Professionisti? Al mare col pc

Professionisti e manager non staccano mai, nemmeno in vacanza. Sarà la crisi, saranno le responsabilità, ma pare che anche in ferie chi ha un’attività o una professione non riesce a fare a meno di lavorare.

Lo sostiene una ricerca del gruppo Hays, secondo la quale il 77% dei manager italiani non smette di lavorare neanche al mare. Buona parte di loro utilizza netbook, smartphone e tablet per controllare almeno la posta aziendale (46%), i manager si dedicheranno al lavoro nel 12% dei casi e solo due professionisti su dieci intervistati si concederanno uno stacco vero dal lavoro.

Merito soprattutto delle novità tecnologiche, anche ridotte di dimensioni, con le quali si può essere come in ufficio e si possono svolgere alcune semplici operazioni giornaliere, oppure portare avanti progetti di business.

Ma cosa utilizzano maggiormente professionisti e manager? Secondo la ricerca di Hays, tra i device maggiormente utilizzati dominano gli smartphone, usati dal 75% delle persone; seguono i pc e netbook (69%) e tablet (28%).

Ma quanto durano le vacanze di questi forzati del lavoro? Nove intervistati su dieci, nonostante il periodo di crisi, non rinunciano ad almeno due settimane di ferie, come nel 2011.

Il telelavoro ha fatto boom

Telelavoro, un boom. Non solo professionisti e free lance, ma anche manager, quadri e consulenti scoprono che lavorare da remoto fa bene e fa aumentate la produttività anche del 60%. A dirlo è Hays, uno dei leader a livello globale del recruitment in middle e top management, che ha analizzato il fenomeno nel nuovo numero dell’Hays Journal.

Merito di questo boom? Della tecnologia e dei suoi device: dall’e-mail agli smartphone, dalla videoconferenza ai tablet. E, insieme a questi dell’aumento delle imprese con aspirazioni globali. Sempre maggiore è infatti il numero delle aziende che incoraggiano i dipendenti a scegliere opzioni d’impiego che prevedono il lavoro da remoto: aumenta la produttività, riduce i costi e migliora la spinta motivazionale dei dipendenti, garantendo il cosiddetto work-life balance.

Un altro “effetto collaterale” benefico del telelavoro è la possibilità di creare team multi-culturali, che possano far fruttare la diversità di retroterra ed esperienza per creare valore aggiunto da mettere ai prodotti. Paesi a forte multiculturalità come Germania, Gran Bretagna e Paesi Bassi hanno aperto la strada del remote working in Europa, con importanti piani di sviluppo per la banda larga e di accesso wireless.

Pur privilegiando il remote working, rimane fondamentale programmare incontri faccia-a-faccia che aumentino lo spirito di squadra, evitando che i professionisti perdano di vista i valori o la mission aziendale. Sempre nel caso di telelavoro, i direttori delle risorse umane dovranno stabilire come i colleghi delle sedi fisiche si debbano rapportare con i colleghi ‘da remoto’, rispettando sempre le gerarchie e le procedure aziendali. Un aspetto non da poco che, se gestito male, può anche vanificare tutti i vantaggi del remote working.