Ambiente e imprese: il nuovo testo degli articoli 9 e 41 della Costituzione

Svolta ambientalista nella Costituzione: cambiano gli articoli 9 e 41 della Costituzione che hanno a oggetto ambiente e imprese. Ecco i nuovi testi che portano novità anche per le imprese che dovranno impegnarsi a un maggiore rispetto verso l’ambiente.

Ambiente e imprese: nuovo testo degli articoli 9 e 41 della Costituzione

Il nuovo testo dell’articolo 9 della Costituzione recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.

Il nuovo testo dell’articolo 41 invece è: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali” .

Le parti in grassetto sono aggiunte.

Perché è importante la riforma della Costituzione

La Costituzione è la legge fondamentale della nostra Repubblica, gli atti normativi gerarchicamente subordinati, ad esempio le leggi ordinarie, devono essere in linea con essa, questo vuol dire che non può esservi una legge ordinaria, un atto parificato alla legge, una legge regionale, o altre fonti normative, che siano in contrasto con la Costituzione. In caso contrario tali atti saranno incostituzionali (non è questo il luogo per dedicarci alla procedura per arrivare alal declaratoria di incostituzionalità, ma un ruolo essenziale è svolto dal Presidente della Repubblica) e sulle sue conseguenze.

Questa precisazione fa capire quanto sia ampia la portata di questa modifica per i singoli cittadini, ma anche per le imprese che da ora dovranno fare riferimento a un quadro normativo da interpretare in senso ambientalista.

Il nuovo testo è stato approvato prima dal Senato con la maggioranza dei 2/3, mentre l’8 febbraio è stato approvato dalla Camera dei Deputati quasi all’unanimità, infatti ha ottenuto 468 voti favorevoli, un voto contrario e 6 astenuti. Dal punto di vista pratico vuol dire che su questa epocale riforma non è possibile richiedere il referendum costituzionale e quindi questo è l’attuale testo definitivo della Costituzione. Esprimono particolare entusiasmo il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e il Presidente della Camera Roberto Fico. Apprezzamenti arrivano anche dal WWF.

Tutela dell’ambiente in Costituzione: cosa cambia per le imprese

Uno degli elementi caratterizzanti di questa riforma è in primo luogo il fatto che viene modificata la prima parte della Costituzione riconosciuta come il nocciolo duro o nucleo fondamentale ed è la prima volta dall’approvazione ed entrata in vigore della Costituzione che questa parte è oggetto di modifiche. In questo articolo la tutela dell’ambiente non è indicata in modo generico, ma in tre dimensioni, come tutela dell’ambiente, della biodiversità e dell’ecosistema, quindi non si mira solo ad avere aria più pulita e minori emissioni, ma anche tutela delle varie specie animali e vegetali, in particolare quelle più a rischio, come possono essere le api e gli altri “insetti buoni” che sono il segreto dell’agricoltura biologica.  Inboltre la tutela dell’ecosistema implica anche una propensione ad affrontare l’emergenza climatica che è strettamente connessa alla riduzione dell’inquinamento.

Per le imprese c’è un’importante innovazione, infatti l’articolo 41 è rivolto proprio ad esse e sottolinea che le attività imprenditoriali non possono essere svolte in danno dell’ambiente, questo apre a nuove modifiche legislative che mirano a ridurre l’impatto ambientale delle varie attività economiche, soprattutto quelle più impattanti.

La modifica dell’articolo 41 va nella stessa direzione del Green New Deal e del piano di Transizione 4.0. Il primo prevede aiuti per le imprese che decidono di investire in economie circolari, riduzione dell’uso di plastiche, sostituzione della plastica, turismo sostenibile.

Naturalmente ora con la riforma dell’articolo 41 della Costituzione questi piani possono essere ulteriormente rafforzati, ma soprattutto tutte le future riforme, i programmi e le leggi dovranno rispettare questi principi fondamentali della nostra Costituzione.

Un primo passo in tale direzione è rappresentato dalle risorse messe a disposizione dal MISE. per saperne di più, leggi l’articolo: PMI: dal MISE arrivano 2,5 miliardi per transizione ecologica e digitale

Nuove risorse per gli investimenti industriali con il Green New deal

Il green new deal italiano prevede la possibilità di ottenere risorse per gli investimenti industriali destinati ad alcuni settori.

Green new deal, cos’è?

Sul sito del Mise è ampliemte specificato il concetto di Green new deal. Si tratta di interventi del Fondo per la crescita sostenibile definito dal Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’economia. Tuttavia prevede la concessione di agevolazioni finanziarie a sostegno dei progetti di ricerca, innovazione, sviluppo per la transizione ecologica e circolare a sostegno delel finalità green.

Infine le risorse messe a disposizione sono pari a 750 milioni. A valere sul Fondo per la crescita sostenibile (FCS) e sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca (FRI), gestito da Cassa Depositi e Prestiti.

In cosa consiste il contributo?

I progetti devono prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a 3 milioni e non superiori a 40 milioni di euro. Inoltre i progetti devono essere realizzati all’interno del territorio italiano. Infine la durata della realizzazione delle nuove idee deve essere non inferiore a 12 mesi e non superiore a 36 mesi.

Quali sono i progetti finanziabili per il Green new deal?

Secondo il Mise possono richiede il contributo a fondo perduto le imprese che operano a livello industriale, agroindustriali, servizi, artigianali e cerchi di ricerca. Occorre presentare un progetto, anche in forma congiunta, volta a realizzare nuovi prodotti, servizi, attività in particolari ambiti:

  • economia circolare;
  • riduzione dell’us della plastica;
  • turismo sostenibile;
  • adattamento e mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico;
  • sostituzione della plastica con materiali alternativi;
  • rigenerazione urbana.

Le parole del ministro Giorgetti a sostegno dei progetti green

“La sostenibilità ambientale è decisiva per il nostro futuro ed è un obiettivo da perseguire e raggiungere. Ma dobbiamo essere consapevoli che la rivoluzione verde ha un prezzo e nostro compito è fare in modo che la transizione non lasci per strada morti e feriti in termini sociali ed economici. Per questo ho più volte sottolineato che la sostenibilità ambientale deve essere in equilibrio con quella economica e sociale.

Da ministro dello Sviluppo economico mio dovere è tutelare il sistema delle imprese ad attraversare questa transizione in maniera costruttiva”, dichiara Giorgetti. “Per queste ragioni, in questa delicata fase di transizione – prosegue il ministro – dobbiamo sostenere le imprese italiane con tutti gli strumenti e le risorse, nazionali ed europee, che abbiamo a disposizione per favorire la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative, i processi di riconversione industriale e gli investimenti per la decarbonizzazione in settori strategici come quelli della siderurgia e dell’automotive”.