Lavoro, mancano lavoratori specializzati in questi settori

Il mercato del lavoro è ancora in sofferenza, sono 5,5 milioni i contratti programmati dalle aziende, ma mancano le coperture. Ecco i lavori più cercati e per i quali le aziende fanno fatica a trovare lavoratori specializzati.

Mercato del lavoro, quali professioni sono da coprire?

Se da un lato vi sono tante persone che cercano un lavoro e fanno fatica ad arrivare a fine mese, ci sono tante aziende che cercano personale e non riescono a trovarlo. Lo squilibrio tra domanda e offerta è determinato prevalentemente dal fatto che spesso chi cerca lavoro non ha un grado di istruzione adeguato alle mansioni disponibili, in altri casi le posizioni restano scoperte perché poco allettanti dal punto di vista economico. Il quadro della situazione è stato riassunto il Bollettino annuale 2023 del sistema informativo Excelsior, targato Unioncamere-Anpal.

A sorpresa i settori dove si assume di più sono quelli che richiedono un titolo tecnico-professionale e di istruzione e formazione professionale. Proprio le difficoltà emerse ci dicono che c’è ancora distanza tra l’offerta formativa delle scuole e le richieste delle aziende.

Le imprese hanno avuto difficoltà a trovare il 65,5% dei diplomati presso gli istituti ITS, le difficoltà aumentano per lavoratori con diploma tecnici specializzati nei percorsi dell’area meccanica. Difficoltà elevate ci sono anche nella ricerca di tecnici ITC Information and Communication Technologies) Tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione.

Per quanto riguarda invece le posizione aperte per laureati, ci sono settori dove sicuramente vi è un eccesso e altri invece in cui c’è penuria, tra questi ultimi vi sono laureati in materie tecnico-scientifiche.

Le mansioni per cui non si trovano lavoratori

Tra le mansioni più difficili da coprire vi sono:

  • ingegneri dell’informazione;
  • personale infermieristico;
  • ostetriche;
  • tecnici delle costruzioni civili.
  • Non si trovano inoltre idraulici, elettricisti, farmacisti e tecnici programmatori.

Si tratta a ben vedere di posizioni che possono fornire anche un buon riscontro economico e nonostante questo, sembra siano poco affascinanti per i giovani che preferiscono avere una formazione che porta in una direzione diversa rispetto a tali professioni.

Il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, ha precisato che il problema della irreperibilità di questi professionisti è dovuta alla incapacità di orientare i giovani nel momento in cui devono scegliere il percorso formativo da seguire.

Il problema delle assunzioni in Italia è ciclico, infatti nelle stagioni ad elevato interesse turistico le aziende lamentano la scarsità di personale da adibire a mansioni come camerieri, cuochi, addetti alla reception, guide turistiche.

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Lavoro: camionisti, idraulici e programmatori non si trovano

Sembra strano, ma in un periodo in cui si parla tanto di disoccupazione, difficoltà a trovare lavoro e necessità di mantenere o meno il reddito di cittadinanza, ci sono aziende alla ricerca di lavoratori e che non riescono a trovare personale specializzato in mansioni che possono essere definite tradizionali. Ecco i lavoratori che le aziende stanno cercando.

Nuove tecnologie: i lavoratori che non si trovano

Nel solo 2022 le aziende hanno avuto difficoltà, o meglio non sono riuscite, a trovare ben 1.406.440 lavoratori che rappresentano oltre il 42% delle assunzioni previste per il solo 2022. A lanciare l’allarme sulla manodopera introvabile è Confartigianato. Le professioni mancanti in parte riguardano il settore del digitale, in parte competenze classiche. L’83,9% dei posti rimasti scoperti ha riguardato progettisti e amministratori di sistemi, si tratta di ben 3.750 professionisti.

Nel caso degli analisti e dei progettisti di software i posti scoperti rispetto al fabbisogno delle aziende è stato oltre l’80% per un totale di 10.760 posti.

Mancano 13.200 programmatori che rappresentano il 66,8% del personale di cui le aziende sono alla ricerca.

Mancano camionisti, idraulici, elettricisti e operai edili

Se per le professioni appena viste si può dire che trattasi di nuovi percorsi formativi che forse non sono stati ben presentati alle nuove generazioni e quindi si può in un certo senso giustificare il disinteresse, non si può dire lo stesso per le professioni tradizionali, anche in questo caso la mancanza di personale può essere definita allarmante.

In particolare mancano i camionisti, nello specifico autisti di mezzi pesanti e camion, in questo caso mancano 85.490 i lavoratori. Seguono gli operai edili, ne servirebbero 80.620. Sempre nel settore dell’edilizia, mancano 41.460 elettricisti nelle costruzioni civili e 22.550 idraulici.

Mostra carenze anche il settore wellness e bellezza dove mancano 21.000 acconciatori.

Infine, servono meccanici nel settore automotive con 20.850 posti vacanti.

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In quali Regioni vi è una maggiore ricerca di personale?

Naturalmente la ricerca di personale è distribuita in modo diverso nelle varie Regioni d’Italia, a soffrire di più è il Nord, in particolare Friuli Venezia Giulia, Veneto, Umbria ( in questo caso di tratta di una regione del Centro Italia), Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Lombardia.

Stupisce però che tra le Regioni che hanno messo a disposizione maggiori posizioni in manodopera vi siano anche la Puglia e la Calabria dove sono aumentate di 10 punti percentuali le posizioni aperte.

Per il 2023 potrebbero comunque esservi segnali positivi, infatti nei primi mesi è stata già registrata una diminuzione di domande per il reddito di cittadinanza.

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Trieste: beccati idraulici evasori fiscali

Idraulici con grande giro d’affari, ma inesistenti per il fisco. A scoprire tre evasori totali e un evasore paratotale, per circa cinque milioni di euro, è stata la Guardia di finanza del gruppo di Trieste.

Gli idraulici evasori operavano soprattutto in alcuni stabili gestiti da un amministratore di condominio di Trieste. Dalle indagini è emerso che uno degli artigiani, pur avendo formalmente cessato l’attività da diversi anni, continuava a lavorare utilizzando per la fatturazione un codice fiscale alterato, prendendo lavori appaltati a prezzi ribassati alla ditta del figlio, risultato evasore paratotale.

I titolari delle altre due imprese artigiane coinvolte, sempre evasori totali, hanno invece adottato lo spostamento ‘fittizio’ della propria residenza in Slovenia, nel tentativo di eludere i controlli dell’erario italiano. I due imprenditori, pur se anagraficamente residenti a Trieste, risultavano abitare vicino a Capodistria, da dove si muovevano quotidianamente per raggiungere la città giuliana ed eseguire i lavori che venivano loro commissionati.

Fonte: ansa.it

Le professioni più odiate del 2011


di Davide PASSONI

Ci sono professioni e professionisti più amati di altri e professioni e professionisti che la gente vede peggio del fumo negli occhi. Ce lo sentiamo dire spesso, da amici e conoscenti: “Il mio avvocato è bravo, ma è insopportabile“; “il mio commercialista tante volte lo vorrei strozzare“; “ho un imbianchino di fiducia: lavora bene, ma quando lo cerchi non lo trovi mai…“.

Noi di Infoiva abbiamo voluto vedere che cosa c’è al di là dei luoghi comuni e, a fine 2011, abbiamo voluto chiedere agli italiani quali sono, secondo loro, le professioni e i professionisti più odiati. Ebbene, dal sondaggio telefonico che abbiamo effettuato su un campione di 1000 persone, il più possibile rappresentativo di un profilo socio-culturale medio, è emersa una top 5 che offriamo ai lettori come regalo di fine anno e ai diretti interessati come spunto di riflessione, per migliorare un po’ nel 2012.

1. Amministratori di condominio (325 voti). In assoluto la categoria più odiata. Con epiteti ben poco lusinghieri: esosi, spocchiosi, assenteisti, burocrati. In molti voterebbero l’autogestione del condominio piuttosto che lasciarla a loro. Ma che vi hanno fatto di male?

2. Agenti immobiliari (197 voti). Restiamo nell’ambito delle case, con un’altra professione non particolarmente amata (per usare un eufemismo). Che cosa viene rimproverato loro? Di essere degli opportunisti, di comportarsi in maniera poco trasparente con i clienti e con il fisco, di speculare sulla pelle della gente comune su un bene primario come la casa, in un periodo in cui di soldini ne girano pochi. Anche qui, in molti scelgono il fai-da-te pur di non affidarsi a dei professionisti.

3. Idraulici (113 voti). Udite udite, sul gradino più basso del podio troviamo una non-sorpresa. O meglio, una conferma del luogo comune che vede i professionisti del tubo come gente esosa, poco incline a emettere fatture, non propriamente pronta ad accorrere a una chiamata, anche se ci si trova con l’acqua alle caviglie. Non abbiamo riscontrato traccia, però, della leggenda che vuole gli idraulici intenti a dare una “revisionata” anche alla padrona di casa, tra un sifone e l’altro…

4. Notai (94 voti). Eccoli qua. A dispetto del ruolo storico e dell’alta valenza civica che la loro professione riveste, i notai non piacciono a tanti italiani. Due soprattutto le loro “colpe”: essere terribilmente esosi (“Ma perché devo pagare 600 euro per un pezzo di carta con la mia firma sotto?“, la frase più carina ascoltata al telefono…) e di essere la casta delle caste. Con buona pace di politici, giornalisti, avvocati ecc…

5. Commercialisti (89 voti). Ahinoi, amici dell’Iva, al quinto posto ci siete voi. Speravamo di potervi risparmiare questa umiliazione, ma purtroppo vi tocca. E sapete qual è l’addebito che vi viene mosso? Tendete a far denunciare troppo ai vostri clienti. Se e quanto denunciate voi, agli interpellati poco importa: importa che facciate pagare loro meno di quanto devono al fisco. Povera Italia…

Ad altre categorie come avvocati, consulenti del lavoro, agenti di commercio ecc… sono rimaste solo le briciole. Buon per loro: nel 2012 hanno qualcosa in meno su cui riflettere.

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