H&M, utili in aumento del 20%

H&M, colosso svedese del fast fashion, ha chiuso in positivo il terzo trimestre dell’anno con vendite in aumento del 16%, pari a circa 4 miliardi di euro, e con un utile netto in aumento del 20%, pari a circa 750 milioni di euro. “Abbiamo continuato a guadagnare quote di mercato grazie al forte aumento delle vendite per tutti i nostri marchi (COS, & Other Stories, Monki, Weekday, Cheap Monday e H&M Home, ndr) – ha dichiarato il CEO del gruppo Karl Johan Persson – una prova, questa, che le collezioni sono piaciute. Stiamo continuando a sviluppare la nostra offerta per i clienti tra cui l’ampliamento di H&M Sport e della nostra gamma di scarpe, che sarà disponibile online e nei negozi selezionati durante l’autunno. Nel mese di ottobre, lanceremo poi la nostra nuova collezione H&M Conscious Denim, realizzata con materiali più sostenibili, un progetto in linea con la vocazione ‘green’ del marchio, che si è già impegnato in passato per ridurre l’impatto ambientale della produzione di vestiti”.

Nel futuro del marchio, comunque, c’è lo sviluppo delle vendite online: dopo le recenti aperture in Francia, Italia, Spagna e Cina, l’anno prossimo l’azienda di abbigliamento aprirà in altre 8-10 aree. “L’e-commerce – ha concluso Karl Johan Persson – rappresenta un tassello importante nella politica delle vendite, che si aggiunge a quello dei negozi fisici”.

Doppia etichetta, doppia certificazione!

Il Paese dove è avvenuta la filatura, la tessitura, la nobilitazione e il confezionamento: queste le quattro voci sulla nuova T&F Traceability & Fashion per una più attenta e sicura valorizzazione del sistema moda da parte di Itf-Italian textile fashion, l’organismo di coordinamento delle Camere di Commercio per la tutela della filiera.

Con la duplice certificazione ci si pone l’obiettivo di garantire la tracciabilità e la sicurezza dei prodotti con l’importante specifica del non utilizzo di prodotti nocivi per la salute nel periodo di lavorazione dei tessuti. Ad Unionfiliere dovrà essere richiesta dalle aziende la prima certificazione, mentre all’Associazione Tessile e Salute la seconda.

Intanto, ci pensa Greenpeace, l’organizzazione non governativa ambientalista e pacifista, a fare il punto sull’impegno dei grandi gruppi italiani del settore tessile. L’associazione, fondata a Vancouver nei primi anni ’70, ha pubblicato sul suo sito una sorta di pagella online che valuta i 18 gruppi della moda che hanno aderito a Detox, la campagna contro l’inquinamento lanciata ormai due anni fa. Sul podio, insieme con altri virtuosi come H&M e Mango, ci sono Valentino e Benetton, che hanno il merito di aver intrapreso un percorso per l’eliminazione delle sostanze tossiche all’insegna della trasparenza e della salute.

Capi di lusso dalle boutique al negozio sotto casa

Si sente sempre più spesso parlare di democratizzazione della moda e di lusso democratico. Concetti usati, e spesso abusati, per spiegare una tendenza molto diffusa nel fashion system che induce le più importanti maison di moda a stringere partnership con le cosiddette catene del fast fashion.

Il colosso svedese low cost H&M è stato tra i primi a stringere collaborazioni con i grandi marchi. Karl Lagerfeld, Stella McCartney, Jimmy Choo, Versace e, da ultimo, Marni hanno lanciato speciali capsule collection, in edizione limitata, al “nobile” scopo di avvicinare la moda al popolo. Sulla base del crescente successo delle partnership di H&M, il Gruppo Coin ha deciso di affrontare la sfida della moda democratica, prima con Elio Fiorucci che ha firmato una collezione per Ovs, poi con Ennio Capasa di Costume National che ha lanciato, sempre per Ovs, EEqual.

Oggi è il turno di Kristina Ti, maison di moda della stilista torinese Cristina Tardito, che, prima di approdare al prêt à porter delle passerelle milanesi, disegnava intimo e romantici costumi da bagno. Si chiama “Ti per Te by Kristina Ti” la label, approdata il 22 marzo 2012 nei grandi magazzini Ovs, che propone leziose sottovesti, reggiseni e slip su cui sono stampati romantici fiorellini, tratto distintivo dell’heritage della maison. A maggio sarà la volta dei costumi e del beachwear.

Una collezione, quella di Kristina Ti, vezzosa e bon ton, così come nell’animo del brand, rifinita e curata nei minimi dettagli (l’appendiabito, infatti, è realizzato in velluto perché la lingerie non scivoli via) ad un prezzo decisamente cheap: i costi sono a partire da 9,99 euro e raggiungono un tetto massimo di 39,99 euro.

Che il mondo della moda sia improvvisamente diventato buono e abbia smesso di avere quella puzza sotto al naso che da sempre lo contraddistingue? Ci chiediamo se, davvero, le grandi maison del lusso si siano inaspettatamente redente dallo snobismo e abbiano cominciato ad accettare l’idea di concedere al volgo di indossare i loro preziosissimi capi. Non sarà forse che il vento gelido della crisi si sta facendo sentire minaccioso anche sulle loro teste protette da cappelli Borsalino o avvolte in foulard di Hermès?

Sia come sia, il vero banco di prova per comprendere dove andrà questa tendenza sono i negozi sotto casa. Se queste maison cominceranno a realizzare collezioni da vendere anche nel negozietto all’angolo, allora la rivoluzione sarà davvero cominciata. Stiamo a vedere.

 

Forbes 2012: chi è l’uomo più ricco del mondo?

di Alessia CASIRAGHI

Il più ricco vanta un patrimonio da 69 miliardi di dollari, il più giovane ha 27 anni, il più vecchio 92. La prima donna si è aggiudicata l’11mo posto, il primo italiano il 23mo. Di cosa stiamo parlando? Dell’annuale classifica stilata dalla rivista americana Forbes, numeri da far girare la testa.

Al primo posto troviamo Carlos Slim: è messicano l’uomo più ricco del mondo, il magnate delle telecomunicazioni che vanta una fortuna stimata attorno ai 69 miliardi di dollari. (Solo) 61 miliardi di dollari per Bill Gates, il fondatore di Microsoft si deve accontentare della medaglia d’argento, mentre sul podio, in terza posizione, troviamo il Presidente di Berkshire Hathaway, l’oracolo di Omaha Warren Buffet. La sua fortuna accumulata? Un patrimonio da 44 miliardi di dollari.

Al quarto posto il primo europeo:è  il patron di LVMH Bernard Arnault che vanta una fortuna pari a 41 miliardi di dollari. Scorrendo la classifica, si incappa in altri due nomi di colossi della moda, questa volta low cost: Amancio Ortega, fondatore della catena spagnola Zara, con un patrimonio da 37,5 miliardi di dollari, e lo svedese Stefan Persson, figlio del fondatore di Hennes & Mauritz , nota al grande pubblico come H&M, con 26 miliardi di dollari.

Il primo fra gli italiani? E’ ancora una volta Michele Ferrero, al 23mo posto con un patrimonio di circa 14 miliardi di dollari. Il secondo paperone d’Italia è invece Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica, al 74mo posto con 11,5 miliardi, seguito da Re Giorgio Armani, che si è dovuto accontentare del 127mo con 7,2 miliardi di dollari.
Prima fra le donne, almeno in Italia, Miuccia Prada, al 139mo posto con 6,8 miliardi. Occorre scendere alla posizione 169 per trovare Silvio Berlusconi, con una fortuna stimata attorno ai 5,9 miliardi di dollari.

E le donne? La donna più ricca del mondo è Christy Walton, all’11mo con 25,3 miliardi di dollari, grazie alla catena di supermercati di famiglia Wal Mart. Al 15mo posto la donna più ricca d’Europa, e la più ricca di Francia dopo Arnault, Liliane Bettencourt, l’unica figlia ed erede di Eugène Schueller, fondatore del band di cosmesi L’Oréal, con una fortuna di 25,3 miliardi di dollari.

Ma nella classifica di Forbes non mancano le self made women: c’è la giornalista cinese Wu Yajun, attiva nel settore immobiliare che ha costruito una fortunata pari a 5,7 miliardi di dollari. Da citare anche l’americana Sara Blakely, creatrice del marchio di lingerie Spanx, che ha trasformato in pochi anni un investimento iniziale di 5000 dollari in un patrimonio di oltre 1 miliardo di dollari.

E ancora, sapete qual è il miliardario più giovane? Ha 27 anni, ma non è Mark Zuckerberg. Si perché il più giovane in assoluto nella classifica di Forbes è Dustin Moskovitz, 3,5 miliardi di dollari, e solo 8 giorni in meno del suo capo, il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg. Mr Facebook è al 35mo posto con 17,5 miliardi di dollari. Prima di lui, tra gli under 40, troviamo Sergey Brin, il cofondatore di Google, che si aggiudica insieme al collega Larry Page, il 24mo posto della classifica con una fortuna stimata a 18,7 miliardi di dollari. Età? 38 anni.

Anche i ricchi piangono. Il 2012 non è stato di certo un anno facile anche per multimiliardari: si stima che 441 abbiano perso la propria fortuna negli ultimi 12 mesi, anche se 461 hanno al contrario aumentato il proprio patrimonio. E non a caso quest’anno Forbes ha contato un numero di miliardari da record nel mondo: gli uomini più ricchi del pianeta sono 1.226, vale a dire l’1% in più rispetto all’anno scorso.