Bonus turismo, da oggi alle 12 l’invio della domanda: strutture verso la riqualificazione

È fissato per oggi, 28 febbraio 2022, il giorno di partenza delle domande per accaparrarsi i contributi a fondo perduto e i finanziamenti per le imprese operanti nel turismo. Dato l’interesse delle imprese del settore verso gli aiuti stanziati dal ministero del Turismo, potrebbe configurarsi una sorta di “click day“. Le domande verranno trattate, intatti, secondo l’ordine di arrivo. Si tratta di aiuti concessi per la ristrutturazione delle strutture ricettive la cui domanda potrà presentarsi, attraverso la specifica piattaforma messa a disposizione del ministero del Turismo, fino al 30 marzo 2022.

Contributi a fondo perduto aziende del turismo: quali sono le risorse disponibili?

In tutto, le risorse disponibili a favore delle imprese operanti nel terziario ammontano a 600 milioni di euro. I contributi a fondo perduto sono volti a riqualificare gli hotel e le altre strutture ricettive dopo il periodo di pandemia da Covid-19. L’obiettivo è dunque quello di adeguare il patrimonio immobiliare delle imprese operanti nel turismo verso le richieste di clienti sempre più esigenti.

Aiuti alle imprese del turismo, quali sono gli obiettivi fissati dal Pnrr?

Gli aiuti rientrano nell’ambito del decreto gestito dal ministero del Turismo in collaborazione con Invitalia. L’impiego dei fondi rientra negli obiettivi previsti dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) in merito alla sostenibilità, alla sicurezza e all’efficienza energetica.

Chi può beneficiare dei contributi a fondo perduto del turismo da oggi 28 febbraio 2022?

Ampio è il numero delle aziende operanti nel settore del turismo che possono richiedere i contributi per la riqualificazione delle strutture. Nell’ambito del progetto di ristrutturazione, sono ammesse a presentare le domande:

  • gli alberghi;
  • le strutture ricettive all’aria aperta;
  • gli agriturismi;
  • le aziende rientranti nel comparto ricreativo;
  • imprese fieristiche e congressuali;
  • gli stabilimenti balneari;
  • i complessi termali;
  • parchi tematici, compresi quelli faunistici e acquatici;
  • i porti turistici.

Quali formule di aiuti alle imprese del turismo sono previste per la domanda di oggi?

Nell’ambito della riqualificazione delle imprese operanti nel turismo, sono due le formule di aiuti previste:

  • si può ottenere un credito di imposta fino all’80% delle spese ammissibili. Il credito di imposta è anche cedibile a terzi, sia banche che altri intermediari finanziari;
  • il contributo a fondo perduto che può arrivare al 50% delle spese ammissibili. L’importo massimo è di 40 mila euro.

Quali sono i maggiori contributi per imprenditoria al femminile, per i giovani e le imprese del Sud Italia?

Sono previsti ulteriori aiuti che possono far arrivare il fondo perduto a 100 mila euro. In particolare, nel caso di spese legate alla digitalizzazione delle imprese, all’imprenditoria al femminile e per i giovani e per le imprese con sede nel Sud Italia. Inoltre, la quota del 40% delle risorse è destinata alle imprese aventi sede nelle regioni del Sud Italia, ovvero Campania, Sicilia, Puglia, Sardegna, Molise, Abruzzo, Calabria e Basilicata.

Quali sono le spese ammissibili per il credito di imposta e il contributo a fondo perduto del turismo?

Ampio è il ventaglio delle spese ammissibili per il credito di imposta e per i contributi a fondo perduto delle aziende operanti nel turismo. In linea con gli obiettivi del Pnrr, il ministero del Turismo ha tracciato l’elenco delle spese ammissibili rispettivamente:

  • per il miglioramento dell’efficienza energetica, con impiego della metà delle risorse stanziate;
  • la riqualificazione antisismica;
  • l’abbattimento delle barriere architettoniche;
  • le manutenzioni straordinarie;
  • interventi di risanamento conservativo e di restauro;
  • lavori di ristrutturazione edilizia;
  • installazione di prefabbricati e manufatti;
  • lavori per piscine termali per i relativi stabilimenti termali;
  • interventi a favore della digitalizzazione delle imprese;
  • acquisto di mobili.

Contributi a fondo perduto nel turismo e credito di imposta, come si presenta la domanda?

La presentazione delle domande per i contributi a fondo perduto delle imprese del turismo e dei crediti di imposta è possibile da oggi, 28 febbraio 2022. Come da decreto, il termine fissato per l’invio delle domande e della documentazione allegata è previsto a 30 giorni dall’apertura della piattaforma. Pertanto la domanda si può presentare entro il 30 marzo 2022. La piattaforma web dalla quale inoltrare l’istanza è presente sul portale web di Invitalia.

Domanda di contributi a fondo perduto e crediti di imposta aziende del turismo: cosa fare dopo l’invio dell’istanza?

La modulistica è presente sul sito (era possibile prendere visione della documentazione già da lunedì scorso 21 febbraio mediante modelli non ufficiali). Le domande verranno accolte ed esaminate secondo l’ordine di arrivo. Con la verifica di tutte le istanze presentate, il ministero provvederà, mediante decreto, a pubblicare la graduatoria delle domande pervenute.

Turismo, come si presentano le domande per i contributi a fondo perduto e i crediti d’imposta

In arrivo i contributi a fondo perduto e i crediti di imposta per le imprese che svolgano la propria attività nel turismo. I tempi per la presentazione delle domande delle misure sono già fissati. Occorrerà solo attendere l’avviso del ministero del Turismo entro 60 giorni con l’apposito provvedimento. I contributi e i crediti di imposta sono previsti dall’articolo 1 del decreto legge numero 152 del 6 novembre 2021. Conti alla mano, togliendo i giorni di festività, le imprese interessate ai contributi avranno circa 70 giorni di tempo per preparare tutta la documentazione necessaria e inviarla.

Contributi e crediti di imposta al settore turistico, chi può presentare la domanda?

Secondo quanto prevede il decreto legge 152, possono presentare domanda di contributi a fondo perduto e di crediti di imposta le seguenti imprese del turismo:

  • quelle alberghiere;
  • le strutture per l’attività di agriturismo;
  • le strutture ricettive all’aria aperta;
  • le imprese del comparto del turismo, dunque quelle fieristiche, ricreative, congressuali;
  • gli stabilimenti balneari, i porti turistici, i complessi termali, i parchi a tema (faunistici e acquatici).

Tutte queste tipologie di imprese turistiche possono richiedere un contributo a fondo perduto o un credito di imposta sugli interventi, previsti dal decreto stesso, alle strutture. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità del servizio turistico secondo quanto prevede il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) nella misura 4.2.1.

Contributi e i crediti di imposta delle imprese del turismo: come si presenta la domanda?

Per presentare domanda dei contributi a fondo perduto e dei crediti di imposta delle imprese che operano nel settore del turismo occorrerà seguire la procedura telematica. Si dovrà accedere al portale del ministero del Turismo dove sarà a disposizione delle imprese interessate la nuova piattaforma. Per l’accesso, si attendono le istruzioni che il ministero del Turismo fornirà. I tempi però sono ristretti: dal momento in cui il ministero aprirà la piattaforma, la domanda dovrà essere presentata entro i successivi 30 giorni.

Quali sono i dati da inserire nella domanda dei contributi a favore delle imprese del turismo?

La sezione dei dati anagrafici della piattaforma per le domande dei contributi a fondo perduto e dei crediti di imposta delle imprese del turismo richiederà, innanzitutto, l’inserimento dei dati del legale rappresentante dell’azienda richiedente. Il legale rappresentante dovrà anche sottoscrivere la domanda con la firma digitale, oltre a procedere con la compilazione dei dati anagrafici richiesti. Lo stesso dovrà allegare anche il codice fiscale e il documento di identità. Nella domanda dovrà essere indicato anche il Documento unico di regolarità contributiva (Durc). Si tratta di uno dei passaggi al quale prestare particolare attenzione: in presenza di un Durc non in regola e non valido, l’impresa verrà esclusa dai contributi.

Quali sono informazioni catastali e di attività richieste dalla domanda di contributi a favore delle imprese del turismo?

L’inserimento delle informazioni che la piattaforma chiedere all’impresa del turismo per la richiesta dei contributi contiene anche l’indicazione dell’attività che esercita l’impresa stessa. Sarà necessario riportare le informazioni sulla sede presso la quale verrà realizzato l’intervento oggetto di contributo. Saranno tre le informazioni principali da inserire:

  • i dati catastali dell’immobile sul quale deve essere effettuato l’intervento oggetto di contributo e di credito di imposta;
  • il tipo di struttura ricettiva o di servizio turistico;
  • la tipologia di attività svolta presso la sede dove verrà realizzato l’intervento oggetto di contributo.

Domanda di contributi imprese del turismo: le informazioni sul tipo di intervento

In merito agli interventi per i quali le imprese turistiche faranno richiesta dei contributi e del credito di imposta, è necessario che venga compilata la relativa sezione. In particolare bisognerà indicare:

  • il titolo, il giorno di inizio e la data di fine dei lavori;
  • un abstract del progetto;
  • la descrizione più dettagliata dei lavori.

Interventi edili, in muratura o di impiantistica tra i contributi alle imprese turistiche: quali documenti vanno allegati?

Per gli interventi relativi a opere dell’edilizia, murarie e di impianti è necessario prestare particolare attenzione. Infatti, nella terza sezione, quella inerente le dichiarazioni e i documenti da allegare, il dicastero dei Trasporti chiede che venga inserita la copia del contratto di affitto. In alternativa si dovrà inserire la copia di qualsiasi contratto inerente la sede dove dovrà essere svolto l’intervento. I documenti da allegare sono obbligatori per le imprese che facciano richiesta nel caso in cui siano gestori di attività ricettiva o di servizi turistici per interventi relativi alle opere murarie o agli impianti in immobili oppure per aree di proprietà delle persone fisiche che non svolgano un’attività economica. Risulta altresì necessario inoltrare la dichiarazione sostitutiva del certificato di iscrizione alla Camera di commercio. Infine, vanno allegati:

  • tutte le certificazioni richieste;
  • i permessi necessari;
  • copia dei permessi a costruire.

Contributi a fondo perduto turismo: quali sono i documenti da allegare?

Proprio in merito alle certificazioni e ai permessi da allegare alla domanda di richiesta dei contributi del settore del turismo, bisognerà fare in fretta. I tempi per la domanda di 30 giorni dall’apertura della piattaforma del ministero del Turismo potrebbero risultare ristretti, soprattutto per i documenti da caricare. Considerando i 60 giorni del decreto, le imprese potrebbero avere a disposizione solo 70 giorni per:

  • consultare un tecnico abilitato che asseveri la congruenza dei costi massimi unitari;
  • faccia anche la verifica di coerenza dei giorni indicati per l’avvio e la conclusione degli interventi;
  • ottenere la certificazione di compatibilità per non arrecare danni significativi secondo quanto prevede il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Dopo la presentazione della domanda per il fondo perduto, il richiedente deve fare il monitoraggio costante

L’ottenimento del fondo perduto o del credito di imposta per interventi su strutture del turismo obbliga il beneficiario a presentare, ogni 6 mesi dalla data di inizio dell’intervento:

  • l’analisi del livello di utilizzo dei contributi ricevuti e degli investimenti inerenti;
  • l’iscrizione delle spese totali ammissibili inerenti il progetto stesso;
  • l’indicazione delle singole voci di spesa riportate in maniera dettagliata.

Hotel in franchising? Buona idea

Quando si pensa al franchising, vengono in mente subito negozi di abbigliamento o ristoranti. In effetti, si tratta dei due ambiti nei quali è presente il maggior numero di marchi, ma un ambito a cui non molti pensano è quello dell’hotellerie, che è invece in crescita.

Secondo il rapporto Hotel Chains 2016, il mercato del franchising alberghiero in Italia e all’estero è infatti in rapido sviluppo. Dal 2013 a oggi le catene alberghiere che utilizzano la formula del franchising hanno più che raddoppiato il numero di camere che ora sfiora le 150mila.

Uno sviluppo che non pare arrestarsi, soprattutto perché la formula del franchising alberghiero è una risposta naturale agli effetti della globalizzazione messa in atto dalle grandi catene alberghiere mondiali per assicurarsi una crescita nonostante gli anni di crisi.

Il rapporto Hotel Chains 2016 ci dice che l’Italia è il terzo Paese in Europa per numero di strutture e segue Regno Unito e Germania, delle quali però solo il 4,1% appartiene a grandi gruppi alberghieri. In questo ambito scontiamo un certo ritardo nei confronti di altre nazioni europee dove il franchising alberghiero è più sviluppato.

Nello specifico, Hotel Chains rileva che in Italia gli hotel che appartengono a catene in franchising sono più di 1300, dislocati principalmente nelle città e collocati in fascia alta: il 49% delle camere a 5 stelle, il 30% di quelle a 4 stelle e il 5% di quelle a 3 stelle, con una media di 109 camere.

Se non altro, in Italia, il franchising alberghiero è ancora un settore piuttosto “patriottico”: il 60% degli alberghi di catena fa infatti riferimento a marchi italiani, contro il rimanente 40% affiliato a brand stranieri. Si può fare di più…

Turismo estivo, prezzi in crescita negli hotel italiani

Dopo che l’estate 2014 si era rivelata disastrosa per il turismo italiano a causa di un meteo infame, la stagione che si è quasi conclusa porta una boccata di ossigeno soprattutto per gli operatori del turismo nelle località di mare, con prezzi degli hotel in crescita del 15% rispetto al 2014 e l’Italia in testa alle preferenze dei turisti francesi, tedeschi e britannici.

A scattare una fotografia dell’andamento del turismo nell’estate 2015 relativamente alle località di mare italiane ci ha pensato l’Osservatorio trivago, dalla cui analisi, a pochi giorni dalla chiusura ufficiale della stagione estiva, emergono conferme e novità.

Le ricerche hotel su trivago.it hanno mostrato quest’anno una netta prevalenza delle località balneari italiane come le preferite dal turismo estivo. La classifica delle 15 mete italiane più ricercate per soggiorni tra luglio e agosto vede sul podio Rimini-Riccione-Lido di Jesolo, mentre vari sali e scendi si rilevano dalla settima posizione di Otranto in poi, oltre all’ingresso in classifica di Tropea e Porto Cesareo.

Chi invece ha scelto una vacanza all’insegna del turismo culturale e artistico, si è orientato soprattutto sulle città europee, con Barcellona in testa, seguita da Parigi e Londra. Brilla il sesto posto di Milano, città solitamente poco ricercata per il turismo estivo; innegabile l’effetto Expo 2015 che oggi porta la città a essere la meta più ricercata dagli italiani tra settembre e ottobre. Venezia, invece, meta classica del turismo italiano, è fuori dalla top 15 dell’estate, dove entra invece Napoli al 14esimo posto.

Venendo invece alle rilevazioni sui prezzi delle strutture ricettive tra luglio e agosto, i dati dell’Osservatorio trivago evidenziano una crescita media delle tariffe del 15% rispetto al 2014. Lo scorso anno lo scarto sul 2013 era stato del 3%. Tra le destinazioni italiane più ricercate, è Porto Cesareo a registrare il maggior incremento delle tariffe sul 2014 (28%), seguita da Milano dove l’aumento dei prezzi si attesta in media al 28% contro il 6% dello scorso anno, a riprova dell’influenza del turismo legato a Expo 2015.

Un Natale in casa… vacanza

C’è la crisi? Viaggiare costa troppo? Gli hotel sono un salasso? Meglio la casa vacanza. Questa, almeno, sembra essere stata la tendenza delle recenti vacanze natalizie per gli italiani. Non un semplice “Natale con i tuoi”, ma un vero boom del business del turismo in casa vacanza.

Il portale Casevacanza.it ha monitorato i trend della domanda e dell’offerta da un lato, e il volume delle prenotazioni dall’altro, e ha rilevato che le case delle località turistiche hanno, in buona parte, registrato il tutto esaurito.

Secondo Francesco Lorenzani, responsabile di Casevacanza.it, “il 2013 è stato l’anno di vera esplosione del fenomeno delle case vacanza in Italia e non è un caso che il picco di richieste si sia registrato proprio alla fine di dicembre e all’inizio di gennaio. Il settore degli alloggi extra alberghieri ha registrato, rispetto al 2012, un incremento delle prenotazioni che sfiora il 30%. Le case vacanze sono viste come strutture più economiche rispetto agli hotel, ma anche più flessibili e pratiche per chi si muove con bambini, anziani o in grandi gruppi”.

Se si scelgono sempre più voli low-cost, si torna a viaggiare in bus e i tour operator parlano di cali superiori al 30% per le prenotazioni in hotel durante le vacanze di Natale, chi non rinuncia alla vacanza vuole risparmiare: la casa vacanza, pare essere l’ideale in questo senso, perché unisce il risparmio alla libertà di gestione.

A crescere, tuttavia, non è solo la domanda ma anche l’offerta di affitti turistici. L’esigenza di “fare cassa” e di mettere a reddito un immobile poco usato, la volontà di diventare piccoli imprenditori nel settore turistico e la semplicità di gestione delle case vacanza sono tutti fattori che hanno fatto aumentare il numero di immobili dati in affitto: la crescita, in media, rispetto allo scorso anno è stata pari al 20%, con picchi del 50% e oltre in alcune zone del Paese.

Il fenomeno, tuttavia, non si sta sviluppando uniformemente in tutto il Paese, limite tipico dell’Italia. Sul fronte della domanda, le regioni da cui arriva il maggior interesse per le prenotazioni sono Lombardia e Lazio, mentre le regioni nelle quali la domanda è cresciuta maggiormente sono Campania e Piemonte; sul fronte dell’offerta, invece, la concentrazione maggiore di case vacanza si ha in Puglia, Sicilia e Toscana: Puglia e Sicilia sono le regioni che nel corso dell’anno hanno visto la crescita maggiore rispetto al 2012.

Turismo, che Natale è stato? Siamo ancora fermi a 20 anni fa?

di Davide PASSONI

Tante volte dalle pagine di INFOIVA ci siamo occupati dell’industria italiana del turismo, sottolineando quanto sia vitale per l’economia del nostro Paese e quanto, come spesso accade per le eccellenze e le “filiere” del made in Italy, chi ne fa parte soffra di un male pericoloso: quello di ragionare, muoversi e decidere in ordine sparso.

Si fa sempre un gran parlare dipingendo la nostra industria turistica come il “petrolio” d’Italia, l’immensa ricchezza da valorizzare ecc.., ma poi le politiche latitano o si dimostrano insufficienti. I nodi, tipicamente, vengono al pettine nei periodi di maggior movimento e afflusso verso il nostro Paese: i ponti di primavera, le vacanze estive, il periodo natalizio, quello appena trascorso.

Nodi grossi, inestricabili che la crisi ha avuto il merito, diciamo noi, di portare in evidenza. Fino a quando la gente aveva di che spendere e spandere, anche quando l’offerta turistica italiana era nel complesso mediocre o comunque non all’altezza di quella di altri Paesi europei o del Mediterraneo, le magagne potevano essere nascoste serenamente sotto al tappeto. Ora non più. I soldi sono pochi, la voglia di avere servizi di livello spendendo, se non poco, quantomeno il giusto è sempre più evidente, le arretratezze o le fregature non passano più. Ecco perché, poi, italiani e stranieri preferiscono passare le proprie vacanze lontano dall’Italia.

Sarà successo così anche in queste ultime festività natalizie? INFOIVA cercherà di capirlo in questa settimana anche perché, se i dati sono negativi, il tempo per recuperare è sempre meno. Passate le Feste, ormai Pasqua e la primavera sono dietro all’angolo. Esagerati? Forse, ma il turismo e il turista non sono più quelli di 20 anni fa: assurdo gestirli o attirarli con politiche vecchie e poco integrate.

Ponte dell’1 novembre, Federalberghi vede rosa

Il ponte di Ognissanti si avvicina con buone premesse. Lo sottolinea il Presidente della Federalberghi, Bernabò Bocca, supportato dai risultati di una indagine esclusiva svolta dalla Federazione, con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions. Secondo Bocca “sono positive le previsioni turistiche degli italiani per il ‘ponte’ del 1° novembre e in linea con l’andamento turistico fatto finora registrare dal 2011“.

L’indagine è stata effettuata dal 19 al 24 ottobre intervistando con il sistema C.A.T.I. (interviste telefoniche) 3.002 italiani, un campione rappresentativo degli oltre 50 milioni tra coloro che costituiscono l’intera popolazione maggiorenne del Paese. Per Boccasi tratta di un risultato che conferma, pur in un contesto economico mondiale a dir poco allarmante, come il turismo sia considerato quasi un ‘bene’ primario al quale gli italiani ricorrono per esorcizzare la congiuntura, dando comunque al settore un riconoscimento tangibile di quanto il rapporto qualità-prezzo sia al centro di questo successo“.

Un ponte che, secondo Bocca, dovrebbe far aprire gli occhi anche a chi concerta e stabilisce le politiche del turismo in Italia. “L’auspicio – afferma – è che il mondo politico sappia cogliere un segnale così forte e dia risposte immediate per consolidare una simile dinamica che, se opportunamente supportata, potrebbe costituire il pilastro attorno al quale edificare un rinnovato sistema economico del Paese“.

d.S.

Il lago trionfa nell’estate 2013

L’estate è ormai un ricordo ma, prima di archiviarla del tutto, l’Osservatorio Nazionale del Turismo di Unioncamere ne ha voluto fare un bilancio approfondito, alla luce dei dati relativi a tutta la stagione, settembre compreso.

Contrariamente a quanto ci si aspettava, non si tratta di soli segni negativi, come invece era accaduto nel 2012. Rispetto all’anno scorso, infatti, il 2013 ha registrato segnali di ripresa sia a luglio (+2,2%), sia in agosto (+3,3%), con, rispettivamente, il 64,4 e il 74% delle camere occupate.

A stupire non sono solo i numeri, per i quali ci si aspettava una vera e propria debacle, ma anche le destinazioni scelte dai turisti che hanno scelto il Belpaese come meta delle vacanze: niente “pinne, fucile ed occhiali”, o comunque meno del previsto, mentre una vera e propria impennata ha interessato laghi e città d’arte.

Non si può certo dire che il Sud e le sue incantevoli spiagge sia stato snobbato, ma l’incremento maggiore arriva dal Nord Est e dal Centro, che hanno saputo meglio soddisfare le esigenze di coloro che desideravano proposte diverse da spiagge e mare cristallino.

Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, ha commentato positivamente questo inaspettato trend: “Questa estate le nostre imprese hanno finalmente visto i primi ritorni sugli investimenti effettuati in questo lungo periodo di crisi. Certo, non possiamo ancora parlare di ripresa, soprattutto in termini economici. Il nostro sistema di offerta, che continua a proporsi all’estero con la qualità e l’unicità dell’ospitalità italiana, registra, infatti, una risposta positiva da parte dei mercati stranieri. In Italia poi la contrazione dei consumi per la vacanza si sta arrestando, forse anche grazie alla prospettiva di una minore tassazione sui beni primari come la casa”.

A gioire non sono solo gli hotel, (+2,3% a luglio e +3,6% ad agosto, ma anche le strutture extra-alberghiere (+2,2% a luglio e +3,1% ad agosto).

In brusca frenata si è però conclusa l’estate, con il mese di settembre in calo dell’1,2% per le camere occupate, ferme perciò al 36,5%, ma hanno saputo “tenere” gli hotel di categoria alta, che vantano clienti affezionati che, anno per anno, rinnovano i loro soggiorni presso le strutture preferite.
Gli hotel, c’è da riconoscerlo, hanno saputo offrire proposte allettanti ai potenziali turisti, contenendo i prezzi dei loro 4 e 5 stelle, in controtendenza con l’aumento degli 1 e 2 stelle (+4,1%).

A distinguersi dalla media in tutto il periodo sono le imprese ricettive del Nord Est, che occupano il 71,1% delle disponibilità a luglio (+4,5%), il 78,6% ad agosto (+4%) e il 38,9% a settembre (-3,5%). Buone anche le performance delle imprese ricettive del Centro che, con un’occupazione camere in linea con la media generale, recuperano rispetto al 2012 soprattutto nel mese di settembre (37,9%, +6,5%).

Se la zona del Nord Ovest ha saputo confermare i risultati della scorsa estate, non si può affermare lo stesso per Sud ed Isole, che devono fare i conti con una stagione meno brillante, in lieve flessione a luglio (-0,5%), in ripresa ad agosto (+2,0%), ,a in sensibile calo a settembre (-6,9%).

Scettro per il gradimento maggiore nei mesi estivi rispetto alle proprie disponibilità di alloggio spetta al lago: 83,5% le camere vendute in luglio e 87,2% quelle d’agosto, con tassi di crescita davvero sensibili rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente (+9,3% a luglio, +12,9% ad agosto).

Al mare, dove le imprese vedono un recupero più moderato (+2,7% a luglio, +3,2% ad agosto), luglio vede occupate il 68,7% delle camere, mentre si registra l’80,5% ad agosto.

In discreta crescita anche le città d’arte italiane, che realizzano a luglio il 63,4% (+2,5%), ad agosto il 68,3% (+4,2%) e prolungano la stagione estiva fino a settembre, occupando il 47,7% delle camere (+7%).

Le aree di campagna del turismo verde confermano i risultati a luglio (54,2%, -0,6% rispetto al 2012) e settembre (32,4%, -0,3%), mentre nel mese di agosto, con il 64,4% di camere occupate, recuperano del +2,6%.

Nelle località termali, dove l’occupazione camere si attesta al 52,8% a luglio (-0,4%) e solo al 63,2% ad agosto (-4,1%), si recupera sullo scorso anno solo nel mese di settembre (42,1%, +3,9%).

Pollice verso, invece, per la montagna, con tassi di occupazione sempre in calo: 55% a luglio (-3,2%), 67,9% ad agosto (-4,2%), 28,1% a settembre (-1,9%).

Questa situazione si riflette anche andando ad analizzare le tipologie ricettive, dove il calo più sostanzioso si registra nei rifugi alpini (-9,9,% a luglio, -5,4% ad agosto, -7,2% a settembre) mentre si confermano tra le imprese extralberghiere i risultati positivi dei villaggi turistici (+14,3% a luglio, +12,5% ad agosto, +8,4% anche a settembre).

Vera MORETTI

Estate all’ombra del Colosseo. Qual è il bilancio?

 

di Alessia CASIRAGHI

Cali significative nelle presenze, vacanze sempre più brevi e molto spesso all’aria aperta. Il settore turistico risente del momento di stallo economico anche all’ombra del Colosseo, nella Regione Lazio, dove, per dare qualche numero, le sole isole Pontine hanno registrato una diminuzione delle presenze pari al 20%. Per fare il punto della situazione su quest’estate 2012, Infoiva ha interpellato il Presidente di Federalberghi Lazio, Walter Pecoraro. Che lancia un appello a ministri e Governo: investire di più sull’unica vera ricchezza del nostro Paese, il turismo e le risorse paesaggistico-culturali.

Un primo bilancio a caldo sull’andamento, nel Lazio, della stagione turistica che si sta concludendo.
In via generale si è registrato un calo in termini di presenze e di permanenza media nella Regione Lazio, che riflette il dato complessivo nazionale. Unica eccezione Roma, dove , pur in presenza di una diminuizione delle tariffe e conseguentemente dei fatturati, abbiamo registrato un aumento delle presenza turistica nell’ordine del 4-5%.

Quali tipologie di strutture hanno privilegiato i turisti? Il piccolo albergatore riesce ancora a trovare il suo spazio?
Chi è andato in vacanza ha preferito soggiornare negli hotel i quali, riducendo i propri margini di guadagno, hanno realizzato iniziative promozionali per andare incontro alle esigenze della domanda. Tuttavia va segnalato un aumento del turismo all’aria aperta, probabilmente dovuto dallo scenario economico complessivo, che indirizza i consumatori verso strutture turistiche a costi più contenuti.

Quali aree della Regione hanno registrato il maggior numero di prenotazioni?
L’unica realtà che ha registrato tassi di crescita è l’area romana, mentre le altre aree territoriali della Regione hanno subito dei cali seppur differenziati da realtà a realtà. Significativi al riguardo sono i dati del mare Pontino, che ha registrato un calo nell’ordine del 15/20% e il comparto turistico termale, che ha perso il 20% rispetto al 2011.

Le isole Pontine, in particolare, hanno segnato un record negativo quest’anno? Perché?
Le isole Pontine hanno registrato un calo del 20%. A pesare è stata soprattutto la minor presenza del turismo d’élite, costituito da maxy yacht e grandi barche a vela, allontanati dalla paura dei controlli fiscali. Sicuramente si trattava di una tipologia di turista che tra shopping e ristoranti rappresentava una fonte di arricchimento e guadagno per il territorio e la regione. Tra le motivazioni del calo vanno poi a sommarsi altre cause come l’aumento del costo carburante, la tassa di soggiorno, la tassa di sbarco.

Il rincaro dei carburanti e la stretta del fisco quanto hanno inciso sull’afflusso di turisti nella Regione?
È una delle voci che sicuramente ha inciso maggiormente, soprattutto per la fascia di turismo medio-bassa la cui propensione ai consumi si è contratta.

L’applicazione della tassa di soggiorno ha inciso negativamente sul turismo?
Anche questa voce, aggiunta la costo del carburante ed alla minor propensione alla spesa, non possiamo considerarla di certo un incentivo poiché contribuisce ad elevare il costo complessivo della spesa turistica del consumatore.

Capitolo Imu. Che impatto ha avuto e avrà sul settore alberghiero regionale?
L’Imu ha avuto e avrà un impatto significativo sui costi delle imprese turistiche, sia per quelle proprietarie dell’immobile, sia per quelle che gestiscono in locazione, poiché i proprietari immobiliari tenderanno a far ricadere sui canoni di locazione l’onere dell’Imu.  Purtroppo in un momento di mercato in cui non ci si può permettere l’incremento delle tariffe, l’aumento dei costi incide sulla redditività aziendale e quindi sulla ricchezza complessiva del settore turistico e dei territori.

Quali iniziative sono state promosse per incentivare il turismo nella Regione Lazio?
Le iniziative messe in pista sono state indirizzate verso la promo-commercializzazione dei territori e dei prodotti turistici, sia da parte della componente pubblica (Regione Lazio in primis, Roma Capitale, Province ecc..), sia da parte della componente privata, che ha impegnato e continua ad impegnare molte risorse per favorire il turismo nella nostra regione.

Com’è attualmente l’umore dei vostri associati? C’è ottimismo, pessimismo…
Premesso che varia da territorio a territorio, è sicuramente vacillante tra l’ottimismo ed il pessimismo a seconda delle notizie che arrivano dal contesto economico nazionale ma anche europeo e mondiale. Soprattutto permane una forte preoccupazione per l’incertezza circa la durata di una crisi che sta facendo sentire significatamene i suoi effetti.

Se potesse fare un appello al ministro Gnudi, che cosa chiederebbe come priorità per il turismo in Lazio?
Essenzialmente due cose:  da una parte nell’immediato l’abolizione della tassa di soggiorno, dall’altra chiederei maggiori competenze e risorse a livello nazionale per evitare l’eccesso di “federalismo turistico”, che ci ha fatto perdere posizioni a livello mondiale. E’ necessaria una maggiore incisività da parte del Ministero nelle politiche governative, che da sempre è molto attento ad un’industria che ormai mostra i segni di un irreversibile declino, ma è troppo poco attento e interessato all’unico vero volano economico del nostro Paese: il turismo e  le risorse culturali ed ambientali dell’Italia.

Via per lavoro? Come ottimizzare le spese di alloggio

Spesso per le Pmi i costi per le trasferte e l’alloggio di dirigenti e dipendenti costituiscono una voce di bilancio che, alla fine di ogni anno fiscale, rischia di essere sempre più pesante di quanto si era preventivato in avvio di esercizio.

Visto che far girare le persone significa far girare il business, e far girare il business significa far girare l’economia, uno dei gruppi alberghieri più strutturati al mondo, il gruppo Accor, ha pensato di andare incontro alle Pmi con un programma dedicato e lo ha chiamato con un nome che, di per sé, è un “manifesto”: Away on Business.

Si tratta di un programma che consente alle piccole e medie imprese che lo sottoscrivono di ottimizzare le spese alberghiere senza che si debbano impegnare su un numero minimo di notti per singola città o albergo; semplificare le procedure di gestione della missione del dipendente; scegliere tra oltre 1800 hotel nel mondo, suddivisi in 8 brand dalle 3 alle 5 stelle; avere uno sconto tra il 5% e il 10% sulla miglior tariffa disponibile del giorno a seconda del brand scelto, senza alcuna restrizione.

Away on Business taglia anche i tempi di gestione della pratica di viaggio, dal momento che è prenotabile tramite l’area professionale del sito www.accorhotels.com/ e tramite call center 24/24 e 7 giorni su 7.

Una serie di plus che hanno consentito al programma di Accor di avere, a oggi, oltre 1000 Pmi italiane tra i propri clienti.