IMUrtacci tua! Un altro scivolone del governo Monti

di Davide PASSONI

Ve lo ricordate tutto il polverone sollevato qualche mese fa dalla decisione del Governo Monti di far pagare l’Imu agli immobili eccelsiastici che ospitino attività con finalità di lucro? Come no… Applausi, consensi, una vera e propria beatificazione del presidente del Consiglio che, in quattro e quattr’otto, aveva dato una botta a una questione che si trascinava da decenni.

Ora la sorpresa. Scopriamo infatti che, mentre la maggior parte degli italiani aspetta con timore la scadenza del 18 giugno per capire quanto dovrà versare di acconto Imu (e ancora, crediamo, non percepisce la portata della stangata che la aspetterà a dicembre con il saldo), da questa imposta sono esentati gli edifici che ospitano le fondazioni bancarie.

Sì, abbiamo capito bene. Le fondazioni bancarie non pagheranno l’Imu per gli immobili che le ospitano. Ma come, un convitto gestito dalle suore, attività evidentemente a fini di lucro, pagherà questa imposta e le fondazioni che controllano le banche (a loro volta non proprio delle Onlus) no? Plauso e merito all’opera delle fondazioni bancarie, in sé non lucrative; ma come la mettiamo con gli istituti che controllano? Mah…

Questo governo di tecnici ci lascia ogni giorno sempre più perplessi e cominciamo a credere che certe topiche e certi errori, che violano i principi di equità ed uguaglianza dei cittadini, non siano più errori dovuti a inesperienza politica quanto degli scivoloni dovuti a disattenzione. Ma è mai possibile che anche sotto la guida dei professori la spesa pubblica stia continuando a crescere? E’ mai possibile che l’Esecutivo sostenga di non poter tagliare la spesa corrente perché non ha avuto il mandato politico per farlo? E che cosa ce li hanno messi a fare allora ‘sti professori? Se lo facciano dare da Napolitano questo mandato politico, visto che i partiti, di destra e di sinistra, lo hanno avuto per decenni e non hanno fatto nulla, per non erodere consensi elettorali.

Dimostrino, Monti e i suoi, di avere davvero le mani libere non solo per continuare a infilarle nelle tasche di chi ha già e ha sempre dato, ma anche per tagliare spesa pubblica e inefficienze, privilegi non solo della casta, fare una seria spending review (dov’è, ministro Giarda? Dov’è?) e, con le miliardate che arriverebbero da un’azione del genere, abbassare veramente le tasse alle imprese e ai cittadini. Altrimenti la ripresa ce la sogniamo. Erodere il potere di acquisto significa ammazzare i consumi, ammazzare i consumi significa ammazzare l’economia, ammazzare l’economia significa ammazzare l’Italia.

E sorridiamo amaramente quando il premier, forse ancora scosso dal jet lag del suo viaggio in Asia, dice che in Europa la fase acuta della crisi è alle spalle. Pare di sentire il suo predecessore quando a ottobre, con l’Italia sull’orlo del precipizio, parlava di ristoranti pieni, aerei stracolmi, posti di vacanza tutti esauriti. Sveglia. Il vero bubbone sotto l’ascella dell’Italia è lì, nella spesa pubblica che NON SI VUOLE tagliare. L’evasione fiscale, al confronto, è un brufolo in mezzo alla fronte: più antiestetico e più evidente, ma forse un po’ meno mortale.

Imu pronta a colpire: nel mirino seconde case, uffici e negozi

La prima rata della nuova Imu, l’imposta sulla casa che ha sostituito l’Ici, sta per arrivare. Nel bersaglio prime o seconde case, ma soprattutto negozi e imprese. E’ su di loro infatti che graverà maggiormente la nuova tassa reintrodotta dal Governo, e i Comuni già corrono ai ripari nel tentativo di far quadrare i conti 2012: il decreto Salva Italia ha infatti previsto che il 50% del gettito sugli immobili diversi dalla prima casa vada dritto nelle casse dello Stato.

Il meccanismo di calcolo dell’Imu, che sarà applicata su qualsiasi tipo di immobile, sia a scopo abitativo che commerciale, è uguale a quello dell’Ici ma esistono dei moltiplicatori che faranno lievitare la base imponibile. Come verrà effettuato il calcolo? Si partirà dalla rendita catastale, che verrà rivalutata e il risultato moltiplicato per un coefficiente. Da tenere in considerazione poi che le rendite catastali sono state rivalutate del 60% rispetto all’Ici.

Ecco la mappa degli aumenti lungo tutto lo stivale: a Torino, per esempio, l’aliquota arriverà al 6 per mille per avere un gettito paragonabile all’ex Ici, nello specifico le aliquote base aumenteranno del 4 per mille sulla prima casa e del 7,6 per mille sulle seconde case.

A Milano invece per un negozio si potrà passare da 360 euro a 1.100 euro, mentre per la prima casa i milanesi si troveranno una bolletta Imu più cara della vecchia Ici, che presentava invece un’aliquota al 4 per mille contro il 6,5 della media italiana. L’ipotesi più probabile è che Palazzo Marino decida di lasciare ferma l’aliquota sull’abitazione principale, mantenendola al 5 per mille, ma aumentando quella sugli altri immobili: sulle abitazioni, le ipotesi parlano di un’Imu al massimo (10,6 per mille) per le case lasciate vuote mentre per le abitazioni affittate a canone concordato si fermerà al 4,6 per mille, e infine per le locazioni di mercato l’aliquota potrebbe attestarsi in futuro al 9,6 per mille.

Veniamo alla capitale: il bilancio in sofferenza costringerà la città di Roma a imporre il 6 per mille sulla casa principale e il 9,6 sulle seconde abitazioni. A Firenze infine finiranno nel mirino della nuova Imu soprattutto le case sfitte con un’aliquota al 10,6 per mille, mentre la tassa sulla prima casa dovrebbe attestarsi al 4 mille.

Semplificazione fiscale: le nuove regole per IMU, IRPEF e IVA

Un decreto legge e una nuova delega fiscale in arrivo nei prossimi giorni. I punti all’ordine del giorno del governo Monti riguarderanno lotta all’evasione, IMU, aliquote IRPEF e IVA e riscossione dei debiti tributari.

Il tutto volto all’obiettivo di una semplificazione in materia fiscale e di adempimenti tributari. Occhi puntati sulla lotta l’evasione fiscale, dopo l’ultimo blitz della Guardia di Finanza a Courmayeur dello scorso weekend.

Punto primo: aliquote fiscali e IVA

Un pacchetto di emendamenti saranno contenuti nel nuovo disegno di legge, che andrà a riscrivere la delega fiscale del precedente governo Berlusconi.
Fra le manovre previste la riduzione delle aliquote fiscali IRPEF ( che attualmente si aggirano attorno al 23% e al 27%). Nessun aumento previsto per le aliquote IVA, come paventato dall’ultima manovra correttiva, che tramite la clausola di salvaguardia prevedeva invece un aumento dell’aliquota di mezzo punto percentuale dal 2014. Occorrerà attendere un “decreto regolamentare” per quanto concerne invece le agevolazioni fiscali, che ad oggi sono più di 700.

Punto secondo: IMU

Un punto caldo della riforma varata dal governo Monti riguarda l’esenzione riservata alla Chiesa e ai suoi immobili dalla nuova tassa chiamata IMU (Imposta municipale unica), che la manovra finanziaria ha sostituito alla vecchia ICI. L’esonero, secondo quanto previsto dal nuovo decreto, dovrebbe riguardare esclusivamente gli immobili non commerciali.

Insieme all’IMU dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2013, la dichiarazione per gli immobili e pertinenze, ovvero la dichiarazione IMU. La dichiarazione dovrà altresì essere presentata entro l’anno successivo anche qualora sussista un cambio rilevante nella situazione del proprietario (es. la vendita dell’immobile in oggetto).

Punto terzo: lotta all’evasione fiscale

Una pioggia di nuove sanzioni in arrivo per chi non emette scontrini o fa dichiarazioni false. Il nuove decreto Monti prevederà anche che tutti i contribuenti soggetti agli studi di settore, incorsi in errori od omissioni, dovranno essere sottoposti ad accertamenti analitico – induttivi. In breve, non basterà più pagare una semplice sanzione pecuniaria come invece accade oggi.

La lotta all’evasione fiscale è al centro della nuova manovra allo scopo di alleggerire la pressione fiscale che grava sulle imprese e sui singoli cittadini.

Punto quarto: Equitalia

Nel nuovo decreto di semplificazione fiscale saranno previste norme volte ad alleggerire le modalità di riscossione dei debiti tributari da parte di Equitalia. Lo scopo è quello di evitare il blocco dell’attività per tutte le imprese morose nei confronti dello Stato per una dichiarata circostanza di difficoltà economica conseguente alle crisi.

Ici alla Chiesa, la santificazione di Monti

di Davide PASSONI

Incredibile. Ma che gli fa Mario Monti alla gente? Ora si becca anche la benedizione della Ue (dopo quella della Cei) per l’emendamento che imporrebbe di far pagare l’Ici agli immobili della Chiesa in cui si svolgono attività commerciali. Una questione che si trascina da decenni, sulla quale bastava appena accennare un “forse si potrebbe far pagare…” per sollevare polveroni, guazzabugli e scomuniche vaticane. E invece no, tutto ciò che Monti tocca continua a trasformarsi in oro. O meglio, tutto ciò che tocca non è più intoccabile, in tutti i sensi.

Stavolta è stato il portavoce del commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia a definire l’emendamento “un progresso sensibile“. E in casa nostra, pur con qualche distinguo, Pdl, Pd e persino terzo polo per bocca nientemeno che di Casini plaudono all’iniziativa di Monti.

A buon diritto, diciamo noi. Del resto, ci ha pensato il presidente dell’Anci Graziano Delrio a fare una prima stima del gettito che potrebbe entrare nelle casse comunali: circa 500-600 milioni di euro. Delrio ha spiegato che si tratta di stime prudenziali: “Alcuni stimano che il gettito sarà di 300-400 milioni, mentre l’Ifel parla di 1 miliardo di euro. La nostra stima è tra i 500 e i 600 milioni“.

Per quanto fastidiosa, visto che colpisce un bene primario come la prima casa, l’Ici (ora Imu) è un’imposta che si inserisce in un quadro europeo abbastanza uniforme, dal momento che la prima casa è quasi ovunque tassata. Inoltre, non abbiamo paura a dirlo, la scelta del governo Berlusconi di abolirla, di fatto populista e da molti applaudita, è stata un lusso che l’Italia, nelle condizioni di questi anni, non poteva permettersi. Chiedere a Monti per conferma, please. In questo quadro, la scelta di coinvolgere anche la Chiesa è condivisibile e va al di là dell’essere cattolici o mangiapreti. Ciascuno deve fare la sua parte per salvare la barca, che è la stessa per tutti.

ISE 2012: ecco le novità

L’Inps, attraverso il messaggio 1485/2012, fornisce alcuni chiarimenti in merito alla valutazione del patrimonio immobiliare ai fini della definizione degli indicatori ISE o ISEE per le richieste di accesso alle prestazioni sociali ed ai servizi di pubblica utilità. In base alle indicazioni contenute nel messaggio l’Inps conferma che restano applicabili anche per il 2012 la disciplina ICI. Infatti, le innovazioni apportate alla materia hanno sollevato diversi dubbi interpretativi da più parti tanto che il nostro maggiore istituto previdenziale ha deciso di chiedere alcuni chiarimenti. La conferma arriva da una apposita interrogazione parlamentare presentata dall’Inps stesso trovando il parere condiviso anche dal Ministero delle Finanze.

L’Inps aveva sollevato un problema del coordinamento tra la modifica normativa dell’ICI e quella prevista così come disciplinato dell’ISE/ISEE. In effetti, per le disposizioni inerenti i criteri unificati di valutazione della situazione reddituale (articolo 4 e tabella 1, parte II, lett. a), del decreto legislativo n. 109/98) ai fini dell’indicazione del patrimonio immobiliare per il calcolo dell’ISE/ISEE occorre prendere a riferimento il valore degli immobili definito ai fini ICI al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di presentazione della dichiarazione sostitutiva unica (DSU).

Per il Ministero dell’Economia e delle Finanze ai fini della determinazione dell’indicatore del patrimonio immobiliare occorre fare riferimento al valore degli immobili determinato secondo i criteri di calcolo utilizzati ai fini ICI.

Non solo, dello stesso parere è anche il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che, in particolare, ha evidenziato che la norma ISE/ISEE richiede che l’indicatore del patrimonio immobiliare sia determinato considerando il valore dell’immobile al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di presentazione della domanda.

Per l’anno 2011 la disciplina ICI risulta sempre in vigore, essendo sostituita dall’IMU soltanto a partire dal 1° gennaio 2012 e per questa ragione non sussistono incongruenze tra, almeno per il 2012, tra la disciplina ISE/ISEE e la modifica normativa che previsto l’introduzione dell’IMU.

Infine, si è anche chiarito che verrà presentato un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri entro il prossimo 31 maggio 2012 volto a risolvere preventivamente alcune incongruenze che si potrebbero presentare nel corso del 2013 su questa delicata materia.

Fonte: gazzettadellavoro.com

IMU: alle aziende costerà 1.159 euro l’anno

di Alessia CASIRAGHI

Stangata in arrivo per le imprese nel 2012 con l’introduzione dell’imu prevista dalla nuova manovra finanziaria. ”Nel 2012, l’introduzione dell’Imu comporterà un aumento medio delle imposte a carico delle attività economiche pari a 1.159 euro” denuncia Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre. E per artigiani e industriali il conto finale potrebbe essere davvero salato, superando la cifra stellare di 1.500 euro all’anno.

I dati sono il frutto di una simulazione degli effetti economici che l’Imu potrebbe avere sui bilanci delle aziende italiane. Dal 2012, l’Imu interesserà le prime case, assorbirà l’Ici e l’Irpef sui redditi fondiari delle seconde case e sostituirà l’Ici sugli immobili strumentali. L’aliquota Imu, applicata agli uffici, ai negozi commerciali o ai capannoni produttivi, secondo le stime sarà nel 2012 del 7,6 per mille, mentre per il calcolo dell’Ici, si è fatto ricorso all’aliquota media nazionale applicata dai Comuni nel 2009, il 6,4 per mille.

L’equazione elaborata dalla Cgia tiene conto della rivalutazione dei coefficienti moltiplicatori applicati alle rendite catastali, che, a conseguenza del decreto ”salva-Italia”, sono passati da 34 a 55 per i negozi e le botteghe, da 50 a 80 per gli uffici e gli studi privati, da 100 a 160 per i laboratori artigianali e da 50 a 60 per i capannoni industriali e gli alberghi.

Il risultato? L’applicazione dell’Imu nel 2012 aumenterà la pressione fiscale sugli immobili produttivi di proprietà delle aziende per un valore complessivo di 1,57 miliardi di euro – pari ad un aumento medio per ciascuna azienda di 1.159 euro l’anno.

Ma come si arriva a questo coefficiente? 219,5 milioni di euro spetteranno ai negozianti (aumento pro azienda pari a 569 euro), 262 milioni di euro verranno distribuiti tra i liberi professionisti (+949 euro per ciascun proprietario), mentre 1,09 miliardi di euro saranno suddivisi tra gli industriali e gli artigiani (incremento annuo per ciascun imprenditore pari a 1.566 euro).

“Il risultato emerso da questa elaborazione ha confermato la grande preoccupazione sollevata in questi giorni da molti osservatori: lo scambio tra l’Ici e l’Imu rischia di non portare nessun vantaggio alle imprese – precisa Giuseppe Bortolussi. – Anzi è molto probabile che, se non saranno introdotte delle modifiche applicative, dal 2012 le imprese ed i liberi professionisti subiranno un ulteriore aggravio fiscale difficilmente sostenibile”.

Comune di Belluno: stretta antievasione

di Alessia CASIRAGHI

Belluno sottoscrive un patto con l’Agenzia delle Entrate per la partecipazione del comune all’attività di controllo fiscale. Dopo Padova, Venezia e Vicenza, tocca ora al capoluogo veneto firmare il patto per combattere l’evasione fiscale.

Sono sei gli ambiti in cui si concentreranno le attività di controllo e revisione:

  • Il commercio e le professioni, ovvero tutti coloro che esercitano un’attività economica senza partita Iva o enti non profit che svolgono tuttavia attività commerciali a fini di lucro
  • Urbanistica e territorio: tutti contribuenti che hanno venduto aree edificabili senza dichiararne il ricavo economico o che hanno partecipato ad abusivismi edilizi, siano essi di tipo residenziale che industriale
  • proprietà edilizia e patrimonio immobiliare: i proprietari di seconde/terze case no dichiarate, i locatori che non registrano i contratti o che omettono dichiarazioni Ici e Tarsu
  • residenze fittizie all’estero: tutti coloro soggetti che dichiarano la residenza all’estero mantenendo però i loro interessi familiari ed economici in Italia;
  • tutti i contribuenti che possiedono una beni economicamente rilevanti non coerenti con i redditi dichiarati.

Sarà l’amministrazione comunale di Belluno ad inviare per via telematica all’Agenzia delle Entrate tutte le informazioni utili ai fini dell’accertamento fiscale. Come corrispettivo riceverà fino al 100% delle imposte recuperate e delle sanzioni.

“Considero questo accordo molto importante perché mette a regime una stretta collaborazione fra le istituzioni, assolutamente necessaria in questo difficile momento – Antonio Prade ha affermato il sindaco di Belluno – perché ci consente di realizzare, scambiando informazioni, un fisco più equo”.

La Camera dice sì alla manovra

di Vera MORETTI

Le Commissioni Bilancio e Finanze della Camera approvano la manovra con un testo che oggi arriverà in aula.

Tra le novità più importanti che hanno dato il via libera a quanto deciso dal Governo Monti, c’è sicuramente l’Ici, che dovrà essere pagata ma con una detrazione fino a 400 euro a seconda del numero di figli a carico.
Buone notizie anche sul fronte delle pensioni minime, lasciate intatte se sotto i 1.400 euro, mentre chi percepisce una pensione di oltre 200.000 euro subirà un “prelievo” del 15% dell’importo.

E’ stata cancellata, inoltre, la norma che spostava le liberalizzazioni al 2013. I pagamenti della pubblica amministrazione, pensioni comprese, saranno in contanti fino a 1.000 euro, ma non verrà pagata la tassa di 34 euro sui conti correnti sui conti correnti per depositi sotto 5.000 euro.

Monti ha risposto così a chi si aspettava la patrimoniale: “Non avevamo un tabù su questo, e per questo abbiamo chiesto ai nostri tecnici se era possibile tassare la ricchezza familiare a patire dai grandi patrimoni. Ci e’ stato risposto che avremmo potuto farlo solo dopo due anni di intenso lavoro per individuare le ricchezze, provocando nel frattempo una fuga di capitali“.

Anche se, considerando i provvedimenti che riguardano i beni di lusso, come le auto di grossa cilindrata, le imbarcazioni e gli aerei, se non è una patrimoniale, poco ci manca. E infatti il premier asserisce: “Abbiamo realizzato la patrimoniale possibile per l’Italia in questa fase“.

Fiducioso Monti per quanto riguarda le reazioni a questa manovra, giudicata da molti eccessivamente dura, anche se, secondo il presidente del Consiglio, non c’erano alternative.

In particolar modo, Mario Monti si è dimostrato volitivo e determinato a combattere l’evasione fiscale, uno dei mali dell’Italia, e il suo è un tentativo di cambiare la visione che gli italiani hanno del fisco e farlo diventare “non repressivo ma amico”.

Insomma, a chi condannava la manovra perché priva di equità, i Ministri hanno cercato di dare una risposta concreta, venendo incontro a chi, come i pensionati minimi e le famiglie numerose, avrebbero avuto difficoltà a fronteggiare ulteriori spese e tagli.

Basterà tutto ciò a placare gli animi di chi, nei giorni scorsi, ha manifestato e scioperato?

Ici: cosa cambierà?

La manovra appena presentata dal Governo Monti per sanare i conti pubblici prevede, come tutti ormai sanno, anche l’aumento dell’Ici. In particolare, si ritornerà a pagare la tassa sulla prima casa, con una rivalutazione delle rendite catastali.

Cosa comporterà questo, in concreto? Si assisterà ad un‘eliminazione di agevolazioni a favore di beni primari, come è la prima casa, inoltre verrà aumentata la base imponibile attraverso la rivalutazione delle rendite e sarà introdotta una tassa patrimoniale.

Considerando come sarebbe stata accolta questa notizia, Mario Monti ha promesso che parte di questi soldi serviranno per diminuire le tasse ai lavoratori, pertanto prenderà con una mano e restituirà con l’altra.
Ad essere colpiti, infatti, saranno tutti, e non solo i “ricchi”, dal momento che essere proprietario di una casa non significa necessariamente essere benestante, anche perché, nella maggior parte dei casi, non si tratta di regge ma di normali appartamenti sui quali pende un mutuo pluridecennale.

Sembra però che la reintroduzione dell’Ici non sarà uguale per tutti ma terrà conto di elementi personali quali il reddito, il numero dei componenti della famiglia, la presenza di disabili e anziani.

La rivalutazione delle rendite dovrebbe attuarsi mediante l’aumento dell’attuale aliquota di rivalutazione che passerà dal 5% al 15 o 20%.

La patrimoniale dovrebbe essere attuata sempre attraverso l’Ici che aumenterà in relazione al valore patrimoniale dei beni posseduti. Chi ha un patrimonio immobiliare consistente contribuirà quindi maggiormente attraverso una tassazione più pesante.

Vera Moretti

Ok alla manovra economica

Ok dal Consiglio dei Ministri alla manovra economica. Sarà un provvedimento da 30 miliardi. Il presidente del Consiglio Mario Monti è stato chiaro: “Siamo di fronte a una alternativa tra la situazione attuale, con i sacrifici richiesti e una situazione di uno Stato insolvente, di un euro distrutto magari per infamia dell’Italia“. E ha anche annunciato di rinunciare al proprio compenso di ministro e premier. Il ministro del Welfare Elsa Fornero parla di sacrifici e si commuove.

Queste le misure principali.

CASA. Arriva nel 2012 l’imposta municipale e riguarda anche “l’abitazione principale e le pertinenze della stessa”. l’aliquota ordinaria è dello 0,76%, per l’abitazione principale è ridotta allo 0,4%.

TRACCIABILITA’ DEI PAGAMENTI. La soglia è fissata a 1.000 euro.

IRPEF. L’aliquota sale al 46% sopra i 75mila euro fino al 2014, “in considerazione della eccezionalità della situazione economica internazionale e tenuto conto delle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea”.

PENSIONI. Il blocco della rivalutazione rispetto all’inflazione per le pensioni di importo superiore al minimo di 467 euro varrà per il 2012 e il 2013. Per le pensioni tra i 467 e i 935 euro ci sarà una rivalutazione del 50% rispetto all’inflazione. Le minime avranno la perequazione totale.

IVA. Dall’1 gennaio 2013 le aliquote Iva del 10 e del 21% sono incrementate di 2 punti. Dal gennaio 2014 scatta un ulteriore aumento di 0,5 punti. Una clausola di salvaguardia che sostituisce il taglio lineare del 20% previsto nella precedente manovra per le agevolazioni fiscali.
 
SOPPRESSIONE ENTI. Cancellati Inpdap ed Enpals, le loro funzioni sono attribuite all’Inps, che succede in tutti i rapporti attivi e passivi degli Enti soppressi.

TAGLI ALLE AUTHORITY, DA ANTITRUST A CONSOB. Dalla Consob all’Antitrust è previsto un calo del numero dei componenti.

LIRA. Prescrizione anticipata delle lire in circolazione: Le banconote, i biglietti e le monete ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata per essere riassegnate al Fondo ammortamento dei titoli di Stato.

AUTONOMI E AGRICOLTORI. Dal primo gennaio 2012 le aliquote contributive pensionistiche di finanziamento e di computo delle gestioni pensionistiche di artigiani e commercianti iscritti alle gestioni autonome dell’Inps sono incrementate di 0,3 punti percentuali ogni anno fino a raggiungere il livello del 22%. Sempre dall’1 gennaio le aliquote contributive pensionistiche dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni iscritti alla relativa gestione autonoma dell’Inps sono rideterminate.

IRAP. Le imprese potranno dedurre dall’Ires e dall’Irpef la quota di Irap “relativa alla quota imponibile delle spese per il personale dipendente e assimilato”.
 
BANCHE. Il ministero dell’Economia “fino al 30 giugno 2012 è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni, o a partire dall’1 gennaio 2012 a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite”.
 
PENSIONI AUTONOMI. I lavoratori autonomi andranno in pensione dal 2012 a 66 anni e sei mesi. Le lavoratrici autonome a 63 anni e sei mesi. Per chi esce in pensione anticipata prima dei 63 anni di età dal 2012 avrà una penalizzazione sulla quota liquidata con il retributivo del 3% per ogni anno di anticipo nell’accesso al pensionamento prima dei 63 anni di età.

SUPERBOLLO. Superbollo per le auto di potenza superiore ai 170 chilowatt: l’addizionale erariale sarà “pari a euro 20 per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 170 chilowatt”.

FARMACI. Liberalizzalizzazione per i farmaci di fascia ‘C’ che saranno venduti anche nelle parafarmacie e nuove regole per l’apertura di nuove farmacie.