciolos: “Il settore vitivinicolo può contare sull’Ue”

“Il settore vitivinicolo europeo potrà contare sempre e comunque sull’importante supporto dell’Unione Europea” ha dichiarato ieri il commissario Ue all’agricoltura Dacian Ciolos, rispondendo agli eurodeputati a Strasburgo, intervenuti nel dibattito sul futuro del settore del vino dopo la riforma della Politica agricola comune. Nonostante il vino, ormai da anni, rappresenti la locomotiva per tutti gli altri settori dell’industria alimentare sui mercati internazionali, la politica comunitaria fino a ieri non sembrava particolarmente interessata. Anche oggi, come troppo spesso accade, le parole del commissario comunitario appaiono lontane, banali, ai limiti della superficialità.

Ciolos, inoltre, non prevede nell’immediato futuro una riforma del settore vitivinicolo in Europa in quanto “il comparto ha bisogno di poter lavorare e assicurare la messa in opera di quello già esistente, comunque il settore potrà contare nel tempo su nuove misure per la ricerca e l’innovazione”.

Le dichiarazioni di Ciolos sembrano rispondere, con un paio di settimane di ritardo, alle meno recente osservazioni del coordinatore di Agrinsieme, Giuseppe Politi: “La nuova Politica agricola comune è una sfida importante che il nostro Paese non può assolutamente mancare. Tuttavia, ci sono molte scelte da effettuare nell’applicazione dei regolamenti, in modo da dare risposte significative agli agricoltori, sia per quanto riguarda il primo che il secondo pilastro. Siamo ad un passaggio cruciale e dobbiamo saper cogliere le specificità delle diverse agricolture europee”.

E’ nata Agrinsieme, per rappresentare le cooperative del settore agricolo

In rappresentanza delle aziende e cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane, che a sua volta comprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare, è nata Agrinsieme.

Coordinatore di questa nuova associazione è stato eletto Giuseppe Politi, presidente nazionale della Cia, che rimarrà in carica per un anno.
Il modello organizzativo è quello del Copa-Cogeca, il momento di raccordo europeo tra tutte le sigle del settore agricolo e cooperativo dei Paesi membri.

Il neo presidente, unitamente ai rappresentanti delle altre cooperative, ha dichiarato: “Agrinsieme rappresenta un momento di discontinuità rispetto alle logiche della frammentazione che spesso hanno caratterizzato il mondo agricolo, ed è portatore di un nuovo modello di rappresentanza. Il coordinamento integra, infatti, storie e patrimoni di valori che non vengono annullati, ma esaltati in una strategia unitaria fortemente orientata al futuro. Agrinsieme rappresenta, pertanto, un reale valore aggiunto rispetto a quanto le organizzazioni hanno realizzato e continueranno a realizzare autonomamente”.

Uno degli obiettivi della neonata associazione sarà quello di lavorare per la diffusione di strumenti di collaborazione tra imprese agricole e tra i diversi soggetti della filiera agroalimentare, agroindustriale e della distribuzione.
Il programma economico in corso di stesura, a iniziare dai settori dei cereali, del pomodoro, degli agrumi, della zootecnia, partirà su diverse aree territoriali, ed anche sulla base della progettazione che le stesse imprese stanno prefigurando attraverso iniziative di rete e di aggregazione.

Per ora, il piano di lavoro previsto per i prossimi quattro anni prevede quattro punti:

  • politiche di rafforzamento dell’impresa per favorire l’aggregazione in strutture economiche fortemente orientate al mercato; rilanciare la ricerca e le politiche di supporto al trasferimento dell’innovazione; sostenere il ricambio generazionale; definire strumenti per il credito (puntando pure su politiche innovative relative a strumenti assicurativi e fondi mutualistici).
  • sistematica azione di semplificazione burocratica, diretta a ottenere il riordino degli Enti e delle tecnostrutture operative, la semplificazione del meccanismo AGEA e la revisione del sistema SIN, l’ unificazione di competenze sia in ambito nazionale sia regionale per ridurre gli interlocutori amministrativi delle imprese.
  • politiche di corretta gestione delle risorse naturali (suolo ed acqua), per coniugare produttività e sostenibilità, valorizzare il ruolo delle aziende agricole, anche nel campo dei servizi eco-ambientali, sviluppare “agroenergie rinnovabili” (biomasse) e nuove opportunità della “chimica verde”.
  • aggiornamento del quadro normativo di riferimento a livello europeo, nazionale e regionale.

Vera MORETTI