Confapi Giovani e Aiga, confronto sulla giustizia

I Giovani di Confapi provano a mettere la giustizia al centro dell’attenzione. Va in questo senso, infatti, il confronto organizzato dalla Fondazione Aiga Bucciarelli che si terrà a Roma al Campidoglio giovedì 26 febbraio dalle 16 nella Sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini, sul tema “Giustizia civile ed alternativa:  l’armonizzazione dei sistemi giuridici al tempo della globalizzazione delle professioni, esperienze internazionali a confronto, proposte e novità normative”.

Un tema importante e di spessore intorno al quale discuteranno, tra gli altri, il presidente nazionale dei Giovani di Confapi Angelo Bruscino, il sottosegretario al ministero della Giustizia Cosimo Ferri e il capogruppo dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento Europeo Gianni Pittella.

Da anni – dichiara il presidente dei Giovani Imprenditori di Confapi Bruscino – si parla di riforma della Giustizia, in un’ottica di revisione costituzionale. A noi imprenditori, invece, piacerebbe parlare di un cambiamento della giustizia finalizzato a obiettivi pragmatici, come quelli di ridare efficienza e modernità a un paese come il nostro, nel quale la durata dei processi civili di primo grado è di 493 giorni, mentre nei Paesi aderenti al Consiglio d’Europa è di 287 giorni”.

Che cosa significa per questo Paese – prosegue Bruscinouna giustizia civile inefficiente? Si traduce in una riduzione degli investimenti, soprattutto di quelli provenienti dall’estero; crea asimmetrie nei tassi d’interesse tra diverse regioni del Paese; comporta rigidità nel mercato del lavoro; limita la concorrenza nei settori produttivi, nei servizi, e nelle professioni; provoca una distorsione della struttura delle imprese. Per fermarsi solo ai danni più rilevanti”.

Per attuare una riforma della giustizia che ridia a questo Paese anche la dignità giuridica che merita e che rilanci l’economia e gli investimenti utili per la crescita, basterebbero poche cose: disincentivare l’abuso processuale che rallenta le cause reali adeguando ad esempio il tasso legale a quello di mercato; incentivare la sottoscrizione di polizze di tutela legale a copertura dei costi processuali, sul modello di diversi Paesi europei; introdurre i sistemi di Alternative Dispute Resolution, come la negoziazione diretta con valore di titolo esecutivo in presenza degli avvocati, tavoli paritetici, mediazione e arbitrato; incentivare i tribunali che adottino più rapidamente il processo telematico; introdurre la pratica dei giovani nell’Ufficio del Giudice, ossia laureati selezionati secondo criteri qualitativi che affianchino il giudice, configurando la pratica (tra l’altro positivamente sperimentata a Milano) come normale procedura concorsuale per ottenere l’accesso alla magistratura e come tirocinio abilitante per l’avvocatura. Basterebbe poco, per dare una sterzata al nostro sistema”.

UniCredit contro la lentezza della giustizia

Ci sono vergogne tutte italiane come la lentezza della giustizia che vengono spesso messe in evidenza senza pietà. È il caso dei dati sui procedimenti giudiziari ancora pendenti e sull’arretrato che grava sui 139 Tribunali italiani, sui quali il Ministero della Giustizia ha pubblicato uno studio che mette in luce l’allarmante lentezza della giustizia. Le cifre sono queste: 412.699 procedimenti pendenti nelle Corti d’Appello, dei quali più della metà (211.028) a Roma e Napoli, seguiti da Bari, Milano e Bologna.

Un terzo dell’arretrato è concentrato in soli 10 fori, tutti del centro sud (Roma, Napoli, Foggia, Bari, Salerno e Catania, Santa Maria C. Vetere, Lecce e Palermo), fatta eccezione per Milano che però, pur avendo un alto numero di procedimenti pendenti, ha una media di giacenza molto inferiore rispetto ad altri Tribunali e sconta così il suo tributo alla lentezza della giustizia.

UniCredit Credit Management Bank (Uccmb) ha investito molte energie nel ramo Giustizia e per prima ha avviato, come unico intermediario bancario specializzato in materia, progetti di change management, stimolando e favorendo il cambiamento per raggiungere un primo obiettivo che aiuterà a combattere la lentezza della giustizia: l’entrata in vigore dell’obbligatorietà, al 30 giugno 2014, del Processo Civile Telematico.

Secondo quanto comunica l’istituto, la Banca continua questa attività di change management istituendo e partecipando a gruppi guida in vista della definitiva e globale entrata in vigore del Processo Civile Telematico, per tutti gli altri atti giudiziari, a decorrere dal prossimo 31 dicembre con l’ambizione di ridurre questo imponente arretrato, di velocizzare i tempi medi di definizione dei procedimenti e, in generale, di supportare i Tribunali con una serie di strumenti pratici, efficaci e dedicati per dare un taglio alla lentezza della giustizia.

Obbligo di pagamento a 30 giorni, arriva il si della Camera

 

La Camera approva il disegno di legge che, recependo una direttiva comunitaria del 2011, fissa paletti ben precisi nei termini di pagamento delle imprese. L‘obbligo di saldare i propri conti a 30 giorni compie dunque un passo avanti verso la creazione di una legge definitiva, che non varrò però per le società che vantano crediti verso la Pubblica amministrazione.

Il disegno di legge, approvato all’unanimità, dovrà ora passare all’esame dell’Aula di Montecitorio in tempi brevi e poi essere esaminato dal Senato. Nel testo è stato inserito un meccanismo pensato per non creare continui ricorsi da parte delle aziende alla giustizia civile: Camere di Commercio e Cnel, per impedire ”il continuo ricorso a clausole contrattuali e prassi gravemente inique”, potranno proporre direttamente ‘azioni in giudizio’, così come prevede anche lo Statuto delle imprese. Le Camere di Commercio si fanno dunque mediatrici dei contenziosi di pagamento.

Processo semplificato anche per le imprese che vantano crediti: le aziende potranno richiedere direttamente alla Camera di Commercio la certificazione del proprio credito e rivolgersi poi al giudice competente per ottenere l’ingiunzione di pagamento. Stessa procedura per l’impresa debitrice: una volta ricevuta l’ingiunzione di pagamento, l’azienda potrà fare appello alla Camera di Commercio che sarà chiamata a svolgere un’azione mediatrice con l’impresa creditrice.

 

Avvocati, l’Organismo unitario dell’Avvocatura boccia la Manovra

Un altro attacco dalle professioni alla manovra economica. Questa volta tocca presidente dell’Organismo unitario dell’Avvocatura, Maurizio de Tilla, che boccia l’ultima versione della Finanziaria: “Grave e vergognoso – afferma – che nella manovra economica sia stata inserita una norma che prevede il pagamento raddoppiato del contributo unificato per i cittadini che non intendono avvalersi nell’ambito della loro libertà della media-conciliazione nella giustizia civile“.

De Tilla conferma infine “le critiche relative all’attacco contro le libere professioni con l’inserimento della riforma professionale nell’articolo 3, nonché la contestazione degli altri provvedimenti relativi alla giustizia: eliminazione dei tribunali minori, aumento del contributo unificato, nonché la previsione di sanzioni disciplinari per avvocati e magistrati impossibilitati a rispettare il calendario dei processi”.